Dal campo scuola invernale a Betania di Vicoforte
LA FIGURA DI MARIA NELLE SCRITTURE
Per sviluppare la figura di Maria nelle Scritture ed attualizzarla nella nostra vita ci
serviremo di tre foto: la prima è quella di Gerusalemme, la seconda è di Maria e la
terza è la nostra.
Sarà come sfogliare un album di una famiglia: se ben ordinato attraverso esso possiamo
ricostruire la storia di quella famiglia; la storia che vogliamo ricostruire in questo
caso è una storia che ci è ben nota: quella della Salvezza.
Perché questa sequenza di tre foto? qual è il legame che le unisce?
Gerusalemme, nel disegno di Dio, doveva diventare il luogo in cui tutti gli uomini
sarebbero stati accolti, Maria, con il suo sì, accoglie Colui che salva tutti gli uomini,
noi dobbiamo diventare sempre più accoglienti, dobbiamo essere "accoglienza".
MARIA, LA SANTA PER ECCELLENZA
La prima foto di questo gruppo Gerusalemme, città santa per eccellenza,
la seconda è Maria, dimora di Dio, e la terza siamo noi, la nostra famiglia, che deve
essere segno di questa presenza di Dio.
Gerusalemme è la città in cui Davide, dopo averla conquistata, fa trasportare l'Arca
dell'Alleanza (2 Sam 6); da quel momento diventa la città dove ha preso dimora
l'Altissimo, la città eletta.
Questa immagine la troviamo ben descritta nel salmo 122, uno dei tanti canti delle
Ascensioni, preghiere che gli ebrei recitavano durante i pellegrinaggi a Gerusalemme.
Gerusalemme per Israele è la casa del Signore (v 1), è la fede in Lui che la rende salda
(v 3), è il luogo di preghiera per tutte le tribù (v 4), è anche luogo di giudizio (v
5) e per questo Gesù l'ha scelta per la sua ultima predicazione.
Deve perciò diventare testimonianza visibile della presenza di Dio attraverso la pace e
la sicurezza che dona a chi la ama (vv 6-8).
Gerusalemme è quindi la città eletta, scelta per divenire dimora dell'Emmanuele, del
"Dio con noi".
La seconda foto è quella di Maria: che legame c'è con Gerusalemme?
Maria è la figlia di Sion come Gerusalemme è la rocca di Sion e quindi tutti gli
aggettivi che il salmista applica a Gerusalemme valgono anche per Lei.
Maria è quindi eletta, scelta, bella, resa amabile da Dio poiché Maria è la persona in
cui Dio ha preso dimora.
E Maria diventa la nuova Gerusalemme, in lei Dio è con noi.
L'esperienza di Maria inizia con quella che chiamiamo comunemente l'Annunciazione (Lc 1,
26ss) ma che in realtà è l'inizio di una Vocazione.
Mentre Gerusalemme è stata scelta dagli uomini, Maria è stata scelta da Dio, è Dio che
sceglie lei per la sua dimora, per incarnarsi, e Maria dà la sua disponibilità, accetta
che il discorso della salvezza passi attraverso di lei.
Maria, con il suo "sì", ha reso visibile Dio, accettando quel Figlio non ha
fatto solo la scelta di avere un bambino ma anche di essere madre di tutti gli uomini.
La terza foto è quella della nostra famiglia: come dovrebbe essere la famiglia per essere
conseguente a questo discorso?
Dovrebbe essere il luogo della dimora di Dio, dove Dio ha trovato ospitalità: una bella
definizione ma che ha delle grosse implicazioni.
Che posto occupa Dio nella nostra famiglia?
Cosa facciamo come famiglia per rendere visibile e dicibile Dio nel nostro tempo?
Di certo non basta una preghiera alla sera o il segno della croce prima dei pasti!
Siamo capaci a parlare la lingua del nostro tempo?
Gesù parlava un dialetto, l'aramaico, per farsi capire da tutti, e noi?
La nostra famiglia è, come dice il salmista, una cittadella dalle mura salde e compatte
solo per difenderci dall'esterno, dal mondo, o anche per accogliere in sicurezza gli
altri?
Siamo famiglie cristiane perché abbiamo deciso di fare spazio a Dio, di accoglierlo.
Accogliere vuol dire rischiare di essere disturbati, di avere scompaginati tutti i nostri
orari, le nostre abitudini, un po' come accade con un neonato, magari così desiderato
prima che nascesse e poi dopo così disturbante, sconvolgente.
Accogliere non vuol dire mettere l'altro a fianco della nostra vita ma vuol dire metterlo
dentro la nostra vita.
E tutto quanto abbiamo detto per la famiglia vale anche per la Chiesa, e in particolare
per la nostra comunità.
Brani per la Lectio:
Sal 122, Lc 1,26-38
Domande per la Revisione di Vita:
In che modo Dio ha cambiato la nostra vita?
Come possiamo testimoniare la sua presenza agli altri?
MARIA, DONNA DELLA GIOIA
Per la prima foto ci serviamo di un versetto del profeta Zaccaria: "Gioisci,
esulta figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te" (Zc 2,14).
La gioia di Gerusalemme deriva dalla presenza di Dio tra le sue mura; questo concetto è
ripreso anche in molti salmi, la gioia non è rappresentata tanto da Gerusalemme in sé
quanto dalla presenza di Dio in essa.
La gioia del Natale scaturisce dal fatto che Dio è venuto ad abitare tra noi, si è fatto
carne, si è fatto vicino all'uomo.
Anche la gioia di Maria nasce da questa presenza di Dio: Maria è felice per eccellenza
perché è la figlia di Sion, la nuova Gerusalemme.
E questa gioia si manifesta nel cantico del Magnificat (Lc 1,46-55).
Il Magnificat è l'inno di una persona che ha incontrato Dio, che ha Dio in sé.
La gioia che nasce da Dio non è quella umana, è quella che annuncia il figlio di Maria,
Gesù, e che si può riassumere nel discorso evangelico delle beatitudini (Mt 5,1-12).
Su che cosa si poggia la gioia della mia famiglia?
Sulle cose pratiche, sul mutuo pagato, sui figli sistemati?
Oppure su qualcosa di più che illumina anche le cose pratiche ma che c'è anche quando
mancano queste ultime?
Dove c'è il nostro tesoro, là c'è il nostro cuore (Mt 6,21) !
La gioia che nasce da Dio non teme la povertà, le prove della vita: sono felice perché
sono fedele a Dio, accetto la Sua volontà, faccio mio il progetto che Lui ha su di me e
Lui me lo spiega giorno per giorno.
E' l'esperienza degli apostoli che con Gesù si sentivano felici, anche se questa
vicinanza non ha evitato loro di commettere errori. Non sono più io che vivo ma Cristo
vive in me (Gal 2,20)!
Cristo diventa la fonte della nostra gioia, fonte che dura per sempre se noi restiamo
fedeli.
Come possiamo educare i nostri figli a questa gioia? come possiamo trasmettere questa
gioia?
E' una gioia simile a quella del mondo ma che si fonda su qualcosa che non è di questo
mondo: il modo ha bisogno di questa gioia e la aspetta da noi!
Brani per la Lectio:
Lc 1,39-45, Mt 5,1-12
Domande per la Revisione di Vita:
Viviamo la gioia che viene da Dio? Come la testimoniamo?
MARIA, DONNA DELL'INCONTRO
Gerusalemme non è solo la città della gioia, è anche la città dell'incontro,
dove la gente si dà appuntamento come ci ricorda il profeta Isaia (Is 2,2-3).
E' il luogo dell'incontro tra tutti i popoli, è sinonimo di città aperta, le sue porte
sono sempre aperte per tutti.
Questo vale anche per noi: o capiamo che la nostra vita deve essere aperta all'incontro
oppure ci chiudiamo in noi stessi e "moriamo" per asfissia.
Maria realizza in sé questo compito: pensiamo al Natale, ai pastori, ai Magi, alla gente
semplice che si reca alla grotta ad incontrare Gesù: è qui la nuova Gerusalemme, il
nuovo luogo dell'appuntamento.
E si va alla grotta per ascoltare il Bambino che parla con la sua povertà, la sua
debolezza, la sua innocenza.
Betlemme diventa il luogo dell'appuntamento per i lontani, come i pastori, considerati
briganti ed impuri e perciò esclusi dal tempio, e come i Magi, stranieri, che non credono
nel Dio d'Israele; Betlemme diventa il luogo dal quale si torna "cambiati".
Anche le nostre famiglie devono essere luoghi d'incontro dove si dona luce, aperte a
coloro che sono in ricerca e non ai soliti noti che ci riempiono la casa e non lasciano
entrare gli altri.
Rischiamo di fare delle nostre famiglie, dei nostri gruppi, delle nostre comunità dei
club dove possono entrare solo gli eletti, gli istruiti, i graditi e non c'è posto per
gli altri.
E facciamo club per evitare di essere messi in discussione, per non essere costretti a
vedere le cose come ormai non le vediamo più.
Le nostre famiglie, le nostre chiese devono invece essere prima di tutto luoghi
d'accoglienza, solo dopo aver accolto si faranno presenti le nostre esigenze come, nella
parabola narrata da Matteo, l'abito nuziale richiesto dal re agli invitati (Mt 22, 1-14).
Le nostre chiese hanno buttato fuori tantissima gente perché non hanno saputo essere
accoglienti.
Guardiamo Gesù: egli è andato per le strade a cercare la gente, non è stato fermo ad
aspettarla, non ha messo un cartello con l'orario d'accoglienza!
Recuperiamo una spiritualità che si basa sull'andare verso gli altri anziché aspettare
che si facciano vivi.
Facciamo esperienza del Natale che è accettare le condizioni di vita degli altri,
condividere la nostra vita con gli altri: Gesù ha agito così, pensiamo all'episodio
della samaritana, e solo dopo ha offerto un cammino.
Brani per la Lectio:
Mt 22, 1-14, Gv 4,4-42
Domande per la Revisione di Vita:
Qual è lo stile dell'accoglienza della nostra famiglia? della nostra comunità?
MARIA, DONNA IMMACOLATA
La prima foto di questa riflessione ci mostra Gerusalemme come una prostituta,
infedele, piena di assassini, i suoi capi sono ladri e non rendono giustizia ai deboli.
Questa immagine è del profeta Isaia (Is 1,21-23): Gerusalemme ha barattato la sua fede
per delle opportunità immediate, si è venduta al miglior offerente.
E compito del profeta è parlare a nome di Dio, non prevedere il futuro, e il suo parlare
provoca, è duro, costringe ad aprire gli occhi, spinge alla conversione e alla
purificazione.
La seconda foto è quella di Maria, donna all'apice del processo di purificazione, icona
di quello che eravamo e siamo chiamati di nuovo ad essere.
C'è un titolo che diamo a Maria: Immacolata, che esprime bene questa condizione.
Questo titolo, come tutti gli altri che le sono attribuiti, non devono farcela sentire
lontana perché ogni privilegio, nella Sacra Scrittura, corrisponde ad un servizio.
Maria è, in quanto Immacolata, punto di riferimento per coloro che intraprendono un
cammino di conversione.
Maria è nostra compagna di strada, il suo privilegio la spinge in mezzo al suo popolo per
guidarlo verso il suo stato.
Maria è Immacolata perché senza macchia, senza colpa, ma soprattutto perché gli idoli e
le vie dell'idolatria in lei non hanno trovato spazio.
Maria è l'immagine della nuova Gerusalemme, la Gerusalemme celeste (Ap 21,1-4).
Come si purifica la nostra famiglia? come si riconcilia al suo interno? come accettiamo
nella nostra famiglia il "profeta", colui che ci apre gli occhi anche se magari
è solo un bambino?
La famiglia deve diventare luogo di perdono e di riconciliazione perché coloro che
accogliamo trovino la via del perdono e della riconciliazione.
Abbiamo bisogno di riconciliarci come marito/moglie, come mamma/papà, come figlio/figlia
che corrispondono ai tre ruoli che abbiamo nella vita.
Non c'è amore se non c'è perdono vicendevole!
La famiglia è il luogo dove si impara il senso profondo del sacramento della
riconciliazione: non basta infatti confessarci, è sempre qualcosa di molto personale, è
necessario fare qualcosa di più.
Uno degli itinerari più belli, anche se difficile, che si possono fare tra sposi è
quello della revisione di vita: confrontarci sugli impegni assunti nel matrimonio,
accettando la correzione fraterna, le osservazioni dell'altro.
La domande potrebbero essere: cosa abbiamo fatto? cosa dovremmo fare? cosa potremmo fare
di più?
Se abbiamo dei figli grandi troviamo il coraggio di coinvolgerli a chiediamo loro: dove vi
abbiamo traditi?
A volte anche domande banali come :"Mi vuoi bene?", hanno in sé un senso
profondo, pensiamo a Pietro che si sente rivolgere per tre volte questa domanda da Gesù
dopo che lo ha tradito e non lo ha saputo riconoscere sulla riva del lago (Gv 21,1-19).
Verifichiamo anche noi, ogni tanto, se il nostro amore sta crescendo, se i segni del
nostro affetto sono graditi: anche questo fa parte del cammino di purificazione.
Brani per la Lectio:
Gv 21,1-19, Lc 15,11-32
Domande per la Revisione di Vita:
Ci diamo dei tempi per parlare, per parlarci di noi, del nostro volerci bene?
MARIA, MADRE DI DIO E DELLA CHIESA
Gerusalemme è la città madre per eccellenza, è la città dove Dio genera
uomini e donne nuovi per i tempi nuovi, i tempi della pienezza della Rivelazione.
Il brano che utilizziamo per descrivere questa immagine è tratto dagli Atti degli
Apostoli (At 2,1-12): alla fine del giorno di Pentecoste lo Spirito Santo scende su Maria
e gli Apostoli, riuniti nel cenacolo, ed essi incominciano ad annunciare le grandi opere
di Dio in tutte le lingue.
Le barriere sono superate, la differenza diventa ricchezza, tutti sentono l'annuncio del
Cristo risorto nella loro lingua.
Anche Maria è madre per eccellenza perché genera la novità di Cristo.
Se è vero che ogni bimbo che nasce è una novità, un capitolo nuovo della vita della
famiglia, così Cristo è la novità di un Dio che sceglie di incarnarsi per salvare
l'uomo.
E noi, siamo padri e madri veri?
Siamo capaci di generare uomini e donne nuovi? non conformi alla mentalità di questo
secolo, non nostre fotocopie?
Cristo, che è l'uomo nuovo per eccellenza, appena nato già porta scompiglio nella sua
famiglia, non parla ma altri parlano per lui, i Magi, Simeone e Anna (Lc 2,22-38) dicendo
cose incredibili; cresciuto, alla prima occasione le sue azioni disorientano i genitori
(Lc 2,41-50).
Gesù questo continua a farlo per tutta la sua vita: rompe abitudini, infrange
consuetudini, perché si sente chiamato a fare la volontà del Padre.
Siamo padri e madri veri quando costruiamo la vita, portiamo frutto, diamo testimonianza,
ardiamo per quello in cui crediamo.
E questo modo di vivere non si deve fermare alla nostra famiglia ma allargarsi all'intera
umanità.
Generare novità significa anche fare scelte radicali, impegnative: lasciamo entrare in
noi lo Spirito del Signore, lasciamogli scompigliare i nostri disegni, lasciamoci aprire
alla novità!
Questo non significa fare sempre le scelte giuste, vuol dire anche ammettere i nostri
errori, far retromarcia.
Non cerchiamo soluzioni preconfezionate, amiamo il rischio di farci guidare dallo Spirito.
Le risposte giuste ci saranno solo alla fine, in questo tempo non ci è dato di capire
tutto, il nostro compito è di sperare e di lavorare per il Regno.
Brani per la Lectio:
At 2,1-12, Lc 2,41-50
Domande per la Revisione di Vita:
Siamo genitori veri, capaci di educare giovani nuovi, o ci adeguiamo alla
mentalità corrente?
La nostra famiglia è luogo in cui ci educhiamo a vicenda?
padre Carlo Maria Schianchi, testo raccolto da Franco e Noris Rosada