NASCE IL FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMIGLIARI
Non si può pensare di volere bene alla famiglia, di impegnarsi per essa, se non si
prende a cuore il fatto che alla famiglia oggi in Italia non è riconosciuta piena
cittadinanza e dignità per il ruolo educativo e sociale che essa svolge, infatti l'Italia
è l'ultimo paese in Europa dal punto di vista delle politiche a sostegno della famiglia.
È necessario perciò fare un attento discernimento per saper leggere con profondità e
attenzione quei fenomeni (chiamati dalla Chiesa "segni dei tempi") che si stanno
sviluppando come l'Associazionismo Familiare, nato per dare voce e rappresentanza alle
famiglie in Italia.
Che la famiglia sia oggi una delle emergenze più cruciali che la nostra società abbia è
un dato di fatto, tutti ne parlano, promettono, sta maturando una nuova cultura sul
problema, che va affrontato in modo concreto dal punto di vista legislativo, economico ed
etico, ma soprattutto culturale.
È interessante per questo approfondire il documento proposto dalla CEI sul "Progetto
Culturale" che mette in evidenza come sia necessario anche per chi lavora con e per
le famiglie studiare il rapporto fede-cultura, dove per cultura s'intende
"mentalità" modo di vivere tipico delle persone e quando questa mentalità non
è più orientata dal cristianesimo giunge a negare valori che sono parte integrante del
Vangelo e dunque dell'insegnamento della Chiesa.
Nuova evangelizzazione, nuova cultura di cui la famiglia ne è la protagonista principale,
sono i temi su cui tutta la Chiesa è impegnata, portavoce in prima persona il Papa quando
dice: "La politica familiare deve essere perno e motore di tutte le politiche
sociali, per cui la società colpita nella famiglia non ha futuro".
Di fronte a queste considerazioni sorge spontaneo un interrogativo di fondo: "Che
fare?".
In aiuto ci può venire la riflessione fatta dai Vescovi, e riportata da mons. Tettamanzi
nel 1993 ai Presidenti delle Associazioni che diedero voti al FORUM, "Per sollecitare
nelle famiglie cristiane una presenza politica è indispensabile un radicale rinnovamento
culturale, anzi un'autentica conversione. Si tratta di riscoprire e di far riscoprire con
più forza la dimensione sociale della famiglia come parte integrante della concezione
cristiana della famiglia stessa, strumento di questo rinnovamento e di questa conversione
possono e devono essere le Associazioni familiari".
Perché il FORUM?
Alcune considerazioni: la società italiana, frammentata e individualistica,
sembra non riconoscere la famiglia ne promuoverla; le associazioni familiari, presenti in
essa in ordine sparso e con il proposito di operare in senso opposto, non hanno
singolarmente alcun peso e sono poco ascoltate. Un'altra considerazione è che la società
si presenta come un sistema poggiante sul triangolo individuo-stato-mercato; la famiglia
di conseguenza essendo una formazione intermedia, non ha alcun riconoscimento né spazio
entro cui elaborare il proprio punto di vista su se stessa e sui suoi bisogni e diritti,
ne viene presa in considerazione come risorsa ed eventualmente come interlocutore.
Per concorrere a realizzare uno Stato sociale efficiente e superare il binomio
stato-mercato, è necessario promuovere la coscienza dei diritti delle comunità e delle
associazioni. La prima di queste comunità è la famiglia, società naturale fondata sul
matrimonio. La via è quindi quella di incoraggiare e promuovere una cultura associativa e
di cooperazione di base.
Le numerose associazioni presenti nella società hanno avvertito che la loro debolezza
come interlocutori nel sociale e nel politico era dovuta a diverse cause: scarsa
consapevolezza del problema, unita ad una mancanza di esperienza in azione politica, ma
soprattutto una grande disunione e parcellizzazione. Mentre al contrario un soggetto che
voglia interloquire con il pubblico potere e con le istituzioni deve avere compattezza e
definire meglio gli obiettivi e le strategie.
Tra queste realtà associative di matrice cattolica impegnate in attività di promozione e
sostegno verso la famiglia, è nata pertanto l'esigenza di coordinarsi per ricercare una
rappresentanza unitaria, viene così costituito il FORUM delle associazioni familiari,
nato per espressa volontà dell'Ufficio Famiglia della Cei.
Le finalità del FORUM
a) la promozione e la salvaguardia dei valori della famiglia come "società
naturale fondata sul matrimonio".
b) la promozione della partecipazione attiva e responsabile delle famiglie alla vita
culturale, sociale e politica, specie attraverso le loro forme associative.
c) la promozione di adeguate politiche familiari che tutelino e sostengano le funzioni
della famiglia e i suoi diritti, secondo quanto indicato nella Carta dei diritti della
famiglia della Santa Sede.
Cos'è il FORUM
E un coordinamento di associazioni per dare voce alla famiglia. Nasce nel 1993,
riunisce 37 associazioni familiari e opera in rappresentanza di circa 3 milioni di
famiglie italiane. Il suo compito primario è quello di coordinare l'azione dei diversi
soggetti associativi su un terreno unitario; esprimere le esigenze della famiglia; farsene
interprete presso le istituzioni con proposte concrete per leggi adeguate.
Cosa chiede il FORUM
Chiede alle istituzioni un coerente impegno a sostegno di una seria politica
familiare, a partire dalle seguenti priorità:
FISCO: un criterio di equità fiscale che tenga conto del reddito e dei componenti
del nucleo familiare, attraverso un sostegno economico alle famiglie con figli.
SCUOLA: la riorganizzazione del sistema scolastico in funzione di una effettiva
libertà di scelta educativa della famiglia.
VITA: una politica che favorisca la tutela e l'accoglienza della vita dal
concepimento alla morte naturale, un intervento legislativo per disciplinare tutta la
materia sulla bioetica e sulla fecondazione assistita.
LAVORO: lotta contro la disoccupazione e la precarietà: una diversa organizzazione
del lavoro che tenga conto delle esigenze e dei tempi della famiglia, la valorizzazione e
il riconoscimento del lavoro familiare.
MEZZI DI COMUNICAZIONE SOCIALE: una revisione delle norme sulla produzione e
vendita delle videocassette, sul servizio radiotelevisivo e sull'editoria, in modo da
consentire la presenza della rappresentanza delle famiglie nei luoghi dove si decide sui
limiti che i mezzi di informazione devono rispettare;
LEGGE: una legislazione che promuova e sostenga anche l'associazionismo familiare
come esiste negli altri paesi europei
II FORUM con l'aiuto di esperti e la presenza costante dell'Ufficio Nazionale della
Famiglia della CEI, ha elaborato alcune proposte politiche tradotte in una vertenza
famiglia sulla quale è aperto il confronto con i singoli ministeri e il Governo.
Una riflessione sul piano ecclesiale
Nel 1993 durante la fase di riflessione sulla nascita del FORUM, mons. Dionigi
Tettamanzi allora Segretario generale della Cei ebbe a fare queste considerazioni sotto il
profilo ecclesiale e sotto il profilo sociale e politico: "II Sacramento del
matrimonio non è un bene da tenere egoisticamente chiuso nella sfera del privato, al
contrario conferisce agli sposi un nuovo titolo per il servizio alla società, a vantaggio
del bene comune e delle famiglie, come pure delle istituzioni dello Stato.
Fondamento e legittimazione di questa posizione è l'integrazione di fede e carità:
donate dallo Spirito agli sposi per la loro missione nel mondo, fede e carità sono grazie
da spendere nel vivo della società e della storia di tutti.
Se la fede è adesione alla persona di Cristo da suscitare nel credente la facoltà di
valutare la realtà con il criterio di giudizio che è lo stesso di Cristo, la carità è
la capacità di reagire di fronte alla realtà con un criterio decisionale e operativo che
è quello stesso di Gesù Cristo: in altri termini la carità è il volto attivo della
fede.
Sulla base del binomio fede e carità, il compito sociale è parte integrante della
ministerialità della famiglia, è impegno esigente, è urgenza tanto più rilevante nel
contesto dei cambiamenti radicali dell'oggi".
Se la vera identità dei cattolici si misura su questo modo di valutare la realtà e di
reagire di fronte ad essa, i vescovi ebbero a insistere molto nel dire che "non si
può accettare una interpretazione puramente spiritualistica o del tutto privatistica
della fede e della carità. Fede e carità incidono sulla totalità del nostro essere e
del nostro agire, e si estendono, di conseguenza quindi nell'ambito sociale e, perché no,
politico".
Questo discorso generale può e deve essere applicato alle coppie cristiane, agli sposi
cristiani che si definiscono tali in virtù della loro fede e della loro carità, prosegue
ancora il documento dei vescovi "le famiglie vivano la loro esistenza coniugale e
familiare non nel chiuso delle pareti domestiche, ma la dove si gioca la storia di tutti e
di ciascuno. Quindi anche nell'ambito della professione, del lavoro, dei rapporti con gli
altri, nell'ambito della società e su su fino ai luoghi più esplicitamente e più
direttamente politici".
Un giorno forse sapremo se il FORUM fu ed è veramente un evento di Chiesa e se alla base
della sua intuizione ci fu una intuizione profetica, in ogni caso tutti coloro che sono
impegnati per e con la famiglia non possono non guardare con attenzione a questo
importante avvenimento.
Essere partecipi a questa nuova realtà perché le famiglie diventino realmente
protagoniste e responsabili del loro avvenire, è uno degli obiettivi contenuti nel nostro
documento nazionale dei Gruppi Famiglia, che recita: "L'esperienza dei Gruppi
Famiglia aiuta ed educa le famiglie ad uscire dal proprio ambiente familiare e suscita la
necessità di associarsi tra famiglie, per poter incidere sempre di più nella vita
ecclesiale e sociale del nostro paese".
Andrea e Piamaria Antonioli