Convegno: Famiglia: scuola di gratuità per un futuro riconciliato

Di Luigi Lombardi
Sabato 13 aprile, in vista della 47° settimana sociale dei cattolici italiani che porterà la riflessione sulla "Famiglia speranza e futuro per la società italiana", si è svolto il seminario "Famiglia: scuola di gratuità per un futuro riconciliato" promosso dal Forum delle associazioni familiari del Piemonte in collaborazione con gli uffici regionali della Pastorale Familiare e della Pastorale del lavoro.
Il convegno, patrocinato dalla Regione, dalla Provincia e dal Comune di Torino, è stato introdotto da una brillante e provocatoria relazione di Ezio Aceti e poi il lavoro è proseguito nei gruppi di lavoro: Abitare la città, Welfare, Educazione, Lavoro e impresa.
La famiglia è la palestra della gratuità. Per gratuità si intende quell’atteggiamento interiore che porta a guardare ogni persona, ogni essere e stessi non come cose da usare, ma con le quali entrare in rapporto. La gratuità parte dalla considerazione che non si può essere felici da soli. Questa esperienza che si apprende in famiglia è l’arma segreta che la famiglia può portare in dote alla società per sconfiggere la crisi.

Il Dott. Aceti ha evidenziato come oggi la società stia pagando le conseguenze del circolo vizioso che ha portato a infrangere il legame tra famiglia e società stessa: la famiglia non è un bene primario, quello che conta è il singolo e le sue emozioni.
Nonostante questo la famiglia resta al primo posto nel desiderio dei giovani, perché la famiglia, cioè l’intreccio delle relazioni che ci fa esistere, è parte integrante del DNA di ogni persona umana. Si può quindi cambiare, riscoprendo la centralità della famiglia per creare un circolo virtuoso: politiche familiari, per curare e mantenere i legami, generano famiglie motivate e solide, essenziali per generare solidarietà sociale e una società più giusta, attenta ai più deboli.
Da qui si generano legami tra le persone fecondi e positivi per il futuro, riaccendendo la speranza e quindi la voglia di fare.
Occorre allora fare in modo che la famiglia possa scoprire e vivere la propria identità profonda. Alcune proposte concrete sono emerse:
- Proporre incontri di preparazione per quanti chiedono di sposarsi, perché imparino a curare il legame di coppia.
- Promuovere scuole permanenti alla genitorialità, perché genitori si diventa. Scuole che sarebbe bene fossero proposte anche in televisione.
- Promuovere incontri intergenerazionali nella scuola, ad esempio il nonno del quartiere che mensilmente incontra i bimbi della scuola dell’infanzia per fare memoria del passato.
- Promuovere iniziative che diventino abitudine al bene, es. la settimana della solidarietà nella scuola.
- Promuovere incontri tra le persone dove si possa raccontare la propria esperienza, questo significa spazi della città e dei condomini dove si possa vivere la piazza e incontrarsi.

Sintesi dei Lavori di Gruppo

Di Fabio Avezzano
La nostra discussione ha riguardato i due gruppi congiunti "fisco" e "impresa e lavoro" con una dozzina di partecipanti.
Dopo una prima introduzione sui principi generali del fisco, da parte del Dott. Pellegrino, improntata ad una riflessione sulla sua natura sussidiaria, ha preso la parola il Sig. Bertola, titolare di un'impresa di famiglia specializzata nella cromatura, e aderente ai principi dell'Economia di Comunione (EDC) del movimento dei Focolari. Nel raccontare l'esperienza dell'azienda ha messo in luce le dinamiche di gratuità che lo hanno indotto a proseguire un'attività nonostante lo scarso interesse nel settore, per amore dell'operato del padre. Questa logica ha permesso ai suoi tre figli di essersi sentiti liberi di inserirsi in azienda e di continuare con entusiasmo il lavoro svolto, contribuendo al suo sviluppo.
L'adesione ai principi dell'EDC ha inoltre diffuso un clima aziendale di accoglienza del prossimo, in particolare del più disagiato, riproducendo l'esperienza della solidarietà che si vive in una famiglia.
Ci si è interrogati se si condividessero i principi che stanno alla base del fisco, sulla fiducia nello Stato e nei criteri di redistribuzione della ricchezza, mutuando le dinamiche esistenti in famiglia.
Si è posto l'accento sul tema della fiducia come motore dell'economia e delle relazioni affettive. Nella misura in cui ad una persona viene data fiducia, si costruisce la sua identità e si pongono le premesse per un coinvolgimento attivo e responsabile nelle attività professionali svolte.
Si è sottolineata l'importanza di creare relazioni costruttive nel lavoro, che superino le contrapposizioni ideologiche tra datore di lavoro, lavoratore e sindacato, per riflettere se si possano trovare forme giuridiche di compartecipazione attiva dei dipendenti ai momenti di successo e di difficoltà dell'impresa.
Ci si è interrogati se il fisco non debba essere modulato in maniera tale che le attività produttive, che generano lavoro, possano essere incentivate a scapito di quelle meramente incentrate sulla gestione di patrimoni finanziari e immobiliari.
In conclusione si è voluto evidenziare l'importanza di porre un freno all'egoismo e ai personalismi che generano ingiustizia, disuguaglianza e creano un clima ostile alla crescita e alla costruzione del bene comune.
La condivisione è stata ampia e proficua, e ho potuto percepire un notevole interesse verso questo genere di iniziative del Forum.

Di Paola e Francesco Loffredo
In breve, nel gruppo "famiglia ed abitare" le cose sono andate diversamente da come ce le aspettavamo, ma diremmo "bene". Il gruppo era vario composto da coppie o singoli appartenenti a realtà diverse e tutti abitanti in Torino.
Da qui le esigenze nate hanno avuto un denominatore comune: trovare i modi e gli spazi per trovarsi, come la vera esigenza delle famiglie e come difficoltà dovuta sia ai tempi che ai modi di frequentarsi.
Intanto è emersa la difficoltà a "sfruttare" le parrocchie come luoghi possibili di incontro, spesso anche a causa di "chiusure" da parte dei sacerdoti. Ci aspettavamo forse richieste o critiche nei confronti delle istituzioni, del comune, mentre tanto del discorrere ha riguardato le parrocchie come luogo in realtà ancora richiesto per trovarsi e fare comunità, confrontarsi, condividere.
E' venuta fuori anche l'opportunità di sfruttare la scuola come via di incontro tra genitori, oppure l'auspicio di condomini con spazi di condivisione più ampli del pianerottolo dell'ascensore.
Ovviamente alla base c'è una mentalità individualista dominante, ma se la famiglia vuole incidere in qualche modo nel sociale deve cominciare proprio dai luoghi che frequenta quotidianamente...la sfida con cui ci siamo lasciati con la speranza che si possa cambiare anche se i tempi sono forse più difficili di quelli di una volta, ma le persone sono sempre persone, nate quindi per relazionarsi tra loro.

Di Sergio e Maria Teresa Bertoldo
Nel gruppo "educare" formato da una dozzina di persona provenienti da diverse realtà non solo torinesi sono emerse molte testimonianze di impegno e supporto alla famiglia operanti attivamente e con modalità diverse e stimolanti perché vicine alle più svariate problematiche sociali e familiari: dalla vicinanza ai genitori dei bimbi del catechismo per creare gruppi di mutuo aiuto sulla genitorialità all’aiuto concreto per le famiglie in difficoltà economica all’esperienza dell’AGE.
Si è sottolineato il concetto sviluppato dal dott. Aceti della GRATUITA’ e della CARITA’ intesi come doni da offrire a ogni mio fratello. Si è raccontata l’esperienza dell’AGE che entra nelle scuole per partire dai bambini e, tramite loro, arrivare alle famiglie perché oggi le famiglie vanno "cercate", non sono loro che cercano aiuto bisogna offrirglielo; e dello sportello di ascolto itinerante che va alla ricerca dei disagi sociali per portare aiuto a chi non verrebbe mai a richiederlo.
Infine si è sottolineata l’importanza della coppia generatrice della famiglia e custode dei valori, la sua solidità genera famiglia autentica che, con pazienza e con la preghiera, ottiene frutti abbondanti non solo al suo interno essendo stata creata per "contaminare" in modo gratuito l’umanità

Di Chiara Rivioro
Il gruppo sul Welfare inizia i lavori con una panoramica generale dello stato del welfare italiano: sempre meno risorse finanziarie dallo stato centrale, tagli agli enti locali e comuni: è tempo di ripensare i servizi alla persona. Cosa possono fare le famiglie?
Una famiglia affidataria (coniugi Grimaldi) racconta il percorso fatto dal matrimonio in avanti rispetto all’apertura della famiglia alla vita, sino alla decisione di adottare un bimbo, le difficoltà con i servizi sociali, la fatica dell’integrazione…
Altre coppie affidatarie ribadiscono l’importanza della creazione di una rete di sostegno reciproco tra famiglie, spesso più utile che le sedute dallo specialista psicologo o assistente sociale.
Seguono altre esperienze flash di attivazione delle famiglie nei luoghi di vita, senza aspettarsi che siano sempre le istituzioni a fare il primo passo:
- Istituzione di un gruppo di genitori per modificare il menù in una scuola materna
- Attivazione di una comunoteca in un piccolo paese della provincia di Cuneo, ove i genitori mettono a disposizione giochi, vestiti, materiale usato dia figli e ancora fruibile da altri bambini
- Condivisione di un pomeriggio tra famiglie che abitano in uno stesso condominio e che rischiano di non conoscersi neppure
Ci si saluta proponendo l’attivazione di uno spazio virtuale (newletter, blog...) in cui le famiglie, magari attraverso il sito del forum, possano scambiarsi idee e iniziative di questo tipo.