I gruppi familiari: una struttura permanente di cura pastorale della
famiglia
di Gianfranco Grandis*
È un dato di fatto che questo millennio si è aperto sotto il segno di un mondo che
cambia molto rapidamente. Per quanto concerne la famiglia i cambiamenti avvenuti hanno
avuto un effetto dirompente, a tal punto che possiamo affermare che negli ultimi decenni
del secolo scorso la famiglia ha conosciuto il suo undici settembre, anche se il crollo
della sua struttura interna non è stato avvertito da tutti come drammatico. Che cosa è
avvenuto?
La famiglia alla prova dei cambiamenti
Il sociologo Jean Stoetzei poteva scrivere nel 1954 che: da più di mille anni,
l'essenziale della struttura che caratterizza l'istituzione familiare occidentale è
rimasto inalterato: la parentela è bilaterale, l'organizzazione matrimoniale resta
monogamica; il gruppo familiare è sempre composto dalla coppia sposata e dai loro figli.
Ora qualcosa di inedito è avvenuto.
Nello spazio di tre decenni, la famiglia è stata colpita da tre rivoluzioni che non hanno
precedenti nella storia della nostra cultura:
1. la rivoluzione contraccettiva (1965) che separa sessualità da procreazione;
2. la rivoluzione sessuale (1975), che separa l'esercizio della sessualità dalla
esperienza coniugale;
3. la rivoluzione genetica (1985), che permette forme di manipolazione che scalzano la
coppia e la famiglia dal suo essere luogo originario ed esclusivo della generazione della
vita umana.
Due di queste rivoluzioni - fa osservare Evelyne Sullerot -, quella contraccettiva e
quella genetica, sono irreversibili.
Di fronte a tale situazione, la Chiesa ha cercato di interloquire criticamente con dei
precisi interventi sul piano etico, allo scopo di illuminare le coscienze sui valori che
erano in gioco. Alla rivoluzione contraccettiva ha risposto nell'Humanae vitae (1968)
di Paolo VI, un intervento sofferto e assai discusso anche all'interno della comunità
cristiana. Nei confronti della rivoluzione sessuale e di quella genetica, è intervenuta
la Congregazione per la Dottrina della Fede, con due documenti, il primo ha per titolo: Persona
humana. Dichiarazione circa alcune questioni di etica sessuale (1975), il secondo è
l'Istruzione: Donum vitae (1987).
Le risposte a cui abbiamo fatto accenno sono di tipo strettamente etico.
La Chiesa oggi, con papa Benedetto, sembra voler prendere la strada della proposizione
positiva del messaggio evangelico, mostrando che il cristianesimo non è un cumulo di
divieti, ma una opzione positiva, e questa dovrebbe essere la prospettiva prioritaria
della pastorale: mostrare il sì a Cristo, prima dei no, che comunque bisogna anche dire
per poter realizzare il proprio stile di vita.
I gruppi familiari
La Chiesa esiste per evangelizzare. L'evangelizzazione è un impegno che attraversa
tutta la storia della Chiesa. Oggi l'evangelizzazione richiede il coraggio di "un
dinamismo nuovo".
In forza del suo ministero profetico, la famiglia è una comunità credente ed
evangelizzante. L'incontro e il dialogo della parrocchia (ultima localizzazione della
Chiesa) con il mondo passa attraverso la famiglia. La famiglia rivela il contenuto
centrale della evangelizzazione: l'amore (FC 17).
Veniamo ora al tema specifico dei gruppi familiari, contestualizzandoli all'interno della
missione della Chiesa e nello specifico rapporto tra parrocchia e famiglia, che ha
carattere sacramentale e non è riducibile all'ambito di una semplice strategia pastorale
dettata dallattuale contesto storico.
I pochi che vanno ai molti
Certamente quello dei Gruppi Famiglia (GF) è un tema spinoso e intrigante, perché in
realtà - nonostante che l'associazionismo tra famiglie sia stato costantemente
raccomandato dal magistero - i GF non sono mai del tutto decollati come una struttura
pastorale ordinaria di formazione permanente della coppia. E dove sono sorti vivono un po'
ai margini della comunità parrocchiale, poco integrati nella sua struttura, in qualche
caso tollerati quando non addirittura sopportati. Su di essi grava spesso il sospetto di
esprimere una pastorale di élite o di salotto.
Il sospetto, riconosciamolo, non è del tutto infondato, perché è reale il rischio del
GF di chiudersi in se stesso, quando invece la parrocchia sente la spinta di annunciare il
Vangelo a tutti.
Ma che cosa significa "a tutti"? Come andare a tutti, soprattutto ai più
lontani che sono i preferiti da Gesù?
Se è vero che Gesù ha mandato i suoi discepoli ad annunciare il Vangelo "ad ogni
creatura" (Mc 16,15), è altrettanto vero che è stato nel suo stile e nel suo metodo
andare a tutti attraverso alcuni pochi che Egli aveva adeguatamente preparato alla
missione.
La pastorale dovrebbe forse far proprio questo stile e metodo missionario di Gesù: i GF
potrebbero costituire proprio quei pochi, che si associano e si formano per andare a
tutti.
Il GF, infatti, attua una tensione missionaria che è del Vangelo, ma che è anche
radicata nella persona e nella coppia. Sia la persona umana, sia la coppia unita dal patto
coniugale, infatti, hanno una struttura comunicativa e rivelativa. Esistono per
comunicarsi e rivelarsi all'altro nella esperienza dell'amore oblativo (dono sincero di
sé). Ogni forma di narcisismo è sempre mortale!
La qualità del rapporto Chiesa-famiglia
Una riflessione sui gruppi familiari, sulla loro conformazione, sulla loro identità
di struttura permanente di formazione della coscienza familiare, sulla loro collocazione
all'interno dell'azione evangelizzatrice della Chiesa oggi, e quant'altro, comporta
un'analisi sui rapporti che intercorrono tra la famiglia e la Chiesa.
Un passo della Familiaris consortio è al riguardo assai istruttivo: "Per
meglio comprendere i fondamenti, i contenuti e le caratteristiche di tale partecipazione,
occorre approfondire i molteplici e profondi vincoli che legano tra loro la Chiesa e la
famiglia cristiana, e costituiscono quest'ultima come "una Chiesa in miniatura"
(Ecclesia domestica), facendo sì che questa, a suo modo, sia viva immagine e storica
ripresentazione del mistero stesso della Chiesa.
E anzitutto la Chiesa Madre che genera, educa, edifica la famiglia cristiana, mettendo in
opera nei suoi riguardi la missione di salvezza che ha ricevuto dal suo Signore.[
] A
sua volta la famiglia cristiana è inserita a tal punto nel mistero della Chiesa da
diventare partecipe, a suo modo, della missione di salvezza propria di questa: i coniugi e
i genitori cristiani, in virtù del sacramento, "hanno, nel loro stato di vita e
nella loro funzione, il proprio dono in mezzo al popolo di Dio".[
] In tal
modo, mentre è frutto e segno della fecondità soprannaturale della Chiesa, la famiglia
cristiana è resa simbolo, testimonianza, partecipazione della maternità della Chiesa (n.
49).
Alla luce di quanto fin qui esposto, è possibile ora individuare tre brevi piste di
approfondimento, allo scopo di comprendere come i GF dovrebbero costituire una espressione
pastorale privilegiata del reciproco rapporto Chiesa-famiglia in ordine alla missione di
comunicare il Vangelo di Gesù Cristo all'uomo d'oggi:
Chiesa e famiglia
La radice teologica
Riflettere sul rapporto tra Chiesa e famiglia significa innanzitutto essere
consapevoli che la famiglia non è solo un ambito della sua azione evangelizzatrice, ma è
anche una realtà che tocca la Chiesa nella sua struttura teologica per il fatto che il
matrimonio è un sacramento. La modalità a partecipare all'essere della Chiesa e non
soltanto al suo agire missionario è data dal fatto che il sacramento del matrimonio
inserisce all'essere della Chiesa e tramite essa all'essere di Cristo non solo come
singolo (battesimo), ma come coppia, vale a dire secondo la modalità dell'una caro.
La sacramentalità del matrimonio risulta, quindi, decisiva e rilevante per pensare il
rapporto tra Chiesa e famiglia.
La partecipazione alla missione
A motivo del sacramento, la partecipazione della coppia e della famiglia alla
missione della Chiesa avviene nella sua specificità di soggetto ecclesiale, non in quanto
singoli, ma in quanto comunità legata da vincoli umani e cristiani (FC 50).
Il gruppo familiare
II gruppo familiare dovrebbe diventare la modalità ordinaria attraverso cui la
Chiesa cura la formazione permanente dei cristiani "coniugati" (la maggior
parte) e li prepara alla missione, il cui contenuto fondamentale non è altro da ciò che
la famiglia è. La famiglia annuncia il vangelo rimanendo se stessa, con il suo stesso
essere-coppia-famiglia.
*docente di Teologia Morale e del Matrimonio.
Sintesi della redazione, testo non rivisto dall'autore.
I GF: un cammino di formazione permanente
I Gruppi Famiglia possono aiutare la coppia a coltivare tre fondamentali relazioni.
La relazione con Dio.
Alla luce della fede nella creazione, tale relazione costituisce il fondamento di
ogni altra relazione. L'uomo e la donna sono stati creati ad immagine e somiglianza di
Dio. Tale immagine è iscritta nella nostra struttura, fa parte del nostro DNA, è il
principio di quella inquietudine del cuore di cui parla sant'Agostino nelle sue
Confessioni.
La relazione con il coniuge.
Tale relazione nasce da un atto di libertà. È il mio "sì" all'altro/a,
detto pubblicamente di fronte al ministro della Chiesa e ai testimoni, che genera il
vincolo coniugale. Esso è certamente favorito dall'esperienza dell'innamoramento, ma poi
deve essere nutrito dall'impegno personale a considerare il proprio coniugo come parte di
sé, ad amarlo come si ama il proprio corpo, a servirlo come Gesù ha servito noi di un
servizio di carità (agape).
La relazione con le altre coppie.
In forza del sacramento del matrimonio, la coppia cristiana viene inserita nella
comunità cristiana. La Chiesa è fatta soprattutto di coppie. La relazione con le altre
coppie esprime così la dimensione comunitaria della propria esperienza coniugale e
familiare. Dopo un incontro con altre coppie su temi di vita spirituale si ritorna alle
proprie case ristorati, corroborati, rinnovati, con la voglia di ricominciare.
Gianfranco Grandis
Sussidi e metodologia per i GF
Vorrei qui fornire alcuni suggerimenti di carattere generale per quanto riguarda i
sussidi che i GF devono essere aiutati ad elaborare e la metodologia ormai sperimentata e
collaudata da molti gruppi.
Essi, però, possono essere solo orientativi; ogni gruppo, infatti, dovrà scegliere le
tematiche più consone alle proprie esigenze e la metodologia più appropriata. I sussidi,
co-munque, dovrebbero essere elaborati con lo scopo di tenere insieme le due prospettive:
quella della fede che richiede ascolto e quella della vita che richiede impegno.
Per quanto riguarda la metodologia, si tenga presente innanzitutto il numero delle coppie
che costituiscono il gruppo. Esse non dovrebbero superare le quindici coppie (NdR anche se
lottimale resta di sette-otto coppie): questo numero permetterebbe di realizzare una
buona relazione tra di loro.
L'obiettivo che un GF si propone, infatti, non è mai soltanto contenutistico (trasmettere
la dottrina), ma soprattutto esperienziale (favorire il sorgere dell'amicizia e della
fraternità che scaturisce dal vangelo).
Il momento più adatto per la riuscita della proposta non sempre è la sera
infrasettimanale, in cui si è sovente stanchi, ma può essere la domenica pomeriggio,
quando il tempo non è tirato e si possono portare anche i figli, per intrattenere i quali
il gruppo sposi o la parrocchia dovrebbe provvedere a coinvolgere dei giovani animatori.
La proposta dovrebbe inoltre permettere l'azione congiunta del sacerdote per la parte che
gli compete (la spiegazione della Parola di Dio) e di una coppia guida (l'attenzione al
vissuto coniugale e alle modalità con cui la parola può trovare attuazione in esso).
Gianfranco Grandis
Questi testi sono tratti dallintroduzione dellautore al volume: Famiglie
in cammino, edito da Effatà Editrice, e curato da don Valter Danna, direttore
dellUfficio Famiglia dellarcidiocesi di Torino.
Il libro offre quattro tipologie di percorsi per gli incontri dei GF. Il primo è dedicato
alle coppie giovani, il se-condo propone un percorso di fede per la famiglia, il terzo è
più rivolto alla coppia, il quarto può essere utilizzato dai gruppi che vogliono
confrontarsi con la Parola di Dio.
Per ulteriori informazioni:
Effatà Editrice, tel. 0121 353 452, info@effata.it, www.effata.it