Foglio di collegamento
GF70 - settembre 2010 - Vent'anni insieme

1-VENT’ANNI INSIEME
Un numero speciale dedicato ai vent’anni del Collegamento tra Gruppi Famiglia

di Noris e Franco Rosada
Di fronte alla parola "vent’anni" abbiamo avuto alcuni tipi di reazione.
Mamma mia, è già passato tutto questo tempo? I figli erano piccoli, li portavamo con noi ai campi e adesso... ci sono i nipotini!
Il Signore ci ha accompagnato! Ha condiviso il nostro cammino, ha ascoltato le nostre preghiere.
D’altro canto, pensando a come tutto era iniziato, in particolare ai primi numeri di questo "giornalino", dobbiamo costatare che di strada, soprattutto per merito Suo, ne è stata fatta molta.
Una strada a volte diritta, piena di prospettive e progetti, a volte piena di curve e di delusioni, segnata da coppie e da gruppi entusiasti ma anche da coppie e da gruppi che sparivano "come neve al sole".
Pensiamo che questi sentimenti tocchino anche le coppie che con noi, prima di noi e con più impegno di noi, hanno creduto e si sono impegnate in questa forma di pastorale familiare che è il Collegamento tra Gruppi Famiglia.
La mente va subito ad Anna e Guido Lazzarini, al loro impegno "da sempre" per la famiglia, senza i quali tutta questa avventura non sarebbe neanche incominciata.
E loro mi parlerebbero di un sacerdote, delle serate passate insieme a confrontarsi, dei primi passi fatti a Torino in questo ambito della pastorale.
Quel sacerdote è mons. Anfossi che apre questo numero della rivista con una riflessione a tutto campo e, per chi ha partecipato all’incontro di Martinengo, ci illumina ancora con le sue riflessioni: anche da vescovo la pastorale familiare resta per lui centrale.
Come poi non ricordare le altre coppie responsabili che si sono succedute in questi vent’anni: Maria Rosa e Franco Fauda, Céline e Paolo Albert, per concludere oggi con Nicoletta e Corrado Demarchi, i Durante e i Brambilla?
Di tutti loro si trova traccia nelle testimonianze che caratterizzano questo numero un "po’ speciale".
Un pensiero particolare va a Valeria e Tony Piccin, alla loro dedizione e al loro impegno: quanti gruppi, quante scuole, quanti campi hanno organizzato, contando praticamente solo sulle loro forze!
Sono passati vent’anni da quando a Castelnuovo Fogliani, sotto l’egida dei CPM e con la "benedizione" di mons. Costa - allora responsabile dell’Ufficio famiglia CEI - questa avventura è ufficialmente iniziata.
Da allora, almeno ogni anno, c’è stato un incontro di Collegamento tra i gruppi.
E doveroso un ringraziamento a tutte quelle coppie e famiglie che ci hanno ospitato per questi nostri incontri, aprendoci non soltanto i loro oratori ma anche ospitandoci nelle loro case. L’elenco sarebbe troppo lungo e ci sarebbe il grosso rischio di dimenticare qualcuno.
Lo stesso discorso vale per le coppie e i sacerdoti che si sono rivolti al Collegamento per organizzare una Scuola di Formazione per Gruppi Famiglia. Non sempre si sono ottenuti i frutti sperati ma quello che si è seminato non andrà perduto.
Un grazie particolare va ai sacerdoti che ci sono vicini - in particolare a don Grandis -, che collaborano alla rivista, la fanno circolare, partecipano ai campi, spronano le coppie a impegnarsi.
Un grazie, infine, alle coppie che collaborano e sostengono, anche economicamente, questa rivista, coppie che, in diversi casi, non abbiamo mai incontrato ma che credono nei nostri stessi valori.
formazionefamiglia@libero.it

2-LA PASTORALE FAMILIARE OGGI
Una riflessione a tutto campo per una pastorale a tutto campo
Mi pare sia venuto il momento che tutti i responsabili della pastorale generale e di settore stabiliscano con gli operatori della pastorale familiare un "patto pastorale" in modo che ogni iniziativa o programma tenga conto della famiglia e delle ricadute su di essa.

di Giuseppe Anfossi*
La pastorale familiare si è talmente sviluppata in questi ultimi anni da non poter più essere circoscritta come pastorale a sé, isolata dalle altre pastorali. Il motivo di fondo sta nei rapidi processi di cambiamento del costume e del vissuto che hanno segnato questi ultimi decenni, tali per cui il matrimonio e la famiglia non si possono più cogliere slegati da una serie di problematiche e di aspetti pertinenti all'intero campo della pastorale.

La pastorale familiare oggi
Oggi non si può studiare un progetto di pastorale familiare in vista di un intervento affidato solamente ai suoi operatori, in quanto questo progetto deve essere globale, ponendo al centro la famiglia e coinvolgendo l'intera comunità. Infatti, a me pare che sia venuto il momento che tutti i responsabili della pastorale generale (programmazione diocesana annuale, consigli presbiterali e pastorali...) e di settore (catechesi, liturgia, Caritas, missioni, lavoro, tempo libero...) stabiliscano con gli operatori della pastorale familiare un "patto pastorale" che li impegni a studiare preventivamente ogni iniziativa o programma in modo da prevedere accuratamente le ricadute dirette o indirette sulla famiglia.
Ma è necessario innanzi tutto che sia fatto il possibile per coinvolgere le famiglie come soggetto attivo e non soltanto come destinatari o utenti. Non si può più intervenire efficacemente sul vasto "terreno" della famiglia senza "vedere" preventivamente e globalmente i problemi della famiglia.

Fede e cultura
Trovo che molte difficoltà segnalate da chi lavora con e per la famiglia siano riconducibili al dualismo fede - cultura. Cultura è un termine dai mille significati, ma oggi mi pare vada colto nel significato di "mentalità", di modus vivendi; tale mentalità, quando non più orientata dal cristianesimo, giunge a negare valori che sono parte integrante del vangelo e dunque dell'insegnamento della Chiesa.
Nella pastorale di oggi, dunque, compresa quella familiare, non si può non coltivare l'intenzione di fare diventare cultura la fede e di evangelizzare la cultura.
Ma, nell'enunciare fede e valori, non si può non tenere conto della cultura contemporanea, e questo significa che non è più possibile costruire un progetto-famiglia suggerito o imposto fuori dal contesto della persona.
Bisogna realizzare insieme evangelizzazione e promozione umana, inculturando l'annuncio di fede nel matrimonio e nella famiglia.

Il concetto di libertà
Il punto chiave di tale operazione è legata al concetto di libertà nella persona. Nell'attuale cultura occidentale questo concetto coincide con un accentuato individualismo, spesso egoistico, e un estremo libertarismo morale.
Conseguenza di ciò è il rifiuto di ogni legge e, in generale, un forte indebolimento del senso di responsabilità.
Questo obbliga anche coloro che si occupano di famiglia a mettere a fuoco la visione cristiana della libertà, "intesa come capacità di disporre di se stesso, di dominare i propri istinti, di compiere il bene conosciuto con la propria intelligenza e, quindi di aderire al Vero e al Bene".
La meta da perseguire è quella di maturare in tutti gli operatori pastorali (e non solo quelli della famiglia) l'impegno a divenire artefici, ognuno per il proprio settore, di un umanesimo familiare, ovvero di una cultura intrisa di quei valori, tipici della famiglia ma elevati a valore universale dal Vangelo: il senso della vita, della solidarietà, della fratellanza, dell'amore gratuito... In questo modo si può immaginare di produrre inculturazione della fede su famiglia e matrimonio.
Ciò, però non è sufficiente; bisogna che essi prendano sul serio i documenti della Chiesa, e percepiscano l'importanza, anzi, la centralità della famiglia: non si tratta di un'astrazione teorica, ma di una collocazione data dalla natura e che la Chiesa riconosce come voluta da Dio.

I limiti della pastorale familiare
Oggi la pastorale familiare, nonostante l'impegno e la fatica dei suoi generosi operatori, manifesta dei limiti di cui è necessario prendere coscienza.
Ne metto in evidenza alcuni: la pastorale familiare così come è attuata dalla maggior parte delle diocesi, nonostante l'impostazione data dal Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia, è concepita come un insieme di azioni o attività puntuali che si succedono (vedi fidanzati, gruppi famiglia, giornata della vita, riunione genitori, festa delle famiglie...), mentre è decisamente troppo poco il lavoro quotidiano svolto costantemente con le famiglie.
Mi pare si possa considerare ugualmente deficitaria quella pastorale che insegue continuamente, o troppo, le patologie, e cioè i guai della coppia e della famiglie: per questi ci sono già i consultori familiari che vanno, allo scopo, assolutamente sostenuti.
Da questi limiti derivano due esiti negativi: da un lato una pastorale familiare senza progetto e visione globale, senza cioè innesto sulla pastorale generale; dall'altro una pastorale priva di un modello propositivo - alternativo (un tutto sistematico e coerente). Il modello - rimedio, inteso come pura contrapposizione negativa, è risultato essere perdente nella realtà (per esempio, produce l'impressione che i cattolici si muovano solo contro).
Il modello propositivo - alternativo ha valore se chi lo offre ha pienamente integrato, dentro la sua vita, i valori portati dalla tradizione cristiana ed esposti dalla Chiesa docente.
Suppone, tale modello, anche una predicazione che sia veramente profetica, nutrita di Scrittura e pervasa di afflato costruttivo.
I presbiteri di domani si dovranno distinguere per la qualità e la concretezza della loro proposta su famiglia e matrimonio e anche per la qualità della comunicazione: sciolta, appassionata, incarnata.

Costruire una comunità
La pastorale familiare così intesa, nell'attuale contesto sociale, ha un altro importante compito: quello di costruire o ricostruire nelle parrocchie una comunità e una comunità di adulti. Senza le coppie adulte e giovani che si radunano e che si "vedono" presenti in quanto famiglie, la parrocchia si configura come un insieme di servizi erogati da un gruppo di persone - quasi una stazione di servizio da autostrada -, un aggregato da cui non nasce appartenenza e senso di familiarità. La famiglia chiesa domestica ha invece in sé per la sua naturale, specifica essenza comunionale - potenziata e resa effettiva dal sacramento - il germe stesso della comunione della Chiesa.
È dunque importante accogliere l'annuncio cristiano su matrimonio e famiglia e mostrarlo concretamente vissuto dalle famiglie: nell'immediato futuro la stessa evangelizzazione passerà attraverso l'accoglienza di questo modello, o non passerà per nulla.
È troppo evidente, infatti, che la famiglia - essendo luogo di investimento di tante energie per l'uomo e per la donna giovani, luogo fondamentale nei cambiamenti e nelle maturazioni, nell'educazione e crescita dei piccoli - influenza altre scelte di vita e informa di sé più generazioni, con risonanza sulla cultura, la moralità, lo stile, la vita dell'intera società.
Appare evidente, per le stesse ragioni e considerando il futuro della comunità cristiana, la necessità di un impegno forte perché le famiglie e la formazione degli sposi abbiano un posto privilegiato nella vita di una comunità e perché si dia spazio e vita ad un'autentica e profonda spiritualità coniugale e familiare.
Ieri e oggi, la pastorale familiare si è voluta spendere sui cosiddetti valori umani, ritenendo che la fedeltà, il dialogo interno alla coppia, il rispetto e l'amore reciproci coltivati bene, riassumessero da soli il modo cristiano di vivere il matrimonio.
Tutto ciò ha potuto funzionare anche grazie al fatto che la fede cristiana era molto presente e diffusa; oggi, e ancora di più domani, queste condizioni vengono meno.
Sarà necessario, quindi, per ridare qualità alla vita della famiglia cristiana - frastornata dalle più diverse e dissennate proposte etiche -, assicurando nel contempo una base etica sana per la sopravvivenza della stessa società, proporre alle coppie disponibili e mature un cammino articolato, progressivo e organico, che non abbia nulla da invidiare per profondità e radicalità evangelica a quello offerto ai religiosi e ai sacerdoti, ma che sia nella prospettiva del matrimonio e della famiglia intesi come via alla santità e come luogo eminente di santificazione per i laici.

Sacerdoti e sposi
Un ultimo tema riguarda il rapporto tra i sacerdoti e gli sposi, le famiglie, ovvero riguarda il loro modo di esercitare il ministero verso tale realtà.
Il primo dato su cui mi pare di dover riflettere - ma non è che una mia impressione, dunque opinabile - è la debole mobilitazione da parte dei sacerdoti rispetto al compito di "salvare" la famiglia. Mi pare, infatti, relativamente basso il numero di sacerdoti che si appassionano per la famiglia, ovvero che si occupano costantemente di essa.
Se alla realtà attuale si confrontano la qualità e l'ampiezza dei documenti della Chiesa universale e dell'Episcopato italiano dedicati alla famiglia, non si può non provare un po' di delusione. La previsione più ragionevole sul futuro della famiglia, dati i forti condizionamenti di tipo culturale che l'assediano, la indica abbandonata a se stessa.
Ma anche questo stato negativo non è, a mio avviso, da cogliere in termini catastrofici: lasciata sola, la famiglia potrebbe aumentare i sintomi di sofferenza, ma anche irrobustirsi e crescere in autoconsapevolezza.
In tale situazione sposi e genitori potrebbero finalmente scoprire che solo la famiglia può veramente aiutare la famiglia, e che dunque sta a loro attivarsi senza attendere altri interventi, soprattutto del clero.
La sfida posta alla cristianità in questo nuovo millennio richiede una famiglia matura, autocosciente del suo ruolo nella società, un soggetto disponibile a battersi sia sul piano culturale, assai impegnativo, sia su quello strutturale che non è da meno (si pensi alla indifferenza dei politici sul tema della centralità della famiglia nello Stato sociale, o al fatto che non si propongono politiche familiari esplicite, ecc.).
Per certi aspetti c'è da augurarsi che gli sposi - genitori possano compiere una maturazione simile a quella compiuta dalla "classe" operaia che ha animato il sindacato esattamente prendendo coscienza del proprio stato e della propria forza e importanza nella società.
* + vescovo di Aosta
Tratto da: La famiglia, n. 185, sett.-ott. 1997.
Sintesi della redazione, testo non rivisto dall’autore

PER IL LAVORO DI GRUPPO

3-MATRIMONIO: perché un sì per sempre?

Fino ad alcuni anni fa il matrimonio e la famiglia erano regolati da comportamenti etici ispirati a valori universalmente accettati almeno in linea di principio; oggi, questa uniformità si è infranta e nessun valore tradizionale si presenta come ovvio né si trasmette automaticamente da una generazione all'altra.
Di conseguenza lo "sposarsi nel Signore" comporta un "lavoro" faticoso di ricerca e di riscoperta personale; ciò implica nella coppia un confronto continuo a volte lacerante con la ridefinizione sia degli atti di fede, sia delle caratteristiche etiche tipiche della vita cristiana, ovvero della famiglia cristiana.
A ben vedere, queste difficoltà possono addirittura comportare la messa in discussione dell'appartenenza alla fede cristiana; lo scontro quotidiano con una cultura ormai dominante sia negli atteggiamenti comuni (si pensi al modo di occupare il tempo libero, o al modo di intendere le relazioni, l'amore, la fedeltà l'educazione dei figli...) sia nei mezzi di comunicazione di massa non può che porre in seria difficoltà le famiglie normali.
Ho l'impressione che la pastorale giovanile, quella di preparazione al matrimonio e quella rivolta alle giovani coppie non osino o non sappiano confrontarsi con i giovani ed i fidanzati su questo punto, e cioè sul concetto di fedeltà come indissolubilità.
La maggior parte delle coppie sembra entrare nello stato matrimoniale con una mentalità "sperimentale", cioè con la riserva mentale sulla durata effettiva del rapporto: quasi un'esperienza per la quale vale il diritto di abbandono in caso di fallimento.
Da queste considerazioni nasce la necessità di porre nuovi obiettivi, oltre la presentazione del sacramento del matrimonio come viene espletata oggi; si chiede di evangelizzare il matrimonio come scelta culturale in sé e per sé, come scelta di vita definitiva, al di là della sua sanzione sacramentale. Per affrontate questa sfida, e altre che già si intravedono all'orizzonte - come il tema dell'identità, soprattutto quella di maschio e femmina, e poi quella paterna e materna - servono operatori agguerriti, preparati e continuamente aggiornati.
+ Giuseppe Anfossi

4-CATECHISMI & FAMIGLIA

La crisi devastante in cui versa la catechesi dei bambini è figlia della mancata riflessione sulla trasversalità pastorale del tema della famiglia.
Ormai vengono consegnati alla parrocchia - da genitori deleganti - dei ragazzini sostanzialmente incapaci di stare a sentire un discorso per più di pochi minuti. Non ci possiamo illudere che, con un incontro settimanale di un'ora, in cui povere volontarie/i ci lasciano il fegato e la voce, si possano formare persone che credano in qualcosa.
Mons. Vito Soravito una decina di anni fa affermava che questo modo di organizzare i catechismi è come un treno su un binario morto. I vagoni sono perfettamente in ordine, tutto è ben organizzato, ecc… ma non si produce nulla.
Insistere su questa modalità del fare catechesi, priva e avulsa dal soggetto famiglia, è l'esempio principale di come riusciamo a "gettare le perle ai porci".
In questo modo non si pongono le premesse perché quell'azione possa essere davvero evangelizzatrice. Serve soltanto a riempire di cose da fare le annate delle nostre parrocchie, con il risultato che i sacerdoti non hanno più tempo di occuparsi delle famiglie.
Facciamo finta, perché manca un "patto pastorale" con la famiglia, di non sapere che la priorità andrebbe posta al tema dell'evangelizzazione e del primo annuncio, proprio ciò che manca nel nostro "fare".
In assenza della scelta di fede non può reggere neppure la catechesi. La catechesi significa insegnamento, insegnare le cose in cui si crede, che si ha già dentro: la fede la trasmette la famiglia, la catechesi la fa la comunità.
Non va neanche bene dire: la catechesi la facciamo in famiglia, perché serve il riscontro comunitario ma se non c'è un "patto pastorale" la cosa non funziona.
Si tratta di pensare dei cambiamenti che vadano in direzione della famiglia. Per esempio, quando una famiglia chiede il catechismo per il figlio/a serve organizzargli un percorso. Ma dove trovare la gente che è disponibile a seguirli? Ci sono in parrocchia delle coppie? Un parroco dovrebbe conoscere le famiglie della parrocchia, i loro problemi, le loro potenzialità. E tra esse riuscirà a trovare delle famiglie disponibili ad accompagnare altre famiglie.
Diventeranno dei catechisti ma resteranno, in primo luogo, testimoni della fede.
E, se serve, facciamo far loro un cammino formativo, perché in una parrocchia serve anche investire in formazione, e non solo costruire saloni e campi di calcio.
Pietro Boffi, pietro.boffi@stpauls.it

5-Forno Canavese: uno dei gruppi più longevi
Da ventisei anni insieme per le famiglie

di Rosanna e Piero Bertolero
Il nostro GF si forma nel 1984 a Forno Canavese quando sei coppie si incontrano in un clima di condivisione, apertura, desiderio di confrontarsi per arricchirsi a vicenda e chiedono l'aiuto del diacono Gilberto Bonansea e della moglie Maria Pia con i quali fanno Revisione di Vita per due anni. Questa esperienza arricchisce molto il Gruppo e viene deciso di fare un percorso programmatico su temi che interessano la famiglia.
Siamo guidati in questo percorso dal prof. Guido Lazzarini. La sede è il Santuario di Belmonte di Valperga Canavese e, intanto, altre coppie si sono aggiunte al gruppo iniziale.
I temi trattati sono: "Un percorso di fede per la coppia" il primo anno, "La conoscenza di coppia" il secondo.
Il cammino si conclude con una conferenza di mons. Giuseppe Anfossi.
Nell’inverno successivo il gruppo organizza una tre giorni di Esercizi Spirituali al Santuario dei Milani di Forno Canavese, sempre sotto la guida di mons. Anfossi sul tema: "Fare una scelta di fede adulta".
Questa preparazione porta i suoi frutti. Alcune coppie del Gruppo si rendono disponibili per guidare gli incontri dei fidanzati della zona mentre altre sono impegnate nelle parrocchie nelle varie attività pastorali.
La formazione in itinere è comunque indispensabile e, oltre alla formazione proposta dall'unità pastorale della zona, il Gruppo partecipa ad alti momenti formativi, sempre guidati dal prof. Lazzarini o da mons. Anfossi.
Alcune coppie partecipano poi all'incontro dei GF a Taizé in Francia nel 1992.
Il gruppo è eterogeneo, composto da famiglie giovani e meno giovani, provenienti da Forno Canavese, Prascorsano, Cuorgnè e Valperga.
Passano gli anni e, nel gennaio 2008, si decide una rimpatriata del gruppo fondatore con i coniugi Bonansea con i quali si era avviata l'avventura del Gruppo Famiglia nel 1984.
Ci si ritrova a Forno con il compito di fare revisione sui ventiquattro anni trascorsi: grande è la gioia di rivedere Gilberto e Maria Pia i quali, ancora una volta, ci guidano alla lettura delle vicende della vita che scorre, dei cambiamenti che intervengono, della bellezza di far parte del grande progetto del Padre dei cieli.
In quell'occasione si decide di rifare il corso base di due anni e la scelta cade su Maria Rosa e Franco Fauda, che si rendono disponibili e ci guidano in questi due ultimi anni.
Vogliamo ringraziare Maria Rosa e Franco, Maria Pia con Gilberto - che è già tornato alla Casa del Padre -, Guido Lazzarini, mons. Anfossi, per il grande contributo nella formazione del Gruppo, ma soprattutto per la loro testimonianza di fede e disponibilità.
rosannabraida@alice.it

6-MONDOVÌ (CN) Una stagione eccezionale
L’iniziativa portante di quegli anni fu la Scuola per Famiglie.

di Paolo Albert
1990-1996. Questi sette anni hanno racchiuso, per la diocesi di Mondovì, una stagione eccezionale: tutta la diocesi dedicata alla famiglia, con il vescovo ed il vicario diocesano impegnati direttamente nel promuovere e curare le iniziative.
Ricordiamo ancora l'auditorium dell'Istituto Piccola Betania con 180 persone, uno stuolo di bambini che si ricongiungeva con i genitori per la preghiera e la messa conclusiva dell'incontro.
Per la prima volta, in tanti anni di frequentazione di parrocchie e diocesi, si sentiva una Chiesa a dimensione di famiglia, ci si sentiva riconosciuti nella dimensione di vita per ciascuno di noi più forte ed importante. Si ascoltava un discorso di fede che entrava nel vivo del nostro essere coppia e famiglia.
Allora, 20 anni fa, nella Chiesa in Italia si era appena all'inizio di un'attenzione specifica alla dimensione familiare che è quella più significativa e totalizzante per ogni persona.
L'iniziativa portante di quell'anno diocesano fu la Scuola per Famiglie, guidata da Anna e Guido Lazzarini. Il tema del primo anno, sviluppato in sei incontri mensili era: "Farsi coppia nel Signore".
Noi eravamo sposati da oltre 20 anni, ma c'erano con noi coppie di sposi novelli e coppie con i capelli bianchi.
Fu una specie di esame di coscienza della nostra relazione di coppia, illuminata non solo da sapienza ed esperienza umana ma anche dalla Parola che entrava nel vivo della nostra vita quotidiana.
La domanda che eravamo portati a farci era: "Che cosa cambia nel nostro quotidiano per cercare di vivere, di comportarci da cristiani non più come single, ma da sposati?".
Che cosa cambia nel nostro rapporto con la fede, con la Chiesa per il fatto di aver scelto come vocazione di vita il matrimonio e la famiglia?
Anche il metodo era per noi nuovo, efficace e facile da praticare. Dopo l'annuncio, in cui Guido od Anna sviluppavano il tema dell'incontro, girando soltanto le sedie, si formavano piccoli gruppi di 4 - 5 persone per macinare, riflettere assieme su quanto appena ascoltato.
Abbiamo cosi conosciuto tante altre coppie, scambiato esperienze, ascoltato problemi e situazioni, condiviso una grande ricchezza umana e di fede vissuta con umiltà. Poi uno del gruppetto riferiva al microfono quanto emerso dal gruppo per condividerlo con tutti.
Della nostra parrocchia eravamo 6-7 famiglie, si formò quindi un gruppo famiglia che si incontrava tra due incontri diocesani. Cosi si faceva in tante parrocchie e, se le famiglie di una parrocchia erano poche, si formava il gruppo con le famiglie delle parrocchie vicine. Fu questo uno dei primi esempi di collaborazione tra parrocchie in diocesi.
Le coppie responsabili di ciascun gruppo si incontravano nell'intergruppo ogni due-tre mesi per affrontare problemi, trovare soluzioni, confrontare e fare esperienze da riproporre nei gruppi famiglia parrocchiali.
Nell'intergruppo si sperimentarono per la prima volta la "Lectio divina" e la "Revisione di vita".
Lo stile di questa organizzazione, abbastanza completa, era: " imparare facendo", ovviamente sotto una guida esperta. Ciò che si sperimentava negli incontri diocesani: struttura degli incontro, modalità di accoglienza, di conduzione, di partecipazione, modi nuovi di preghiera personale e di famiglia, veniva consolidato nell'esperienza dei singoli gruppi famiglia.
Questi avrebbero continuato anche ben oltre la conclusione dell'esperienza diocesana.
Negli anni successivi seguirono altri tre cicli di incontri:
• Un cammino di fede per la famiglia.
• Per un itinerario di fede della persona.
• Chiamati a costruire la città degli uomini.
Fu un ciclo di formazione che ha lasciato una traccia profonda nella diocesi. Inoltre le parrocchie poterono contare con un bel nucleo di famiglie formate, preparate, disponibili a "fare" in tutti i settori di vita delle comunità.
Per noi fu l'inizio di un impegno che continua ancora oggi dopo 20 anni.
famigliaalbert@gmail.com

7-I GRUPPI FAMIGLIA DI BRA (CN)

Di Antonella e Enzo Barbero
Domenica 8 dicembre 1991. La storia dei GF di Bra inizia ufficialmente in questa data. E poi, via, via negli anni, altre domeniche, altri incontri, tante famiglie, sì, proprio tante.. e la formazione di un buon numero di GF - una decina - di Bra e paesi limitrofi, desiderosi tutti di vivere una bella e fruttuosa esperienza, un cammino con del valore aggiunto.
A distanza di circa 20 anni abbiamo riempito due grossi faldoni: sono la memoria storica dei GF e, aprendoli, rimaniamo ogni volta sorpresi di ciò che si è fatto e rivediamo volti, situazioni, incontri, avvertiamo la fatica ma anche la gioia dell'incontro.
A partire dal 2007 l'intergruppo non ha più proposto il consueto metodo dell'annuncio domenicale perché è venuta sempre meno la disponibilità delle famiglie a ritrovarsi comunitariamente; così come non hanno più funzionano le serate pubbliche (due all'anno e anche ben organizzate). Da allora si preferisce ritrovarsi solo in gruppo perché, pur estendendo l'invito all'intera città, di fatto questi momenti venivano percepiti solo come dei GF e non per tutti.
In questi ultimi anni abbiamo riscontrato anche una minor disponibilità delle famiglie (in particolare delle giovani coppie!) sia di far parte di un GF sia fare un certo tipo di cammino, sia di partecipare ad un campo o ad una giornata… Così è faticoso il ricambio, stanno venendo meno le energie e diventa anche difficile guardare lontano. Ad oggi nel coordinamento sono presenti cinque gruppi e ci manca un forte sostegno pastorale.
In compenso in questi anni, a partire dai GF, è nata la commissione famiglia dell'UP 50, molte persone si sono impegnate nella catechesi, nella preparazione al matrimonio, nel sociale. Inoltre, dall'incontro tra gruppi ed enti è nata tre anni fa la consulta della famiglia che proprio quest'anno è diventata la consulta della famiglia della città di Bra, con tanto di statuto, riconoscimento e assessore delegato alla famiglia.
I GF camminano anche in collaborazione con gli uffici diocesani. Quest'anno il tema: "nuovi stili di vita" è stato affrontato utilizzando le schede proposte dall'ufficio della pastorale sociale e del lavoro e poi successivamente rielaborate nei gruppi.
Ne è nato un bel progetto apprezzato dalle famiglie, che ha messo in discussione il nostro modo di vivere e le nostre scelte, rispetto a: creato, lavoro, consumo, risparmio, mondialità.
La sfida per il prossimo futuro è quella di rimotivare i GF esistenti e farne nascere dei nuovi cercando altre strategie, soprattutto con le coppie giovani.
antonella@enzobarbero.191.it

8-CANDIOLO (TO): Coltivare sempre momenti "in comune" tra i gruppi

di Rossella e Gianfranco Lerda
L'esigenza di formare un GF a Candiolo è nata nel 1991, quando tra alcuni di noi ex-giovani della parrocchia che avevamo messo su casa si cominciava a sentire la necessità di tornare ad avere momenti di confronto e condivisione in quanto famiglie.
Da un primo nucleo di 4 coppie di amici di lunga data, a cui si sono unite altre 3 coppie incontrate ai corsi di preparazione al matrimonio, con l'appoggio del nostro parroco don Beppe Marcon, è quindi nato il primo GF, che nel 1992 ha preso contatto con Maria Rosa e Franco Fauda.
I Fauda ci hanno proposto di costituire un gruppo di famiglie con alcune caratteristiche ben precise che ci sono piaciute subito: ritrovarsi nelle case, con i figli, una volta al mese, preparare gli incontri a turno, cambiando periodicamente la coppia responsabile e, soprattutto, la proposta di un GF il cui scopo principale fosse essere occasione di crescita e aiuto per le famiglie che ne facevano parte.
Per due anni quindi siamo stati seguiti nel percorso classico di formazione da Maria Rosa e Franco, dopo di che il nostro primo gruppo ha, per così dire, spiccato il volo autonomamente.
Dopo un paio di anni di assestamento, abbiamo rilanciato con entusiasmo la proposta a nuove e vecchie coppie di amici, con l'intenzione di far nascere altri gruppi come il nostro.
Così, dopo pochi anni, esistevano tre gruppi a cui facevano riferimento una ventina di famiglie e un numero crescente di bambini.
Nonostante ogni gruppo facesse un cammino autonomo nella scelta del tema che si intendeva sviluppare nel corso dell'anno (fermi restando i principi ispiratori specifici dei GF), per non perdere il contatto tra i gruppi erano previsti alcuni momenti comuni a tutti i gruppi, in particolare una giornata di programmazione dell'attività a settembre, un ritiro di un giorno in autunno, un corso di esercizi spirituali di due giorni in primavera e una giornata di revisione a fine anno.
Dopo un paio d'anni si sono fatti sotto i fratelli più giovani di alcuni di noi che, una volta sposati, hanno coinvolto altri loro amici e hanno costituito un loro nuovo gruppo.
Nuova richiesta di aiuto agli inossidabili Maria Rosa e Franco e con la loro collaborazione e l'ausilio di alcune coppie già inserite in altri gruppi ha preso il via anche il quarto gruppo. Questo gruppo è da sempre il più numeroso e tuttora annovera tra le sue file otto famiglie e un numero imprecisato di figli.
In tutti questi anni, proprio come succede in ogni famiglia, ci sono stati molti momenti belli ma non sono mancate le esperienze difficili, in particolare quelle che hanno visto alcune nostre famiglie entrare in crisi.
Per concludere possiamo dire che la storia dei GF a Candiolo continua, coinvolgendo ancora quattro gruppi e circa trenta famiglie. Ogni gruppo mantiene le proprie peculiarità, ma tutti cercano di alimentare e sostenere, alla luce del Vangelo, quel grande dono/impegno che è per ciascuno di noi la nostra famiglia.
gian_rossi@tin.it

9-NICHELINO (TO): Serve il sostegno dei sacerdoti

di Mariapia e Vincenzo Cutri
L’esperienza dei GF a Nichelino ha inizio nel 1989, quando una coppia del luogo partecipa alla Scuola per Gruppi Famiglia tenutasi a Moretta, in provincia di Cuneo.
Insieme ad altre famiglie si scopre che i problemi sono simili e che le soluzioni sono possibili; tutti possono insegnarci qualcosa e pregare insieme arricchisce ognuno di noi, dandoci la carica per affrontare la vita con più ottimismo.
Così, con l'aiuto di un sacerdote (don Domenico Cavaglià), abbiamo fatto partire il primo Gruppo Famiglia interparrocchiale, composto da famiglie della quattro parrocchie della nostra città.
Il frutto di questo bellissimo interscambio sarà la prima Scuola per Gruppi Famiglia a Nichelino, nel 1996, con l'aiuto dell'allora vice-parroco don Claudio Curcetti e di Anna e Guido Lazzarini. Per circa due anni molte famiglie si sono confrontate e confortate sui temi fondamentali della nostra vita: memorabile la prima giornata del corso, con la presenza di quasi 250 persone!
Durante la Scuola di formazione sono nati una decina di gruppi famiglia, che hanno continuato ad incontrarsi mensilmente. Tre di questi gruppi hanno proseguito nel tempo con costanza, organizzando negli anni vari corsi biblici rivolti alle famiglie della città, partecipando anche ai campi estivi del Collegamento tra GF e avendo così modo di agganciare nuove coppie.
Nel 2004, mettendo in atto l'esperienza vissuta appunto nei campi estivi, i Gruppi Famiglia di Nichelino organizzano il loro primo campo estivo nell’ambito del Collegamento a Richardette, con la presenza di una ventina di famiglie provenienti da Liguria, Toscana, Veneto e naturalmente dal Piemonte.
Un'esperienza molto impegnativa e faticosa dal punto di vista dell'organizzazione, ma un momento forte che ha creato lo "zoccolo duro" per la base dei gruppi famiglia a Nichelino.
Nel 2007, grazie alla collaborazione tra i parroci dell'Unità Pastorale (in particolare don Gianfranco Sivera e don Riccardo Robella) nascono nuovi gruppi famiglia, anche tra le leve dei giovani sposi. Il nostro nuovo parroco in particolare, don Riccardo, valorizza i gruppi famiglia facendo della pastorale della famiglia uno dei punti cardine della sua pastorale.
In questi anni oltre agli incontri mensili di ogni gruppo abbiamo continuato ad organizzare gli Esercizi Spirituali invernali per le famiglie e a giugno un momento forte: la "Festa della Famiglia", che diventa occasione per far conoscere i Gruppi Famiglia a tutta la città.
Questa esperienza, alla luce della vita dei nostri giorni, è una risposta concreta alle esigenze delle famiglie che hanno bisogno di essere sostenute, di ritrovare l'entusiasmo, di avere momenti di formazione a loro misura. Sentire la vicinanza di altre famiglie che condividono gli stessi nostri ideali ci dà la serenità e la fiducia per affrontare con coraggio il futuro.
cutrivince@libero.it

10-BORGARO (TO): Il gruppo e la creazione di una rete di amicizie

di Marianna e Gian Luca Rocca
Il nostro gruppo famiglia di Borgaro Torinese nasce nel 2001 dall’esigenza, come coppia, di continuare la formazione religiosa avuta da giovani nei gruppi in oratorio, di trovarsi con altre famiglie di coetanei per scambiare esperienze, aiutarsi e non ultimo avere dei sani rapporti di amicizia.

La scuola di formazione
I primi due anni sono di formazione con la "scuola" di Céline e Paolo Albert che ha dato l'impostazione e plasmato i componenti, facendoci ripercorrere tutte le varie tappe del nostro essere sposi, dal fidanzamento alla rivisitazione del rito del matrimonio.
Nel frattempo abbiamo imparato anche il nuovo modo di pregare in gruppo con il metodo della Lectio Divina, e ci ha fatto anche un po’ ritornare sui banchi di scuola quando sì è dovuto studiare l'annuncio da proporre al gruppo.
Gli anni successivi ci ha visti preparare annunci e incontri imperniati sul tema dell'educazione dei figli che la maggior parte del gruppo aveva ancora piccoli o all'inizio dell'adolescenza, l'età più critica e più impegnativa per noi genitori.
Ci siamo affidati ad esperti psicologi come don Domenico Cravero, che attraverso i suoi libri, come ad esempio: "Quando dire sì, quando dire no", ci ha aiutato nella preparazione degli incontri. Da qui è nato il servizio della "Scuola Genitori", rivolto a tutta la cittadinanza.

Una rete di amicizie
Sono stati anni pieni di fermento e di attività che ha reso il gruppo molto coeso e che ha dato il via a ottime amicizie tra le famiglie componenti il gruppo. Basti pensare che ormai le vacanze sono di gruppo, nel senso che d'estate ci troviamo con alcune delle famiglie del gruppo alle quali siamo più legati e organizziamo le vacanze insieme. Oltre le vacanze non mancano le uscite serali, a volte si esce solo tra le mamme, o solo i papà, anche solo per andare al cinema insieme. E poi i Capodanno fuori porta, le grigliate in campagna e le pizzate in oratorio.

Crescere nella fede
Negli ultimi due anni il gruppo ha cambiato rotta, i figli sono cresciuti, molti di loro sono ormai adulti, gli argomenti di discussione sono diventati più spirituali, legati alle grandi domande esistenziali.
Si è passati dal rapporto intergenerazionale al mondo del lavoro in rapporto alla famiglia, fino a giungere negli ultimi tre anni alle grandi domande su Dio e la vita di Fede.
Per questi argomenti ci siamo fatti guidare, oltre che dal nostro parroco, dalla coppia guida e dai testi e video delle conferenze di un teologo biblista famoso, padre Alberto Maggi del Centro Biblico Vannucci di Montefano (MC).
Ci siamo avvicinati sempre di più al nocciolo della questione, alla lettura del Vangelo e alla conoscenza di Gesù Cristo. I commenti di Padre Maggi, sempre così ottimisti e umani, sono fatti per far scoprire la Buona Notizia di un Dio al quale sta a cuore che l'uomo sia felice, già su questa terra, e che si occupi dei suoi fratelli, soprattutto i più deboli e affaticati dalla vita.
Negli ultimi anni abbiamo avuto anche la fortuna di avere a Borgaro i coniugi Oreglia, della diocesi Mondovì, per una conferenza rivolta a tutte le famiglie e coppie della Parrocchia.
Devo dire che la partecipazione a questi incontri è stata sempre molto alta e le persone partecipanti molto soddisfatte.

Successi e sconfitte
Dalla lettura di questo resoconto si può pensare che il nostro sia un gruppo riuscito, senza problemi, invece purtroppo ce ne sono, come si può ben immaginare.
Ad esempio non tutte le coppie che hanno iniziato il percorso con noi sono ancora presenti, anche se nel frattempo se ne sono aggiunte di nuove. Il motivo di questi allontanamenti è secondo me fisiologico, forse non era il gruppo che cercavano, lo trovavano troppo intellettuale, pesante e faticoso. Alcune di queste coppie si sono solo spostate su altri gruppi, meno impegnativi, oppure sono tornati nella Parrocchia frequentata da ragazzi.
Ma questo è normale, fa invece un po' dispiacere il fatto che di alcune coppie sia rimasto solo un coniuge a partecipare, l'altro si è perso per strada, adducendo ad altri interessi, o nel caso più doloroso alla separazione effettiva di una coppia.
Per noi è stato un vero e proprio trauma, vissuto come se ne fossimo in qualche modo responsabili, e che la loro crisi fosse un po' un fallimento del nostro lavoro di gruppo.

Il servizio in parrocchia
La presenza del nostro gruppo in Parrocchia è invece molto singolare, è innanzitutto uno dei pochi gruppi che non hanno il sacerdote a guidare l'incontro. Le attività e i servizi che svolgiamo, come l'accompagnamento dei genitori al battesimo, attività svolta direttamente a domicilio, sono visti come percorsi un po' da intellettuali, gli altri gruppi sono molto presenti invece in oratorio e nella preparazione dei vari momenti di festa che la Parrocchia organizza.
Questo fatto crea a volte momenti di tensione, di incomunicabilità ma, col passare degli anni, ci si è un po' abituati alla nostra peculiarità, soprattutto al fatto che lo stile del nostro gruppo è quello di lasciare libere le coppie partecipanti nello scegliere il servizio da svolgere, senza dimenticare che è la famiglia il primo servizio.
marianna42@alice.it

11-PINEROLO (TO): il Gruppo famiglia, la testimonianza di chi vi partecipa
Il GF è stato per noi uno strumento che ci ha guidati nel nostro cammino cristiano, coinvolgendoci nel profondo.

di Anna e Ferruccio Sanmartino
Possiamo dire che per noi la possibilità di partecipare ad un Gruppo Famiglia nel 1998 è stata veramente un dono di Dio, una risposta agli interrogativi che in quel periodo ci ponevamo come coppia. Uno strumento che ci ha guidati nel nostro cammino cristiano, sia come coppia che come famiglia (abbiamo due figli che ormai hanno 21 e 18 anni), coinvolgendoci nel profondo.
Ma, come tutti i doni che il Padre ci offre, non possiamo nasconderli e proprio questo motivo ci ha spinto, cinque anni fa, a dare inizio ad un nuovo Gruppo Famiglia all'interno della nostra parrocchia.
Inizialmente il nostro parroco ci diede un elenco di coppie, risultanti dai registri matrimoniali che contattammo con risposte di vario tipo…. In seguito abbiamo cercato di individuare, tra le famiglie che frequentano la messa, quelle che potevano essere maggiormente interessate a questo tipo di proposta.
Il gruppo ha avuto finora un cammino non sempre semplice, anche perché la maggior parte delle coppie non si conosceva e non aveva altre esperienze di cammino di gruppo. Attualmente si è raggiunta una buona regolarità nella partecipazione attiva. Il gruppo si ritrova un sabato al mese alle 17 per la Lectio Divina sul Vangelo della domenica, si partecipa alla messa comunitaria e poi si condivide insieme la cena nelle aule parrocchiali. Si cerca inoltre di partecipare alle iniziative dell'ufficio famiglia della nostra diocesi.
Lasciamo la parola ad alcune di queste coppie che testimoniano la loro esperienza di Gruppo Famiglia, con la convinzione che si tratti di un cammino accessibile e fruttuoso.

"Per noi il Gruppo Famiglia è un momento bello, una sosta, un momento di condivisione, di confronto e di incontro con noi stessi e con gli altri … l'unione fa la forza… anche in senso spirituale… anche la fede può essere messa in comune…".
Antonella e Alberto

"Sono quattro anni che siamo nel gruppo famiglia. Abbiamo cominciato a frequentarlo subito in modo assiduo: piaceva molto ai nostri figli (che allora avevano 6 e 7 anni), perché la cena comunitaria al tavolo riservato ai bimbi e ragazzi ed i giochi dopo, dava loro una sensazione di indipendenza e li legava molto ai ragazzi più grandi che erano per loro l'esempio da seguire.
Oggi è ancora così.
Noi, come coppia, siamo cresciuti insieme nella conoscenza del Vangelo. Abbiamo imparato a tirar fuori il nostro vissuto parlandone con gli altri e così a condividere i problemi e capire che siamo tutti fratelli, che non esiste la perfezione, ma sta a noi vedere il bello della vita. E secondo noi ce n'è tanto!
Paola e Marco

"Abbiamo partecipato alla costituzione di questo gruppo famiglie alcuni anni addietro perché eravamo convinti - e lo siamo tuttora - che sia sempre più importante riflettere insieme con altri sui problemi della vita familiare in riferimento al Vangelo, in quanto l'esperienza della fede cristiana non può mai essere esclusivamente intimista, ma deve aprirsi alla realtà del mondo e delle sue difficoltà".
Carmen e Andrea

"Nel Gruppo Famiglia abbiamo la possibilità di leggere e meditare meglio la Parola di Dio, grazie all’approfondimento proposto dalla coppia che prepara la Lectio. Così si riesce a capire meglio un brano e ci si arricchisce grazie alle riflessioni degli altri componenti del gruppo. È un'occasione di confronto con altre famiglie che condividono i nostri stessi valori; nei momenti difficili un punto dove chiedere consiglio o anche solo un'occasione di parlare con altri dei nostri problemi, sapendo di essere ascoltati; nelle serate che seguono la Messa, un momento di convivialità: consumare un pasto insieme è utile per unire le persone!
Ornella e Renzo

"L'incontro del Gruppo Famiglia è sicuramente un'esperienza positiva sia sotto il profilo spirituale che umano, ci aiuta a trovare un po' più di tempo per dedicarci al Signore e poter approfondire e rafforzare la nostra fede, oltre che con la preghiera, anche con la condivisione e il confronto di vita con le altre famiglie.
Monica e Alessandro

Da parte nostra il cammino con questo gruppo continua ad arricchirci ulteriormente e ci auguriamo che, come famiglie cristiane, possiamo tutte sentirci lucerna che si mette sopra il lucerniere perché faccia luce, consapevoli che la famiglia fa parte del progetto di Dio sull’uomo fin dalla creazione.
fersanmartino@alice.it

12-"RICORDARE, FARE MEMORIA..."
Momento fondamentale per in nostro impegno nel presente e per la capacità di aprirci fiduciosi al futuro

di Alessandro Dussin*
"Ricordare…" è un verbo che troviamo tante volte nella Bibbia e nel Vangelo. Ricordare vuol dire fare memoria, riconoscere, ringraziare, ascoltare, è l'atteggiamento fondamentale del credente nel Signore di Israele e del discepolo di Gesù.
Per la cultura classica di allora, e di oggi, la facoltà importante è la fantasia, l'inventare, il creare bellezza o benessere.
Per il mondo della Bibbia, invece, è la memoria, "quante cose il Signore ha fatto per noi, quanto buono è stato col suo popolo, quante sono le sue opere, le sue meraviglie, i suoi doni, la sua fedeltà…".
È con questo atteggiamento che anch'io mi unisco a quanti celebrano e rivivono questo anniversario della nascita e sviluppo dei gruppi famiglia e di questa esperienza di pastorale familiare.

Il cammino fatto
Vorrei ricordare anch'io tante iniziative, tanti campi scuola, tanti incontri, tanti nomi e tanti volti di amici vicini e lontani, che hanno creduto, sperato e amato, talvolta senza soddisfazioni e riconoscimenti, anche all'interno delle comunità cristiane. Senza contare poi, l'indifferenza e il disinteresse di tanta parte della società civile.
Per me in particolare, un nome e un volto li riassume e rappresenta tutti: don Luigi Condotta, mio carissimo amico, e insostituibile, per 16 anni a Castelfranco Veneto e a Fanzolo, e ora in cielo, da 20 anni… (a proposito: il 5 dicembre prossimo celebreremo il 20° anniversario del suo ritorno al Padre: chi desidera può partecipare alla S. Messa delle ore 10 a Fanzolo).
Il grande Papa Paolo VI diceva che il cristiano vive del passato - ecco il fare memoria -, ma nel presente - ecco l'impegno -, e per il futuro, e ci è necessaria allora una grande speranza perché i tempi sono difficili, dentro e fuori la Chiesa.
"Ma quando, per i veri cristiani e per una Chiesa fedele al suo Signore, i tempi sono stati facili e tranquilli?" si chiedeva l'altro grande papa Giovanni XXIII.
Ricordiamo allora con riconoscenza, e anche con un po' di nostalgia, il nostro passato di pastorale familiare, ma come fa, o dovrebbe fare una coppia giovane: guarderà e tornerà volentieri alla famiglia di origine, non per restarvi però, ma per costruire il proprio presente e il proprio futuro.

Il cammino da fare
Come cristiani guardiamo il futuro; il "bello" per noi è quello che deve ancora avvenire. Le misericordie del Signore non sono finite. Proprio come dice Gesù nel Vangelo: il discepolo maturo è colui che sa estrarre dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.
A me sembra che, grazie all'impegno, al sacrificio, alla sapienza di tante persone, il problema della famiglia si ponga ormai all'attenzione di tutta la Chiesa italiana, e sta incominciando timidamente ad interessare anche la società civile.
In concreto, mi pare importante guardare sempre più al progetto di pastorale familiare della propria parrocchia, del proprio vicariato o decanato, della propria diocesi.
È su questi ambiti territoriali ben precisi che siamo chiamati a verificare, verificarci, assumerci responsabilità precise.
E poi sono aperti nuovi problemi, nuove sfide, e nuove opportunità come: l’associazionismo familiare, l’attuazione a livello locale di politiche per la famiglia, le famiglie straniere, il problema del lavoro che non c’è o è precario, le convivenze. E poi la crisi dei matrimoni: da una recente ricerca risulta che, in provincia di Treviso, il 50% circa delle coppie sposate va in crisi e rompe il patto coniugale.
È allora necessaria un’evangelizzazione nuova circa la vita, l'amore, il matrimonio umano e cristiano. La Parola di Dio, la preghiera, la presenza di un gruppo, l'amicizia con qualche coppia di sposi o con qualche persona veramente credente, sono ancora strumenti importanti e fondamentali.
Anche per noi sacerdoti: conoscere e condividere gioie e speranze, fatiche e sofferenze delle famiglie è una scuola insostituibile di formazione permanente di umiltà e di umanità.
All'inizio del Cristianesimo è stato proprio questa novità della famiglia credente in Gesù che ha fatto breccia nel mondo pagano: la fedeltà, l'amore per i figli, la gioia di vivere insieme anche nei momenti difficili, il rispetto per le donne. Tutto questo ha costituito un'attrattiva per la società corrotta di allora.
Forse sarà lo stesso anche per la nostra società sempre più pagana, più vuota, più triste.
*parroco di Fanzolo (TV)

13-FANZOLO (TV): il gruppo "spugna". Per assorbire e rilasciare amore a chi ci circonda
Ogni coppia si impegna, a turno, per preparare e "condurre" una serata.

di Roberta e Gianfranco Caufin
Ci siamo avvicinati alla realtà del gruppo famiglia di Castelfranco Veneto nel 2002 quando, dopo aver frequentato il corso di preparazione al matrimonio a Vedelago, ci hanno proposto di continuare il cammino accompagnati da una coppia responsabile.
Abbiamo accettato con altre coppie questa nuova avventura, spinti dal desiderio di approfondire la conoscenza tra noi e l'amicizia con le altre coppie.
Parte integrante di questo cammino è stata la partecipazione agli incontri organizzati in vicariato, che diventavano poi tema di riflessione personale, di coppia e di gruppo.
Nel corso degli anni, il gruppo ha vissuto momenti belli - tra tutti, il matrimonio e la nascita dei primi figli - ed altri difficili, come la scelta di alcune coppie di terminare questo percorso.
Abbiamo scelto di continuare e una nuova energia e vitalità è arrivata con l'entrata di nuove coppie/famiglie.
Da alcuni anni abbiamo anche un nome - "Gruppo spugna" - perché, come una spugna, vorremo essere in grado di assorbire e rilasciare amore a chi ci circonda e a "graffiare via", eliminandole, le impurità presenti nelle nostre famiglie.
Riconosciamo di aver bisogno degli altri per essere più forti, sostenerci nei momenti difficili e godere appieno delle gioie della vita.
Quello passato è stato uno degli anni più importanti e al tempo stesso impegnativi per il nostro gruppo, dal momento che in pochi mesi sono nati quattro bambini. L'attesa e la nascita dei nostri figli ci ha coinvolto enormemente, ci ha unito, ci ha riempito di gioia ma ci ha richiesto anche più impegno e fatica nella scelta di continuare questo percorso. Per fortuna nessuna coppia ha rinunciato.
Gli incontri sono stati programmati con largo anticipo e animati a turno da tutti. Ad ogni coppia l'impegno di preparare e "condurre" una serata, scegliendo un argomento che fosse motivo di discussione fra i coniugi.
I temi affrontati, forse perché molto concreti e attuali nelle nostre vite alla fine così simili - arrivo dei figli, decidere insieme, il perdono nella coppia, le famiglie d'origine, il lavoro e il tempo, ecc... - hanno permesso di conoscerci meglio e di sperimentare concretamente come il gruppo possa essere una risorsa per la coppia. Il gruppo ha stimolato la discussione, esplorato i diversi punti di vista e suggerito preziosi consigli su come poter affrontare la situazione.
Attualmente il gruppo "Spugna" è composto da 6 famiglie. Ci conosciamo ormai da alcuni anni e l'affiatamento e la complicità tra di noi è cresciuta molto, tanto che cominciano a nascere occasioni per sentirci e incontrarci anche al di fuori delle attività ordinarie.
Nella nostra storia i gruppi famiglia ci hanno aiutato - e ci stanno aiutando - a migliorare il confronto e il dialogo nella e della coppia, ci hanno costretto a conoscerci meglio, e incoraggiato ad affrontare la nostra storia e a "decidere insieme" il nostro futuro.
Ci ha sostenuto nei momenti più difficili, ci ha accompagnato nelle decisioni importanti, insegnandoci a porle come decisioni di coppia.
Stiamo imparando un nuovo modo per affrontare la quotidianità, e per leggere il volto di Dio nei piccoli gesti di ogni giorno.
A otto anni di distanza rimane in noi ancora forte il bisogno di non rinunciare a questo percorso, occasione importante anche per incontrarsi e approfondire legami di amicizia con le altre famiglie e per confrontarsi su problemi legati all'educazione dei figli e alle dinamiche di coppia.
caufin@nuovamacut.it

14-L’ASSOCIAZIONISMO FAMILIARE E I GF

di Laura e Valerio Agnolin
La nostra famiglia vive la realtà dei Gruppo Famiglia praticamente da sempre.
Siamo sposati da 28 anni, abitiamo a Fanzolo (vicino a Castelfranco Veneto) e abbiamo tre figli grandi.
Ricordiamo con affetto e riconoscenza don Luigi Condotta, parroco di Fanzolo dal lontano 1982 e che dal 1990 abita già nella casa del Padre. Fu lui che, con sagacia ed intuizione, trainò l'allora GF della Parrocchia all'apertura verso una realtà più vasta di famiglie, nell'intento di condividere esperienze e percorsi di vita. È iniziato così, da almeno 20 anni, l'esperienza del Collegamento Nazionale tra Gruppi e dell’ "Inter-gruppo" della nostra zona.
È stata e continua ad essere una boccata di ossigeno per le famiglie che vi partecipano.
Siamo stati tra i fondatori dell'Associazione "Gruppi Famiglia in Cammino" (http://www.gruppifamigliaincammino.it/) e, attualmente, ne siamo anche i coordinatori.
Il motivo che ci ha spinti a fondare questa associazione è stata principalmente la possibilità di poter attingere a fondi Regionali che fino a qualche anno fa venivano erogati in maniera anche importante.
Dal momento in cui siamo diventati Associazione, sono stati posti dei limiti che hanno reso molto più complicato l’accesso ai fondi.
Comunque, siamo riusciti ad ottenere, l'anno scorso, qualche centinaio di euro presentando un progetto insieme all'A.F.I. di Treviso, di cui Andrea Antonioli è il presidente.
Quindi, pur avendo tutte le caratteristiche per poter accedere ai fondi, abbiamo deciso di tralasciare questa strada perché non vogliamo che la possibilità di avere sovvenzioni ci consumi tutte le energie, che preferiamo destinare al servizio delle coppie e delle famiglie.
vaagnolin@libero.it

15-VEDELAGO (TV): Il valore fondamentale dell’intergruppo
L'intergruppo serve per preparare le coppie responsabili, cui tocca formare le altre coppie del gruppo.

di Fiorenza Bottero
La nostra storia di gruppi famiglia, della zona Castelfranco Veneto (TV) e dintorni è partita oltre 20 anni fa.
Eravamo un gruppo di coppie, alcune appena uscite dagli incontri per fidanzati, altre con figli, altre appena sposate. Tutte coppie della zona di Vedelago, che da qualche anno si incontravano per parlare insieme di tematiche legate alla famiglia, all'essere coppia a come essere genitori coerenti ai valori cristiani, incontri che preparavamo tra noi senza un programma ben stabilito.
Avevamo tentato anche qualche esperienza di week end estivo in montagna con buoni risultati.
Molte idee, tanto entusiasmo, e la voglia di un cammino che non fosse solo quattro chiacchiere tra amici.
Poi un giorno Tony Piccin ci ha mandato a Vittorio Veneto, io e Daniela, ad ascoltare un certo Guido Lazzarini. Siamo tornate entusiaste, e da lì è nata la voglia di tentare l'esperienza di questi incontri anche da noi.
Così, insieme, nel cinema parrocchiale di Vedelago è partito l'itinerario di cinque incontri del primo anno della scuola di formazione, poi il secondo e così via, incontri che si svolgevano con l'annuncio, un abbozzato lavoro di gruppo, domande al relatore; gli incontri venivano poi ripresi una sera della settimana successiva, in canonica a Fanzolo di Vedelago, dove si riunivano tutti i responsabili dei vari gruppi.
Questo incontro si chiamava e si chiama ancora intergruppo. Eravamo aiutati e sostenuti da un "grande" sacerdote, don Luigi Condotta (venuto a mancare prematuramente vent’anni fa) il quale credeva nelle famiglie e credeva in questa realtà che stava nascendo.
Nell'intergruppo si mettevano a fuoco quelle che erano le parti fondamentali e più importanti dell'annuncio e poi don Luigi faceva la lettura del brano biblico più inerente all'annuncio e lo spiegava, ci aiutava a farlo nostro e ci diceva che per lui era importante preparare noi coppie dell'intergruppo, poi toccava a noi portare il messaggio e le riflessioni all'interno del nostro gruppo.
La scomparsa di questo grande sacerdote ha portato a un susseguirsi di altri sacerdoti che in vario modo hanno contribuito al nostro cammino di gruppi famiglia.
In questo momento viviamo la difficoltà di essere aiutati da un sacerdote che viva e senta l'importanza di questa realtà di famiglie.
A mano a mano il cammino si è arricchito di nuove iniziative: l'itinerario parallelo dei figli, perché sia un cammino di crescita anche per loro, le settimane estive per famiglie, come momento forte dell'estate, gli incontri con altre realtà familiari simili.
In questi anni abbiamo cambiato anche varie sedi per gli incontri, e tante coppie sono passate attraverso la nostra esperienza, alcune se ne sono andate, altre poi sono tornate, altre ricordano con piacere l'esperienza vissuta, ma per problemi vari ne sono uscite.
Rimane la consapevolezza di aver fatto un tratto di strada molto importante per la nostra coppia, per i nostri figli, per le coppie che fanno o hanno fatto parte dei gruppi e per le persone che ci hanno incontrato.
Le esperienze fatte ci hanno portato a maturare anche l'esigenza di essere attivi nelle parrocchie di appartenenza, di non chiuderci all'interno dei gruppi, ma di avere uno sguardo aperto verso il mondo e gli altri.
antoniobottero@alice.it

16-CARPI (MO): Il dono dell’ospitalità ci ha fatto scoprire i GF

di Giuliana e Giorgio Chiossi
È stata la richiesta da parte di Antonia e di Rino Fantini di ospitare per una notte persone che venivano da lontano che ci indotto ad aprirci ad un modo diverso di vivere la famiglia.
Con Antonia e Rino Fantini facevamo parte di uno dei gruppi sposi della parrocchia. Pensiamo che non sia stato solo per questo , ma per coinvolgerci maggiormente in un percorso che essi stavano già facendo, che ci hanno proposto di ospitare, per una sera, delle persone che venivano dal Piemonte per partecipare ad un incontro di Gruppi Famiglia.
È stato così che abbiamo avuto l'occasione di conoscere persone eccezionali e di godere del dono di dare ospitalità.
Questo incontro ci ha portato a conoscere meglio il giovane movimento dei Gruppi Famiglia e siamo arrivati al convegno di Castelnuovo Fogliani (PC) del giugno 1995 dove ci fu riproposto l'invito a partecipare ad un campo-famiglia.
La curiosità di partecipare ad un'esperienza di vita in comune con altre famiglie, pur se di una sola settimana, ha condotto la nostra scelta su Sampeyre ,in provincia di Cuneo.
Fummo agevolati nella scelta dalla presenza al medesimo campo dei nostri amici Antonia e Rino e di un'altra famiglia della nostra città.
L'esperienza spartana del campo rimane indimenticabile, come rimangono vivi gli incontri con persone fino allora sconosciute, provenienti da realtà geograficamente e culturalmente eterogenee.
Ci siamo sentiti subito accolti con un affetto e una disponibilità all'apertura e alla condivisione che non avevamo ancora sperimentato negli ambienti da noi frequentati. Non abbiamo avvertito sensazioni di falsità o di giudizio per quanto si veniva a dire e a fare: e questo atteggiamento è raro.
Siamo stati aiutati a confrontare la vita delle nostre famiglie con la Parola di Dio, calandoci nella vita spicciola, quotidiana ed abbiamo visto che i nostri problemi erano anche quelli delle altre famiglie.
Siamo tornati con la consapevolezza che la famiglia non può ritenersi un'isola, più o meno felice, e che un buon aiuto può essere il confronto, l'apertura con chi vive gli stessi problemi affettivi, educativi, economici, relazionali.
Abbiamo avuto la gioia e la possibilità di ripetere l'esperienza del campo famiglie e di vivere diversi momenti formativi proposti dal collegamento conoscendo persone nuove, realtà belle e vivaci per le quali dobbiamo lodare Dio.
Nella realtà cittadina ed ecclesiale di Carpi non siamo riusciti ad attivare un gruppo famiglia; in ogni parrocchia esistono vari modi di vivere la pastorale familiare ed è anche presente un gruppo inter-parrocchiale di famiglie che ha una forte identità di impegno nell'accoglienza e nell'adozione di bambini in situazioni difficili.
giorgiochiossi@msn.com

17-RONCO BRIANTINO (MI): Non ti senti pronto per un campo? C’è la "vacanzina"!

Siamo sposati da sedici anni. All'inizio del nostro cammino di coppia non abbiamo sentito subito l'esigenza di far parte di un gruppo per l'accompagnamento specifico alla vita sponsale essendo ancora molto coinvolti nel servizio di animazione e catechesi in oratorio. Del resto in parrocchia non c'era una proposta specifica per giovani coppie.
C’era un gruppetto di famiglie che seguiva il cammino dell'Équipe Notre Dame ma l’esperienza venne ritenuta troppo impegnativa e fu abbandonata.
Fu allora che le più giovani del gruppo riuscirono a coinvolgerne altre tra cui anche la nostra.
Insieme si decise di seguire gli spunti di pastorale familiare suggeriti dal movimento di Azione Cattolica e di far divenire i nostri incontri mensili una proposta parrocchiale aperta a tutti.
Nel corso degli anni abbiamo sentito sempre più la mancanza della guida di un sacerdote: il nostro parroco ci appoggiava ma non ci seguiva e l'autogestione cominciava a diventare difficile, soprattutto con l'arrivo dei figli.
Il gruppo attraversava un periodo di stanchezza quando una famiglia provò l'esperienza dei campi famiglia e al ritorno in parrocchia propose di adottare il metodo del Collegamento tra Gruppi Famiglia ritrovandosi in casa anziché in parrocchia e aprendo gli incontri con la condivisione del pranzo.
Alcune coppie seguirono questa nuova proposta, altre ritennero importante continuare a proporre qualcosa a livello parrocchiale.
Ben presto le due esperienze trovarono un punto di incontro che vide la proposta a livello parrocchiale del momento dell'Annuncio, aperto dal pranzo di condivisione in oratorio.
Questo permise l'avvicinamento di nuove famiglie e la possibilità di rivitalizzare il gruppo che attualmente è formato da una ventina di coppie e che ha la fortuna di poter fare due tipi di proposte: per tutti il momento dell'annuncio vissuto in oratorio con il pranzo di condivisione ed invece la revisione di vita e la lectio divina per chi lo desidera in una casa ospitale e per gli altri ancora in oratorio.
Ci si è resi conto che questo permette ad ogni coppia di trovare l'ambiente che più la mette a proprio agio.
Nel corso degli ultimi cinque anni altre famiglie del gruppo hanno fatto l'esperienza dei campi famiglia e tutte sono rientrate in parrocchia desiderose di continuare con entusiasmo il cammino intrapreso e consapevoli della ricchezza dell'incontro con altre realtà di gruppi familiari con cui confrontarsi per fare il punto della situazione e migliorarsi laddove le condizioni lo permettono.
Non tutti possono o se la sentono di affrontare un campo magari perché non hanno mai provato a condividere per una settimana spazi tanto stretti e tempi tanto lunghi: ecco perché, grazie all'iniziativa della nostra coppia responsabile, il nostro gruppo da qualche anno propone una "vacanzina" in montagna di quattro giorni per provarsi nella convivenza, e il numero delle adesioni aumenta ogni anno... segno che l'esperienza piace e vale come trampolino di lancio per i campi.
Il desiderio di tutti è che un numero sempre maggiore di famiglie senta la necessità di trovarsi per pregare, confrontarsi, crescere e sostenersi. La nostra speranza è che la bellezza di ciò che troviamo nel gruppo famiglie oggi possa trasparire dal nostro stare insieme così che in altri si affacci il desiderio di provare.
Alessandra Motta

18-LATINA: un anno di noi. Cronaca semiseria delle attività dello scorso anno
La conduzione del gruppo non può essere cogestita tra i vari membri, serve sempre una coppia responsabile.

Non si contano le volte che ci siamo incontrati la scorsa estate per organizzare e definire gli incontri del nuovo anno.
Alessandro ed Antonella, responsabili del gruppo per anni, ci costrinsero a riflettere sul senso del nostro stare insieme, sulle aspettative del gruppo. Infine ci spronarono ad una maggiore partecipazione e condivisione dei compiti all'interno delle famiglie: il loro mandato si era concluso. Fu una rivelazione shock; la conduzione del gruppo doveva necessariamente passare per altre mani: sì, ma quali?
Nessuno si sentiva in grado di assolvere ad un compito così impegnativo anche perché, diciamolo, era così comodo venire alle riunioni e trovare la pappa bella pronta.
Dopo molte chiacchiere, tante discussioni e confessioni e fra molte saporite e gustose pietanze, vennero definiti i temi e le modalità organizzative degli incontri e si decise di condividere la responsabilità del gruppo tra i membri: ad ognuno la sua parte.
Io in quella occasione mi diedi la zappa sui piedi proponendo di presentare ad ogni incontro, su un semplice foglio A4, una ricetta, le date da ricordare, ecc. Bene, all'unanimità venni eletta come redattore. Ancora mi chiedo perché non faccio riposare la lingua ogni tanto.
Nel mese di ottobre iniziammo il nostro cammino di fede: Everaldo alias Junior ci guidò magistralmente, con un brano tratto dall'Antico Testamento (1Re 19,1-18), ad un esame di coscienza sulla nostra vita spirituale sul nostro cammino di fede.
In occasione di questo incontro vide la luce il primo numero del giornalino: per me fu un momento emozionante anche perché è veramente di poche pretese ma scritto con tanta semplicità e impegno. È un foglio A4 scritto su entrambe le facciate; con un carattere piuttosto piccolo (stile quotidiano), per concentrare il tutto in poco spazio.
All'interno c'è una ricetta, le date da ricordare (che riguardano i membri del gruppo), un gioco da proporre ai più piccoli, una barzelletta, un racconto, frasi per riflettere e un editoriale che altro non è che un resoconto molto personale dell'incontro precedente. C'è anche un gioco o un "ban" da proporre alla fine dell'incontro del giorno ma la fretta il più delle volte ci costringe a soprassedere.
Antonella ride sempre quando lo legge anche perché nelle date da ricordare prendo di mira di volta in volta i personaggi più caratteristici con la scusa degli auguri di buon compleanno.
Il 15 novembre furono invitati all'incontro Paolo e Livia dell'Opus Dei di Roma per parlarci del tema "La vita spirituale".
Erano presenti anche Corrado e Nicoletta Demarchi. Grazie alla loro insistenza da quell'incontro il nostro gruppo uscì impreziosito con la nomina all'unanimità di due responsabili: Junior e Giovanna.
Stefania non resse alla fatica dell’incontro e il 16 novembre partorì il suo quinto bambino: dopo Bobo, Fifo, Lallalalla, Drillini (non sono cani ma semplicemente i soprannomi) arrivò Andrea.
Nel mese di dicembre Junior, fresco di nomina, ci propose la Lectio divina che, ci disse, non è un metodo di studio ma una tecnica di preghiera. Applicammo questa tecnica al brano della liturgia del giorno: Lc 3,10-18.
A gennaio vennero a trovarci Paolo e Mara anch'essi dell'Opus Dei, due persone straordinariamente normali che vivono la normalità in modo straordinariamente cristiano; l'argomento dell'incontro fu "La sessualità nella coppia".
Il 14 febbraio, Junior, con la testa nel suo mondo metafisico ma con le mani sopra la tastiera del suo notebook, ci propose una Lectio sempre sul Vangelo del giorno: Lc 6,17.20-26, più noto come "le beatitudini", speculare al Vangelo di Matteo.
Junior ci aiutò a cogliere alcuni aspetti del brano: a chi è rivolto, attenzione al luogo, ai personaggi…
Nel mese di aprile tenemmo il nostro ultimo incontro dal tema "La comunione tra le famiglie"; diressero l'incontro Mario e Simona di Latina, che vivono una singolare esperienza in una piccola comunità.
Simona, psicologa, ci propose di disegnare su un grande foglio cosa rappresenta per noi il gruppo famiglia e, successivamente, di disegnare come immaginiamo il gruppo tra un anno. Sicuramente Michelangelo e Leonardo non avrebbero apprezzato lo stile e la tecnica molto elementare, ma tutti hanno rappresentato il nostro gruppo in cammino alla ricerca di Dio. Questa ricerca non avrà mai fine, anche se è desiderio di tutti avvicinarsi sempre di più al suo regno, in compagnia di tante altre famiglie che, durante il tragitto, grazie al nostro spirito missionario, si uniranno a noi.
Raffaella

19-COSENZA: pastorale familiare e gruppi famiglia. Distanti ma in contatto col... Collegamento!
La rivista di collegamento fu il primo tramite per un cammino di reciproca stima e conoscenza

di Pina e Nando SERGIO
Qualche anno fa, nella programmazione annuale del Centro Diocesano per la Pastorale Familiare ci eravamo posti, tra l'altro, l'obiettivo di promuovere i gruppi famiglia nelle Parrocchie. Per questo avevamo pensato di organizzare un Convegno cui invitare qualcuno che avesse già una certa esperienza dei Gruppi Famiglia.

I primi contatti con i GF
Proprio in quel periodo una coppia di nostri amici ci parlò dei GF della Diocesi di Torino e ci diede una copia del giornale (il foglio di collegamento) su cui era riportato il recapito telefonico dei coniugi Albert, responsabili del collegamento nazionale di quel periodo. Non potendo loro partecipare ci suggerirono di rivolgerci ai coniugi Lazzarini.
Partecipò, quindi, al nostro Convegno, svoltosi in Sila, il prof. Guido Lazzarini, e fu proprio grazie alla sua testimonianza che potemmo conoscere la storia, la spiritualità, la metodologia e la dinamica dei Gruppi Famiglia.
Da allora ci mantenemmo sempre in contatto, tant'è che, in seguito, il prof. Lazzarini ritornò in Calabria per partecipare a due campi estivi e incontrammo, più volte, anche il dott. Albert che, per motivi professionali, veniva spesso in Calabria.

Diocesi e gruppi famiglia
L'apertura che abbiamo sempre avuto nei confronti delle esperienze maturate in altre Diocesi, come quella dei GF verso cui nutriamo stima e simpatia, ci è servita da stimolo per portare avanti il nostro impegno a promuoverli anche in Calabria.
Nella nostra Diocesi sono presenti diversi GF con i quali cerchiamo di mantenerci in contatto, offrendo loro il nostro sostegno ed il nostro contributo nella conduzione e nell'animazione degli incontri.
Nel settembre del 2008 abbiamo organizzato il primo raduno dei Gruppi Famiglia della Diocesi ed è stata un'esperienza entusiasmante, al punto che siamo stati sollecitati a ripetere periodicamente l'esperienza, ritenuta una valida occasione per un confronto e un arricchimento reciproco.

Le giovani coppie
Oggi la nostra attenzione è rivolta soprattutto ai percorsi di preparazione dei fidanzati e ai gruppi di giovani sposi. Abbiamo sperimentato che, soprattutto quando il percorso è improntato ad un vero e proprio cammino di fede, i fidanzati vogliono continuare ad incontrarsi anche dopo il matrimonio.
Infatti, le coppie si trovano da sole a dover affrontare le difficoltà che spesso si presentano nei primi anni (p.e. l'arrivo di un figlio, il rapporto con le famiglie di origine, il lavoro, ecc…), per cui sentono il bisogno di essere accompagnate e sostenute.
In seno al gruppo, famiglia di famiglie, si sperimenta la vera amicizia e si vive la dimensione comunitaria della famiglia cristiana. Nel gruppo si condividono i momenti tristi e lieti della vita; ci si sostiene a vicenda e si trova il coraggio di andare anche contro corrente quando si tratta di affermare i valori cristiani in una società che ne esalta tutt'altri.

Il campo estivo
Quest'anno, a conclusione delle attività pastorali, nei primi giorni di luglio si è tenuto un campo estivo dedicato proprio alle giovani famiglie sul tema della genitorialità, al quale, tra l'altro, sono stati presenti come relatori anche i coniugi Nicoletta e Corrado Demarchi, coppia responsabile del coordinamento nazionale dei Gruppi Famiglia, che abbiamo avuto il piacere di conoscere nello scorso mese di gennaio.

Finalmente coppie giovani!
Il Centro Diocesano per la Pastorale Familiare, oggi, può contare anche sulla preziosa collaborazione di un gruppo di giovani coppie di sposi che si sono formate nei GF parrocchiali e che hanno dato la disponibilità a sostenere i Parroci nell'animazione di incontri e ritiri per fidanzati, di incontri per i genitori dei bambini di prima Comunione, ecc…. Tutto ciò è certamente Grazia di Dio, ma è anche prova che il lavoro di semina di questi anni inizia a portare qualche frutto.
nandino.sergio@gmail.com

20-ACQUAVIVA DELLE FONTI (BA): Il valore della rivista di collegamento tra GF
Il valore dell’impegno nella pastorale familiare

Carissimi,
Non vi nascondo che per me e Rosita è stata una gradita emozione ricevere una sera la telefonata: "Sono Franco Rosada…".
Improvvisamente si sono aperti gli anni belli dell'inizio della pastorale familiare nella nostra Diocesi.
Il Vescovo di venerata memoria Mons. Pisani un bel giorno (settembre 1987) ci chiama e ci dice a bruciapelo: "Voi coniugi Vito e Rosita siete i direttori dell'Ufficio Famiglia della Diocesi e il sacerdote don Lorusso è il vostro assistente!". Un fatto inconsueto nel mondo ecclesiale che la dice lunga sulla "passione" familiare del nostro Vescovo.
E noi partimmo da zero, con poca preparazione e nessuna esperienza. La nostra Diocesi comprende sei paesi sparsi sulle colline della Murgia: Gravina, Altamura, Acquaviva delle Fonti, Santeramo, Spinazzola, Poggiorsini.
Contagiati dall'entusiasmo del Vescovo, siamo partiti a visitare le 39 parrocchie, chiedendo ai parroci la carità di segnalarci il nome di una coppia che avesse solo la voglia di iniziare il cammino pastorale con noi.
Grazie a Dio ci fu una buona adesione. Una coppia per paese costituì la Commissione Diocesana per la Famiglia.
E la prima idea che ci venne in mente fu di creare un notiziario di collegamento (che chiamammo Noticoll) che facesse circolare idee, iniziative, esperienze in ogni realtà locale. Prima ciclostilato, poi stampato il Noticoll fu una creatura che ancor oggi ci commuove: la raffica di telefonate per sollecitare gli articoli, le notti passate a correggere le bozze, i nostri figli e quelli delle altre coppie tutti allegri a impaginare i fogli stesi su un grande tavolo e a correggere a penna gli errori di stampa, e infine la distribuzione nottetempo delle copie nei 6 paesi…
Tutto dono grande di Dio e di Maria.
E sempre in quegli anni, accanto al più famoso CLEF, giornale di pastorale familiare redatto dal compianto don Gianfranco Fregni di Bologna, ci perviene da Torino un foglio-notizie in bianco e nero: "Collegamento Gruppi Famiglia" di Anna e Guido Lazzarini, e Noris e Franco Rosada.
"Oibò - diciamo - questi sono come noi, credono nella famiglia come segno unico e speciale dell'amore di Dio fra gli uomini e nella coppia come soggetto attivo di testimonianza per far scoprire anche ad altri la bellezza del matrimonio!". Scatta una simpatia immediata per il vostro "giornalino" e subito - ricordate? - anche noi vi inviamo di volta in volta le copie del Noticoll, ricevendo da voi regolarmente quelle del Collegamento Gruppi Famiglia.
Nacque così uno scambio continuo, silenzioso (senza conoscerci né parlarci!) ma simpatico e fecondo tra il Nord e il Sud della pastorale familiare.
Ma voi siete stati molto più bravi di noi! Dopo un po' di anni - diciamo per problemi organizzativi - il Noticoll è andato in pensione, anche se continua l'iniziativa pastorale diocesana con nuovi Responsabili. Il Collegamento Gruppi Famiglia invece continua e sembra ringiovanirsi col tempo: la veste a colori gli ha dato poi un aspetto gradevole ed invitante alla lettura.
Che dire della vostra Rivista? È valida, diciamo bella, nel contenuto e nel metodo!
Il contenuto: sempre presenti i temi caldi della vita familiare (vedi l'ultimo numero sulla presenza "politica" delle famiglie), i percorsi di spiritualità più vicini e praticabili dalle coppie, l'importanza del momento aggregativo con incontri e campi scuola (il camminare insieme nella Chiesa!), le esperienze di vita concreta partecipata dai lettori.
Il metodo: giornale redatto con semplicità, con linguaggio non teologico-criptico (come qualcuno usa ancora per parlare alle famiglie!), ma limpido nel portare la buona notizia sul matrimonio e famiglia e comunque sempre aderente alle sfide concrete di tutti i giorni. Articoli chiari, incisivi, impaginati con maestria.
Anche per la nostra professione di medici, ci pervengono tante riviste (il postino è disperato!), ma per la Vostra abbiamo un occhio particolare: basta sfogliarla perché subito ti entrano dentro messaggi, proposte, stimoli a migliorare …
Nell'ultimo mini-corso per coppie animatrici abbiamo portato alcune copie del Collegamento Gruppi Famiglia: sono andate a ruba, e ad alcuni coniugi abbiamo proposto o fatto l'abbonamento...
Continuate così! La famiglia di Nazareth vi aiuti a lanciare sempre il buon seme che, come vedete, per Grazia, è arrivato fino a noi …
Auguri anche per il vostro prossimo incontro celebrativo a Martinengo il prossimo 19 settembre. Vi ricorderemo con il cuore e la preghiera! Con affetto e simpatia,
Vito Griseta, vigris@libero.it

21-LUGANO (CH): dal plurale al singolare: alla ricerca di un cammino comune
Mettere in rete le famiglie, attraverso un sito WEB, sempre aggiornato sulle attività dei gruppi e sulle tematiche familiari.

di Fausta e Franco Lardelli
Abbiamo conosciuto la vostra rivista, tre anni fa, navigando in rete.
Eravamo coordinatori della Commissione diocesana per la pastorale familiare della Diocesi di Lugano.
Il nostro Vescovo Pier Giacomo Grampa aveva da poco approvato il piano pastorale, che dava priorità alla diffusione dei Gruppi famiglia. Nella nostra realtà i Gruppi erano già presenti da una quindicina di anni, in alcune parrocchie, nati per lo più su iniziativa di singoli sacerdoti.
Vista l'eterogeneità dei Gruppi, il piano pastorale indicava la necessità di trovare occasioni d'incontro, per la presentazione e la valutazione comune delle esperienze.

Suggerimenti e conferme
I contenuti del vostro sito WEB si sono rivelati molto utili. Ci è piaciuta molto l'idea di organizzare in rete l'esperienza dei Gruppi Famiglia e di creare un Collegamento tra i Gruppi, le coppie e i sacerdoti che a livello locale condividono i medesimi obiettivi. Nella vostra rivista abbiamo trovato anche preziose conferme sulla necessità di essere ancorati alle realtà della chiesa locale e di estendere le attività dei Gruppi a tutta la famiglia.
Ci ha intrigato il metodo unitario da voi proposto ai Gruppi, fondato su Lectio divina e Revisione di Vita.
Tutto ciò ci ha suggerito di incominciare a trovare dei punti d'incontro tra i Gruppi, nei quali lavorare e riflettere assieme su una medesima tematica.

Avvio di un cammino unitario
Arduo si è rivelato il tentativo di attuare un percorso unitario su scala diocesana perché le distanze territoriali non giocano a nostro favore. Abbiamo quindi scelto di incanalare i nostri sforzi su una realtà vicariale, quella del Mendrisiotto, ricca di esperienze di Gruppi famiglia (nove Gruppi, rispetto alla ventina dell'intera diocesi).
Lo spunto iniziale ci è stato dato proprio dalla Festa diocesana del 2008 e dal desiderio di riunire per la prima volta i Gruppi del Mendrisiotto per realizzare assieme una "tenda" della Festa.

Gruppo di collegamento
L'entusiasmo per la riuscita del primo progetto comune ha dato vita, in modo spontaneo, al "gruppo operativo" dei Gruppi famiglia del vicariato. Abbiamo incominciato a lavorare assieme e ad organizzare incontri e attività comuni ai Gruppi, allargate a tutte le famiglie del vicariato, con la guida spirituale di don Gian Pietro Ministrini, e di don Angelo Crivelli. Abbiamo messo in agenda tre appuntamenti annuali fissi per le famiglie del vicariato e la partecipazione è stata fino ad ora buona.

Rete di famiglie e sito WEB
È nata poi anche l'idea di mettere in rete le famiglie, raccogliendo gli indirizzi mail. Con questo canale raggiungiamo un interessante numero di famiglie, con informazioni sui nostri incontri, ma anche auguri e brevi riflessioni di don Ministrini in coincidenza di festività importanti. Perno della rete è il sito www.famiglieinrete.ch, che ci impegniamo di tenere aggiornato sulle nostre attività e sulle novità nel settore famiglia e dintorni. La rete informatica facilita il contatto, ma poi sono importanti la partecipazione agli incontri, lo scambio personale e l'aiuto reciproco per camminare come famiglie in un'ottica cristiana.

Coinvolgimento dei figli
Nella rete vicariale i giovani delle nostre famiglie hanno ruoli di rilievo (animazione per i più piccoli, ma anche per noi). Hanno costituito a loro volta un Gruppo, seguito personalmente da don Ministrini.
Propongono attività per i giovani del vicariato. La loro perla sono gli appuntamenti del cineforum, con riflessioni da loro condotte, mentre da alcuni mesi gestiscono autonomamente un loro sito, www.giovani-in-rete.ch e sono iscritti a Facebook.

Sospinti dallo Spirito
Siamo riconoscenti al vicariato per il sostegno e lo spazio che garantisce alle nostre attività. Siamo grati anche a voi per gli spunti della vostra Rivista, che abbiamo cercato di adattare alla nostra realtà. Viviamo nel distretto più a sud della Svizzera. Nel fine settimana di Pentecoste siamo sconfinati in Italia. Con una cinquantina di famiglie abbiamo sostato sul Monte della Croce dell'Uomo a Maslianico (Como) e celebrato la S. Messa davanti alla Cappella di S.Abbondio.
La fotografia ci ritrae durante questa ulteriore tappa del nostro cammino.
fam.lardelli@bluewin.ch

22-TALAMONA (CO): GF non vuol dire solo "Grande Fratello"
Scoprire il Collegamento tra GF via Internet

di Magda Gusmeroli
Correva l'anno 2006, l'estate stava finendo e una sera per caso digitando su Internet la sigla GF, oltre ai siti del Grande Fratello, entro per la prima volta nel sito dei Gruppi Famiglia.
Comincio a leggere e rimango impressionata per la vastità dei contributi e, in particolare, la mia attenzione viene attirata dagli articoli in chiaro del numero 54 della rivista. Li stampo subito e comincio a leggerli. Per la prima volta vedo messo nero su bianco, con chiarezza e lucidità, un'esperienza che con Enzo, mio marito, e una cinquantina di famiglie della Parrocchia da tempo vivevamo.

Quando il parroco ci crede
Sì, avete letto bene: nella nostra comunità, quattromila anime, da ormai una quindicina d'anni erano presenti una decina di gruppi famiglia.
Come mai, vi chiederete? La risposta è molto semplice: agli inizi degli anni Novanta arriva un nuovo parroco, don Ugo, il quale mette al centro dell'attività parrocchiale la famiglia. Negli anni partono gruppi di fidanzati, di giovani sposi, di sposi già collaudati ed anche di nonni! Il numero di gruppi (che raggiunge la decina) esige anche un coordinamento parrocchiale e si crea la giunta dei gruppi: un rappresentante per ogni gruppo che periodicamente si incontrano con gli altri insieme al parroco.
Torniamo al 2006, anno nel quale purtroppo don Ugo ha una ricaduta di una malattia scoperta un paio di anni prima. Don Ugo si ritira per riprendere le cure e noi parrocchiani andiamo sovente a trovarlo.

La rivista di collegamento
In uno di questi incontri Enzo ed io gli portiamo la stampa dei vostri articoli trovati su Internet. Non trascorrono ventiquattr'ore che riceviamo la telefonata di don Ugo che ci chiede di procedere ad abbonare alla rivista ogni gruppo famiglia: sarà il suo ultimo regalo ai gruppi perché nel giorno della festa della Sacra Famiglia raggiungerà il Paradiso.
Negli anni i gruppi famiglia, che per loro natura non possono essere statici, hanno subito delle trasformazioni: ne sono nati di nuovi, alcuni si sono esauriti, altri si sono moltiplicati. La vostra rivista entra ancora in alcune case di Talamona compresa quella di don Giuseppe, nuovo parroco, e fornisce spesso spunti di riflessione e discussione tra noi.
Chiudo questo scritto con un grazie per il penultimo numero relativo all'anno sacerdotale: l'abbiamo molto apprezzato.
enzomagda@alice.it

23-I CAMPI ESTIVI visti da "fuori"

Un anno fa ho partecipato al campo scuola dei Gruppi Famiglia a Pollenza (MC). Le mie aspettative erano un misto di curiosità e timore: non è facile convivere con persone sconosciute per una settimana!
In realtà, fin dalla prima sera mi ha molto colpito l'accoglienza ricevuta, l'attenzione alla singola persona, dalla più piccola alla più grande, ma anche alla famiglia in quanto tale. Ho apprezzato lo sforzo dei responsabili del campo di costruire rapporti tra tutti i presenti, anche attraverso momenti di gioco in cui si viene chiamati per nome, che trovo particolarmente importante per instaurare relazioni autentiche. Alla fine è risultato impossibile non conoscersi, e mi sono sentita a mio agio.
La formula vacanza-studio, con momenti seri di approfondimento di temi riguardanti la famiglia con l'aiuto di validi esperti, e momenti di vera e propria vacanza con gite e uscite nei dintorni (tra cui anche un'emozionante uscita serale con preghiera nel vicino Santuario di Loreto) si è rivelata molto interessante, così come l'incontro organizzato con le monache di clausura dell'adiacente monastero ci ha permesso uno scambio fecondo tra le due vocazioni, quella religiosa e quella matrimoniale.
Un altro dei momenti che ho apprezzato di più è stata la liturgia, preceduta da un momento penitenziale con la possibilità , per chi lo desiderasse, di avvicinarsi al sacramento della riconciliazione.
Per la qualità della vita comune, ho trovato molto efficace l'organizzazione dei turni di servizio, già predisposti su cartelloni fin da inizio campo, che ha consentito a tutti di rendersi utili senza gravare qualcuno di pesi eccessivi. Alla fine, anche grazie a questi accorgimenti, si era creato un clima così bello che è stato molto difficile salutarsi ed accomiatarsi.
Naturalmente, il tutto si è concluso con un generale scambio di indirizzi e la promessa di rincontrassi, che peraltro non è stata puramente formale.
Renza Frigato

Uomini e donne nella Bibbia: Un grande condottiero e la nostra realtà familiare
24-GIOSUÈ E... I GRUPPI FAMIGLIA
Cosa è davvero necessario per conquistare una terra "dove scorre latte e miele"?
Serve credere che "il Signore è con noi" e non ci abbandona.

di Franco Rosada
Giosuè è il grande condottiero che guida il popolo eletto, dopo i quarant'anni di esodo nel deserto, alla conquista della terra promessa. Una conquista rapida, segnata dalla distruzione dei nemici e che si conclude con l'assemblea di Sichem, in cui le dodici tribù riconoscono il primato di JHWH (Gs 24,14-24).
Cosa c'entrano i Gruppi Famiglia con questa epopea militare e religiosa, con questo condottiero?

Giosuè
Iniziamo da Giosuè. Mosè invia dodici esploratori ad esplorare la terra di Canaan. Quando tornano parlano di un paese "dove scorre latte e miele" ma abitato da un popolo potente (Nm 13,27-28). Canaan si può conquistare? Per dieci di essi l’impresa è così ardua che convincono il popolo che è meglio tornare in Egitto. Solo Caleb e Giusuè sostengono il contrario: "Se il Signore ci è favorevole ci introdurrà in quel paese e ce lo darà" (Nm 14,8) ma è necessario aver fede. Una fede che Israele non ha e che lo costringerà a quarant’anni di peregrinazioni nel deserto (Nm 14,34).
Serve avere la fede di Caleb e Giosuè: "Il Signore è con noi". Serve aver fede per credere nel matrimonio in un mondo secolarizzato; per mettere insieme un Gruppo Famiglia bisogna crederci, e tanto.

La conquista di Canaan
Dietro il racconto presentato dal libro di Giosuè c'è un idea ecclesiologica: il concetto della "raccolta". Dio chiama il suo popolo scegliendolo tra gli ultimi, lo raduna e gli dona la terra.
Quello che il testo narra è più un desiderio che un dato concreto: il libro dei Giudici, che descrive le vicende seguite alla conquista della terra promessa, ci rivela come questa realtà sia ancora in divenire ed estremamente fragile.
Dal punto di vista storico, quindi, le cose sono probabilmente andate diversamente.
La terra promessa è sotto i controllo dei Cananei e dei Filistei ed è organizzata in una serie di città stato che controllano e dominano il territorio circostante.
Uno o più gruppi di esuli, provenienti dall'Egitto, si allea con le popolazioni contadine della zona, sottomesse alle città, ed inizia una lotta armata contro i dominatori.
L'elemento unificatore è la volontà di riscattare la propria condizione che si manifesta nella fedeltà al Dio di Giosuè e in opposizione alle divinità cananee.
Anche noi, pur se battezzati, ad un certo punto della vita abbiamo fatto una scelta: rimanere fedeli alla fede che ci hanno trasmesso i nostri genitori oppure voltare le spalle a Cristo e alla sua Chiesa.
Dal punto di vista della fede il discorso si capovolge: ad un certo punto della vita abbiamo fatto nostro il dono della fede, siamo stati "chiamati" da Dio e abbiamo risposto positivamente alla Sua chiamata, abbiamo accettato Dio come nostro Dio e non solamente come il dio dei nostri genitori, abbiamo accettato di radunarci nella Chiesa.

Il concetto della "raccolta"
La Chiesa, nell'ottica della "raccolta", è stata riunita da Dio in Cristo attingendo a tutti i popoli della terra, senza preferenze (1Pt 2,9-10).
E, nella stessa logica della "raccolta", anche noi , sposi nel Signore, ci siamo incontrati e ci siamo amati, non per caso, ma per Grazia.

I Gruppi Famiglia
Perché dunque non applicare anche ai Gruppi Famiglia questa logica?
Il diventare gruppo, il trovarci insieme come famiglie per crescere nel Signore, non è stato un caso, ma un dono di Grazia. C’è stato senz’altro anche il nostro impegno, la nostra perseveranza, ma, se ci voltiamo indietro, scopriamo che la Grazia del Signore ci ha preceduto.
È una grazia cui siamo chiamati a rispondere con la fedeltà: a Dio, al nostro coniuge, al nostro prossimo.
È una risposta che dobbiamo rinnovare ogni giorno come chiede Giosuè alle varie tribù nella grande assemblea di Sichem: "Scegliete oggi chi volete servire" (Gs 24,15). E il popolo risponde: "Vogliamo servire il Signore, perché Egli è nostro Dio" (Gs 24,18).
Che questa possa essere anche la nostra scelta.
formazionefamiglia@libero.it

Un sondaggio sulla realtà e sulle esigenze dei gruppi
25-IL CENSIMENTO DEI GF

di Nicoletta e Corrado Demarchi
In occasione del ventesimo anno di collegamento dei Gruppi Famiglia, abbiamo voluto redigere, come coppia responsabile, un questionario per "censire" le realtà locali presenti in tutta Italia e tali domande sono state distribuite e poi riconsegnate durante i mesi scorsi, nei campi estivi visitati, negli incontri occasionali di gruppi o per posta e via e-mail.
Attualmente la realtà dei G.F. è presente in modo rilevante nel nord Italia e un po' a macchia di leopardo nel centro e al sud.
I questionari a nostre mani, eterogenei e rappresentativi di tutte le realtà, hanno permesso di focalizzare con più attenzione la situazione attuale.
I primi quesiti riguardano gli anni di partecipazione ai G.F., il numero di coppie che compongono i loro gruppi e le modalità con le quali sono venuti a conoscenza del collegamento.
È emerso che gli anni vanno dall'uno al diciotto, con una media di sette; le coppie componenti sono in media nove (dalle sei alle quindici) e la conoscenza è avvenuta tramite vari canali quali, per ordine di importanza: campi estivi, parrocchie, amicizie più Internet e rivista di collegamento.
Sono state poi richieste le modalità con le quali si ritrovano i gruppi e la presenza o meno di un sacerdote o di un/una religioso/a. La maggioranza utilizza il metodo dell'annuncio e della lectio divina in alternanza ed altri la revisione di vita od altro ancora. Il sacerdote è presente nel 50% dei gruppi in modo continuativo e, in qualche altro, in modo sporadico.
Alla domanda se avessero già partecipato ai campi scuola ed alle giornate di collegamento e l'importanza di tali esperienze, le risposte sono state quasi sì all'unanimità per i campi estivi e per la metà anche alle giornate di collegamento. Per tutti sono occasioni di conoscenza e sviluppo della rete di amicizie e di approfondimento di temi specifici e di fede cristiana.
Abbiamo poi analizzato se ricevono la rivista di collegamento e se visitano il sito e quali argomenti vorrebbero maggiormente sviluppare.
Il giornalino è letto parecchio, da circa l'80% dei gruppi, mentre il sito è visitato di meno e solo occasionalmente.
Gli argomenti e le idee che maggiormente interessano sono le testimonianze, vita di coppia e di famiglia e relative problematiche, la quotidianità, i figli, problemi sociali e di lavoro, più formazione sui documenti della Chiesa (ad es. Encicliche), nuove proposte per animare i gruppi, elenco di nominativi di relatori.
Infine si è lasciato lo spazio per suggerire come poter migliorare il collegamento ed è emerso che necessita più informatizzazione, il lasciare più spazio ad esperienze concrete dei gruppi e dei campi scuola, favorire più contatti tra i vari responsabili dei gruppi, aumentare gli intergruppi e le relazioni con i responsabili regionali.
Le famiglie che hanno risposto sono in media sposate da 17 anni e sono composte da 4/5 persone.
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato in questo lavoro di conoscenza e miglioramento, data la molteplicità ed elasticità delle esperienze dei G.F.: è per noi importantissima la vostra collaborazione per aiutare più famiglie ed offrire a loro nuove o maggiori opportunità di crescita attraverso migliori iniziative.
curra@email.it

26-È IL CASO DI DARE... I NUMERI?
Ogni tanto può servire per sapere dove andiamo

Contare, contarsi non è mai, in genere, una bella cosa. Ne sa qualcosa re Davide che decide di fare un censimento d’Israele e mal gliene incoglie. Dio lo considera un atto di potenza e di arroganza (1Re 24) e lo punisce.
Ma, una volta ogni "tot" anni, qualche numero bisogna darlo.
Un primo tentativo di censimento, nell’ambito dei GF, si ritrova già nel numero 3 della rivista: serviva allora per raccogliere gl’indirizzi delle famiglie che partecipavano ai gruppi per poter spedire loro la rivista (sperando che si abbonassero). A quella data (novembre 1990) gli abbonati erano "solo" 270.
I numeri non sono cambiati. A oggi, le famiglie che hanno inviato un contributo per il 2010 sono 255. Bisogna però aggiungere che sono aumentati i contributi "sostenitori".
Il censimento più importante, prima di quello attuale, è stato fatto nel 2000 da Irene Donella, allieva del prof. Lazzarini, per una tesi di laurea sull’associazionismo familiare e i GF.
Irene spedì ,allora, 250 questionari e ricevette 132 risposte.
Per terminare con i numeri, la rivista viene spedita lungo l’anno, nell’arco delle quattro uscite, a 2900 indirizzi (compresi gli omaggi e le promozioni), di cui circa 2350 sono famiglie e i restanti sacerdoti, religiosi/religiose.
I contributi "sostenitori" servono per coprire questi "numeri".
Franco Rosada

La pagina dei giovani
27-LA FORTUNA DI VIVERE L’ESPERIENZA DEI GF
Ho sperimentato la bellezza di essere accolti per quello che si è, ho capito l’importanza dei piccoli gesti e di un clima gioioso

Mi sembra ancora di sentire le voci squillanti dei bambini, il calore del clima accogliente, il profumo dell'allegria che si respira ai campi famiglia… Eh sì! Ma quale campo famiglia? Non saprei davvero da dove iniziare, perché ogni esperienza è stata arricchente, unica, e in ugual modo importante.
Fin da piccola ho respirato l'aria dei GF, quando, con la mia famiglia, andavo agli incontri domenicali invernali e ai campi estivi. Da bambina, pur partecipando sempre con molto entusiasmo, non mi rendevo conto della grande opportunità che stavo vivendo.Grazie ai GF sono cresciuta negli anni, come persona e come donna, consapevole dell'importanza dell'Amore vicendevole, che parte, prima di tutto, proprio dalla famiglia. Mi è stato facile, quindi, seguendo l'esempio di tanti altri prima di me, dire subito "Sì!" davanti alle proposte di servizio volontario come animatrice e educatrice, sia all'interno dei GF che in altri ambiti.
Così, ancora adolescente, ho cominciato a mettermi a disposizione dei più piccoli. Fare l'educatrice è stata soprattutto un'ottima occasione per mettermi in discussione e per aprirmi agli altri!... Credo che sia anche merito di GF l'aver capito che la strada che vorrei percorrere a livello lavorativo è quella dell'insegnamento! Ho trovato infatti essenziale il legame che i GF hanno sempre creato tra le varie generazioni, bambini, ragazzi, giovani e adulti: coltivare ognuno, in base alla propria età, un piccolo seme e farlo crescere, dà modo a tutti di sentire e di provare l'importanza delle proprie azioni e delle proprie scelte. E favorisce il dialogo tra genitori e figli, tra giovani e adulti.
Mi ritengo fortunata ad aver avuto la possibilità di vivere l'esperienza dei GF. Ho avuto modo di conoscere famiglie, mamme, papà, bimbi e animatori, da tutta Italia, che ancora oggi porto nel cuore. Ho potuto sperimentare la bellezza di sentirsi accolti per quello che si è. Ho avuto modo di riflettere sulle testimonianze ascoltate. Ho potuto capire l'importanza dei piccoli gesti, delle parole dette in modo sincero, dell'importanza di vivere in un clima gioioso. E ho provato, nel mio piccolo a rivivere, anche a casa, le stesse emozioni provate ai campi famiglia, continuando a donare tutte le cose belle ricevute.
Dalle prime esperienze che ho vissuto ad oggi, penso di poter dire che i GF sono cambiati molto, cercando di stare al passo coi tempi… ma la cosa fondamentale è che non hanno mai voluto modificare i propri valori. Valori di fede, di amicizia, di gratuità, di giustizia, di solidarietà verso tutti e di spirito di relazione, che li caratterizzano. Questo è ciò che distingue questa realtà da molte altre e che ancora affascina noi giovani!
Valentina Tonin

Per i più piccoli
28-INDOVINA, INDOVINELLO: IO SONO IL PIU’ BELLO!

di Tony Piccin
Mi presento. Per sapere con chi avete a che fare dovete naturalmente sapere chi sono, perché posso essere sia utile che pericoloso. Non vi dico il mio nome… lo scoprirete da soli, un po' come si fa con "I soliti ignoti" nella trasmissione di Fabrizio Frizzi.
Vi do alcuni indizi che poi sono le mie qualità:

CHI SONO?

29-La famiglia soggetto di pastorale

È necessario che la famiglia divenga il centro unificatore dell'azione pastorale, superando la fase generosa, ma sporadica ed episodica, per giungere ad una fase organica e sistematica.
Un certo criterio settoriale o individualistico ha finora guidato l'azione pastorale, dovremmo passare ad un criterio che abbia per oggetto la famiglia come comunità.
La famiglia deve inoltre divenire soggetto di pastorale essendo i coniugi dotati di grazie, di carismi ed esperienze particolari.
Tratto da: CEI, Matrimonio e famiglia oggi in Italia, 1969.

GF70 EXTRA

30-Torino, parrocchia San Dalmazzo: serve una coppia "pilota"

Cari amici,
quella che vi vogliamo brevemente descrivere è l'esperienza fatta dal nostro Gruppo Famiglia nel momento in cui abbiamo avuto la necessità di un supporto esterno per migliorarne le attività.
Il nostro gruppo si è formato una decina di anni fa e non è mai stato un Gruppo particolarmente numeroso (circa 7-8 coppie), che ha presentato una prevalente stabilità: quasi tutte le coppie che l'hanno formato inizialmente sono rimaste all'interno del Gruppo e poche altre si sono inserite nel corso degli anni.
Fino a tre anni fa non avevamo mai avuto una "coppia pilota", ma normalmente, a inizio anno, decidevamo congiuntamente quali temi affrontare e poi ci suddividevamo il lavoro da svolgere. Per avere un filone conduttore comune, utilizzavamo alcuni libri consigliati dalla diocesi, dedicati ai gruppi Famiglia, in cui venivano proposti argomenti da trattare in alternativa veniva scelto ed analizzato un argomento di attualità.
Dopo alcuni anni ci siamo resi conto che gli incontri tendevano a scivolare nella discussione un po' salottiera e che questo probabilmente dipendeva sia dalla mancanza di una "coppia pilota" sia dalla mancanza di temi strutturati.
Analizzando le nostre esperienze, avevamo osservato che quando ci eravamo dati un obiettivo preciso con scadenze definite, l'attività era stata più fluida e più costruttiva. Questo era avvenuto per esempio, quando avevamo deciso di introdurre gli incontri di preparazione al Battesimo per i genitori che l'avevano richiesto. In queste occasioni, eravamo stati infatti capaci di discutere in modo più costruttivo ed organizzato.
Forse, anche la scelta di incontrarci sempre a casa di qualche coppia, per dare a tutti, soprattutto a chi aveva bimbi piccoli, la possibilità di partecipare, aveva favorito la tendenza salottiera degli incontri.
Fatte queste riflessioni, insieme al Parroco abbiamo deciso che dovevamo cambiare qualcosa per dare nuova energia e siamo venuti a conoscenza della possibilità di farci supportare da una coppia molto più esperta, Franco e Mariarosa Fauda, che abbiamo contattato e che sono venuti ad incontrarci facendoci una proposta che ci ha subito trovato d'accordo:
- alternanza di "lectio divina" ed incontri tematici;
- regole precise per le modalità di discussione;
- tempi ben stabiliti e controllati.
Il periodo di supporto è stato subito definito in due anni, per dare modo al Gruppo di crescere, ma per avere anche un tempo ben definito affinché questo avvenisse. Contestualmente abbiamo deciso di spostare gli incontri in Parrocchia sia per riportare questa al centro del Gruppo Famiglia, sia per abbattere eventuali remore da parte di chi non partecipava agli incontri per il timore di doverne essere ogni tanto l'organizzatore, con quel minimo d'impegno che questo richiedeva.
Il cambiamento ha subito avuto successo e la partecipazione agli incontri si è rapidamente estesa ad altre coppie sia per l'interesse per gli argomenti discussi sia per la migliorata possibilità di partecipare alla discussione, portando anche le proprie esperienze ed idee.
Adesso che la "coppia pilota" ci ha lasciato, il Gruppo sta nuovamente soffrendo qualche difficoltà; l'esperienza ci ha ad esempio dimostrato che il ruolo della coppia pilota è abbastanza differente quando questa è completamente esterna al Gruppo: è più complesso coprire lo stesso ruolo con una coppia interna al Gruppo.
Dobbiamo anche ribilanciare il rapporto tra i vari ruoli, per evitare che la presenza di una coppia pilota crei una condizione di solo ascolto dei partecipanti, tipo conferenza, che piuttosto che quella di partecipare ad un dibattito da animare tutti insieme: questo può essere anche un rischio qualora sia il Parroco ad esercitare il ruolo di guida!
Stiamo anche cercando di mantenere il gruppo, con la scelta dei temi da affrontare, nell'ambito della "famiglia", per evitare che diventi semplicemente un altro gruppo di preghiera all'interno della Parrocchia.
Vorremmo anche sfruttare le potenzialità dell'Unità Pastorale per mettere in comune con le altre Parrocchie della nostra zone le nostre esperienze e, soprattutto, rafforzare la capacità di sostegno alle attività legate alla famiglia, unendo le forze: le sinergie potrebbero ad esempio arricchire i Corsi di Preparazione al Matrimonio e quelli di preparazione al Battesimo.
Caterina e Marco Vassallo

31-Alba (CN): il GF per rimettere a fuoco la realtà di coppia

di Daniela e FulvioBaratella
Nel 2003 il nostro gruppo famiglie della Parrocchia del Divin Maestro di Alba era formato da una decina di coppie con figli dai quattro ai quattordici anni, gruppo che aveva già provato un’auto-animazione con riflessione su temi inerenti la famiglia e l’educazione dei figli ma che non aveva mai pensato prima di porre attenzione alla riscoperta della coppia.
In quell'anno Mariarosa e Franco Fauda ci hanno affiancato per un cammino di preghiera e di riflessione proponendoci il percorso biennale "Farsi coppia nel Signore" e "Famiglia, icona della Trinità".
È stata una sorpresa - molti di noi, infatti, avevano incentrato il menage familiare sull’attenzione agli ultimi arrivati - sorpresa piacevole ma nello stesso tempo impegnativa perché ci ha riportato alle nostre responsabilità nel porre la prima pietra della casa che giorno per giorno stiamo costruendo.
Siamo nati come coppia, come coppia ritorneremo dopo che i figli ormai grandi avranno giustamente intrapreso il loro cammino, e questa dimensione se non coltivata potrebbe diventare un problema.
A noi si è affiancato il gruppo famiglie della Parrocchia di San Cassiano e Frontiniano, nostri vicini di casa, con la quale a volte si collabora per il gruppo catechisti e gruppo sportivo. Anch’esso era formato all’incirca dallo stesso numero di famiglie.
Gli appuntamenti avevano cadenza mensile, la domenica pomeriggio, alternando il luogo di ritrovo nelle due parrocchie. I nostri ragazzi il primo anno sono stati intrattenuti da un ristretto numero di genitori che si staccava dal gruppo, il secondo anno si è riusciti a far coincidere la domenica dell’incontro con l’attività di oratorio, gestita dai giovani delle due comunità.
Al termine del cammino con Franco e Mariarosa e altri loro amici ci siamo regalati quattro giorni a Taizé, dove abbiamo ancora avuto la fortuna di incontrare Fra Roger.
In questi due anni abbiamo sperimentato un nuovo modo di stare insieme e di pregare, ed in particolare abbiamo imparato un metodo, molto utile per l’incontro, soprattutto la discussione a gruppi ristretti e il resoconto finale, che abbiamo applicato con buoni risultati anche negli anni successivi.
Di tutto questo dobbiamo ringraziare il Collegamento tra Gruppi Famiglia ed in particolare Mariarosa e Franco. Ora, come gruppo famiglia "di età avanzata" (ne è fortunatamente nato uno di giovani coppie con bimbi piccoli ), tentiamo di aiutare il nostro parroco don Paolo nella organizzazione e nel coordinamento delle varie realtà della comunità.
dghiglia@inwind.it