I bambini e la ricerca di Dio

I bambini sono diversi e ciascuno è unico.
Teologicamente potremmo dire che in ogni bambino Dio pronuncia una sua parola, espressa soltanto in quel determinato bambino. Ognuno è una parola di Dio incarnata. O, in altri termini, ogni bambino è un'immagine unica e irripetibile di Dio. Ogni bambino è un sogno di Dio sull'uomo.
I genitori hanno il compito di tenere sempre presente questa particolarità e unicità dei figli. Non sapranno esprimere con parole chiare l'immagine di Dio che si manifesta nel loro bambino perché, così come non ci si devono formare immagini di Dio, non bisogna crearsene neppure dell'uomo.
Tuttavia, se si è consapevoli dell'immagine unica di Dio nel bambino, si rimane aperti a ciò che il bambino ha di speciale, al suo carattere individuale; non ci si fissa su un determinato modello…
La ferita più profonda che i genitori possono infliggere ai figli è quella spirituale. Il bambino è deriso nella sua unicità. È costretto nell'immagine che ci si fa di lui.
Se si fida dei propri sentimenti ed esprime i giudizi che ha nella sua anima genuina, si ride di lui. Cosi è costretto ad adattarsi e a negare la consapevolezza originaria e il senso della propria unicità.
Bradshaw dice: «La ferita spirituale è la principale responsabile del fatto che diventiamo dei bambini cresciuti non autonomi, pieni di vergogna. La storia del declino di. ciascun uomo e di ciascuna donna racconta di come un bambino meraviglioso, prezioso, speciale, unico abbia perso la sua percezione di "io sono chi sono"».
I bambini pieni di vergogna non osano più essere se stessi, gli preme soltanto di essere accettati e apprezzati dagli altri, di adeguarsi ai giudizi esteriori, di piacere, insomma.
I figli sono ospiti che chiedono la strada, dice una frase molto citata.
Ma non domandano soltanto per avere risposte dagli adulti; pongono domande perché osservano il mondo, che li meraviglia, li spaventa e li induce a riflettere su ciò che vedono…
A partire dal terzo o quarto anno di vita i bambini pongono due domande importanti, alle quali desiderano ottenere risposte che li prendano sul serio e li apprezzino nelle loro competenze: da dove vengo? Dov'ero prima di essere qui con voi, prima di venire in questo mondo? E: io morirò? Voi morirete?
Sono domande filosofiche sull'inizio e sulla fine, sull'origine e sull'evoluzione. Chi mi da sostegno, protezione e sicurezza affettiva quando mi metto in cammino, quando mi allontano dal luogo familiare e sicuro?
Dietro queste domande si nasconde il desiderio di essere accettati e in buone mani, di disporre di legami sicuri con persone fidate. Lo psicologo sociale Uri Bronfenbrenner ha sottolineato che ogni bambino, ogni giovane ha bisogno di una persona alla quale essere legato in modo irrazionale, emozionale, una persona della quale potersi fidare incondizionatamente.
Nella ricerca di protezione, sostegno e sicurezza affettiva è insita anche la ricerca di Dio: Dio Padre e Dio Madre, al quale potersi abbandonare perché altrimenti si sarebbe abbandonati e non si avrebbe il coraggio di uscire nel mondo per diventare una persona autonoma.

Anselm Grün, Le domande dei bambini su Dio, Lindau, 2012