LO SPIRITO SANTO IN FAMIGLIA

Ecco forse il grande sconosciuto della vita familiare: lo Spirito Santo. Il volto del Padre viene facilmente evocato dalla preghiera più nota, anche nelle nostre case: il Padre nostro.
Quello del Figlio è piuttosto familiare anche per il famoso mistero di Nazaret, il villaggio della singolare famiglia di Giuseppe e di Maria. Invece lo Spirito Santo è per lo più una pallida immagine legata al giorno della cresima dei figli. Ma poi addio. Chi lo conosce? Eppure nessuno è più vicino e più presente di Lui. Nella rivelazione cristiana lo Spirito Santo si manifesta come il grande protagonista dell'opera della salvezza. È Lui a prendere per mano i discepoli per aiutarli a capire il mistero di Gesù Cristo morto e risorto; è Lui il maestro interiore che guida verso la comprensione vera del Vangelo. È lui l'artefice della chiesa secondo l'abbozzo voluto da Gesù.
In questa impresa della storia della salvezza, la parola di Dio attribuisce allo Spirito Santo due azioni proprie: Egli è colui che fa crescere la comunione ecclesiale; ed è colui che porta a piena realizzazione, in ciascuno, il progetto di Dio.
In altre parole, tale compimento si chiama "santità". Ha ragione quindi Paolo quando salutando la comunità di Corinto scrive: "La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi" (2 Cor. 13,13). La vita nuova del Risorto, l'amore creativo del Padre e la comunione dello Spirito: ecco l'orizzonte in cui noi "viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" (Atti 17,28).
Vogliamo parlare di comunione in famiglia? Vogliamo parlare di santità?
È risaputo che la comunione, idillio dei primi mesi di matrimonio, deve far presto i conti con i limiti, le delusioni, le introversioni, le incomprensioni, le ostinazioni di ciascuno.
È lo Spirito, già operante nel sacramento del matrimonio, come in ogni altro sacramento, ad ispirare l'opportuno cambiamento di rotta o gli atteggiamenti più consoni con le esigenze della intesa coniugale: come l'umiltà, l'attenzione reciproca, la richiesta di perdono, il dialogo; e soprattutto l'agape - l'amore - che è dimenticanza di sé per accogliere e per incontrare l'altro/a nella reciprocità del dono. Lo Spirito Santo trasforma l'eros coniugale in vero ed autentico amore oblativo.
Ma il progetto dello Spirito nella vita familiare è ancora più ambizioso: la "santità". Non solo lo Spirito aiuta a discernere il dono di Dio nella chiesa, la vocazione particolare di ciascuno; ma aiuta, con i suoi doni, a realizzarlo sino in fondo; a diventare sposi, madri e padri santi. Capaci di rivitalizzare il tessuto della chiesa e della società. Capaci di testimoniare che il vangelo non è utopia... Capaci di dire con le scelte di vita concreta (preghiera, servizio, solidarietà, coerenza...) che questo è l'unico "affare degli affari": la santità. Possibile solo in docile ascolto dello Spirito, il quale soccorre ogni giorno la nostra debolezza.
Padre Enrico Masseroni (vescovo di Mondovì)