Dalla guida per i gruppi nell'anno del Giubileo
DI FRONTE ALLA PAROLA "CONVERSIONE"
Iniziamo in questo numero la pubblicazione di alcune riflessioni tratte dal fascicolo "Essere nel mondo, ma non essere del mondo", preparato come sussidio per gli incontri dei Gruppi Famiglia in quest'anno giubilare.
Agli inizi del vangelo di Matteo incontriamo la figura di Giovanni
Battista che ci dice: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino"
(Mt 3,2). Convertitevi, ci ricorda il Battista, per poter accogliere Colui che era, che è
e che viene.
Di fronte a questa parola, conversione, ci si mette in guardia. Cosa c'è poi da cambiare?
Magari qualcosa c'è, ne siamo tutti convinti: diventare meno egoisti, più sobri, più
attenti agli altri.
Ma cosa vuol dire cambiare vita? Si può fare una piccola correzione di rotta, ma
l'impianto della nostra vita è ormai quello che è, siamo aggrappati ad esso in modo
spasmodico e per nulla inclini a metterlo in discussione.
Allora se il Signore ci chiede qualche piccola correzione di rotta, possiamo anche dirgli
di si, ma sul cambiare vita..., è un altro discorso.
CONVERTIRSI
Quand'è che si cambia vita? quand'è che ci si converte? Qualche volta questo avviene
per necessità.
Ma quand'è che si cambia veramente la vita? La risposta è molto semplice: si cambia
vita quando troviamo qualcuno per cui valga la pena di farlo. Quando irrompe nella
vita l'altro che conta, allora tutto salta. Il nostro ordine consolidato viene messo in
questione, le nostre abitudini modificate, i gusti personali ridimensionati. Mi converto.
Cambio vita. Ha fatto irruzione nella mia esistenza l'altro che conta.
L'irruzione dell'altro che conta nella vita porta disordine nel mio ordine
costituito. E me ne accorgo, certe cose che erano importanti diventano meno
importanti, quelle meno importanti, quelle che non facevo, comincio a farle. Tutto cambia.
Altrimenti è vero dire che non mi converto, ma mi sistemo. Come tanti che
si sposano, non è detto che si convertano l'uno nei confronti dell'altro, ma si
sistemano.
Sapete cos'è la sistemazione? E' godere di tutti i vantaggi possibili mantenendo
inalterato il proprio egoismo personale. Se ci si sistema dentro ad un matrimonio,
volete dirmi che non corriamo il rischio di sistemarci anche con Dio? Il Signore ha la
pretesa di irrompere nella nostra vita come l'altro che conta, come colui che ci
battezza in Spirito Santo e fuoco, che intende immergerci nella carità della sua vita, che
viene a cercarci perché non può vivere senza di noi.
Per convertirci e per non lasciare che questa Parola resti parola vaga, che lascia il
tempo che trova appena l'abbiamo pronunciata, e per cambiare vita quando trovo qualcuno
per cui valga la pena di farlo, sono necessari alcuni passi.
TRE PASSI
Primo passo di una vera conversione è avere ancora la
capacità di stupirsi e meravigliarsi. Come ci si può convertire se non ci si
stupisce, se non ci si meraviglia di tutto ciò che accade dentro e fuori di noi?
Come si fa a convertirsi se non si sa più stupirsi e meravigliarsi del nostro desiderio
di essere più felici, della consapevolezza e della constatazione di essere amati? Se non
ci si sa stupire e meravigliare, non illudiamoci, è difficile riuscire a convertirsi. Se
non ci si meraviglia e non ci si stupisce, nel cuore si resta mercanti: si vende, si
compra, si produce, si gode, si pecca. Il primo passo da fare per convertirci, è proprio
ritrovare questa capacità di meraviglia e di stupore che poi giunge a stupirti e a
meravigliarti di fronte a quel Dio che irrompe nella tua vita come colui che non può
vivere senza di te. Non ti stupisce questo Dio che non può stare da solo? E quando Gesù
esclama: "Il Padre è più grande di me", c'è stupore nella vita di Gesù. Se
si legge il Vangelo sotto questo profilo, si vede che Gesù non ha avuto bisogno di
convertirsi perché ha vissuto una vita piena di meraviglia e di stupore.
Ne consegue il secondo passo: dallo stupore e dalla meraviglia nasce la
gratitudine. Come si fa a convertirsi se non si è capaci di dire grazie? Lo si
dice ai bambini: tu, per favore, dì grazie! E Gesù è uno che ringrazia: "Padre, ti
ringrazio perché tu mi ascolti sempre".
E il terzo passo per una conversione vera è che dalla gratitudine nasce il
desiderio di condividere, di accogliere nella tua vita tutto e tutti eccetto il
peccato. Lo stupore fa nascere la gratitudine, la gratitudine fa scattare la
condivisione, la condivisione diventa accoglienza: si guarda l'altro con l'occhio
buono, non è più un rivale o un nemico. E' uno con cui condividere la tua personale
gioia di accogliere l'altro che conta nella tua vita.
O questo discorso entra nella nostra vita, nel nostro cuore, oppure faremo dei ritocchi
alla nostra vita. O cambia la vita, oppure che serve? Pregare un po' di più, essere un
tantino meno egoista, aiutare il prossimo un po' di più, è tanto bello, molto poetico.
Ma a che serve?
Bisogna cambiare vita. Trovare qualcuno per cui valga la pena di farlo. E tu, Signore, che
sei Dio, vieni ancora a cercarmi perché non puoi fare a meno di me. E io mi stupisco e ti
ringrazio, e voglio condividere questo con te. Questa è ormai la mia vita. O almeno
dovrebbe esserlo. Non sono un sistemato. E se ragiono così sono un convertito.
mons. Dario Berruto (sintesi a cura della redazione)
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