I Vangeli di Natale
Se ci impegniamo a leggere con attenzione le pagine dei vangeli che ci parlano del
Natale potremo probabilmente viverlo in modo diverso, non legato solo al sentimento un po'
retorico delle "pastorali", delle luminarie e dell'infanzia, libero dalla rete
incombente del consumismo, non basato solo su dolci rievocazioni nostalgiche ma ben
fondato sulla fede cristiana così come ci viene proclamata nel prologo del Vangelo di
Giovanni.
Infatti, sotto la superficie smaltata dei colori, dei simboli, delle narrazioni, si apre
un testo che è simile ad una cittadella ben compatta ed armonica di cui bisogna possedere
la mappa per raggiungerne il cuore.
É visibilissimo anche in superficie che queste pagine sono differenti da quelle che
compongono il resto dei vangeli; il loro nucleo storico di evento è avvolto in una spessa
coltre di interpretazioni, di approfondimenti, di rielaborazioni teologiche, di simboli,
di allusioni bibliche.
I vangeli dell'infanzia sono testi per adulti nella fede, i cui segreti si aprono solo a
chi vuole comprendere le scritture.
Agli inizi del cristianesimo, nella meditazione sull'incarnazione natalizia e sulla
resurrezione pasquale si racoglieva sinteticamente tutto il messaggio cristiano.
Per questa ragione i due mini vangeli dell'infanzia non sono tanto una folcloristica
sequenza di scene orientali, di sentimenti delicati, di vicende familiari riguardanti
"il bambino di Betlemme"; sono invece un primo canto al Cristo glorioso la cui
apparizione nel mondo è già il compendio cifrato e decifrabile della salvezza che egli
porta.
G. Ravasi (a cura di), I Vangeli di Natale, Società San Paolo, 1992