Lesperienza dellEsodo in ottica coniugale
LA BIBBIA "SECONDO GLI SPOSI"
Diventare sposi dentro un continuo cammino di umanità e di fede
Quando mi è stato proposto questo tema ho pensato: qui cè un
errore perché io parlerò degli sposi secondo la Bibbia. Ma riflettendoci mi sono
accorto che questo tema ci porta molto vicino a quello che è il contenuto più profondo
della Bibbia: il tema dellAlleanza.
La Bibbia secondo gli sposi allora è un buon titolo perché ci dice che forse non
cè esperienza più grande e più bella di quella degli sposi, proprio perché ci
aiuta a comprendere la Bibbia.
DIO SI PRESENTA COME LO SPOSO
Quando Dio ha voluto parlare di sé si è servito dellimmagine delle nozze.
Questo indica limportanza straordinaria dellesperienza
matrimoniale. Lalleanza tra Dio e il suo popolo nasce quando Dio appare a Mosè e lo
invita ad andare dal Faraone con quel messaggio: "lascia partire il mio
popolo".
Quando noi leggiamo questo brano pensiamo che per Israele molti concetti su Dio fossero
già acquisiti ma questo non è vero: Genesi infatti è stato scritto molto dopo
lesperienza di Esodo.
Il primo incontro di Israele con Dio è avvenuto in un modo che assomiglia moltissimo
al modo con cui voi vi siete innamorati luno dellaltro.
Solo dopo, riflettendo sullesperienza di Esodo, Israele ha compreso che il Dio
che lo aveva liberato "con mano potente e braccio teso" non poteva che
essere anche il Creatore e Signore del cielo e della terra, il Signore dellumanità
ed il suo Giudice.
ISRAELE SI E FIDATO DI DIO
Non è successa la stessa cosa anche a voi? Avete capito chi era laltra persona
solo dopo averne fatto esperienza, dopo esservi fidati dellaltro.
Israele era stato credente ma si era dimenticato de Signore, non lo conosceva più. Dio si
manifesta a da Mosè perché: "Il popolo era preso male, schiavo degli Egiziani e
condannato allo sterminio". Questo popolo allora ha gridato la
propria disperazione verso nessuno.
Anche linnamoramento è una specie di grido che nasce da un bisogno, il bisogno di
sentire la propria vita confusa con la vita di un altro. Che cosa strana: uno sconosciuto
si è accostato a voi e voi avete accettato la sfida e vi siete lasciati coinvolgere. Nel
coinvolgimento avete scoperto, nella scoperta avete amato, nellamore avete deciso.
IMPARARE A FARE MEMORIA
Se Dio ha incontrato luomo così e noi ci siamo incontrati così, vuol dire che
in quella esperienza iniziale che ci ha fatti diventare marito e moglie è nascosta una
verità importantissima che abbiamo il dovere di coltivare attraverso la memoria.
Sarebbe interessante domandare, soprattutto alle coppie che hanno difficoltà, se si
ricordano quanto bene stavano allinizio. Sarebbe interessante chiedere quanto il
ricordo di quei momenti li stia accompagnando nelle scelte attuali.
È importante allora scoprire che il modo con cui Dio ci incontra è quello di un Dio
ignoto, che si incontra con noi allo stesso modo con cui noi ci siamo incontrati con la
persona con la quale viviamo. Questo dovrebbe diventare, se ci riusciamo, una delle spinte
fondamentali per far crescere la nostra vita di coppia, quando questa rischia di
inciampare.
ASCOLTARE IL GRIDO DELLALTRO
Gli Israeliti lanciano il loro grido di disperazione perché si trovano in una
condizione doppiamente difficile: sono stranieri e sono schiavi. In queste
condizioni, senza identità e sentendosi strumento degli Egiziani, Israele non ha altra
possibilità di espressione che il gemito, linvocazione.
Sarebbe bene chiederci lun laltro se ultimamente, dentro la vita di coppia è
successo che attraverso un gesto, un atteggiamento, una porta sbattuta,
qualcuno ha
gridato per chiedere aiuto, perché si sentiva senza identità. In questi casi quello
che conta non è la richiesta rivolta allaltro ma la richiesta in se stessa.
Come risponde Dio? "Dio ascoltò il loro lamento, si ricordò
della sua alleanza con Abramo, con Giacobbe,
guardò la condizione degli Israeliti e se
ne prese pensiero". Il grido salì a Dio e Dio lo ascoltò.
Lascolto: quando uno grida io devo essere là, non fare finta di
niente e aspettare che gli passi.
Si ricordò della sua alleanza, si ricordò dellimpegno che si era
preso.
Anche noi abbiamo preso un impegno "Prometto di esserti fedele (cioè al fianco),
nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti per tutti
i giorni della mia vita". Si tratta allora di ricordarci dellentusiasmo
iniziale, di quella donna o di quelluomo con cui allinizio abbiamo scommesso
di condividere tutta la vita.
E da qui scaturisce lultima frase: "e se ne prese cura. È il
ricordo dellalleanza che fa scoprire quanto dolorosa è questa frattura, dovuta non
tanto alla dimenticanza di Dio ma alla dimenticanza del popolo. Perché il paradosso è
che, a volte, le cose non vanno male a causa di chi si lamenta, ma vanno male a
causa di chi si dimentica. Quando incominciate a star male provate a ricordarvi,
se in quel momento ve lo ricorderete.
PRENDERSI CURA: LALLEANZA
Dio si prende cura del suo popolo, si mette al suo fianco, fa con lui
unalleanza.
Lalleanza descritta in Esodo ricalca il modello dei trattati politici stipulati in
ambiente ittita o neo-assiro, tra il sovrano e il vassallo e si fonda su tre punti: la
storia dei benefici passati, limpegno a rispettare alcuni obblighi, leventuale
premio o castigo. Vediamo in breve questi punti.
Storia dei benefici passati: "Il Signore ci fece uscire
dallEgitto
spargendo terrore e operando segni e prodigi e ci condusse in
questo luogo dove scorre latte e miele".
Dio si compromette in prima persona e di qui hanno origine le piaghe dEgitto, il
passaggio del mar Rosso, la manna nel deserto, lacqua che scaturisce dalla roccia.
Anche noi, di fronte ad una difficoltà di coppia decidiamo di impegnarci. Perché a volte
non serve a niente? Perché ci impegniamo per la nostra tranquillità. Limpegno
nasce dal disturbo che ci crea laltro, non dallaverlo ascoltato.
Lintervento diventa forte e miracoloso solo se nasce dallascolto, dal ricordo,
dal comprendere e dal farsi carico.
Amare significa vivere un rapporto, una scelta, un impegno non perché ho avuto prima ma
perché spero poi. Che cosa? Che laltro stia meglio, sia felice, che mi riempia la
vita con la sua serenità e felicità.
CRESCERE NELLA FRATERNITA
Quali sono le esigenze di questa alleanza? che ogni uomo esca dalla sua disperazione e
diventi capace di relazione consolante ed gratuita con gli altri. Il modo che ha Dio di
amare non si basa tanto sulla reciprocità quanto sulla estensibilità.
Dio non mi vuol bene solo perché io gli voglia bene, Dio mi vuol bene soprattutto perché
io voglia bene agli altri, Dio ci invita alla "fraternità". Nella coppia
il marito dovrebbe essere felice che il suo voler bene alla moglie la aiuta a voler bene
ai figli e viceversa. Un genitore non deve lavorare perché i figli gli dicano: quanto ti
voglio bene ma perché i figli si vogliano bene tra loro.
Noi purtroppo sovente facciamo il bene mettendo in conto cosa ci attendiamo
dallaltro. Così capita che non capiamo che laltro ha tentato di risponderci
in mille modi diversi, ma purtroppo non nel modo che noi ci aspettavamo.
Per questo è importante coltivare la riconoscenza.
SAPER DIRE GRAZIE
Quello che Dio si aspetta da noi, a fronte del suo amore gratuito, è la capacità di
riconoscere il dono, di ringraziarlo.
Quante volte diciamo "grazie"? Forse a casa nostra non lo si dice da anni. La
riconoscenza non è qualcosa che il donatore esige ma è imposta dal dono.
Se non dici grazie quello per te non era un regalo, ma qualcosa che ti era
dovuto. La disabitudine a dire grazie ha reso i rapporti di coppia pesanti e
faticosi. È il dono che reclama il grazie, non il donatore.
Spero di aver suscitato in voi, con queste riflessioni, il desiderio di rimettere in moto
un rapporto grande con la persona che vi sta vicino, il desiderio di farlo crescere sempre
di più.
Sintesi della relazione di don Mariano Maggiotto il 3 dicembre 2000 in occasione del terzo incontro dei Gruppi Famiglia a Vallà. Il testo completo (4 pagine) può essere richiesto alla redazione allegando due francobolli da Lit. 800.
Brani per la Lectio Divina:
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