TERZO INCONTRO dei GRUPPI FAMIGLIA a Castello di Godego
10 Gennaio 1999
INNAMORAMENTO, INCANTO, AMORE:
Gianni e Valeria Geninatti
Premessa. Incanto: meglio definirlo "sogno", termine che
porta in sé un senso di positività, attività e progettualità. Possiamo allora
considerare il sogno un mezzo umano creativo per poter trasformare la meraviglia del
momento dellinnamoramento nella vivificante realtà quotidiana dellamore.
"Il 95% dei pazienti che giunge in psicoterapia sembra essere spinta da un bisogno
insoddisfatto di amore"(Giacomo DAquino). La forza guaritrice del rapporto
psicoterapeutico si basa quindi più su un rapporto umano che su un apporto e contributo
tecnico - culturale. Psicoterapeuta e paziente sognano ricordando, vivendo e condividendo
insieme in un rapporto paterno o materno.
"TI AMO" è unaffermazione abusata nel suo utilizzo spesso eccessivo o
infondato. Con letichetta di amore vengono proposti e venduti i più svariati
prodotti. Spesso si fa ricorso a stereotipi di moda che hanno lo scopo di comunicare e
diffondere un improprio senso di benessere, al fine di consolare o almeno lenire,
se non sedare la vera sete di amore delle coscienze (es. della pubblicità: madre
che domanda alla figlia: - Il tuo ragazzo ti ha dato la vera prova di amore? - il
riferimento è luso del profilattico).
Saper ripetere "ti amo" sembra facile: è un verbo perfettamente regolare,
facile da pronunciare, si usa come uno dei più semplici esempi delle declinazioni dei
verbi sin dallinizio della scuola.
"Se il verbo amare è perfettamente regolare in grammatica (ha tutte le forme:
attiva, passiva e riflessiva, e tutti i modi e tempi), è invece enormemente difettivo ed
irregolare in psicologia, nella vita relazionale. Il deluso si sentiva amato ieri e non si
sente più amato oggi. Lo sfiduciato non usa più lindicativo: amerebbe - al
condizionale - "solo se...". Lautolesionista ama (forma attiva), ma
non si ama (difetta della forma riflessiva) ".(L. M. PagIiarini).
Innamorarsi, sognare ed amare è qualcosa che costa, è un incontro, che se è vero
(quando posso dire che è vero? come posso dimostrare quotidianamente che è vero?),
cambia la nostra vita, la mia e quella di quellunico altro/a.
"Lamore non è un dono gratuito; non è un capitale da cui attingere
passivamente gli interessi, ma un esperienza totale da conquistare e quindi da
meritare; un bene che si paga caro allacquisto e che costa anche più caro
conservare. L amore come la libertà deve essere inoltre di continuo alimentato;
lamore è come un fuoco a cui ognuno deve portare la sua parte di legna... L
amore è un Incontro non fusivo o confusivo, ma dialogjco è ununione tra due esseri
diversi che vivono in una incessante comunicazione emotiva ed intellettiva. Coesistere,
non convivere; aderire, non accondiscendere; uniti, non confusi; congiunti, non separati;
distinti, non divisi. Una coppia di simili" senza servi e padroni, perché non è
positiva la relazione in cui uno si pone come soggetto e laltro come oggetto"
(G. DAquino).
Lamore è una verità rivelata ai piccoli, attraverso un incontro. Dio sogna per noi
un incontro, ha progettato un incontro nella nostra vita "unico al mondo".
Quellincontro diventa progetto di vita. Non siamo soli, perché è un incontro e
perché cè qualcuno che lo ha progettato per noi. Dio si è fatto uomo per
testimoniarci e sperimentare che tutto ciò è possibile, che tutto ciò è verità.
Due riferimenti:
1) Gv. 4, 1-30. Lincontro di Gesù con la Samaritana. Gesù ci spiega da uomo il suo
stile di approccio: conquista la fiducia di una donna difficile. E modello di un
modo di essere, di un modo di agire, di cortesia, di finezza, di umanità, oltre che di
rivelazione e salvezza.
2) Il Piccolo Principe (A. de Saint Exupéry): il capitolo dellincontro con la
volpe. La verità dellincontro rivelata ai piccoli, al bambino che sopravvive in
noi, al bambino che ognuno di noi è stato.
Cinque punti:
A) INCONTRO / LUOGO / ORA
B) ALTRO / RICHIESTA DI AMORE CHE CONCEDE ALLALTRO LA LIBERTÀ DELLA SCELTA DI AMARE
C) RIVELAZIONE DELLAMORE
Una cosa speriamo di aver compreso insieme ( e dobbiamo cercare di non
dimenticare): non abbiamo il diritto di far soffrire chi ci vuole bene.
Ogni persona (sia che stia per nascere, per venire alla luce da un grembo materno, sia che
stia per morire al termine della sua vita terrena), è degna di essere, in quando immagine
di Dio, amata. Spesso in un letto di ospedale, quando la sofferenza ci tiene per mano,
incontriamo noi stessi... e forse prendiamo un po più coscienza che Dio ci conosce
più degli uomini ed è la sua presenza, non le nostre parole, che ci danno pace e fanno
sì che, come un sogno, ci si possa innamorare dellamore.