Strumenti per la riflessione di coppia e di gruppo
LA CHIESA E LA PASTORALE FAMILIARE
Il cammino compiuto dal Vaticano II ad oggi
Partendo dal concilio Vaticano II, vorrei proporre un breve schizzo del cammino che la Chiesa italiana ha percorso riguardo alla pastorale familiare.
Il concilio Vaticano II (1965)
Pur non affrontando sistematicamente il capitolo della pastorale familiare, o
forse presupponendola, il concilio Vaticano II ha individuato nella famiglia uno dei
luoghi fondamentali e decisivi per istituire un fruttuoso dialogo Chiesa-Mondo; la Gaudium
et spes nella seconda parte esordisce affermando che tra le fondamentali questioni "che
oggi [siamo negli anni '60] destano la sollecitudine di tutti" la famiglia deve
essere collocata al primo posto, dal momento che "il bene della persona e della
società umana e cristiana è strettamente connesso con una felice situazione della
comunità coniugale e familiare" (n. 47).
Matrimonio e Famiglia oggi in Italia (1969)
La prima e significativa attenzione da parte della Chiesa italiana alla famiglia
l'abbiamo con il documento Matrimonio e Famiglia oggi in Italia. In questo intervento i
Vescovi italiani sottolineano la necessità di un radicale rinnovamento della pastorale
rivolta alla famiglia. La famiglia, infatti, costituisce - e qui si richiama quanto detto
dal Concilio - il crocevia dei rapporti tra la Comunità cristiana e quella civile e
sociale: "È necessario che la famiglia divenga il centro unificatore dell'azione
pastorale" (n. 16).
Sinteticamente:
* si deve giungere ad una pastorale familiare organica e sistematica;
* che abbia per "oggetto" la famiglia come comunità;
* allo scopo di promuoverne la specifica "soggettività".
La famiglia quindi deve essere considerata non soltanto l' "oggetto" della
sollecitudine della Chiesa, ma promossa come uno specifico "soggetto".
A partire dagli anni '70, la Chiesa italiana di decennio in decennio ha cominciato a darsi
un progetto pastorale organico e progressivo in risposta al nuovo contesto culturale della
società letto alla luce delle grandi trasformazioni e della parola di Dio, secondo il
metodo messo a punto dalla Gaudium et spes ("alla luce del Vangelo e dell'esperienza
umana", n. 46). La pastorale familiare entra a pieno titolo in questa progettualità
trovando una sua armonica collocazione all'interno della globale azione pastorale della
Chiesa.
Evangelizzazione e sacramento del Matrimonio (1975)
La famiglia diventa soggetto tramite la promozione della sua
"ministerialità". A tale riguardo questo intervento dei vescovi degli anni '70
costituisce una specie di pietra miliare della pastorale familiare italiana che precede di
qualche anno quanto poi la Familiaris consortio dirà per tutta la Chiesa universale. Nel
contesto dell'azione evangelizzatrice della Chiesa nel mondo moderno, alla famiglia deve
essere riconosciuto uno specifico ministero, il "ministero coniugale":
Nella Chiesa particolare vivono le famiglie cristiane che, come Chiese domestiche,
hanno un posto e un compito insostituibile per l'Annuncio del Vangelo. I coniugi perciò
in forza del loro ministero non sono soltanto l'oggetto della sollecitudine pastorale
della Chiesa, ma ne sono anche il soggetto attivo e responsabile in una missione di
salvezza che si compie con le loro parole, la loro azione, e la loro vita (n. 89).
Questo documento fa parte di un piano pastorale più vasto che ha come centro il tema
del rapporto tra evangelizzazione e sacramenti.
Comunione e comunità nella Chiesa domestica (1981)
II piano pastorale degli anni Ottanta propone come punto focale di attenzione il tema
della comunione, tipico della ecclesiologia del concilio Vaticano II. La famiglia è la
prima e principale forma di comunione di persone e si caratterizza come esperienza di
"chiesa-domestica". In questi interventi dei Vescovi si afferma che
il ministero di comunione della Chiesa arriva fino a riflettersi e a essere realmente
partecipato, sebbene a suo modo, da quella piccola comunità che è la famiglia cristiana,
dal Concilio chiamata "Chiesa domestica" (n. 5).
La Familiaris consortio (1981)
Accanto a questo cammino della Chiesa italiana, anche la Chiesa universale stava
maturando una rinnovata coscienza dell'importanza della pastorale familiare. Essa ha
trovato la sua articolata elaborazione dei contenuti nell'Esortazione Apostolica
post-sinodale Familiaris consortio, di cui si è celebrato nel 2001 il XX° anniversario
con una grande manifestazione a Roma il 20-21 ottobre dello stesso anno, promossa dalla
CEI. Presentandola ai cardinali, il Papa l'ha definita "una "summa"
dell'insegnamento della Chiesa sulla vita, i compiti, le responsabilità, la missione del
matrimonio e della famiglia nel mondo d'oggi". La Familiaris consortio costituisce il
punto di non ritorno. Essa risulta essere una decisiva fonte di alimentazione a cui
ricorrere per la formazione della coscienza dei coniugi credenti, ma anche dei pastori e
degli operatori pastorali, sulla centralità della famiglia nell'azione pastorale della
Chiesa.
Un operatore di pastorale familiare dovrebbe assimilarla fino a possederla quasi a
memoria. Il documento si struttura in quattro parti:
1) una lettura della situazione della famiglia oggi per individuarne luci ed ombre (si
applica qui il criterio conciliare della lettura dei "segni dei tempi") [nn.
1-10],
2) una presentazione sintetica della antropologia e teologia del matrimonio [nn. 11-16];
3) la descrizione dei compiti specifici della famiglia [nn. 17-64];
4) le varie articolazioni della pastorale familiare secondi i tempi, le strutture, gli
operatori, le situazioni [nn. 65-85].
La Lettera alle famiglie (1994)
Collochiamo qui anche un ulteriore importante intervento del Sommo Pontefice
pubblicato in occasione dellAnno Internazionale della Famiglia promosso dalle
Nazioni Unite nel 1994. All'inizio della lettera, Giovanni Paolo II si richiama alla sua
prima enciclica, Redemptor hominis, dove scriveva che l'uomo è la via della
Chiesa. E continua:
Con questa espressione intendevo riferirmi anzitutto alle molteplici strade lungo le
quali cammina l'uomo, e in pari tempo volevo sottolineare quanto vivo e profondo sia il
desiderio della Chiesa di affiancarsi a lui nel percorrere le vie della sua esistenza
terrena. La Chiesa prende parte alle gioie e alle speranze, alle tristezze ed alle angosce
del cammino quotidiano degli uomini, profondamente persuasa che è stato Cristo stesso ad
introdurla in tutti questi sentieri: è Lui che ha affidato l'uomo alla Chiesa; l'ha
affidato come "via" della sua missione e del suo ministero (n. 1).
E prosegue:
Tra queste numerose strade, la famiglia è la prima e la più importante: una via
comune, pur rimanendo particolare, unica ed irripetibile, come irripetibile è ogni uomo;
una via dalla quale l'essere umano non può distaccarsi (n. 2).
La famiglia è così collocata al cuore della cura della Chiesa nell'esercizio della
sua missione evangelizzatrice. A chi obiettasse che tale collocazione può costituire una
emarginazione delle persone che oggi, soprattutto nella società occidentale, vivono sole,
senza il calore di una famiglia, si deve rispondere che l'assunzione della famiglia a
"via" della Chiesa non ha significato sociologico, ma teologico/esistenziale, in
quanto la famiglia costituisce sempre nell'esistenza della persona l'orizzonte di senso di
riferimento. E lo stesso Papa a ricordarlo:
Persino quando [l'uomo] sceglie di restare solo, la famiglia rimane, per così dire, il
suo orizzonte esistenziale, come quella fondamentale comunità nella quale si radica
l'intera rete delle sue relazioni sociali, da quelle più immediate e vicine a quelle più
lontane. Non parliamo forse di "famiglia umana" riferendoci all'insieme degli
uomini che vivono nel mondo? (n. 2).
Il Direttorio di pastorale familiare (1993)
Negli anni '90, il cammino della Chiesa italiana approda all'elaborazione del
Direttorio di pastorale familiare nazionale. Presentandolo, il cardinale Ruini afferma che
i Vescovi italiani, approvando e pubblicando il testo [...], con realismo, con coraggio
e nel rispetto di ogni Chiesa locale, intendono rilanciare e rinnovare la pastorale
familiare. Desideriamo cosi sollecitare ogni nostra Chiesa perché cresca sempre più
nella consapevolezza delle priorità della famiglia nell'azione pastorale e riprenda
slancio e dinamismo nella sua missione a favore della famiglia.
Il compito di tradurre gli indirizzi della pastorale familiare è ora nelle mani della
comunità cristiana e soprattutto delle famiglie che sono le prime responsabili (soggetto)
di questa pastorale. Alla fine dell'introduzione si dice:
le pagine del Direttorio vorrebbero costituire quasi un "vademecum" o
"manuale", affidato alle chiese locali e, in esse, innanzitutto ai diversi
operatori pastorali, per favorire un cammino più unitario e condiviso e per orientare la
formazione degli stessi operatori, quale esigenza prioritaria di tutta la pastorale
familiare (n. 3).
La Familiaris consortio e il Direttorio dovrebbero costituire come i due polmoni con i quali la pastorale familiare può pienamente respirare e poter così vivere e crescere nelle nostre comunità.
Giancarlo Grandis, docente di Teologia Morale e del Matrimonio.
Questo testo è tratto dallintroduzione dellautore al volume: Famiglie
in cammino, edito da Effatà Editrice, e curato da don Valter Danna, direttore
dellUfficio Famiglia dellarcidiocesi di Torino.
Il libro offre quattro tipologie di percorsi per gli incontri dei GF. Il primo è dedicato
alle coppie giovani, il secondo propone un percorso di fede per la famiglia, il terzo è
più rivolto alla coppia, il quarto può essere utilizzato dai gruppi che vogliono
confrontarsi con la Parola di Dio.
Per ulteriori informazioni:
Effatà Editrice, tel. 0121 353 452, info@effata.it, www.effata.it