1-CAMPI FAMIGLIA, UNA VACANZA DALLE VACANZE
I campi come antidoto alle vacanze preconfezionate
di Gianni Bresciani
Quando ripenso alle vacanze più belle dei miei ricordi ci sono sempre quelle vissute con
persone particolari.
Le immediate amicizie d'infanzia, l'avventura di una nuova conoscenza, stare solo con mia
moglie in luoghi affollati o il piacere di giocare insieme ai figli, sono ricordi che
ancora oggi mi scaldano come una coperta d'inverno, mi sorprendono e mi divertono, ma
soprattutto mi ricaricano.
Il mercato del divertimento
Non sempre però è così: lo schema della vacanza come fuga dalla routine dei
tempi, dei luoghi e, a volte, delle persone frequentate durante l'anno, porta spesso ad
accontentarsi di quello che mostrano le ricche bancarelle del mercato del divertimento.
Già perché con l'apprestarsi dell'estate il "vancanzificio" comincia a
fabbricare situazioni preconfezionate, sempre accattivanti, imperdibili e di facile
consumo. Non serve pensare (come se nel corso dell'anno non facessimo altro), basta salire
sul treno, prendere la macchina o aspettare l'aereo; pronti, insieme ad una folla carica
di ansia e aspettative, ad eseguire gli ordini di un inflessibile regia che ci vuole
abbronzati e nottambuli, impegnati e riposati, ma soprattutto divertiti.
Risultato: molte foto già viste su qualche rivista, un colorito che sbiadisce in poche
settimane, conti che spesso non tornano ed il vuoto per qualcosa che è finito troppo
presto, che non ha soddisfatto la nostra fame di godimento.
Deprimente? Pare di sì ed ha anche un nome: "sindrome da rientro".
Vacanze vere
Quando penso alla vacanza penso a momenti in cui tolgo la maschera, in cui il
luogo è il mezzo per arrivare ad altre persone, soprattutto per reincontrare la mia
famiglia e vivere con loro situazioni diverse dal quotidiano.
Questo lo rivivo sempre nelle esperienze fatte in questi ultimi anni nei campi famiglia.
Pochi giorni in cui ci si ritrova a convivere con altre famiglie; condividendo spazi e
tempi in cui si è sollecitati a confrontarsi su bisogni e aspettative della famiglia;
dove la coppia ha il tempo di ascoltarsi ed i bambini di giocare anche con gli adulti.
I campi come luogo dincontro
L'incontro con altre famiglie ed il confronto quotidiano con il Vangelo, sono gli
ingredienti perché questa esperienza permetta ad ogni partecipante di portarsi a casa
molto più di quanto si aspettasse.
Se è vero che ogni persona fa storia a se, in ogni famiglia questa diversità si sposa e
si scontra, impastata e amalgamata dalla vita in comune, creando una grande varietà di
ricette per affrontare problemi spesso comuni a tutte le famiglie.
Penso che i campi siano unefficace opportunità di irrobustimento della propria
famiglia: la libertà ed il tempo di pensare, il confronto con altre famiglie, la
sicurezza di sentirmi ascoltato, la semplicità nel divertimento, la comunione dei valori.
gianni.bresciani@gmail.com
2-COSA CÈ DIETRO UN CAMPO ESTIVO?
Serve trovare il don, i cuochi, gli animatori, la coppia responsabile, la casa... e
affidarsi al buon Dio!
Certo che mettere d'accordo tutti è proprio un'impresa: piccoli e grandi, e poi
metteteci anche degli adolescenti...ed i conti con il portafoglio, chi li fa?
A casa nostra le vacanze si discutono a partire dalle settimane che i figli lasciano
libere dai loro impegni; scout, oratorio, campi scuola.... e il campo famiglie?
ALT. Fermi tutti!
È sorprendente sentire da amici che il campo famiglie, una volta provato, per i figli
diventa il termine di paragone per tutte le altre vacanze, miniclub del Mar Rosso
compresi, per chi se li può permettere.
Sarà strano ma sono i nostri figli che ci chiedono di tornare al campo famiglia, ed ogni
ano è la stessa storia.
Allora quando si apre la stagione e si decidono per la nostra famiglia le vacanze, è
tutto un susseguirsi di telefonate. - Tu vieni, ma dai ... come? Certo che ci vengo!
- Vieni a darci una mano? A fare cosa? Non ti preoccupare c'è l'imbarazzo della scelta.
L'impasto della settimana estiva inizia a lievitare presto, già nel corso degli ultimi
incontri dei nostri gruppi famiglia. Si ricercano gli ingredienti fondamentali:
Tutto ciò che vale però è l'attesa operosa di questa settimana: gli animatori si
incontrano 5-6 volte con noi a preparare le attività e la storia per i ragazzi (anche 4 o
5 attività separate per le diverse età), le famiglie che cerchiamo di accogliere già
con la prima telefonata, i menù, la spesa...
Se non ci si affidasse al buon Dio, come sarebbe possibile tutto questo? E Lui invia tanti
amici che si prestano per fare ognuno qualcosa, un passaggio in macchina, un po' di
verdura del proprio orto... e così via.
È proprio un'impresa... che si ripaga con il calore delle amicizie che nascono e non sono
mai banali, con il sorriso dei nostri bimbi e ragazzi che ci richiedono, appena saliti in
macchina sulla via del ritorno al termine della settimana famiglie: ma il prossimo anno ci
torniamo, vero? Altrimenti scendiamo e noi restiamo qua!
Ernesta e Gianprimo Brambilla & Antonella e Renato Durante
3-UN DON AL CAMPO ESTIVO
Unesperienza molto bella e festosa
di Egidio Dal Magro*
Sono trascorsi quasi sette mesi da allora, dalla mia ultima settimana estiva per famiglie
di San Giovanni di Spello. La memoria fatica a ricordare e, guardando indietro vedo molta
nebbia per cui i contorni sono sbiaditi e i personaggi si muovono come dietro ad un
lenzuolo a mo' di ombre cinesi.
Però il cuore ricorda bene e distingue quelle ombre che, piano, piano prendono forma,
prendono volto: sono loro! Sono quel bel gruppo di famiglie
di San Giovanni di
Spello. Ombre, figure, volti di coppie, di famiglie, di bambini e di giovani che si
muovono come ad una festa.
Un'esperienza di festa, quando è genuina e semplice, non può uscire dal cuore; la
memoria può perdere colpi, il cuore no.
Ho vissuto, negli anni, prima una settimana estiva a Castel Tesino, poi altre tre
settimane a San Giovanni di Spello: è bello! Lo dico al presente perché tale lo è
ancora, almeno per il cuore; lo dico con un semplice aggettivo perché è quello che più
risponde alla realtà.
Ma proprio tutto bello? No, no. Ma siccome di cose brutte, mediocri e cattive ne abbiamo
piene le tasche e lo stomaco, allora quando ci si incontra o scontra con qualcosa di
bello, è giusto fermarsi e dire: che bello!
La strada o l'esperienza - come si vuol dire - delle settimane estive per famiglie è
positiva, è una pista da seguire, almeno fino a quando si svolgono in quel modo. Vita
semplice, un po' spartana, sobria, vita insieme, silenzio dai rumori extra famiglia,
relazioni, preghiera e la Santa Messa al centro, giochi e scherzi: cosa si vuole di più?
Giovani disponibili all'accompagnamento dei piccolini, papà e mamme pronti a farsi
piccoli e servi.
La mia esperienza di don? Una vera scuola di cose che fanno bene, che ti ricaricano e
rimotivano. Qualche sacrificio c'è e va bene, ma vale la pena.
Quello che più di tutto mi ha impressionato è stata la pazienza dei genitori e dei
giovani anche nell'accogliere i bambini. I bambini sono sempre bambini anche in una
settimana estiva a San Giovanni di Spello: gridano, urlano, piangono, fanno capricci come
tutti i bambini
eppure ho visto tanta pazienza, non quella passiva e remissiva che
assomiglia tanto alla debolezza.
Buoni anche i rapporti nella coppia e tra le coppie: ho "visto" persone mettersi
veramente in discussione per capire l'altro, persone che si impegnavano a imparare ad
amare.
Del resto il matrimonio non è forse un'officina dove si impara, ogni giorno, ad amare?
La giornata dello spirito, del perdono è il pilastro di tutta la settimana. Si sente,
quasi fisicamente, la presenza di Dio. Il Dio del perdono, il Dio della sorpresa e della
meraviglia è lì; e il suo passaggio lascia il segno.
* Parroco di Farrà di Soligo, diocesi di Vittorio Veneto