5° INCONTRO dei GRUPPI FAMIGLIA a Castello di Godego
21 Marzo 1999

COPPIA INTIMA, INTEGRA, GENERATIVA PER SVILUPPARE
UNA BUONA CAPACITÀ EDUCATIVA.
Impegnarsi per uno sviluppo armonico della persona, del comiuge e dei figli.

Don Pino Pellegrino

Premessa.
"Metti a posto l’uomo, e il mondo va a posto da se".
Educare è un’arte da imparare come tante altre, ma molto più difficile e complessa.
- L’operaio è colui che usa le mani,
- l’artigiano è colui che oltre alle mani usa il cervello,
- l’artista è colui che aggiunge a mani e cervello la fantasia,
- l’educatore è colui che usa mani, cervello, fantasia e cuore (amore).
Educare è prevenire, giocare d’anticipo, soprattutto investire molto nei primi anni di vita dei figli.
Per essere educatori non basta avere figli: se per avere figli bastano pochi secondi, il tempo che lo spermatozoo impiega a fecondare l’ovulo, non basta una vita per essere educatori, perché non basta essere genitori ma occorre diventare generativi. Tutti i figli hanno genitori ma non tutti hanno un papà ed una mamma.
Le condizioni di fondo per possedere una buona capacità educativa sembrano essere fondamentalmente tre:

1. Conservare il senso dell’educare e la voglia di educare.
Oggi si sta perdendo il senso dell’educare per la pratica di allevare. L’educazione è l’unica via perché l’uomo non smetta di essere uomo. E’ l’educazione che permette al mondo di non andare in frantumi o di rimanere in una situazione primordiale.
Riviste, mas-media insistono su quanto serve alla salute, su cose materiali,... ma nulla sui valori che permettono all’uomo di essere uomo.
Educare è far succedere dei fatti interiori. E’ cambiare dentro, è persuadere sui valori e sui disvalori. Imporre e costringere perciò non è educare perché non fa cambiare nulla dentro la persona dell’educando (le caserme non educano...). Le prediche servono poco: persuadere e convincere è molto più importante. Anche il castigo può talvolta servire ma solo come mezzo per affermare dei valori, e comunque non va usato sistematicamente.
Educare è arrivare a delle convinzioni grazie alla parola che penetra e trasforma. Le parole sono importanti per far passare messaggi: metodo comunicativo diretto.
Il metodo indiretto è più efficace: consiste nel comunicarci le idee, porci il vissuto ed i valori della vita (tra di noi) in presenza dei figli, ma come se non siano loro i destinatari del messaggio; i figli sono molto curiosi e pertanto ascoltano, anche se non sembra, tutto quello che non ci diciamo.
Il metodo indiretto è un metodo che propone e non impone. Noi educhiamo quando meno pensiamo di educare proprio attraverso questo metodo.
Metodo della credibilità: educare attraverso l’esempio.
Riassumendo: per avere una buona capacità educativa occorre non perdere il senso dell’educare (allevare non basta), educare non vuol dire comandare o castigare, mentre invece significa persuadere attraverso la via della parola e la via dell’esempio.

Non perdere la voglia di educare.
Educare oggi diventa difficile perché le diverse agenzie educative non convergono più verso un unico tipo di educazione, anzi tante forme vanno contro l’educazione. I ragazzi perciò diventano qualunquisti per troppi differenti pulpiti, specie in televisione. La televisione lavora nel profondo dell’io e crea un uomo diverso: oggi ad esempio i ragazzi sono soprattutto visivi e non più auditivi. Ad essi le parole non dicono più niente, dicono molto invece le immagini magari commentate con poche parole. La TV crea ancora menti frammentate che non hanno la capacità intuitiva e critica.
I genitori educatori perciò non sono mai stati necessari come oggi per dare l’impronta ai figli.

2. Avere il senso della genitorialità, cioè il senso della maternità e della paternità.
Mamma e papà non si nasce ma è un titolo che si acquista in campo.
Ci sono papà e mamme che riescono a raggiungere il titolo, altri invece sono carenti.
Il papà è una figura importante in educazione perché diversamente i ragazzi crescono sbilanciati o scompensati. L’umanità infatti ha due facce: quella maschile e quella femminile. Il bambino ha bisogno di vedere sia il modello maschile che quello femminile.
Il papà regala almeno sei fattori importanti al figlio:
- il papà regala uno stile di vita maschile (più avventuroso rispetto alla mamma più posata)
- il papà regala sicurezza
- il papà regala il mondo (lo distacca dalla mamma e lo apre agli altri – il bambino grazie al papà nasce una seconda volta)
- il papà regala una buona identità sessuale (in molti casi la mancanza del papà porta disordine nella vita sessuale del figlio)
- il papà prepara il terreno per Dio (è difficile farsi un’idea di Dio senza l’esperienza di un padre terreno)
- il papà regala al figlio una mamma più serena

Esempi di madre e di padre da ritoccare
Mamme ombrello o canguro = iper protettive, asfissianti
mamme mastrolindo = tutte ordine e pulizia
mamme pasta asciutta / omogeneizzato = che hanno solo preoccupazioni fisiche e materiali
mamme apriscatole = che vogliono sapere tutto, scoprire tutto, rovistare nell’anima del figlio
mamme altalenanti / jo-jo / baci e botte = altamente imprevedibili e lunatiche
mamme temporale = quelle che gridano sempre
mamme disco = che ripetono sempre la stessa cosa
mamme turbo = acceleratrici dei figli
Papà ombra / soprammobile = padri che sono assenti o al massimo sanno solo brontolare
papà mammo = il duplicato della mamma
papà amicone = papà che fa il bambino (con i figli si deve tenere un rapporto asimmetrico)
papà duplicatore = vuole che il figlio sia specchio di sé e dei suoi ideali non raggiunti
papà padrone = padre padrone

Esempi di madre e di padre patentati
Mamme da applaudire o patentate:

Papà bravi:

Riassumendo.
Educare significa:
# prevenire, è giocare d’anticipo investendo nei primi anni di vita (dare al figlio un’infanzia felice ma non troppo facile)
# essere punto di riferimento, modello identificabile perché il bambino vive a specchio
# desatellizare, ossia rendere autonomo il figlio
# far faticare un po’
# pregare perché ogni persona è un mistero (anche il figlio è mistero)
# far diventare grande e non solo grosso
# lasciare un bel ricordo

Tenere d’occhio la vita di coppia.

(Quando due elefanti si combattono, chi ci rimette è l’erba del prato).

Alcune spie della crisi di coppia indicatrici che qualcosa non va:
- non ci si parla più o tutt’al più si danno ordini o notizie di ordinaria amministrazione
- la vita sessuale si è inaridita
- i disaccordi finiscono sempre in litigio
- non ci si cura più dell’aspetto esteriore

Alcuni suggerimenti perché la vostra sia una coppia a prova di terremoto:

- parlate, parlate, parlate
- tacete anche (fate attenzione: prima di parlare, assicuratevi che il cervello sia collegato)
- imparate l’amore coniugale (accettare l’altro – concentrarsi sull’altro – vivere in due)
- tenete le mani giunte (aiuta a mettere in comune i sentimenti più profondi)
- perdonatevi (non esiste coppia perfetta)

G F Castello di Godego, 21 Marzo 1999,
sintesi della relazione
Ciò che serve alla coppia per sviluppare una buona capacità educativa

Premessa.
L’educatore è colui che usa mani, cervello, fantasia e cuore (amore).
Educare è prevenire, giocare d’anticipo, soprattutto investire molto nei primi anni di vita dei figli.
Tutti i figli hanno genitori ma non tutti hanno un papà ed una mamma.
Le condizioni di fondo per possedere una buona capacità educativa sembrano essere fondamentalmente tre:
Conservare il senso dell’educare e la voglia di educare
Educare è far succedere dei fatti interiori. È cambiare dentro, è persuadere sui valori e sui disvalori.
Educare è arrivare a delle convinzioni grazie alla parola che penetra e trasforma: metodo comunicativo diretto.
Il metodo indiretto è più efficace: consiste nel comunicarci le idee, porci il vissuto ed i valori della vita (tra di noi) in presenza dei figli; i figli sono molto curiosi e pertanto ascoltano, anche se non sembra, tutto quello che non ci diciamo. Il metodo indiretto è un metodo che propone e non impone.
Educare oggi diventa difficile perché le diverse agenzie educative non convergono più verso un unico tipo di educazione (p.e. TV, amici, ecc.). Mai come oggi bisogna essere dei genitori educatori per dare l’impronta ai figli.
Avere il senso della genitorialità, cioè il senso della maternità e della paternità.
Mamma e papà non si nasce ma è un titolo che si acquista in campo.
Il papà regala almeno sei fattori importanti al figlio: uno stile di vita maschile, sicurezza, il mondo (il bambino grazie al papà nasce una seconda volta), una buona identità sessuale, prepara il terreno per Dio, una mamma più serena.
Seguono esempi di madre e di padre da ritoccare e di madre e padri patentati (una specie di tabella anche divertente ma un po' fuori il flusso del discorso perché schematica).
Tenere d’occhio la vita di coppia
Anche qui siamo di fronte ad un elenco di cose da fare o non fare, più facilmente riconducibile ad un discorso compiuto.