LE QUALITÀ NECESSARIE PER AMARE
Prudenza, giustizia, fortezza e temperanza rendono la persona preparata all'amore
di Giordano Muraro o.p.*
Innamorarsi è facile. Amare per tutta la vita è unimpresa che supera le capacità
della creatura. É frutto dellimpegno delluomo ed è dono di Dio, dice un
documento dellEpiscopato Italiano. Il fatto di essere un dono non esclude limpegno.
Possiamo applicare anche allamore quello che Gesù dice della sua Parola.
La Parola viene donata, ma fruttifica solo quando trova un terreno adatto. Così avviene
anche per lamore.
Uno se lo trova dentro, ma lesperienza dice che regge nel tempo e porta frutti
quando la persona si è preparata ad amare, cioè quando è diventato responsabile di sé
e della sue azioni (virtù della prudenza); quando riconosce, rispetta e promuove la
persona dellaltro (giustizia); quando sa resistere nelle difficoltà e sa
affrontarle (fortezza); quando domina i suoi istinti e le sue pulsioni (temperanza).
La prudenza
Essere prudenti non significa vivere nel continuo timore di sbagliare e
aggrovigliarsi in continue analisi senza mai passare allazione. E' prudente chi
riflette prima di agire, ma poi decide e si prende la responsabilità delle sue azioni.
E' difficile vivere con chi non vuole mai prendersi la responsabilità delle decisioni,
anzi cerca sempre di scaricare sugli altri questa responsabilità. E' come camminare nella
vita sapendo che alla finestra cè chi osserva tutto senza mai scendere in
strada, a fare un cammino insieme.
E non è raro che chi sta alla finestra si senta poi autorizzato a criticare le scelte
fatte. Quante volte abbiamo sentito dire da chi non muove mai un dito: "te lo
avevo detto", accompagnato da un rimprovero. Sono come i farisei di cui Gesù
diceva che addossano agli altri pesi che essi non muovono neppure con un dito.
Dio ha messo la donna al fianco delluomo proprio perché si aiutassero nella
difficile impresa di interpretare e affrontare la vita. Luno diventa sicurezza per laltro,
e insieme si assumono la responsabilità della propria vita e della vita dei figli.
Non ci sono deleghe, perché la responsabilità non si delega. Ognuno deve fare la sua
parte, assumendosi limpegno di pensare e di agire, perché il cammino della
comunità coniugale e familiare sia deciso insieme e insieme realizzato.
La giustizia
Si pensa e si decide insieme. Ma sempre nel rispetto dei diritti e dei doveri di
tutti e di ognuno. Per la coppia e la famiglia vale in modo particolare quello che
Giovanni Paolo II ripeteva spesso: "Dio ci ha affidati gli uni agli altri".
Ognuno deve sentirsi responsabile delle persone che formano la comunità familiare: il
coniuge è responsabile del coniuge, i coniugi dei figli, i figli dei genitori, i fratelli
dei fratelli. Nessuno può crearsi un alibi con la frase di Caino: "Sono forse il
custode di mio fratello?".
Quando si vive in famiglia, tutti diventano responsabili di tutti, e tutti insieme si
impegnano a creare le condizioni che permettono ad ognuno di esprimersi e di realizzarsi
nel modo migliore.
Non è sempre facile, perché bisogna contemperare i bisogni e i desideri personali con
quelli degli altri.
Il dialogo permette di evitare che il più forte domini sugli altri con la sua arroganza e
la sua prepotenza, e garantisce che le scelte non siano viziate da favoritismi, preferenze
o ingiustizie.
In questo senso la famiglia può essere considerata come il luogo dove le persone si
addestrano a relazionarsi con tutti in modo giusto e rispettoso. Per raggiungere questo
scopo è utile dirsi spesso "grazie".
Dire "grazie" significa riconoscere che quello che laltro fa è un dono
della sua benevolenza e del suo amore. In questo modo la giustizia viene rispettata, anzi
viene superata perché laltro viene percepito non solo come una persona che si ferma
al dovuto, ma lo supera con lamore.
La fortezza
Luomo sa di non poter vivere da solo. "Guai a chi è solo, perché
se cade non ha chi lo rialzi" (Qo 4,10). E' un detto che ritroviamo nel Qoelet (o
Ecclesiastico) e che esprime con una immagine il bisogno che ogni uomo sente di
appoggiarsi a qualcuno che lo sostenga nel momento della difficoltà.
Il forte è una garanzia per chi si affida a lui, perché non si smarrisce di fronte alla
fatica, non scappa di fronte alla crisi, non si nasconde di fronte ai problemi, non finge
di ignorarli. Sa guardare in faccia le cose nella loro realtà e le affronta con
decisione.
Si vive bene con chi è forte, specialmente quando la vita diventa più difficile per la
presenza dei figli o più faticosa per il sopravvenire di difficoltà economiche,
sanitarie, psicologiche. Se laltro è fragile, è come se si fosse soli.
Non si può vivere con una persona querula, lagnosa, sempre spaventata dalla vita e di
quello che può capitare. E' invece bello e rassicurante vivere con una persona che
garantisce di essere vicino con il suo amore e la sua forza in ogni momento della vita.
Allora si realizzano le parole del libro dei proverbi: "Un fratello aiutato da un
fratello è come una fortezza inespugnabile" (Pr 18,19).
La temperanza
Se la virtù della fortezza mette la persona in grado di dominare gli eventi
esterni, la virtù della temperanza mette la persona in grado di controllare e dominare le
pulsioni interne.
Possiamo dire che è temperato luomo che è diventato signore di se e delle proprie
pulsioni, che sa esprimere sempre il meglio di se stesso, senza lasciarsi condizionare da
fattori interni quali lumore, la fatica, il nervosismo, lo stato danimo.
E' faticoso vivere con una persona imprevedibile perché non sa dominare le proprie
passioni ed è essa stessa succube di quello che in quel momento passa nel suo animo.
Si vive in un perenne stato dansia perché non si sa mai cosa può capitare, e si
teme che da un momento allaltro possa capitare qualcosa di sgradevole.
Luomo adulto è quello che sa dominare i suoi istinti, le sue pulsioni, le sue
emozioni.
Spesso una persona pensa di essere autentica e sincera perché agisce come in quel momento
si sente. E non pensa agli effetti che questo modo di comportarsi può avere in chi gli
vive accanto.
La persona saggia sa cosa dire, come dirlo, e quando dirlo. Come pure sa controllare i
suoi stati danimo e comportarsi in modo da essere e produrre sempre qualcosa di
positivo nella vita degli altri.
Lamore è come unopera darte. Ma le opere darte sono il risultato
dellazione di artisti, cioè di persone che hanno fatto un lungo cammino di
preparazione per essere poi pronti a realizzare un capolavoro.
* docente di teologia morale
LUI E LEI IN CAMMINO
Ci siamo conosciuti nella comunità di minori dove io lavoravo come educatrice e lui
faceva servizio civile.
Arriviamo da due mondi completamente diversi e affrontiamo la vita in modo molto diverso,
ma abbiamo un punto in comune che ci tiene stretti: crediamo in NOI come coppia e crediamo
nella famiglia come valore fondamentale e prioritario.
Sin dallinizio abbiamo intrapreso questa relazione seriamente, abbiamo investito
molto di noi stessi perché credevamo luno nellaltro.
Ci conoscevamo da due mesi e già ci fidavamo, ci stimavamo per la serietà e la
sincerità, non ci siamo nascosti niente perché credevamo che quello che stavamo
iniziando a costruire era più grande e più forte di tutto il resto.
Le differenze erano molte, e continuano ad essere tante e grandi, ma ora le conosciamo e
le affrontiamo, anzi le utilizziamo come ricchezza per la nostra coppia, usiamo "la
diversità come ricchezza".
Laura è una grande idealista (poco concreta), crede in Dio nella preghiera comunitaria e
nella Chiesa. Enrico è molto pragmatico, crede che un Dio esista ma non crede nella
Chiesa come istituzione.
Enrico con la sua vita ha aiutato Laura ad essere cattolica, ad amare il prossimo, mentre
Laura ha accompagnato Enrico in un mondo nuovo quello della formazione e della coppia.
Entrambi arriviamo, fortunatamente, da due famiglie che ci hanno amato in modo unico e
irripetibile, che ci hanno formato allamore, la nostra prima grande scuola damore.
Abbiamo intrapreso il cammino di formazione di coppia al Punto Familia per confrontarci
sul progetto di vita più importante il matrimonio. Questo corso ci ha dato degli
strumenti per impostare in modo più consapevole la nostra vita di coppia.
Non crediamo che un corso possa bastare come formazione alla coppia, ma piuttosto sia
utile una formazione continua che mantenga desta la coppia sul progetto damore , che
la vitalizzi attraverso il confronto e sostegno con altri giovani che stanno vivendo la
stessa avventura.
Laura Ferrero