TEMI DI RIFLESSIONE PER I GRUPPI
Una proposta del Collegamento Nazionale
L'organizzazione dei Gruppi Famiglia
1) Quali sono le strade migliori per avviare un Gruppo Famiglia (pilotaggio, scuola di
formazione, ecc.)?
2) Quali sono i metodi da utilizzare per tenere in vita un gruppo (revisione di vita,
lectio divina, annuncio, ecc.)?
3) Come viene considerata l'esperienza dell'intergruppo (sua utilità, coppie
partecipanti, temi trattati, ecc.)?
4) Quando e come definire i temi dei campi scuola estivi ed invernali?
Prime risposte:
1) La strada preferita in questi anni è stata quella della scuola di formazione, che
può coinvolgere coppie di un'intera vicaria o diocesi e da cui possono nascere parecchi
Gruppi Famiglia.
Meno battuta la strada del pilotaggio, dove una coppia con esperienze di conduzione di
gruppo aiuta un nuovo gruppo ad imparare i diversi metodi di lavoro, facendogli nel
frattempo fare un cammino analogo a quello della scuola di formazione.
2) I metodi più validi sono senz'altro la revisione di vita e la lectio divina; sono
metodi impegnativi perché richiedono alle coppie di vivere con sincerità un momento di
preghiera nel confronto con la Parola. Tocca alla coppia responsabile impegnarsi sempre a
fondo per evitare che gli incontri da momento di preghiera si trasformino in discussioni
su argomenti religiosi o chiacchiere da salotto.
L'annuncio, che può essere utile per tenere uniti gruppi nati dalla stessa scuola di
formazione, deve avere sempre come riferimento la Fede in Cristo e deve coinvolgere le
coppie presenti.
3) L'intergruppo può essere una soluzione efficace per far vivere l'esperienza di
gruppo là dove i gruppi famiglia sono già una realtà.
L'intergruppo è tipicamente un incontro tra le coppie responsabili, le coppie pilota, i
sacerdoti impegnati nella pastorale familiare, che si tiene a cadenze regolari ed è
finalizzata alla preparazione della riunione di gruppo e, nello stesso tempo, alla
formazione permanente degli animatori.
Sarebbe auspicabile che in ogni nuova scuola di formazione per gruppi famiglia (ed anche
in quelle già in corso se ancora non l'hanno fatto) sorgesse un intergruppo per aiutare
le coppie responsabili, dare loro coraggio ed entusiasmo. Inoltre la riunione di
intergruppo può essere un'ottima occasione per approfondire le metodologie di lavoro
(revisione di vita, lectio divina, preghiera, condivisione, ecc.).
4) È stata per prima cosa ribadita l'importanza dell'esperienza dei campi scuola
estivi ed invernali per il cammino di fede delle coppie. I campi scuola devono essere
orientali quindi alla formazione spirituale ma anche "tecnica" dei partecipanti;
inoltre devono essere il più possibile aperti a coppie provenienti da realtà diverse,
anche non appartenenti a Gruppi Famiglia, in modo da aumentare gli scambi di idee ed
esperienze.
I temi dei campi scuola dovrebbero essere proposti dai vari intergruppo entro il mese di
dicembre di ogni anno e raccolti e valutati da una commissione organizzatrice, da
costituire a tal fine e che dovrebbe riunirsi al di fuori degli incontri della segreteria
nazionale, per non condizionarne troppo lo svolgimento e perché il tempo e l'impegno
richiesto vanno ben al di là di quello disponibile in un incontro di segreteria. Così i
temi potrebbero essere definiti in modo più dettagliato e opportunamente pubblicizzati
attraverso il primo numero del foglio di collegamento dell'anno successivo.
I Gruppi Famiglia e la catechesi per adulti
1) La catechesi è un cammino di formazione permanente: l'esperienza dei Gruppi
Famiglia può essere considerata una catechesi per adulti?
2) La "Christifideles laici", parlando dei gruppi ecclesiali, riafferma il loro
ruolo nel favorire la vocazione alla santità; i nostri Gruppi Famiglia sono, sotto questo
aspetto, dei gruppi ecclesiali oppure dei gruppi di amiconi o dei circoli culturali?
3) I nostri Gruppi Famiglia sono davvero aperti a tutti oppure sono chiusi? cosa
significa, secondo voi, aperti o chiusi?
4) II Magistero sottolinea oggi la particolare necessità di testimoniare la carità; i
nostri Gruppi sono aperti al servizio? come?
5) I nostri Gruppi riescono a coinvolgere anche i figli oppure sono solo gruppi di coppie?
Prime risposte:
1) II Gruppo Famiglia, quando è davvero un gruppo che si confronta con la Parola di Dio (con la lectio divina, la revisione di vita o altri metodi) svolge la funzione di catechesi per adulti, aiutando i suoi membri, come singoli e come coppie, nel loro cammino di formazione permanente. Per fare bene l'esperienza dei Gruppi Famiglia può essere utile una certa preparazione, che ciascuno può fare secondo la propria indole e sulla base delle opportunità che gli vengono offerte dalle singole Chiese locali (corso di formazione, corso per animatori, corsi biblici, scuola di teologia, scuola per operatori pastorali, ecc.). Quello che però serve realmente è maturare quotidianamente un'esperienza di vita di fede. Con queste premesse il Gruppo famiglia può davvero essere un esempio di comunità di fede all'interno delle nostre parrocchie.
2) Già da quanto detto nel punto precedente emerge chiaramente che i Gruppi Famiglia
non possono essere gruppi di amiconi o circoli culturali; devono quindi evitare di essere
gruppo solo perché si sta bene insieme oppure perché ciascuno può fai sfoggio della
propria cultura (compresa quella biblica).
In generale si parla poco di santità, non è un tema molto diffuso né nelle omelie né
all'interno dei gruppi, eppure siamo chiamati tutti alla santità poiché il nostro
futuro, la nostra meta è la Vita Eterna. Credere a questa vocazione permette di capire il
progetto che Dio ha sulla nostra vita.
3) Ai Gruppi Famiglia vengono rivolte due tipi di critiche:
- sono dei gruppi chiusi poiché il numero delle coppie che lo compongono non può
superare un certo numero;
- sono dei gruppi di élite poiché per parteciparvi è richiesta una certa preparazione
culturale.
Ad entrambe le critiche bisogna rispondere con i fatti, per la prima rendendosi
disponibili a fare da coppia guida (pilotaggio) per ogni gruppo che vuole formarsi; per la
seconda facendosi promotori, a livello di parrocchia, di proposte in grado di coinvolgere
le persone.
Se i membri del gruppo non hanno nulla in comune al di fuori degli incontri di gruppo
sarà compito della coppia responsabile promuovere altri momenti d'incontro, accanto alla
S. Messa domenicale, unendo ai momenti di preghiera alcuni momenti di svago e di festa.
4) Tutte le attività che un gruppo in quanto tale può svolgere in parrocchia sono
servizi resi alla comunità. Ma anche i singoli membri del gruppo, in funzione del loro
carisma, possono svolgere servizi specifici nell'ambito della parrocchia: animazione
liturgica, catechismo, oratorio, corsi di preparazione al matrimonio, preparazione al
battesimo, ecc.; e al di fuori della parrocchia c'è l'ambiente di lavoro, la scuola dei
nostri figli, per fare solo due esempi, che richiedono la nostra testimonianza attiva e la
nostra disponibilità al servizio.
Non va però dimenticato che il primo luogo dove siamo chiamati a testimoniare la carità
è la nostra famiglia, il nostro gruppo; può essere estremamente controproducente essere
molto impegnati all'esterno e non aver tempo per venire incontro alle necessità dei
figli, del coniugo, dei genitori, delle altre coppie del gruppo.
5) I Gruppi Famiglia riescono a coinvolgere nelle loro attività i figli piccoli. Per i più grandi è necessario prevedere cammini specifici: in questi casi di solito entrano in sintonia e restano coinvolti, sempre in misura della loro libera adesione.
Famiglia e società
1) I Gruppi Famiglia si sentono inseriti nella nostra società contemporanea?
2) Quale tipo di lavoro i Gruppi Famiglia devono fare all'interno della nostra società?
Prime risposte:
1) Si sente fortemente il bisogno che i Gruppi Famiglia siano più presenti, di quanto non lo siano stati finora, nel tessuto sociale dell'ambiente in cui si abita e si lavora.
2) È importante che i Gruppi Famiglia diventino da una parte capaci di sensibilizzarsi
ai problemi e in qualche misura farsene carico, dall'altra luoghi in cui si impara a
"leggere" la realtà, dinamicamente in evoluzione, permettendo il formarsi di
una coscienza cristiana che sappia orientarsi, sia mentalmente sia operativamente, tra
tutto ciò che accade nel mondo.
È necessario che i singoli membri del gruppo, nell'ambito di quella parte di vita sociale
in cui sono inseriti (scuola, lavoro, parrocchia, ecc.), sappiano "prendere
posizione", vigilando e tutelando chi subisce ingiustizie.
Come cristiani, si è costatato che abbiamo forse paura di impegnarci nel sociale perché
questo richiede coerenza e capacità di sostenere con forza le proprie idee e convinzioni.
Anche all'interno delle comunità parrocchiali spesso i Gruppi Famiglia sono troppo
"silenti" mentre, al contrario, ricchi come sono di risorse umane, spirituali e
morali, potrebbero diventare presenza stimolante e vivificante.