Dalla IV Settimana di studi sulla spiritualità coniugale e familiare
UN BANCHETTO SONTUOSO O UNA CENA IN PIEDI?
Sposi, famiglie e banchetto eucaristico: cosa ci dicono le Scritture
La famiglia cristiana è una realtà ecclesiale inserita nel mondo, in
un luogo preciso che è il nostro "convento", ossia la nostra casa,
lufficio.
Come i conventi, anche il nostro ha il suo motto: "più veloce, più in alto, più
forte". Devi sempre fare qualcosa in più. Viviamo in questo convento col piede
sempre sullacceleratore, in continua lotta con lorologio, con la sensazione di
essere perennemente in ritardo.
Il paradosso, in questepoca segnata dalla società del tempo libero, è che nessuno
ha più tempo per gli altri. Abbiamo tutto, ma niente ci appaga veramente; pianifichiamo
tutto, ma lansia di vivere ci schiaccia; conosciamo tante cose, ma abbiamo bisogno
di profondità.
Se, come famiglia, ma ancor più come coppia, ci fermiamo a riflettere sul tema del
banchetto eucaristico, ci prenderemo cura della nostra vita interiore e scopriremo che
leucarestia è il modo privilegiato per vivere la nostra vocazione in questala
occidentale del convento.
Per questo scorreremo alcune pagine bibliche, senza la pretesa di fare esegesi, ma
cercando di lasciarci provocare e cogliendo quanto di specifico queste ci possono dire
come sposi e come famiglia.
IL BANCHETTO EUCARISTICO
Nel banchetto non è solo importante cosa si mangia; lEucarestia non è soltanto
accostarsi alla comunione, anche se questo è il modo privilegiato per condividere
levento di Salvezza attuato da Cristo. Partecipare allEucarestia vuol dire
anche comunione con altre persone e questa comunione è un elemento fondamentale per la
mia vita interiore di fede, come persona, come coppia e come famiglia. Il banchetto è
quindi, prima di tutto, unesperienza comunitaria.
Ciò ci porta ad esaminare il vero collegamento tra famiglia e maturazione cristiana.
Andando a questo banchetto facciamo nostro ciò che la Chiesa ci insegna, e cioè che in
quel pezzo di pane è veramente presente Gesù nella sua sostanza.
E subito siamo chiamati a verificare il rapporto tra la nostra famiglia e Gesù, nel
concreto, nellimpegno quotidiano di educare i figli, nel rapporto con il coniuge,
nella vita sessuale di coppia
Il banchetto eucaristico non ci lascia in pace, ci
sollecita ogni volta a verificarci come coppia.
AMARE COME CRISTO
"E voi, mariti, amate le proprie mogli, come Cristo ha amato la
Chiesa
" (Ef 5,25)
Partecipando allEucarestia è come se la coppia dicesse che il suo rapporto
coniugale non dipende solo dallattrazione fisica, spirituale, psicologica
ma
anche da Gesù. Un Gesù che non è il terzo incomodo nella coppia, ma è il legame che la
tiene unita. Questo concetto lo ritroviamo anche nel significato antropologico del
mangiare: mangiando ammettiamo di aver bisogno di qualcosa di esterno a noi.
Andando alla comunione, al banchetto eucaristico, come coppia, proclamiamo al mondo che
non siamo autosufficienti, ma che abbiamo bisogno di Gesù.
LE NOZZE DI CANA
Ci troviamo allinizio del Vangelo di Giovanni. Lepisodio (Gv 2, 1-11) è
collocato al termine della prima settimana pubblica di Gesù.
Cè una precisazione temporale all inizio di questo brano: tre giorni dopo. Per
lascoltatore cristiano questo è molto importante: il terzo giorno Cristo è
risuscitato
"Nuova vita
ri-generazione delluomo
resurrezione": attenta
famiglia cristiana, se partecipi al banchetto di nozze che è anche banchetto eucaristico,
corri il "rischio" di vederti rinnovata totalmente.
"Non hanno più vino": non sono più nella gioia, vivono unesperienza di
dolore, di sofferenza
Gesù è presente proprio in quel momento di sofferenza e lì
crea il vino nuovo: la gioia è frutto dellazione di Dio.
Con questo racconto delle nozze di Cana, la famiglia è invitata a considerare
lincredibile amore di Dio nei confronti delluomo: Dio si prende cura
delluomo in modo sconvolgente.
APRIRSI AL FUTURO
Il momento centrale della Messa è la consacrazione (Lc 22,19-20).
Luca dice che Gesù "prese il calice": il calice rappresenta il progetto che Dio
ha sulluomo; Gesù prendendo il calice, accetta il progetto che Dio ha su di lui e
gli rende grazie.
Nella Messa, attraverso il gesto del sacerdote, Dio prende nelle sue mani il calice della
nostra vita familiare; in quel momento dovremmo dire: "grazie Signore per la mia
famiglia".
La consacrazione si chiude con le parole di Gesù: "Fate questo in memoria di
me"; celebrare lEucaristia è rendere attuale, contemporaneo, latto
eucaristico di Gesù; siamo chiamati ogni volta a fare in modo che lagire di Dio
diventi lagire delluomo.
UN INVITO IMPORTANTE
Nel vangelo di Luca, troviamo un Dio che ha visto rifiutare il suo invito (Lc 14,
15-24).
Con questo brano Gesù vuole scuotere luditorio sulla difficoltà di entrare nel
Regno di Dio, vuole cambiare il nostro modo di pensare alla Messa, il nostro modo di
andare a Messa.
La parabola inizia così: "Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti";
"una grande cena", "molti inviti": quanto è grande la magnanimità di
Dio!
Ma Gesù vuol mettere in risalto un grande problema: che ci saranno molti cui non
interessa partecipare al banchetto eucaristico, cui non interessa entrare nel Regno di
Dio, cui non interessa andare alla Messa.
"Fece molti inviti": è Dio che invita! Chi invita, dipende dalla risposta di
quelli che ha chiamato: Dio dipende dalla nostra risposta, Dio è dalla parte dei deboli.
UNA SCALA DI PRORITÀ
Come rispondono gli invitati? Con tante giustificazioni, comprensibili, valide:
"guarda io ho messo su casa", "mi è nato un figlio da poco"
Eppure la parabola squalifica radicalmente il comportamento di questi invitati perché
loro già sapevano da tempo dellinvito e avevano avuto il tempo per organizzarsi.
Il rischio che corriamo è di mettere sullo stesso piano linvito al banchetto e
tutti gli altri impegni quotidiani. La parabola ci fa capire che quellinvito da
senso a tutta la vita degli invitati. Landare a Messa è dare senso a tutta la mia
settimana.
UN INVITO PER TUTTI
Pensiamo a questo padrone di casa (Dio) che "mandò il suo servo
" e
dopo aver atteso, constata che non viene nessuno. Questa parabola ci dice che il nostro
Dio è un Dio che attende, al banchetto eucaristico è là che attende!
Il servo è la figura di Gesù mandato dal Padre, è colui che porta la parola del padrone
agli invitati.
"allora il padrone di casa irritato
esci subito per le piazze e le
vie
". E commovente vedere questo Dio la cui unica preoccupazione è
cercare di continuare ad esporsi ad invitare i suoi figli a costo di sentirsi ancora
rifiutare. Questo Dio che non si stanca di chiamare gente al suo banchetto.
Ecco perché noi non siamo soltanto invitati, ma anche chiamati ad invitare. Dobbiamo
invitare con la stessa solerzia, lo stesso entusiasmo con cui Dio invita noi al suo
banchetto.
ANCHE PER GLI ESCLUSI
Ci sono gli ultimi invitati: "esci per le strade e lungo le siepi
".
Come famiglie dovremmo andare a Messa con lo stesso stato danimo con cui vanno al
banchetto coloro che il servo trova "dietro le siepi" (significa che non sei
visto, coperto dalla siepe dellorgoglio, del dolore, del peccato).
Il banchetto non è solo per coppie buone
ma soprattutto per quelli che possono solo
dire: "Signore io non sono degno di partecipare alla Tua mensa".
Come coppie dobbiamo aiutarci ad andare alla celebrazione di questo banchetto di nozze
dellAgnello con lo stato danimo di coloro che sono grati a Dio di essere stati
invitati non per i propri meriti ma perché Dio ci ama così come siamo, ed entrando in
Chiesa troveremo un Padre che ci sta attendendo da tanto tempo!
don Gregorio Vivaldelli (sintesi a cura della redazione)
Brani per la lectio Divina:
Domande per la R.d.V.: