MONS. ERSILIO TONINI CI PARLA DELLA SESSUALITÀ

Riportiamo la relazione di Monsignor Ersilio Tonini presso la Scuola di Cultura Cattolica di Bassano dove è stato affrontato con freschezza illuminante il tema della sessualità trattando del sesto e nono comandamento. La relazione è tratta da una cassetta per cui lo stile è parlato, si suddivide in cinque momenti , su questo numero vi presentiamo i primi quattro, l'ultimo seguirà sul prossimo numero.

VI e IX Comandamento
Non c'è dubbio che questo tema che andiamo ad affrontare è uno dei temi più delicati, non solo del messaggio cristiano, ma dell'intera vita umana.
Una domanda va posta prima: "C'è speranza di fare qualcosa di buono nella nostra vita?".
Questo è il grande tema, che si avverte da ragazzo appena che l'intelligenza riesce a vedere al di là del mondo dei sensi e riesce ad accorgersi di essere diverso dal cane e dal gatto e incomincia a penetrare nel mistero della vita. E la famosa domanda che Leopardi ha messo in bocca al pastore: "... a che serve al pastor la sua vita?".
Io ho avuto il caso di un ragazzo di dodici anni suicida, un ragazzo a cui è bastato il rimprovero del padre per determinarlo a spararsi con il fucile del nonno; quel povero padre, il giorno in cui celebrai la messa del funerale al quale volli partecipare, quando andai a dargli l'abbraccio di pace, mi strinse con quanta forza aveva nelle sue braccia e mi disse: "Monsignor vescovo, io non ho fede!".
Si rimproverava di non aver fede, di non aver insegnato al figlio stimare il. valore della vita.
Questo tema, in questo momento storico, diventa problema sociale, anzi cosmico, purtroppo accade come quando in casa ci sono la mamma e il papa, finché ci sono e stanno bene, sì, sono importanti, ma a volte sono anche tanto noiosi; e bisogna che vadano all'ospedale, che comincino a star male, che ci siano i primi referti, che inizino le prime trepidazioni, la paura di perderli, per capire che cosa significano.
Occorrono certi momenti drammatici per comprendere che la vita umana non è un gioco, così come non è un gioco la vita sociale, la comunità umana.
Ho qui con me il testo di uno scrittore francese Andrè Fontain intitolato "Tutti i re sono nudi", dalla Norvegia al Giappone è una crisi enorme di sfiducia degli uomini nei confronti dei loro governanti, in realtà è lo spavento e la sfiducia nella vita.
Nel momento in cui ci si accorge che la vita non è un gioco, si incomincia ad intravedere la possibilità di abissi, si trepida per la generazione che viene su, di qui la domanda che emerge da tutto il mondo: "c'è speranza che l'attuale generazione possa trasmettere la vita come un bene alle generazioni che nascono adesso? C'è la speranza di trasmettergli intatto il patrimonio ereditario della vita?". Due domande che quasi mai ci siamo posti, ma che adesso stanno diventando drammatiche, la seconda è la prima volta che si presenta.
La questione del sesto e nono comandamento s'innesta proprio qui.
A volerla trattare come si usa normalmente, come problema a se, non se ne esce, ci si fa prendere per i capelli e si finisce col litigare, tavole rotonde che non finiscono più dopo le quali ognuno rimane del proprio parere.
Se ne può capire qualcosa solo se abbiamo prima il coraggio di guardare la domanda sulla sessualità nel quadro generale dell'esistenza umana, perché, se essere uomo anziché cavallo vuol proprio dire niente, anzi, son più fortunati i cavalli...!
Diceva Pirandello: "II cavallo non ha metafisica perché non sa di dover morire", noi uomini sappiamo di dover morire.
Dopo che si è capito cos'è l'uomo, dentro il magma del mondo, dopo aver avvertito di essere io l'uomo, che so di dover morire, che ho in mano una vita di cui so di non essere padrone, e mi rendo conto di che cosa posso farne, allora posso affrontare correttamente il problema della sessualità, perché fa parte integrante della vita umana, ha un suo compito essenziale all'interno del destino dell'uomo, non solo, ma ha un suo compito all'interno delle generazioni, di tutto il destino umano, è la realtà in cui si manifesta e si realizza l’umanizzazione della vita.
Noi, le cose più preziose, che son costate secoli di fatiche, poiché le abbiamo ereditate le riteniamo delle cose ovvie, ne siamo forse un po' sazi e per questo siamo disposti a perderle senza accorgercene.
Noi diamo come cosa ovvia che l'uomo sia il re dell'universo, lo scopo dei mondo, l'unico che sia intelligente, l’unico essere che chiamiamo persona, l'unico essere spirituale, l'unico essere capace di libertà, capace di responsabilità, l'unico a immagine di Dio; queste cose noi le abbiamo imparate e poi le abbiamo codificate, 1e abbiamo scritte sulla carta costituzionale e tutti i codici civili non sono nient'altro che un tentativo di difendere, proteggere, promuovere la dignità di questo essere che si chiama uomo.
Adesso salta fuori una cosa curiosa: avete presente quella notizia che per salvare un bambino avevano pensato di espiantare un cuore di un babbuino? Quante proteste sono scaturite dagli animalisti, che dicono che tutti gli esseri che hanno conoscenza sono persone, orbene se questo è ... il topo, il maiale, il rinoceronte, la formica, sono più persone del feto nel grembo materno, che il bambino appena nato, che il vecchio rimbecillito!
C'è un'altra corrente di pensiero che si chiama egocentrismo che è la corrente radicale degli ecologisti che va dicendo che l'unica cosa sacra è l'universo, è il globo, il pianeta terra, l'uomo è il cancro dell'universo, l'uomo sporca e quindi bisognerebbe dimezzare l'umanità, farla scomparire purché rimanga quell'unica divinità, la natura, il mondo.
Molti difendono questa corrente e noi dobbiamo capire questo momento storico, dove i valori fondamentali vengono rimessi in gioco, perché se la dignità della bestia è più importante dell'uomo viene messo in discussione tutto.

2° momento: la sessualità nella vita umana
Cominciamo con il chiederci che cosa vuoi dire sessualità.
Partiamo da lontano, noi sappiamo che l'universo è un insieme di scambi, scambio tra le stelle, tra pianeta e pianeta, scambi chimici, biologici, è tutto uno scambio, è tutto un'integrazione.
I primi filosofi greci hanno sentito che bisognava riflettere su questo fenomeno perché si erano accorti che oltre al mangiare, al bere, al dormire, c'era una moltitudine di cose ordinate tra di loro perché venivano scambiate l'una con l'altra.
Se tutta la vita è scambio, chimico, biochimico, c'è un altro scambio nella vita degli uomini, che si chiama mercato, scambio di merce con merce, si scambiano i mezzi.
Anche 1e prestazioni di lavoro e le rimunerazioni sono scambio, è la fatica umana scambiata col denaro che serve poi a mantenere la famiglia, ma è sempre scambio di qualcosa di tuo, non è ancora scambio di te con l'altro.
Ma ecco che c'è un momento dello scambio che si fa più delicato, più interessante, ed è lo scambio di vita con vita.
Dove si ha questo scambio? Lo scambio dell'intera vita? O del meglio della vita? Dove avviene lo scambio dei sentimenti? Nella famiglia!
La famiglia è il luogo dello scambio di vita con vita!
Tanto è vero che quando a una madre e a un padre gli portano via un figlio è un guaio, un disastro.
I latini chiamavano la famiglia il luogo dei "Necessari!" i figli sono "necessari!", i genitori sono i "necessari!", e il legame familiare viene chiamato "necessitudo", cioè necessità, e non strumento; i figli non sono strumento sono fine, e i genitori non sono strumento sono fine.
E scambi il tutto di te e sei il bene loro e loro sono il bene tuo.
Muore la madre e i fratelli che erano in litigio accorrono da tutte le parti, per quel momento in cui si sentono fratelli, sono "necessari" insieme.
All'origine della famiglia c'è la sessualità, questa forza misteriosissima, forza che ci fa trepidare, e che a volte è motivo di fenomeni che ci sconvolgono, che ci orripilano; questa forza strepitosa che è l'origine del momento più alto della vita umana, scambio di vita con vita mosso dalla gratuità.
Nessun figlio pagherà sua madre o suo padre, ma i suoi figli non pagheranno lui, e tu restituirai ai tuoi figli e loro a sua volta restituiranno ai loro figli, gratuitamente.
Se fra cinque figli ce n'è uno che è più infelice (handicappato) quello diventa il migliore, il più prezioso, quello è l'attenzione di tutti, quello è il tesoro di tutti.
La gratuità, il sentimento più puro e più casto, è l'amore.
Dice Gesù: "Se voi che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, tanto più il Padre vostro che è nei cieli!".
La sessualità non è solo famiglia, vincolo di sangue e vincolo di carne, ma determina la persona, si scrive nella persona, qualifica e incido In persona, l'attraversa tutta, non è come per gli animali soltanto la capacità di generare, ma colora di se tutto l'essere, lo plasma tutto intero, compreso il carattere, 1e tendenze, la capacità di reazione, i movimenti dell'animo ed è all'origine del modo di amare, di aprirsi agli altri, del modo di sentire gli eventi.
La sessualità è un dono immenso!
È modo di pensare, di sentire, modo di scambiare vita con vita, non solo corpo con corpo, scambio di sentimenti con sentimenti, completarsi a vicenda, supplire le carenze l'uno dell'altro, come fanno ad esempio l'occhio e la luce.
Altro momento di scambio di vita con vita determinato dalla sessualità è l'amicizia: sentire che l'altro è il tuo bene.
Questo è uno dei motivi per cui è bene che i maschietti e le femmine stiano insieme già dalla scuola materna, che imparino a guardarsi e a completarsi in un'amicizia che sia collegamento di sentimento prima ancora che si sveglino le forze sessuali.
Ecco perché le nostre associazioni sono una fortuna, una grazia, laddove i ragazzi imparano a sentirsi completati, per cui hanno bisogno di stare tra di loro, di svelare se a loro, e loro a se, di fare comunione tra di loro di un amore che è la vera preparazione al matrimonio.
L'amicizia è un dono infinito!
I classici, come ad esempio Cicerone, nel "Trattato di Amicizia" facevano di questa uno dei valori più forti dell'educazione.
Amicizia: ciò che ti piace, piace anche a me, diversi e uniti in qualche cosa, e ci unisce non l'interesse, non il mi servi e io ti servo, l'amicizia è un dono puro, casto, ti voglio bene perché è il tuo bene e tu vuoi il mio bene.
Allora l'amore non è soltanto frenesia, soltanto accensione di chissà quali passioni, non è soltanto estasi, ma è un moto dell'animo che sente il bisogno di ricercare il bene dell'altro come se fosse proprio, è così che comincia la paternità, la maternità.
L'uomo diventa umano nel momento in cui è capace di non amare soltanto la mela che ama, che mangia, il vestito che lo fa bello, lo "status-symbol" di cui si gloria, il danaro che gli serve a spendere, ma sente che nel fare gratuitamente, tu sei più puro, più buono, ti senti più in alto, senza accorgerti, tu imiti Dio che ti ama gratuitamente per il solo fatto che vuole il tuo bene.

3° momento: il comandamento
I comandamenti di Dio non fanno altro che tradurre un bisogno dell'animo, e quando il comandamento arriva dopo che in te c'è il bisogno, allora il comandamento rivela quello che è il tuo bisogno e lì sta la volontà di Dio.
Platone mette in bocca a Socrate questa frase: "Salvatevi, salvatevi l'anima!", voleva dire svegliate dentro di voi i gusti dell'anima, e l'amore, all'apparenza così inutile ma così alto ti fa accorgere che hai dentro qualche cosa che non sai come definire e che chiamiamo anima, uno spirito dal di dentro che ha altri bisogni di quello del corpo.
Quando il ragazzo che ha sentito svegliare l'anima viene aiutato a conoscere la povertà, le creature più povere, più deboli, i più infelici e li ha aiutati a gustare un atto di bontà, viene abituato alla castità, alla purezza.
E quando conoscerà una ragazza, non potrà farla diventare uno strumento, ma cercherà di farne un'amica destinataria di questo amore, sentendo il bisogno di donarle il proprio amore, completandosi a vicenda, diventando famiglia.
Spesso la donna è presentata al ragazzo soltanto come oggetto di desideri, sempre nuda, solo eccitazione; adesso anche gli uomini vengono giudicati come "molto sexy", tutto questo crea un'urgenza di preparare i ragazzi al gusto e al sapore di uno scambio, di un'amicizia pulita, limpida e questo è il primo regalo che un padre e una madre devono compiere.
La sessualità penetra la stessa professione, che la donna abbia preteso di esprimersi tramite la professione, certo che è cosa giusta, se ne accorgono ad esempio nelle questure, la presenza della donna è essenziale, è un'altra cosa, così come la magistrata, sensibilità che sono ricchezze dello stato, della comunità.
Fintanto che la donna è stata lontana dalle professioni è mancato qualcosa alla comunità, la stessa struttura ne ha risentito, e l'ingresso della donna in tutti i livelli professionali è un arricchimento, compreso l'ingresso della donna nella vita politica, io penso che se ci fossero state le donne, tanti secoli fa a governare, ci sarebbero state meno guerre.
Penso a come sono considerate le donne nell'Islam, voi sapete che è consentita la poligamia, quattro donne per ogni uomo, non solo perché sono quattro invece di una, ma la donna vale metà uomo, la sua testimonianza vale meno, vale metà, e se scoperta in adulterio viene lapidata, invece l'uomo no, è chiaro che la sessualità ha un'altra visuale, un'altra prospettiva.
E quando vedo i greci e mi rendo conto che è un po' motivo di onore avere l'Efebo, avere il ragazzetto da amare, tanto che un poeta del II secolo dedica un poemetto alla storia di un uomo che si divide dalla moglie perché è innamorato di un tredicenne e passa la notte ad aspettare il bimbo che esca, il suo amato, anche questa è un'altra civiltà.
Quando poi passo all'induismo e al buddismo e mi rendo conto che li invece la castità è considerata un bene infinito ed è regolata da leggi severe, perché la carne è considerata una sciagura per cui bisogna cercare di vivere in maniera pura per meritare di morire totalmente per poi disfarsi completamente in Brama, nel nulla, invece se non si è casti si finisce nella reincarnazione. E allora?
Il tesoro infinito dei cristiani è questo: Dio ha fatto sapere con che intenzioni ha creato il mondo, con che intenzioni ha creato l'uomo nel mondo e con che intenzione ha creato la donna e l'uomo, e ha creato il tutto come cosa buona in vista dell'uomo, e quando ha creato l'uomo ha fatto festa, una festa infinita, ma non era ancora tutto, mancava all'uomo qualcosa, ed ecco allora che gli crea la donna e quando l'uomo la vede dice: "Ohh! Ecco finalmente qualcosa di simile a me! Carne della mia carne!".
Ecco che arriva una donna che lo può chiamare mio e lui la può chiamare sua e specchiarsi e riconoscerai che sono l'uno il bene e il completamento dell'altro, e Dio comandò e disse: "... per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e saranno due in una sola carne!".
Quando sento la parola carne mi viene subito in mente il figlio dell'uomo che si fece carne e abitò in mezzo a noi.
Qui siamo nel mistero immenso del cristianesimo. Dio che si è fatto carne, non carne diversa dalla nostra, perché Gesù è stato formato nel grembo di Maria, di una donna, quindi uomo completo, non di natura diversa ma proprio come la mia carne.
E allora alza la tua anima o uomo, su! Tirati su, o uomo e vedi un po' cos'è l'uomo se Dio per l'uomo si è fatto uomo e se per l'uomo carne, si è fatto carne, e dentro la carne di un bambino si è occultato pur conservando il governo del mondo.
Ha voluto nascere dalla vergine Maria, la sessualità ha ricevuto tutta la sua magnificenza nel momento in cui il figlio di Dio ha voluto nascere da una donna, nell'utero di una donna, utilizzando il processo della formazione, dell'annidamento nell'utero come per tutti i feti, commenta Sant'Agostino: "Così grande in un luogo così piccolo!".
Allora ci si accorge che la donna, quella stessa che può venire utilizzata per il degrado della vita umana, diventa protagonista nei momento più importante dell'intera umanità.
Il sesto e il nono comandamento vanno visti come regola d'uso, non limite, proibizione, ricevono una spiegazione soltanto in chi riesce a vederne la loro grandezza, in chi capisce quali motivazioni ha il comando di Dio, perché li c'è dentro tutta la dignità ed è investito tutto il capitale della sapienza di Dio, proprio nella sessualità.
Si spiega allora perché nella Chiesa Cattolica abbia avuto tanto onore, accanto alla maternità, la verginità, il celibato.
I consacrati nel celibato hanno il compito di far sapere che la loro sessualità è benedetta proprio perché preparano delle creature per il godimento di Dio, annunciano un bene infinito che è quello della vita eterna.

4° momento: i 10 comandamenti
Perché? Perché Dio interviene?
Perché la questione dell'uomo è problema di Dio, e se la sessualità è così decisiva per il suo destino, si capisce bene perché nei comandamenti di Dio ci sia uno spazio ampio anche per questo tema.
Nel credo, che non è soltanto l'insieme delle verità da credere, ma è lo specchio nel quale i cristiani si riconoscono, e si riconosce la loro grandezza, si capisce quale e quanta dignità ha l'uomo destinato a risorgere come Cristo Signore, ma a che varrebbe questa dignità, questa destinazione facente, se poi dopo non si desse una risposta a quest'altra domanda: "si può fare della vita una cosa buona? Come si fa?".
Ecco quindi che i dieci comandamenti sono lo specchio della speranza di Dio e dell'uomo, perché ha insegnato agli uomini a non perdere la testa dietro alle piccole cose che passano, ma riconoscano in Dio la loro origine e i1 loro destino.
Spera che gli uomini adorino il padre e la madre come la sorgente della loro vita, spera che riconoscano negli altri uomini tanti fratelli da rispettare, ma soprattutto spera Dio che gli uomini abbiano ad accoglierlo con il loro corpo e la loro mente e abbiano a portare la propria persona con la dignità intatta.
Fino ad adesso abbiamo parlato della sessualità come in relazione al tono di amicizia e della procreazione, ma c'è un altro aspetto, tutto nuovo, quello che sta venendo a galla e che sarà il grande problema degli anni futuri.
Gli uomini hanno trovato nuovi modi di far nascere, in provetta: ho letto che nel 2000 si prevedono un milione di bambini nati in provetta, evidentemente la sessualità è messa fuori servizio, la sessualità non c'entra, l'uomo diventa prodotto, l'uomo fabbricato.
Il problema fino ad oggi era: si può o no staccare la sessualità dalla procreazione, si può utilizzare la sessualità anche contro la procreazione, impedendola, come con il preservativo?
Adesso ci si chiede se si possa procreare, generare uomini senza la sessualità, senza il rapporto uomo donna, se si possa affidare al medico o al ricercatore il compito di mettere insieme in provetta il seme umano e l'ovulo.
Il discorso sulla sessualità assume tutto un altro colorito, si complica sempre di più, un esempio: a Parigi sono state chiuse due cliniche perché, in una, alla donna che voleva un figlio ad ogni costo, per darle maggiori garanzie immettevano prima in lei il seme dell'uomo ritenuto più fecondo di un estraneo, e poi quello del marito, annota il giornalista: "di chi sarà il figlio?", non ha importanza la donna o il ricercatore, ciò che conta è la soddisfazione della maternità.
In un'altra clinica facevano l'inseminazione incrociata, estraevano dalla donna dieci ovuli, li facevano fecondare cinque da un seme di un uomo fertile, altri cinque da quelli del marito e poi sceglievano, studiando biologicamente quelli che si presentavano i migliori.
C'entra qui la sessualità, il sesto e nono comandamento?
Certo che c'entrano! La domanda è: "la sessualità ha dentro di se una destinazione oppure no? È qualcosa di staccato dalla persona oppure è un compito della persona umana?".
È qui che la Chiesa ha una responsabilità enorme, la Chiesa ha il compito di far conoscere quali sono le intenzioni di Dio e lo Spirito Santo è dato al singolo cristiano e alla Chiesa, ai suoi responsabili perché vengano aiutati a capire Dio sulla creazione.
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