DIVENTARE GENITORI
Una scelta che implica sacrifici ma che dà senso alla vita di coppia
di Renato e Antonella Durante
"Non fate figli, please. Giovani, crescete ma non moltiplicatevi".
Corinne Maier così anticipa alla stampa il suo nuovo libro. Lei, scrittrice e
psicanalista francese di fama, volutamente in modo provocatorio raccoglie 40 ragioni per
non avere figli, mettendo impietosamente a nudo l'ipocrisia del nostro tempo.
Ma alla domanda fatidica: "se potessi tornare indietro, davvero lo rifarei?", la
sua risposta è confortante e umana: mi rendo conto insomma che certe scelte (vedi figli)
implicano certi sacrifici.
Una scelta impegnativa
Noi sommersi dai sorrisi di Tobia di sette mesi appena, abbiamo colto l'occasione per
riflettere e confessare che non solo fare, ma anche crescere dei figli non è poi così
scontato e così naturale: "... certe scelte implicano certi sacrifici".
Quanto i bambini siano oggi il motore più potente del consumismo (chi direbbe mai no ad
un bambino di fronte ad una cosa che egli desidera fortemente?) e quanto siano idolatrati
per questo, lo sa bene l'industria per l'infanzia.
Quanto gli stessi siano "figli ingrati" poi o quanto siano di ostacolo per le
carriere o semplicemente per la realizzazione personale, è cosa sotto gli occhi di tutti.
Schizofrenia? Smettiamola e interroghiamoci sul serio se vogliamo o no dei figli, e
soprattutto che tipo di bene (e non solo cosa) vogliamo per i nostri figli.
o solo una soddisfazione?
Sembrano domande lontane dalla magica atmosfera della nascita di un figlio.
Se Dio benedice l'uomo attraverso lunghi anni di vita e il numero dei figli, oggi gli anni
devono essere sempre in salute ed i figli sani e non problematici, solo a queste
condizioni Lo ringraziamo volentieri.
Diventare ancora genitori per noi non è una missione, né qualcosa che ci è capitato: è
qualcosa per cui lodare Dio.
Non credo che sia merito nostro il diventare genitori: anche nelle situazioni più
difficili, che oggi la medicina cerca di risolvere a suo modo, esiste l'attesa di una
creatura in sé carica di mistero (chissà che carattere avrà, come crescerà, chi sarà
domani).
Ancora una volta e sempre di più cresce la convinzione che noi accogliamo i figli e sin
dal momento del concepimento Dio li pone nel palmo delle nostre mani: noi scegliamo di far
posto nella nostra vita all'altro.
Mettersi in discussione
L'arrivo del figlio mette sempre in discussione la vita di una famiglia: prima la
mamma che cambia i propri ritmi di vita, poi i fratelli che ne anticipano l'arrivo con
qualche preoccupazione, buoni ultimi i papà, normalmente dopo i nonni e le zie, che si
vedono costretti a rivedere le loro agende degli impegni e serate con gli amici. Perché
accade tutto questo? E se non accadesse più?
La risposta inquietante sembra essere quella di una armonia familiare che... eternamente
dura: per noi il figlio rappresenta in modo esemplare l'altro da sé. Te ne puoi prendere
cura ma è altro da te, starai al suo fianco ma il suo destino è staccarsi da te.
L'esperienza di essere genitore ha un po' il sapore di quello stato d'animo che Dio ha
provato sicuramente quando, al termine della creazione, si è compiaciuto a lungo della
sua opera, quando ha dato il paradiso terrestre (tutto ciò che era desiderabile) alle sue
creature e ha sperimentato che quanto aveva fatto in quei sette giorni non era così
apprezzato dai suoi figli.
La nostra vocazione
Eppure Dio ama. Eppure noi scegliamo di essere genitori.
Non potremmo fare altro perché siamo nati per questo, cioè per essere felici rispondendo
alla nostra vocazione.
Generare non è mai solo un fatto fisico, è amare senza pretendere che l'altro sia come
voglio io, cioè è accogliere l'altro dandogli spazi e tempi per crescere.
Far posto all'altro che viene è accettare di cambiare noi stessi perché chiunque
incontro mi cambia, figuriamoci un figlio!
Eppure non c'è soddisfazione più grande di veder camminare un bimbo, attraverso i
tentativi innumerevoli di reggersi precario sulle proprie gambe.
Solo un supplemento d'amore dà ragione del fatto di scegliere di essere genitori: è il
dono gratuito la dimensione vera del generare. La vita stessa è la lode che ringrazia il
Dio della vita, comunque essa sia e sempre!
ren-anto@libero.it
Brani per la Lectio:
- Fidarsi di Dio (Lc 11,9-13).
- Linsegnamento di un padre (Pr 4,1-6).
- La parabola dei due figli (Mt 21,28-32).
Domande per la RdV:
- Amiamo i nostri figli al punto di saper loro dire di no?
- Come ci sentiamo quando i nostri figli fanno scelte che non condividiamo? Come ci
comportiamo?
- Sappiamo sempre e comunque ringraziare Dio per i nostri figli?