FAMIGLIA E LAVORO: QUALE CONCILIAZIONE?
Il lavoro cambia, e chiede sempre di più.
Anche la famiglia cambia: il lavoro è oggi rilevante sia per la moglie sia per il marito.
La ricerca di strumenti per conciliare queste due realtà.

Riprendiamo, dal convegno omonimo organizzato il 31 maggio u.s. dal comitato piemontese del Forum delle Famiglie, l'intervento del dott. Francesco Belletti, sociologo e direttore del CISF - Centro Internazionale Studi Famiglia.

Ripartire dalla famiglia
L’intero agire sociale considera la famiglia un dato scontato, sul quale vivere di rendita. E’ tempo di ridefinire i termini del rapporto famiglia/società, attuando un radicale cambiamento culturale che riporti al centro la famiglia. Non più famiglia sussidiaria alla società, scialuppa di salvataggio nei confronti di fallimenti di stato e mercato, bensì società sussidiaria alla famiglia, in cui gli interventi di stato, mercato e di qualsiasi altro soggetto sociale si muovano con l’obiettivo primario di promuovere e sostenere l’autonomia e la capacità di risposta delle singole famiglie.
Cosa succede quando la libertà del mondo del lavoro incontra la libertà che le persone e le famiglie esigono? Nella società contemporanea, la libertà del sistema produttivo solitamente prevarica quella delle sfere individuali, subordinando gli individui all’impersonale e invincibile legge del mercato, del profitto, dello sviluppo. Si va così verso una società in cui le persone valgono solo per quello che fanno e che sanno produrre. Neppure l’intervento pubblico, peraltro essenziale nel contesto contemporaneo, ha saputo rilanciare la risorsa persona, privilegiando invece una logica di controlli e vincoli.
Non è questa la società a misura d’uomo che sogniamo e che vogliamo creare per noi e per i nostri figli! E’ indispensabile ripartire dalla persona, difendere, sostenere e promuovere la sua libertà e dignità, anche quando il sistema economico non è in grado di riconoscerle ed attribuirle un valore.
Ripartire dalla persona implica ripartire dalla famiglia. Questa è l’attuale sfida: scegliere di mettere al centro della società la persona e la famiglia.

Famiglia e lavoro: una relazione controversa
Negli ultimi anni si sono verificate radicali trasformazioni in ambito sia familiare sia lavorativo, in un costante interagire di grande dinamicità e instabilità per entrambi i contesti.
Una prima, banale ma evidente osservazione sul rapporto tra famiglia e lavoro richiama all’inevitabile competizione tra uso del tempo per il lavoro e uso del tempo per le famiglie; non significa che i valori siano contrapposti, ma che esiste la necessità di un'equilibrata combinazione.
In secondo luogo queste due sfere non sono totalmente impermeabili: devono trovare spazi di comunicazione e di interazione nella vita della persona e della famiglia. Il valore del lavoro può e deve essere sperimentato in famiglia, come un valore educativo forte: chi svolge un’attività lavorativa deve inserirne la valenza buona anche dentro la famiglia, testimoniando l’importanza di valori quali la responsabilità, la conoscenza, l’impegno, la fedeltà, il rispetto delle regole e delle norme imposte dal contesto lavorativo…
Solo così un bambino può amare il lavoro del genitore, anche se lo porta via da lui, purché al rientro l’adulto sia in grado di comunicargli il bello del lavoro, non solo la fatica e la necessità che lo segnano.
Il lavoro cosiddetto esterno è valore della vita e non può non entrare nel "lessico familiare": la vita stessa della famiglia si costruisce grazie ad esso.
Altro elemento importante, nel riflettere sul rapporto tra famiglia e lavoro, è la constatazione che le scelte economiche (professionali, lavorative, di consumo) delle persone non sono elaborate su base individualistica, ma vengono decisamente determinate o condizionate (nel bene e nel male) dal contesto familiare entro cui esse vengono prese. L’individuo, sia come lavoratore sia come consumatore, si relaziona al mercato attraverso un "filtro familiare" in cui entrano in gioco i valori delle persone e della famiglia.
Esiste una relazione diretta tra qualità delle relazioni e dei meccanismi decisionali della famiglia, scelte occupazionali dei singoli e benessere individuale e familiare. La scelta può essere positiva se emerge da un percorso condiviso, da una riflessione comune, ma può diventare fattore di frattura o rottura relazionale se emerge da scelte individualistiche o da conflitti non ricomposti.

Il tempo: "risorsa scarsa" o opportunità?
Nella vita familiare il tempo è risorsa decisiva, è opportunità forte per costruire relazioni, legami, significati. Il tempo familiare è il momento privilegiato in cui le persone allacciano e costruiscono quelle relazioni primarie che definiscono l’identità stessa di ciascuno. Nella famiglia è molto più evidente che viviamo dentro una storia, che da un lato ci arricchisce di un passato da cui proveniamo, dall’altro ci offre un futuro di cambiamento, di evoluzione, di crescita, di speranza nel domani.
Tuttavia, nonostante questa indubbia valenza positiva del tempo, nella vita quotidiana la scelta di dedicare il proprio "tempo disponibile" all’attività lavorativa o al lavoro familiare pone spesso le persone – e più frequentemente le donne – di fronte a dilemmi difficili, a scelte complesse, a valutazioni non semplici, in cui "essere in casa" oppure "essere fuori casa" fa la differenza.
Le risposte a questi dilemmi sono in genere a carico delle singole famiglie e l’ambiente esterno porge pochissime soluzioni. Inoltre, la distinzione tra tempi familiari ed extrafamiliari (o sociali) non è sufficiente per spiegare ed interpretare il "time budget" delle persone nelle loro famiglie. Infatti, occorre distinguere:

Flessibilità dell’organizzazione sociale e produttive: un’opportunità mancata?
Oggi è più che mai necessario uno sforzo di fantasia per inventare nuove forme organizzative del lavoro.
Il part-time, la facilitazione di percorsi di entrata/uscita dal mercato del lavoro, l’uso di strumenti telematici per evitare grandi spostamenti e per ridurre i tempi di ufficio, la non discriminazione di uomini e donne con carichi familiari, sono modalità organizzative da subito possibili, che, se usate con progettualità, determinazione e strategie adeguate, renderebbero certamente più flessibile il funzionamento del lavoro, andando incontro alle esigenze delle famiglie, dei giovani, delle categorie deboli, del mercato del lavoro nel suo complesso.
E’ compito dell’associazionismo familiare ribadire con forza e in ogni contesto la soggettività delle famiglie, richiedendo l’attuazione di politiche generali più consone alle esigenze delle famiglie come:

Anche un intervento di tipo culturale ed educativo, orientato a modificare mentalità e costumi, sarebbe di estrema rilevanza, per riscoprire la centralità della famiglia nel contesto sociale complessivo, e quindi anche nel sistema economico.
Francesco Belletti
Sintesi a cura di Gabriella Pasquotto

GLI OBIETTIVI DEL FORUM

Il Forum delle Associazioni Familiari è nato per promuovere nelle famiglie la consapevolezza della loro funzione sociale e politica e, allo stesso tempo, per sollecitare una legislazione di promozione e salvaguardia della famiglia ai diversi livelli in cui si articola l'ordinamento giuridico e amministrativo (stato, regione, provincia, comune) e nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà.
In particolare si propone di:

Luigi Lombardi