VIVERE IN FAMIGLIA UNA CRISI DI COPPIA
Ogni esperienza è unica,ogni realtà è singolare, e viene vissuta nel contesto in cui
si genera.
Di certo a mio vedere è di poco aiuto ad altre situazioni analoghe.
La nostra crisi è nata in una famiglia dallapparenza normale,dove ogni componente
"era al suo posto", troppo normale e tranquilla per un carattere attivo come il
mio.
Il lavoro ha cominciato a prendere il sopravvento, e con esso anche le persone che mi
circondavano,fino a sostituire le figure della mia realtà familiare, andando ad alterare
quel modello di famiglia tanto cercato.
Il salto è breve ed il nascondermi dietro a tanta sicurezza ed apparente coerenza,
giustificava ogni mia scelta e nascondeva a me stesso il cammino fino ad allora fatto.
Io sono una persona fortunata perché ho trovato di fronte a me due figlie (16 e 14 anni
allora) che hanno avuto il coraggio e la forza di affrontarmi e rimettere in discussione
tutto linsegnamento fino ad allora ricevuto, costringendomi a ripercorrere tutto il
mio cammino di vita.
Sono uscito di casa per sei mesi , nella solitudine del nido che mi sono creato, e con
laiuto di un vero amico, sono riuscito a scoprire laridità egoista del mio
essere uomo.
Ancor oggi vivo con il rimorso di aver fatto soffrire delle persone. Ma ciò mi tiene
attento a condividere ogni cosa, a non giudicare, a comprendere con i miei limiti che
legoismo sopprime ogni forma di dialogo e tutte le libertà che ogni uomo necessita
per essere uomo.
Bruno
TUTTO PER "GIOCO"
Come il gioco dazzardo può rovinare un matrimonio
Avevo 22 anni: dopo tre anni di fidanzamento bello, tranquillo, con qualche ombra, ma
con tante luci, finalmente il Matrimonio! Felici noi, felici le nostre famiglie.
Nei primi 2 anni il nostro vivere è stato sufficientemente sereno, anche se io avrei
voluto subito un figlio e lui no, perché non si sentiva pronto ad assumere una
responsabilità così grande, anche se aveva sei anni più di me.
Con gli occhi del poi è stato infinitamente meglio così.
Io, innamorata, non pensavo neanche lontanamente che dietro la sua paura di assumersi la
responsabilità di un figlio ci fosse ben altro!
Lui, laureato, aveva un ottimo lavoro, io ero impiegata. La mia famiglia possiede
unattività commerciale abbastanza impegnativa e spesso sia io che mio marito,
alluscita dai nostri lavori, davamo una mano.
Ad un certo punto mio papà ha cominciato a vedere inspiegabili ammanchi di cassa
è
stato zitto, ma ha cominciato a tenere gli occhi aperti
Quando ha capito che
corrispondevano alla nostra presenza in negozio ci ha chiamati e ha chiesto spiegazioni.
Mi è caduto il mondo addosso: avevo perso la fiducia di mio papà perché mi riteneva
responsabile e in mio marito perché sapevo bene di non essere stata io
quindi
poteva essere solo lui.
Il giorno dopo, controllando il nostro conto in banca (ne avevamo uno in comune da quando
eravamo fidanzati, e, anche dopo, era lui che ne controllava i movimenti perché io avevo
piena fiducia!) lho trovato a secco anche se avrebbe dovuto contenere
una somma rilevante. Ho pensato avesse unaltra donna o, addirittura, unaltra
famiglia, visto che da me non voleva figli... Finalmente, mio marito ha confessato di
giocare (cavalli, lotto, e, in trasferte che mi spacciava per impegni di lavoro, casinò).
Sono seguiti mesi e mesi di sofferenza, di discussioni infinite, di promesse di smettere e
confessioni di esserci ricascato. Non volevo perderlo, ma la nostra coppia era ormai
distrutta
Ho insistito perché ricorresse ad un qualche psicologo
lui diceva
sempre sì, ma continuava a tradire la mia fiducia, la mia testarda speranza
finché
non cè stato più nulla da fare
lui è sparito dalla circolazione e, ultima
beffa, i suoi debiti di gioco sono caduti sulle mie spalle e su quelle della mia famiglia,
che, per fortuna, non mi ha abbandonata.
Ne è derivata una separazione che, a 27 anni, mi ha inaridito il cuore e spento la voglia
di pensare ad amare qualcuno
e tutto questo solo "per gioco".
Marialuisa
UN CONIUGE SEPARATO, PUR "SEMPRE" CONIUGE
Nella vita di una persona che ha ricevuto la gioia e la responsabilità di
vivere da credente la fede in Gesù Cristo, i momenti più significativi
dellesistenza sono evidenziati, possibilmente con tratti indelebili, da quelle
esperienze di comunione e di grazia che sono i sacramenti.
Il Signore propone ad ogni cristiano prospettive di vita "
in abbondanza"
per tutti coloro che liberamente vogliono stare per sempre nella compagnia di Dio, dei
suoi doni, delle sue grazie e benedizioni. Nello stesso tempo, però, sempre lui, il
Signore, ci affida delle responsabilità alle quali occorre essere coerenti e fedeli.
La promessa è la gioia e la serenità interiore per sempre, la comunione con lui per
sempre,nonostante i nostri limiti, difetti, peccati. Lui è il Padre, noi i suoi figli,
gli altri i nostri fratelli per vivere nella parabola di comunione della grande famiglia
che è la comunità cristiana: la Chiesa, sposa di Cristo e madre nostra.
Venendo nel concreto voglio personalmente comunicare la gioia dellessere cristiano.
Ho avuto il dono di scoprire lamore umano con una donna, di aver camminato con lei
in quel "tempo di grazia" che è il fidanzamento. Poi dopo alcuni anni ci siamo
sposati nel Signore, e lui, nella sua infinita bontà ci ha reso compartecipi della sua
creazione, donandoci la gioia di diventare genitori di tre splendide creature che ora
hanno rispettivamente 20; 16; 13 anni.
Qualche anno fa, nel "gioco" delle libertà individuali e nelle esperienze di
vita di realizzazione personali, la mia sposa ha deciso di separarsi da me e di andare a
convivere con un altro uomo. La lacerazione della separazione ha scalfito con tratto
indelebile lanimo e messo a dura prova il quotidiano della nostra famiglia
cristiana: davvero la separazione coniugale è devastante e portatrice di carichi, a volte
inimmaginabili, di sofferenza e dolore.
Si vorrebbe gridare, si vorrebbe fuggire e anche lasciarsi andare
Ma il Signore è
lì, soffre con te, soffre con i tuoi, soffre con la tua famiglia, nata in quel giorno,
nel sacramento del matrimonio
Un Vescovo amico mi dice:"Eros, leggi Isaia 49 e scoprirai che se anche una madre si
dimenticasse del proprio figlio
Lui, il Signore non si dimenticherà mai di te e del
suo patto con te!" E poi aggiunge: "Luomo può anche abbandonare, Dio non
abbandona
"
Dopo alcuni anni ora sono qui a ringraziare il Signore per avermi dato la gioia di essere
diventato sposo, marito, padre e genitore. Io ci sono, i miei figli anche e la mia sposa,
nella sua libertà anche. Ciò che insieme abbiamo costruito non andrà perduto e Lui, il
Signore, trasformerà e porterà a compimento il suo disegno per noi. Dobbiamo solo
accorgercene ed esserne consapevoli. Davvero il sacramento del matrimonio è
unesperienza di comunione con Dio e i fratelli nel grembo materno della comunità
ecclesiale!
Un coniuge, ora separato, ma pur sempre coniuge
Eros Benassi
I CAMPI ESTIVI COME OCCASIONE DI ACCOMPAGNAMENTO
La vita di famiglia ha bisogno di momenti di ricarica, di aprirsi a nuove
esperienze, allincontro con altre famiglie. i campi estivi sono unoccasione
preziosa per fare unesperienza nuova o diversa rispetto alla vita di gruppo e al
proprio normale tran tran.
Molte famiglie, nellesperienza del campo, hanno ritrovato una nuova armonia di
coppia e una nuova vitalità coi figli: lesperienza, in questi ventanni di
campi, ci permette di dire che, in molte occasioni, diverse coppie hanno ritrovato la loro
strada.
Più volte ci è stato detto: "siamo venuti al campo come ultima spiaggia, ultimo
tentativo prima di separarci"
allora i lunghi colloqui, il confronto a tre, il
pregare insieme hanno ridato speranza e, dopo il campo, la telefonata, le due righe, un
weekend assieme sono stati un continuare a camminare insieme.
Al di là di situazioni un po al limite, il campo, nellatmosfera calda e
intensa che si stabilisce, aiutata anche dalla bellezza della natura, favorisce in tutti
il ritrovare la voglia di riprendere il cammino con lena, assieme alle altre famiglie del
gruppo, disponibili ad accoglierne altre per offrire loro lesperienza della
comunità.
Anna Lazzarini