Dario Berruto
FEDE: DONO DI DIO E FORZA DELL'UOMO
Tracce di spiritualità familiare per l'animazione dei Gruppi Famiglia
Effatà Editrice
Di seguito pubblichiamo una breve sintesi degli argomenti trattati nei
vari capitoli del libro.
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"Pubblicazioni", cliccare sull'icona corrispondente posta a sinistra del testo.
I CAPITOLI DEL LIBRO
La corrente calda della salvezza (Gv 1,35-42: i primi discepoli).
Vorrei contemplare, con un primo sguardo, la figura di Giovanni Battista: egli sta con i
suoi discepoli ma la sua attenzione è rivolta a Gesù. È una figura bella, perché
descrive in modo plastico come dovrebbe essere un cristiano.
Il cristiano sta con quelli che il Signore gli ha affidato, mantenendo fermo lo sguardo su
Gesù. Così non sbaglia. Così sta in mezzo agli altri senza pensare a se stesso, senza
cercare i propri interessi.
Tu, l'hai già trovato Gesù? Potresti rispondere di sì e, tuttavia, Gesù resta
sempre al di là e tutto da scoprire. Ti auguro di cercare appassionatamente il Signore,
di non fermarti mai.
La vittoria della fede (Mc 1,7-11: il battesimo di Gesù).
Facciamo risuonare, nella storia che stiamo vivendo -così segnata da speranze, ma anche
ferita da sconfitte, delusioni e paure - la certezza che è possibile vincere il mondo, a
patto di deciderci a credere fino in fondo.
Se non scopriamo la paternità di Dio, non possiamo essere cristiani autentici. Se non
siamo disposti, nelle nostre giornate, a "versare sangue" quando vivere il
vangelo costa fatica, non possiamo essere veri cristiani.
Che c'entri con noi? (Mc 1,21-28: la guarigione di un indemoniato).
L'evangelista Marco, nello stendere il suo vangelo, si pone alcune domande: in che modo il
regno di Dio si fa vicino? Esistono dei segni concreti per capire che il regno di Dio è
prossimo? È possibile accorgersi se il tempo è giunto a pienezza?
Noi non arriviamo ad urlare in chiesa: "che centri tu con me?" ma, di fatto,
queste parole rischiamo a volte di viverle, è la logica dell'aborto, di certi matrimoni,
di certi figli, è la logica di certi datori di lavoro...
Essere nel mondo segno di Cristo Pastore (Gv 10,11-18: il buon pastore).
Gesù non ha detto: "Io sono un buon imprenditore"... Non ha detto neppure:
"Io sono un manager capace: so produrre frutti apostolici". Ha detto invece:
"Io sono il buon pastore". Si tratta di una figura lontana dalla nostra cultura.
Tuttavia sappiamo bene di aver bisogno di un Pastore e di pastori, segno sacramentale del
Pastore.
Il pastore lascia dei segni. Cosa devono fare i preti, i religiosi/e nel proprio
ministero? Cosa deve fare ogni battezzato? Indicare al mondo la presenza del pastore e
seguirne i passi. Troppe volte, invece, rischiamo di essere tutti mercenari...
Famiglia cristiana, diventa ciò che sei! (Lc 2,41-52: Gesù tra i
dottori del tempio).
La comunità cristiana, oggi, è investita di un compito molto serio: deve, da un lato,
accompagnare gli adulti a riscoprire Gesù come fa un missionario e, dall'altro, adottare
spiritualmente quei bambini che, a livello religioso, sono "figli di nessuno".
Le famiglie, infatti, richiedono per i loro figli i sacramenti, ma in un clima di totale
disinteresse. Famiglia cristiana, dove sei?
Famiglia cristiana, diventa ciò che sei: realtà che vive della fedeltà di Dio e la
manifesta, che vive della fecondità di Dio e la testimonia, che vive della
paternità di Dio e,vigile, la custodisce.
Lo Spirito di Dio (Gv 14,15-16.23b-26: il Consolatore).
C'è un'esperienza umana che ognuno di noi conosce molto bene, quella dell'amore.Quando
amiamo veramente qualcuno desideriamo che in qualche modo il nostro respiro e la nostra
vita entrino nell'altro, che tutto di noi possa essere in qualche modo sperimentato
dall'altro. Ma questo nostro desiderio rimane sempre "approssimativo per
difetto", anche perché siamo dei peccatori. Dio, invece, osa l'inosabile: il suo
amore per noi è misterioso, ma realissimo e tale da renderci partecipi di Lui.
Quando lo Spirito viene, ci rende tutti capaci di parlare le lingue degli uomini.
Queste lingue si chiamano: perdono, bontà, gioia. Allora, poco per volta, lo Spirito ci
insegnerà come fare l'amore con Dio e come farlo tra di noi.
Essere contenti a causa di Dio (Lc 12,13-21: non accumulare tesori).
Gesù st salendo verso Gerusalemme e, per stada, non smette di insegnare: il grande
catechista è Lui. Un giorno un uomo gli fa una richiesta molto concreta: "Maestro,
dì a mio fratello che divida con me l'eredità".
Siamo tutti cristiani? Sì. Siamo tutti fratelli e sorelle? Sicuro. Siamo disposti,
allora, a subire un'ingiustizia piuttosto di rompere la pace? Se sì, la nostra vita
dipende veramente da Dio, siamo contenti a causa di Lui e siamo santi.
Lo sguardo fisso su Gesù (Lc 12,49-57: saper cogliere i segni del
tempo).
L'uomo può guardare il suo simile in tanti modi: per curiosità, per abitudine, con
malizia o complicità. Ma può anche guardare attraverso lo "sguardo del cuore".
È in questo modo che siamo invitati a guardare Gesù, per entrare in una forte relazione
con Lui.
Le divisioni a causa del vangelo, all'interno della famiglia, sono quelle che fanno
più male: la moglie crede, il marito no, papà e mamma credono, i figli seguono altre
vie. Ma, di fronte a Gesù, siamo chiamati a scegliere, perchè di fronte a chi viene a
gettare il fuoco nei nostri cuori non si può restare neutrali.
La porta stretta (Lc 13,22-30: chi si salva?).
"Signore, sono pochi quelli che si salvano?". A questa domanda Gesù non
risponde ma prende lo spunto per ricordarci che, se vogliamo salvaci, dobbiamo
"sforzarci di entrare per la porta stretta".
Sforziamo di entrare per la "porta stretta" dell'obbedienza, appena l'avremo
varcata troveremo la nostra libertà.
Sforziamo di entrare per la "porta stretta" della verginità del cuore, appena
l'avremo varcata scopriremo cosa significa volerci bene tra noi. Sforziamo di entrare per
la "porta stretta" della preghiera, appena l'avremo varcata scopriemo cos'è la
fede e cosa significa consegnare la propria vita al Signore.
La novità dell'amore (Gv 8,1-11: l'adultera).
L'abitudine, da un lato, è indispensabile per ravvivare la fedeltà e l'amore: l'amore,
per diventare fedele, ha bisogno di azioni ripetute. Dall'altro, può diventare fatale
quando perde di vista questo scopo e diventa abitudine. Salviamo la faccia ma non salviamo
il cuore!
Siamo tutti tristemente esperti nell'accusare gli altri: la moglie o il marito, i
figli o i colleghi di lavoro... Nella misura in cui la fede è un'abitudine, la
prima occupazione della vita è puntare il dito contro gli altri. Perché, se accusiamo
loro, significa che noi siamo a posto, siamo bravi. Invece, chi ama prende il psoto
dell'altro, sospende le parole inutili del giudizio, si mette al suo posto, paga per lui:
questo è l'amore.
Ecco la libertà (Lc 9,51-62: le esigenze della sequela).
Libertà è prendere la propria vita e farne un dono. Fuori da questa definizione c'è
soltanto schiavitù. Siamo liberi quando sviluppiamo le nostre risorse (intelligenza,
affettività, ragione) decidendo, giorno dopo giorno, di volerne fare dono, senza
permettere a nulla di fermarci. Ecco la libertà.
La libertà di Gesù deve fare i conti con il rifiuto e l'incomprensione. Di fronte al
rifiuto dei samaritani: "ma chi ti vuole?", Gesù continua a camminare verso
Gerusalemme con il viso indurito.
L'incomprensione è quella di coloro che chiedono di seguirlo ma non hanno ancora capito
la logica del regno.
Ci sono cristiani che vanno avanti spinti dall'entusiasmo ma, quando questo finisce,
finisce tutto.
Le nostre foglie di fico (Lc 3,15-16.21-22).
Gesù giunge al Giordano quasi in incognito, nessuno si accorge che sta arrivando il Verbo
della vita. Si prostra di fronte a suo Padre, si immerge nel fiume e chede perdono. Non
chiede perdono per sé, lo chiede per noi. Gesù, al Giordano, comincia quella grande
confessione dei nostri peccati che terminerà con l'assoluzione dell'Eterno Padre al
Calvario.
Chiediamoci quali sono le cose che ci fanno vergognare, quali sono le nostre foglie di
fico. Chiediamoci se il peccato ci fa vergognare, se stiamo davvero apprezzando il gesto
compiuto da Gesù di chiedere perdono per i nostri peccati, per rivestirci della sua
natura divina.
Il libro può essere richiesto alla redazione. E-mail: formazionefamiglia@libero.it
Pagina aggiornata il 30 aprile 2009.