L'etica cristiana e l'inizio della vita
IL FIGLIO: TRA RIFIUTO E DIRITTO
Troppe cose da fare, troppe mete da raggiungere e per la coppia la gravidanza diventa
un impiccio, un fardello da cui liberarsi. Salvo poi, anni dopo, ricercarlo con tutti i
mezzi, compresa la fecondazione artificiale.
di Paolo Mirabella*
Siamo fortunatamente lontani dal tempo in cui le gravidanze "indesiderate"
venivano risolte con il matrimonio riparatore, o con il ricorso alle mammane per abortire.
Tuttavia, ieri come oggi, resta aperta la domanda etica circa lidentità
dellembrione: che cos'è lembrione?
Che cos'è l'embrione?
Di fronte a questioni come questa non basta affermare un divieto, è invece
fondamentale riconoscere un orizzonte antropologico entro il quale sia possibile elaborare
una visione della vita, della famiglia e della sessualità, che le consideri realtà
profondamente legate tra loro.
Quando infatti non sono integrate ne scaturisce una visione della vita atomizzata, che ci
impedisce di cogliere la portata di questa, come di altre questioni analoghe, nella loro
globalità.
In particolare per definire che cos'è l'embrione è necessaria una riflessione
interdisciplinare, che interpelli la biologia, la filosofia, il diritto, l'etica e la
teologia.
Il dato biologico
La biologia non ci dice se l'embrione è una persona - questo compito appartiene in
senso proprio alla riflessione filosofica e teologica - ma ci spiega che dall'incontro tra
ovulo e spermatozoo si produce una nuova unità cellulare (lo zigote) che ha come centro
il genoma, contenente tutte le informazioni relative a quello che la persona diventerà.
Questa nuova unità cellulare è una realtà dinamica, contrassegnata da un processo di
sviluppo coordinato, graduale, continuo.
Il dato filosofico
Se possiamo definire persona solo lindividuo in quanto soggetto pensante capace
di relazioni consapevoli e di libere scelte, allora l'embrione, in questo senso, non è
persona.
Ma se consideriamo l'uomo come unità di spirito incarnato, per cui non si dà confine tra
lo spirituale ed il corporeo, dobbiamo comunque riconoscere dignità a quel corpo in
quanto costituisce la manifestazione visibile della persona umana.
In quest'ottica l'embrione è "realtà" di un soggetto umano, e merita pertanto
un rispetto proporzionato allumana corporeità. Si tratta infatti di un organismo
fisiologicamente destinato ad un obiettivo specifico: quello di diventare un bambino.
Dobbiamo allora parlare dell'embrione come vita umana e come tale le dobbiamo il rispetto
che la nostra cultura riconosce alla vita umana in genere.
Il dato giuridico, etico
Dal momento che la Costituzione italiana protegge la vita umana, dovranno darsi norme
giuridiche che tutelino questo soggetto - migliorando per esempio l'attuale legge
sull'aborto.
Daltra parte dal punto di vista etico, anche se le attuali conoscenze scientifiche
non ci dessero la certezza assoluta che l'embrione è un individuo, il fatto stesso di
essere nel dubbio impone comunque alla coscienza etica la sospensione dell'azione
abortiva: nel caso di dubbio devo infatti astenermi da quellazione che può essere
cattiva.
Il dato teologico
A partire dalla teologia della creazione, la forza degli argomenti etici viene
ulteriormente accresciuta dalla consapevolezza che Dio è lOrigine della vita. In
specifico risulta rilevante il fatto che la vita delluomo è vita che Dio stesso ha
voluto a Sua immagine e somiglianza. Ne deriva unaccresciuta consapevolezza della
straordinaria dignità della persona umana.
La valutazione morale su aborto e diagnosi prenatale
Alla luce di quanto sopra esposto risultano evidenti le numerose obiezioni etiche alla
pratica dell'aborto.
Per quanto riguarda la questione della diagnosi prenatale, essa risulta legata all'uso che
si fa dei risultati ottenuti.
Questa metodica non ha infatti valenze morali negative nella misura in cui, fatta salva la
preoccupazione di non procurare danni allembrione, ci fornisca informazioni utili
per eventuali interventi terapeutici già nell'utero materno. Diverso è invece il caso in
cui tali informazioni fossero usate a scopo selettivo: per decidere cioè se continuare o
meno la gravidanza. In questo secondo caso tale metodica diventerebbe l'anticamera
dell'aborto.
Il figlio: dono o diritto?
Le questioni fin qui affrontate aprono ad una domanda fondamentale: che cosa
rappresenta il figlio nella coppia? Possiamo sintetizzare la risposta a questo
interrogativo indicando due possibili atteggiamenti che la coppia può assumere verso il
figlio: quello di considerarlo un diritto, oppure quello di pensarlo come un dono da
desiderare.
Se il figlio è pensato come un diritto diventa una "proprietà" da esibire,
oggi come un "oggetto", domani per i risultati che è riuscito a raggiungere. La
vita di questo figlio è già progettata a priori dai genitori. Con questo atteggiamento
è certo che se il figlio non arrivasse in modo naturale, ci si sentirebbe autorizzati a
cercarlo con qualsiasi altro mezzo.
Quello di avere un figlio è un desiderio legittimo della coppia: in esso è condensato il
desiderio di trascendere se stessi e di rendere partecipe un altro dell'amore che unisce
la stessa coppia. In questa prospettiva la coppia esce dalla relazione IO - TU per aprirsi
all'altro così da rendere fecondo il proprio amore. Con questa disposizione il figlio non
è ricercato con un accanimento esasperato e qualora non "arrivasse" si
cercherebbero altre strade per manifestare la propria fecondità.
La fecondazione artificiale
Tra le tecniche di fecondazione assistita, una delle più praticate è la FIVET
(fecondazione in vitro), che è realizzata mediante diversi passaggi. Si inizia
stimolando, con una cura ormonale, la donna, in modo che rilasci più ovuli. Questi, una
volta prelevati chirurgicamente mediante aspirazione, vengono fecondati attraverso
l'incontro in vitro con gli spermatozoi. Il risultato è la produzione di più embrioni
(almeno una decina).
Uno o più embrioni vengono introdotti nell'utero della donna, dopo che questa si è
sottoposta ad una cura per facilitarne l'impianto. Se l'annidamento fallisce si riprova
con altri embrioni.
C'è quindi il problema degli embrioni prodotti in sovrannumero (che vengono congelati e
che, se non usati per la fecondazione, o vengono distrutti, oppure vengono utilizzati per
la sperimentazione). Le probabilità di riuscita sono, per ogni impianto, dal 10 al 25%,
ed attualmente il costo complessivo dell'operazione varia dai 3 ai 10 mila Euro.
Come dicevamo, la FIVET non è l'unico metodo di fecondazione artificiale ma è il più
diffuso e sicuro dal punto di vista dei risultati.
Omologa o eterologa?
La fecondazione artificiale può essere omologa o eterologa.
Nel primo caso l'ovulo e gli spermatozoi sono della moglie e del marito, nel secondo o
l'ovulo o gli spermatozoi sono esterni alla coppia, sono cioè di un donatore.
Ma si arriva anche, quando la donna non riesce a portare avanti la gravidanza, al caso
limite di ricercare un utero "in affitto", ricorrendo ad una donna estranea alla
coppia che presti il suo utero per la fecondazione artificiale.
La Posizione della Chiesa
La Chiesa prende le distanze dalla fecondazione assistita, sia omologa che eterologa.
La questione più grave riguarda la produzione di embrioni in soprannumero ma, anche se si
trovasse una soluzione a questo problema, la fecondazione assistita , per il Magistero
della Chiesa, resterebbe moralmente negativa perché avviene al di fuori dell'atto
coniugale, l'unico contesto in cui la vita umana può essere concepita.
* sacerdote, docente di Teologia Morale presso la Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale, sez. di Torino (sintesi a cura della redazione).
LA LEGGE SULLA PROCREATICA
di Mario Costantino*
Dopo un tormentato iter parlamentare e un lungo strascico di polemiche è stata approvata
anche in Italia una legge sulla procreazione assistita.
Si è detto che la nuova normativa viene a porre un argine al Far West della fecondazione
in provetta. Vedremo se sarà davvero così.
Si è detto che questa è una "legge cattolica". Ma le prospettive e i contenuti
sono in realtà lontanissimi dalla visione cristiana dellamore uomo/donna e da ciò
che per la dottrina della Chiesa significa "diventare genitori". (Si veda a
questo proposito la chiara sintesi del teologo, don Paolo Mirabella, pubblicata a fianco).
Tuttal più questa legge può essere considerata come "male minore" e
perciò destinata ad alimentare profonde contraddizioni.
Si parla ad esempio della necessità di tutelare anche lembrione. E allora se quello
in vitro diventa finalmente soggetto di diritti, perché quello concepito naturalmente
può essere tranquillamente condannato alla soppressione dalla legge 194? Né bisogna
dimenticare che le attuali tecniche di fecondazione artificiale comportano la formazione
di più embrioni per "garantire" la nascita di un figlio. Gli embrioni umani che
si perdono per strada sono forse di serie B?
"Una volta avvenuto il concepimento, il diritto del concepito può essere
soddisfatto soltanto lasciandolo nascere", diceva Norberto Bobbio, filosofo e
giurista laico per eccellenza. Affermazione difficilmente confutabile che poggia non su
"convinzioni cattoliche", ma su unesigenza della Ragione.
*direttore responsabile, avvocato
ABORTO: SILENZIO O INCOMPRENSIONE
di Elena Vergani*
Nella mia decennale esperienza di sensibilizzazione per la prevenzione dell'aborto ho
dovuto costatare, negli ultimi anni, il diffondersi di due atteggiamenti diffusi: il
silenzio e l'incomprensione.
Mi spiego meglio. Sarà una mia impressione, ma devo costatare che è molto diminuito il
numero delle parrocchie e dei gruppi che m'invitano a parlare di questo argomento, come se
non costituisse più un problema, o non facesse più notizia.
Eppure per la Chiesa cattolica l'aborto rimane un omicidio e le statistiche dimostrano che
questa pratica non è di certo in calo.
Il secondo atteggiamento è più complesso: sono sovente invitata nelle scuole a parlare
di educazione alla vita e mi servo di filmati che mostrano lo sviluppo del feto, il suo
assumere rapidamente sembianze umane, manifestare nei movimenti il suo "essere
vivo". Dopo queste proiezioni i ragazzi/e sono visibilmente toccati ma, appena si
entra nell'argomento, ricadono nelle solite domande: perché la Chiesa non ammette
l'aborto? Perché tanta severità?
Ho così dovuto prendere atto che quello che hanno visto o non ha lasciato traccia o, più
facilmente, è stato assimilato ad una delle tante "finctions" che
quotidianamente vedono: sembra quasi che per loro sia un conto quello che si vede in
televisione (di qualsiasi cosa si tratti) e un altro conto la realtà.
Come non riescono più a distinguere tra i tanti morti ammazzati, che la televisione
propone in continuazione, e quelli che sono morti per davvero (tanto sono comunque lontani
da noi o estranei), così non riescono a cogliere la veridicità di un documentario che
presenta la vita nel suo nascere.
eleverga@tin.it
*Neuropsichiatra, presidente della sezione di Torino del Movimento per la Vita
L'INGEGNERIA GENETICA
La fecondazione artificiale, che permette alle coppie sterili di avere
un figlio, è un derivato, relativamente semplice, di uno sviluppo tecnologico ben più
complesso che è noto come ingegneria genetica.
Grazie a questa nuova disciplina è stato possibile realizzare nuove specie di vegetali, i
cosi detti OGM, che hanno particolari caratteristiche di produttività, resistenza ai
parassiti, ma di cui si ignorano in gran parte gli effetti sull'uomo.
Sempre grazie all'ingegneria genetica è stato possibile iniziare a studiare nuove
medicine per curare e prevenire malattie legate ad alterazioni del patrimonio genetico
come il morbo di Parkinson, l'Alzheimer, il diabete, l'artrite dermatoide, i tessuti
infartuati, e questo è invece qualcosa di positivo.
Ma il grosso rischio, sempre presente, è quello della manipolazione genetica che ha come
obiettivo l'uomo. Se, infatti, la manipolazione diventa trasformazione, siamo di fronte ad
un abuso, una violazione.
Di fronte all'inizio della vita siamo tutti eguali, parliamo allora di manipolazione
quando si progetta di aumentare ad alcuni l'intelligenza e ad altri la forza fisica.
Se teoricamente è corretto pensare al potenziamento a livello genetico della persona
nella sua interezza, bisogna prima intendersi su che cos'è l'interezza.
Scopriamo allora che per la filosofia razionalista è accrescere l'intelligenza, mentre
per quella materialista è aumentare la durata della vita.
Per la morale cattolica ogni intervento teso a migliorare l'uomo deve essere a 360° e
tutti, ricchi e poveri, bianchi o neri o gialli, ne devono poter godere.
P.M.