Esperienze da Cavour (TO)
LA COMUNICAZIONE DELLA FEDE E I SUOI LINGUAGGI
Le riflessioni che seguiranno non vogliono essere un'analisi sociologica di ciò che accade nel complesso e variegato mondo delle comunicazioni di massa e interpersonali, ne di offrire soluzioni che esauriscano gli interrogativi legati a tali problematiche. È invece l'esperienza di un Gruppo Famiglia di Cavour (Torino) che, stimolato dall'invito del Sinodo Diocesano, ha "pensato insieme" su questi grandi temi.
IL RUOLO DEI MEDIA
E stato unanime da parte del gruppo il riscontro che tutti noi siamo sempre meno
indirizzati a dare spazio al pensare, al riflettere. Questo non fa bene alla famiglia
perché non fa bene in generale alle relazioni che abbiamo con gli altri che necessitano
di uno spazio mentale di progetto, di verifica, di bilancio ecc.
Proprio i mezzi di comunicazione ci spingono ad agire, premiano il fare, privilegiando
l'avere all'essere. Sono poche le trasmissioni ad esempio alla radio, e alla televisione
che stimolano la riflessione sui valori, su ciò che è davvero importante per ogni essere
umano piccolo o grande che esso sia.
A volte alla radio si possono sentire trasmissioni del genere di cui sopra, belle,
interessanti e non noiose. E pare anche che la radio sia, per il suo implicare un
attenzione mentale di per sé (la televisione ci rapisce con le immagini!), il mezzo più
capace di stimolare un attenzione più "qualitativa".
La crescita nella fede implica, secondo noi, l'approfondimento della parola di Dio, la
preghiera più costante, l'attenzione a sé intesa come attenzione al proprio bisogno di
armonia interna, l'attenzione agli altri, alla società, ai problemi che l'attraversano e
che sono di ognuno di noi
Non siamo però riusciti ad analizzare l'influenza , su ognuno di questi aspetti, dei
mezzi di Comunicazione, anche se abbiamo però pensato alcune cose.
Nella misura in cui i mezzi di comunicazione riescono a motivare ogni persona almeno un
poco alla riflessione stimolandone la capacità di pensare ai valori possono essere
supporto importante alla crescita della fede.
Naturalmente lo sono di certo tutte quelle trasmissioni o pubblicazioni che ci spiegano
nel modo più diretto e semplice possibile la parola di Dio (che però sono numericamente
inconsistenti e posizionate in fasce orarie non facilmente usufruibili).
A tal proposito si è ragionato su uno strumento estremamente importante della
comunicazione che è "il pulpito".
Mai come oggi è sentito il bisogno di bravi predicatori che oltre all'amore per la parola
di Dio uniscano l'efficacia comunicativa nel rispetto dei meccanismi della comunicazione
umana e delle regole che la governano.
Sembra paradossale che un dirigente d'azienda conosca la "comunicazione
efficace" e non un sacerdote che nell'omelia ha una potenzialità davvero rilevante
di trasmissione di un messaggio mirato alla evangelizzazione alla promozione umana,
obiettivi ben diversi e almeno altrettanto importanti della produzione e della vendita di
un prodotto!
Abbiamo capito che i mezzi di comunicazione incanalano la nostra attenzione soprattutto
sull'esteriorità e sulla forma.
Non ci insegnano a leggere la realtà così come è: o è massacri, stupri e violenze o è
bellezza e perfezione di forme e situazioni (vedi l'illusione della pubblicità).
Tutto ciò costringe poi genitori ed educatori in generale ad un attenzione massima a ciò
che i mezzi di comunicazione propinano, soprattutto ai bambini.
Questo non tanto o non solo per censurare ma per dare anche un'altra voce interpretativa,
la nostra, a ciò che si vede.
Crediamo che nei vari ambiti ecclesiali, parrocchiali e non, si debba imparare a servirsi
anche di mezzi di comunicazione più tecnologici, quali video registratori ecc. che sono
entrati a fare parte delle metodologie di apprendimento di grandi e piccoli.
Un ulteriore riflessione è legata al "silenzio": un effetto indiretto del
progresso e forse anche dei mezzi di comunicazione soprattutto radio televisivi è la
grossa difficoltà di oggi a stare in silenzio, condizione indispensabile per la
riflessione, per la progettualità, per la crescita umana e spirituale.
Forse è anche effetto della condizione umana odierna, della incapacità dell'uomo di oggi
di stare da solo con se stesso.
Ma questo aspetto andrà ancora pensato.
FAMIGLIA E COMUNICAZIONE DELLA FEDE
Per ciò che riguarda le iniziative inerenti i corsi di preparazione al
matrimonio si è rivelato di estrema validità l'utilizzo di coppie laiche che portano la
loro testimonianza di cammino insieme.
Questo non solo per l'efficacia che può avere l'ascolto di un'esperienza di vita vissuta
ma perché il momento dell'incontro tra i fidanzati e la coppia di laici è un autentico
momento di chiesa "familiare", di vicinanza gratuita in un momento, quello della
preparazione al matrimonio, di estrema importanza e delicatezza.
Il vivere un'esperienza di chiesa vicina, partecipata e comunitaria costituirà un
tassello positivo nella memoria storica, spirituale ed emotiva a cui fare riferimento
nella vita futura.
Fondamentale nel corso di preparazione al matrimonio la dimensione spirituale, il contatto
con la parola di Dio.
Non si deve fare diventare gli incontri di riflessione sul matrimonio il surrogato di un
consultorio famigliare ma il luogo dove scoprire la ricchezza del progetto di Dio
sull'uomo e sulla donna , l'amorevolezza con la quale Egli guarda alla coppia e al suo
futuro.
Pensiamo poi che nella Chiesa si debba parlare di più alle famiglie e della famiglia. La
struttura organizzativa stessa della chiesa non è spesso a misura delle famiglie: non
tiene conto delle loro difficoltà e delle loro esigenze a partire da quelle più pratiche
legate, ad esempio, alla cura dei bambini.
Pensiamo anche soltanto alla partecipazione alle messe domenicali, alle riunioni varie per
il catechismo o altro; esse sono quasi sempre disertate da almeno un genitore che dovrà
stare a casa ad occuparsi dei figli.
Anche nelle omelie si rileva la carenza di temi legati alla famiglia, ai valori di cui è
portatrice e di cui è cassa di risonanza.
Crediamo che si debba dare più spazio ad incontrare i genitori in quanto coloro che si
fanno carico della famiglia: tutte le occasioni possono essere importanti, al fine di fare
diventare la parrocchia luogo autentico di accoglienza, di confronto e di scambio.
Abbiamo sperimentato il valore del gruppo e lo proponiamo fortemente come luogo
polivalente, di scambio, di confronto, di carica, di rinnovo di energie, di richiesta di
aiuto, di condivisione delle difficoltà e di ricerca delle soluzioni. Sicuramente il
gruppo come importante risorsa da proporre anche alle famiglie.
Abbiamo sottolineato il valore dell'esperienza dei campi estivi rivolti alle famiglie come
momento di grande relax e di rinnovato incontro tra le persone e con Dio.
Proponiamo come importante la "scuola per le famiglie" che propone un percorso
di fede nella coppia; scuola che noi abbiamo vissuto e di cui abbiamo apprezzato il valore
"propulsivo" per l'evoluzione della coppia umanamente e spiritualmente.
Mirella e Daniele Sasso