Foglio di collegamento tra Gruppi Famiglia
GF69 - giugno 2010 - Al centro la famiglia

1-AL CENTRO LA FAMIGLIA
Un numero dedicato alle sfide che deve affrontare
la famiglia oggi e ad alcune possibili risposte

di Franco Rosada
La famiglia non sembra, di questi tempi, al centro del dibattito politico eppure è il primo soggetto che viene colpito, nei sui vari componenti, dal riaciursi della crisi economica.
Ne sono coinvolti i genitori, che rischiano per il posto di lavoro, quando non l’hanno gìà perso, e vedono la pensione sempre più lontana ed esigua, gli anziani, a cui vengono ridotti gli aiuti per l’assistenza, i figli, la cui formazione risente delle riduzione delle ore di insegnamento, del taglio delle classi, ecc.
A tutto questo si aggiunge un contesto culturale avverso, nei fatti, alla famiglia fondata sul matrimonio.
Rispondere alle sfide culturali
A queste domande ha provato a dare risposta nel campo estivo di Pollenza (MC), che si è tenuto lo scorso anno nel mese di agosto, il dott. Pietro Boffi del Cisf.
Il tema del campo era più ampio ma, vista la formazione del relatore, abbiamo ripreso quei temi che interpellano di più la famiglia sul piano sociale e politico. Si tratta di prendere coscienza delle sfide che la cultura attuale pone alla famiglia, e rispondervi con l’adeguata preparazione.
Ma serve anche l’impegno, ed una pista è offerta dall’associazionismo familiare, una realtà in crescita ma che ha bisogno del sostegno e del coinvolgimento delle famiglie.
Questo associazionismo può avere molte forme: associazione famiglie numerose, consulta famiglia, forum famiglie regionali e provinciali, ecc.
Quello che conta è che si svolga un’azione “politica” sul territorio, coinvolgendo sui temi della famiglia gli amministratori locali ai diversi livelli.
I risultati sul piano pratico possono non essere molti, visti i tempi di “vacche magre” che viviamo, ma il problema ha anche, se non soprattutto, dimensioni culturali.
I campi estivi
Il periodo estivo può esser allora un tempo favorevole per approfondire i valori umani e cristiani della famiglia e gli aspetti prima citati.
Lo strumento che propone il Collega-mento è quello dei campi estivi.
Iniziando da luglio fino a fine agosto vi è la possibilità di partecipare ad un campo. Molti di voi hanno già fatto questo tipo di esperienza ma in questo numero abbiamo deciso di dedicare parecchie pagine ai campi: quali sono gli elementi portanti, i momenti forti, gli animatori, la struttura della settimana, il clima che li attraversa.
Tutto questo per stimolare la partecipazione ai campi ma anche per fornire ai lettori strumenti per organizzare esperienze analoghe a livello parrocchiale o vicariale.
I campi sono un’occasione propizia per aiutare le coppie e le famiglie a riscoprire l’importanza del loro legame e del loro ruolo nella società e nella Chiesa. Gli incontri durante l’anno sono utili ma i campi, proprio per la loro durata, sono molto più incisivi.
Vent’anni di collegamento
Non poteva mancare, in questa nota introduttiva, un richiamo a questo - per noi - importante anniversario.
Troverete il programma della giornata in ultima di copertina.
Il 19 settembre vuole essere un’occasione per ritrovarci, per fare memoria ma anche per riscoprire che è bello essere famiglia e fare festa con altre famiglie.
Vi ricordiamo, infine, che la rivista ha anche una versione elettronica: www.gruppifamiglia.it. Questa versione contiene i link per accedere alle fonti citate negli articoli.
formazionefamiglia@libero.it

2-LA FAMIGLIA E LE SFIDE CULTURALI ATTUALI
Dobbiamo prendere coscienza delle sfide che l'attuale cultura pone all'esperienza familiare e affettiva,
e "attrezzarsi" per farvi fronte con argomenti plausibili e scientificamente fondati.

di Pietro Boffi*
La sfide che ci lancia la cultura attuale sono cruciali per i destini di quella che noi e definiamo come "famiglia", sfide quindi che non possiamo certamente ignorare. Non possiamo infatti, di fronte alle provocazioni che ci giungono dalla società, assumere una visione complottista, ritenendo queste sfide una "macchinazione" contro una famiglia cosiddetta "tradizionale". Un simile atteggiamento è errato: teorizzare un ritorno alla (mitica) famiglia tradizionale è un'operazione storicamente scorretta e perdente, che può essere facilmente smentita e messa in crisi.
La famiglia in realtà, in tutte le epoche, ha sempre cambiato le sue forme, in una parola la sua pelle, pur mantenendo il suo valore di entità imprescindibile per la crescita e l'umanizzazione delle persone.
Ecco perché soffermarsi sulla forma assunta dalla famiglia in un determinato periodo storico come se fosse l'unica vera e possibile significa in realtà svuotarla del suo significato più profondo, quello di "universale culturale", con il risultato di non riconoscere le caratteristiche che la rendono tale e ci consentono di distinguerla da ciò che famiglia non è.
Questo non significa evitare la (doverosa) critica agli stereotipi della cultura odierna, con i quali il confronto dialettico può e deve essere serrato.
Ad esempio, dire che la famiglia ha conosciuto nel corso del tempo molte forme, non significa accettare supinamente la tesi che ormai la famiglia non esista più, e sia stata sostituita dalle nuove famiglie. Ci si dovrebbe invece confrontare con il fatto che la tanto strombazzata "pluralizzazione delle forme familiari" sia in larga parte la conseguenza, molto spesso non scelta né voluta, da un lato della fragilizzazione del legame coniugale e dall'altro dal processo di invecchiamento della popolazione.
Le sfide che l'attuale cultura pone all'esperienza familiare e affettiva sono - schematizzando - principalmente tre:
•    la rimessa in discussione della differenza sessuale;
•    la "familiarizzazione" della società in risposta alla trasformazione della famiglia in una sfera del privato;
•    un'inadeguata concezione della natura e del ruolo degli affetti.

La teoria del gender
La prima sfida, e la principale come intensità e radicalità, è la rimessa in discussione della differenza sessuale (o di genere) come base stessa della della costruzione della famiglia.
Sono le cosiddette teorie dei gender studies, che costituiscono il corpo ideologico utilizzato dalle lobbies omosessuali per sostenere le loro rivendicazioni, in particolare concernenti il "matrimonio omosessuale".
Il percorso di queste teorie ha introdotto, nel corso degli anni, una crescente distanza tra il maschile e il femminile intesi in senso psicologico e sociale e il maschio/femmina intesi in senso biologico e naturale, fino a non dare più rilievo al dato biologico. Va quindi abolita la centralità della differenza come motore delle relazioni, superata dalla storia, per stabilire una vera uguaglianza tra gli esseri umani!
Come rispondere alla sfida di queste teorie che de-strutturano in modo così radicale la concezione tradizionale dell'uomo e della donna come base del matrimonio e della famiglia?
Ma in realtà questa prospettiva, in cui il singolo si costruisce da sé, in cui il sesso è visto solo come gioco di potere, uccide ogni relazione.
Invece, la differenza sessuale è quell'esperienza che "mette ciascuno di fronte a una finitezza che lo obbliga a coesistere con l'altro", e che "ciò che fonda la parità è l'universale dualità del genere umano, il porre la differenza sessuale come differenza universale" (S. Agacinki).
Sul versante delle conseguenze delle teorie gender nel campo della fecondità e della procreazione (certamente il più delicato), rimane invece indispensabile comprendere che l'ancoraggio fisico della paternità in un corpo maschile e della maternità in un corpo femminile costituisce un dato di fatto irriducibile, che non è solo un limite, ma anche una fonte di significato.
Anche se difficilmente ci sarà presentata in termini così sofisticati, non bisogna però sottovalutare l'insidiosità di questa sfida. Capita, infatti, che si presenti più facilmente sotto la forma della battaglia contro le "discriminazioni", come è successo nel dibattito dello scorso anno sulla regolamentazione delle coppie di fatto.
Sarebbe quindi opportuno che tutti coloro che considerano la differenza come vettore di senso e di umanizzazione sostenessero un approccio al maschile/femminile purificato dalle gerarchie della tradizione.
Oggi abbiamo la possibilità, proprio in risposta ad una sfida così radicale, di reinventare il gioco vivente della differenza non più come imposta da un potere istituzionale, bensì figlia della libertà attuale.

Un'ambigua "familiarizzazione" della società
Questa è la seconda sfida che propone la cultura odierna. Perché ambigua? Sostanzialmente perché ci troviamo di fronte ad una sorta di schizofrenia, dovuta a due tendenze contrastanti, promosse contemporaneamente dalle medesime forze sociali e culturali, fino a diventare sentire diffuso in ampi strati della società.
La prima di queste tendenze è quella che ha relegato la famiglia nella sfera del privato. La famiglia è stata vista così come dedita solo alla gratificazione affettiva dei suoi membri (concetto che riprenderemo nel prossimo punto).
Il soggetto famiglia è stato il grande assente dalle politiche sociali, che hanno avuto come referente quasi esclusivamente categorie omogenee di soggetti deboli, come minori, anziani, portatori di handicap, ecc., ignorando il fatto che vivano in una famiglia.
Ma, e qui sta l'apparente schizofrenia di cui parlavo, la società contemporaneamente spinge verso forme di welfare che rivalutino e valorizzino le comunità, verso servizi personalizzati per i quali si ricorre sempre di più all'aggettivo "familiare" per indicare le sue connotazioni ideali. E così nascono e si diffondono nuove forme di cura "familiare": le case-famiglia, l'affido familiare, le comunità familiari per i minori.
Come rispondere alla sfida che costituisce questo fenomeno? Premesso che tornare indietro è comunque difficile, perché la "privatizzazione" della famiglia la pone sempre più in difficoltà a far fronte ai propri compiti di cura, l'unica possibilità è che le famiglie stesse si organizzino e si mobilitino per chiedere alle istituzioni delle politiche che finalmente riconoscano (nei fatti, non a parole) il ruolo centrale della famiglia. Come per troppo tempo non si è fatto.
Basti pensare alla politica fiscale del nostro Paese, che ha come unità di riferimento l'individuo, o alla politica del lavoro, in grave ritardo nel garantire la possibilità di una conciliazione dei tempi del lavoro con quelli della famiglia, in specie per le donne. Oppure, al ruolo delle famiglie nel mondo della scuola, tenuto volontariamente ai margini di un sistema educativo che le dovrebbe vedere tra i protagonisti.
Non deve più essere consentito di proseguire, da un lato, ad indebolire la famiglia con interventi legislativi - vedi ad esempio la ventilata regolamentazione delle coppie di fatto - miranti a svuotarla di significato, di competenze e di diritti specifici pubblicamente riconosciuti, e dall'altro tentare di scaricare sulle sue spalle compiti e pesi per i quali non si riconoscono i giusti sostegni.
Per questo, è cruciale che le famiglie stesse, attraverso soprattutto l'associazionismo familiare, si attrezzino per difendere e promuovere i loro diritti, le loro prerogative e i loro spazi.

L'ipertrofia degli affetti
La terza sfida è la più pervasiva, perché volenti o nolenti influenza gran parte del nostro pensiero e della nostra sensibilità attraverso la sua diffusione capillare in ogni strato della società, nella cultura e nel costume.
È una concezione dell'amore e dell'affetto, visto come moto indipendente, non governabile del nostro animo, e come tale - come accennavo prima - espressione massima dell'intimità della famiglia e nello stesso tempo della privatezza individualistica in cui si pretenderebbe di farla esistere.
È la perdita della relazione, o quantomeno di una capacità relazionale vera e profonda, a favore di un solitario quanto astratto individuo che nella famiglia cerca solo la propria gratificazione, un nido caldo in cui essere coccolato e accudito, un riparo dall'esterno in cui vivere un'intimità che è in realtà solo proiezione della propria emozionalità.
Questa concezione dell'amore e degli affetti ci viene proposta dai rotocalchi, dalle canzonette, dalle avventure dei vip, e vengono troppo spesso presi a modello, soprattutto durante la fasi più delicate della formazione della personalità, come l'adolescenza. Ma è l'intera società che sembra aver subito un processo di "adolescentizzazione"!
È evidente che su simili concezioni non è possibile costruire niente di duraturo, stabilire relazioni serie e costruttive, in altre parole è difficile su basi tanto fragili e ingannevoli si possano fondare delle vere famiglie.
Dietro ogni relazione affettiva seria e significativa ci dev’essere un lavoro, su di sé e con l'altro, la cura del legame. Si tratta, cioè, di non compiere l'operazione deleteria di mettere in antitesi ciò che invece dovrebbe andare a braccetto: non affetti o legami, ma affetti e legami; non sentimento o ragione, ma sentimento e ragione!
Le conseguenze della mancata assunzione di questa "etica degli affetti" sono molteplici e gravissime. Ci limiteremo solo a un paio di esempi.
Nella relazione di coppia, prevale oggi una visione idealizzata del partner, all'insegna di una fusione automatica e senza incrinature, che porta a chiedere all'altro troppo: una completa intesa sessuale, un sentire comune, medesimi interessi e attitudini…finché la coppia, investita di tante e irrealistiche aspettative, scoppia, cioè va incontro alla delusione e alla disillusione. Non educati al lavoro di cura della relazione, i partner davanti ai primi ostacoli si ritirano, abbandonano il campo: gran parte della notevole crescita delle separazioni e dei divorzi avvenuta in questi anni si spiega così.
La stessa dinamica di sbilanciamento affettivo compare anche nelle relazioni genitori-figli. Oggi sembra che sia il figlio a fondare la coppia, a darle un senso di stabilità, fuori dal contingente. Ma questa centralità del bambino/figlio è molto pericolosa: le sue esigenze, i suoi diritti (e i suoi capricci!) spesso prevalgono sulla logica della coppia e della famiglia.
Il bambino oggi pare entrare nella trama delle relazioni familiari più per rispondere al desiderio di paternità e maternità dei genitori piuttosto che come una nuova generazione che entra nella comunità umana.
I genitori, allora, non si sentono tanto impegnati nel compito di educare (inteso in senso etimologico: ex-ducere, portare fuori, guidare verso una meta) quanto spinti ad attirare il figlio a sé, a "sedurlo" (se-ducere) saturando immediatamente i suoi bisogni su un piano di immediatezza affettivo-emotiva, senza quel distacco che costruisce nel tempo la sana emancipazione del figlio verso l'assunzione delle proprie responsabilità, con i relativi rischi.
Anche qui, è facile notare quanto ormai questo "stile educativo" sia diffuso e imperante, con le nefaste conseguenze sulla crescita umana e psicologica dei nostri giovani che tutti conosciamo, e che spesso vengono sterilmente denunciate da coloro che ne sono (inconsapevoli?) artefici.

Conclusione
La risposta alle sfide che siamo andati delineando ritengo che sia né più né meno che la riscoperta dell'identità più vera e profonda della famiglia, quello che potremmo definire il suo "genoma": quelle caratteristiche che la rendono tale, e che da un lato ci consentono di distinguerla da ciò che famiglia non è, e dall'altro di riconoscerla entro la pluralità di forme che storicamente ha assunto e assumerà, come si diceva all'inizio.
Cos'è quindi la famiglia? Questa è la risposta che ha fornito, in un testo mirabile per densità e precisione, che non richiede alcun commento ma una lettura lenta e meditativa per assaporarlo sino in fondo, la professoressa Eugenia Scabini: "La famiglia è una relazione sociale specifica che lega insieme, con un patto socialmente riconosciuto, due persone di sesso diverso e generazioni diverse, figli e genitori, e attraverso essi fa accedere alle genealogie/stirpi paterna e materna. Nella famiglia il biologico e il simbolico fanno un tutt'uno e il suo compito insostituibile e primigenio è quello di "generare umanizzando", nutrendo ciò che in essa vive e da lei nasce di quella sostanza etico-affettiva che contraddistingue e differenzia il genere umano, la specie Homo sapiens, dal mondo animale. Non c'è riproduzione nella famiglia, c'è pro-creazione, il fine non è biologicamente la sopravvivenza della specie ma la generazione di un irripetibile essere umano che può costruire la sua propria identità solo se può identificarsi con fonti generative benefiche (la madre e il padre o chi ne esercita responsabilmente la funzione) e trova un "posto" e con ciò un compito nella storia familiare.
Comprendere, rimodellare, rinnovare il patrimonio familiare, quello che attraverso la coppia coniugale ci arriva dalla lunga storia generazionale e dalla cultura di appartenenza, questa è l'unica strada che il piccolo dell'uomo ha a disposizione nella sua, a volte difficile, conquista di identità, matrice vuoi di generatività familiare, vuoi di responsabilità sociale. E sempre più e sempre meglio la ricerca psicologica ci documenta l'importanza delle relazioni familiari a partire addirittura dallo stadio intrauterino che è sede di primordiali, ma già vive, influenze interpersonali… Il genoma della famiglia, o "il famigliare", come usiamo chiamarlo, può tradursi in molte forme come la storia del passato suggerisce e come il futuro ci riserverà. Ma esso è un "universale culturale" e se viene meno, se si tradisce la sua natura, non ci sarà più possibilità di dar vita a corpi familiari, pesanti o leggeri, ma in ogni caso umani"
*Centro Internazionale Studi Famiglia
Sintesi non rivista dall'autore
Per il Centro Internazionale Studi Famiglia vedi: http://www.famigliacristiana.it/canale/cisf/chi-siamo.aspx

Per il lavoro di gruppo:
•    La coppia scoppia! Cosa fate, nella vostra relazione, per evitare questo rischio?
•    Tra educazione e seduzione: qual è l’approccio giusto verso i figli?
•    Cosa possiamo fare, concretamente, per rinnovare il “patrimonia familiare”?

Bibliografia:
E. Scabini, "E se d’improvviso scomparisse la famiglia?", in: Vita e Pensiero n. 2, marzo-aprile 2007, pp. 5-9.
http://www.vponline.it/riviste/888888/2007/02/3/leggiPDF/
L. Prezzi, "La differenza sessuale: potere o alterità?", in: Il Regno. Attualità n. 2/2007, p. 5.
http://www.ilregno.it/
L. Scaraffia, "Gli uomini e le donne sono uguali?", in: Vita e Pensiero n. 2, marzo-aprile 2007, pp. 116-120.
http://www.vponline.it/riviste/888888/2007/02/23/acquista/
M. Chiodi, "La relazione uomo-donna come forma fondamentale della differenza", in: Teologia 32, 2007, pp. 11-35.
Aggiornamenti sociali, "Famiglia, tra legami e diversità. Intervista a Xavier Lacroix", in: Aggiornamenti sociali n. 5, maggio 1997, pp. 369-375.
http://www.aggiornamentisociali.it/
E. Scabini, "Etica degli affetti, valore dei legami", in: Vita e Pensiero n. 5, settembre-ottobre 2006, pp. 98-105.
http://www.vponline.it/riviste/888888/2006/05/24/acquista/
J. Arènes, "Il problema del genere", in: Il Regno. Documenti n. 11/2007, pp. 377-384.
http://www.ilregno.it/

3-LA CITTADINANZA DELLA FAMIGLIA
Le politiche familiari sono intese solo come aiuto ai singoli membri della famiglia

di Pietro Boffi*
In Italia è sempre mancato un discorso serio e coerente di promozione della famiglia e le recenti modificazioni nella società e nella struttura della famiglia, così come eravamo abituati a concepirla sino a qualche anno fa, rendono questa mancanza sempre più grave, ed il suo superamento sempre più urgente.
Tra i vari fattori che influiscono sulle modificazioni del nostro tessuto sociale, mi limito ad indicarne alcuni:
Il calo demografico
Se i trends di natalità/fertilità proseguiranno secondo i ritmi attuali, la popolazione italiana è destinata ad una progressiva riduzione, che potrebbe arrivare, nel lungo periodo, alla quasi estinzione.
L'invecchiamento della popolazione
È questa una delle conseguenze più vistose del calo demografico. Questo significa che aumentano le famiglie bisognose di un certo tipo di aiuto.
L'immigrazione extra-comunitaria.
Questo comporta l'introduzione di culture familiari differenti, con tutti i problemi (culturali, servizi differenziati, interventi di tutela sociale) che questo comporta.
La crisi dello Stato sociale.
Da un lato crescono i bisogni sociali crescenti e, dall'altro, il Welfare State è sempre meno in grado di soddisfarle a causa della crisi economico-finanziaria. Ciò comporta la chiamata in causa della famiglia come attore su cui far ricadere nuove responsabilità.
Le nuove strutture familiari
Crescono le famiglie monogenitoriali, i fenomeni di instabilità matrimoniale, l'incremento dei figli nati fuori dal matrimonio, le convivenze, ecc.
Le nuove povertà
Interessano le famiglie toccata dalla crisi economica (cassa integrazione, licenziamenti) ma anche le famiglie con a carico membri malati o devianti.

La famiglia sotto-sistema societario
Di fronte a queste urgenze, è grande il rischio di interventi sbagliati, frutto di una visione quantomeno inadeguata della famiglia.
Infatti, si continua a seguire il concetto di una politica sociale come aiuto ai "bisognosi".
Se la famiglia entra (o viene fatta entrare forzosamente, proprio per coprire la mancanza di risorse) in questo schema per l'aiuto al bambino, alla donna, all'anziano, all'handicappato, ecc., allora si parla di politiche familiari; altrimenti la famiglia diventa un'entità che non si sa come trattare, e che viene considerata co-me un retaggio inutile o sorpassato.
Ciò che normalmente manca è una visione sistematica e relazionale della famiglia stessa, o meglio, per usare un linguaggio tecnico, la considerazione delle famiglie nel loro insieme come un sotto-sistema della società, accanto e in relazione con gli altri sotto-sistemi presenti.
Ma mentre questi ultimi: l'economia (e i relativi mercati), il governo politico (e la relativa amministrazione), le associazioni e le organizzazioni autonome, sono riconosciuti e tenuti in debito conto, la famiglia è il sotto-sistema meno riconosciuto e più penalizzato. Questo è un fatto molto grave, che sta alla base della mancanza di una politica familiare adeguata nel nostro Paese.
Ma perché la famiglia va considerata come un sotto-sistema della società?
Almeno per due motivi:
•    Essa assolve di fatto una quantità enorme di funzioni sociali che nessuno Stato, nessuna amministrazione, nessun mercato può "socializzare", ma che nel contempo non possono neppure essere "privatizzate", cioè considerate mera responsabilità dei singoli, magari per scaricare lo Stato dalle sue responsabilità.
•    La famiglia utilizza i mezzi simbolici degli altri sotto-sistemi (p.e. il denaro dell'economia, il diritto del sistema politico, ecc.), ma ha anche un mezzo specifico proprio e insostituibile di comunicazione: la sua reciprocità di mondo vitale.
È questa reciprocità che non solo caratterizza la famiglia come "scuola di umanità", ma che può e deve essere generalizzata per far funzionare correttamente gli altri sotto-sistemi e i loro interscambi.

La famiglia scuola di reciprocità
Senza reciprocità non ci possono essere fiducia ed equità, né nella famiglia né nella società. La reciprocità è alla base del corretto funzionamento di tutte le istituzioni sociali, quale che sia il sotto-sistema di appartenenza, e costituisce l'apporto specifico e insostituibile della famiglia alla società, in quanto si forma, cresce e matura nella famiglia e non altrove.
Se la famiglia fallisce in questo suo compito, tutto diventa più difficile, come è facile constatare osservando la realtà sociale in cui viviamo.
Riassumendo, quindi, potremmo dire che la famiglia è sotto-sistema perché assolve funzioni per l'intera società; lo fa in costante connessione con tutti gli altri sotto-sistemi; è insostituibile, cioè non ammette equivalenti funzionali.
È per questo che della famiglia si parla e si continuerà a parlare, e le indubbie condizioni di crisi in cui versa come istituzione, lungi dal diminuirne l'importanza, ne accrescono ancora di più la rilevanza sociale, seppure in modo così poco riconosciuto.
La famiglia, intesa non come struttura immutabile, ma come relazione personale dinamica, come istituzione e contemporaneamente gruppo sociale, è e rimarrà l'elemento fondamentale di mediazione del rapporto, sempre complesso e in divenire, tra natura e cultura, privato e pubblico, individuo e società.

La famiglia: per una nuova cittadinanza
Se quanto ho detto finora è corretto, ne consegue che la politica familiare non può essere ridotta ad una serie di interventi settoriali, slegati fra loro, costituiti per la gran parte da provvedimenti tampone spesso di taglio assistenzialistico. Quello che serve, è il riconoscimento di una vera ed autentica cittadinanza della famiglia. Di che si tratta?
All'articolo 29, I comma, la nostra Costituzione recita: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio". Si badi bene, la Costituzione dice "i diritti della famiglia", e non solo i diritti nella famiglia.
Parlare di cittadinanza della famiglia significa allora riconoscere che la famiglia è portatrice di diritti in quanto tale, e non semplicemente un contenitore all'interno del quale, bene o male, vengono riconosciuti i diritti delle persone.
Senza sminuire l'importanza del riconoscimento che la società moderna ha operato nei confronti dei diritti di categorie precedentemente penalizzate - p.e. le donne e i minori - bisogna ammettere che i diritti della famiglia si sono persi in quelli individuali.
La direzione verso cui tendere diventa allora quella del riconoscimento della famiglia come soggetto sovrafunzionale, titolare di una pienezza di diritti civili, sociali, politici e umani indispensabili al corretto sviluppo della persona umana. In tal senso la famiglia diventa un titolo per l'accesso alle risorse che deve essere riconosciuto e valorizzato per una piena partecipazione dei singoli alla società.
*Centro Internazionale Studi Famiglia
Per il Centro Internazionale Studi Famiglia vedi: http://www.famigliacristiana.it/canale/cisf/chi-siamo.aspx

4-IL FORUM FAMIGLIE: CHI DISCRIMINA CHI?

La confusione (voluta?) sulle politiche familiari crea situazioni come quella che vi proponiamo e su cui il Forum Famiglie Piemonte, con suo Presidente, ha preso posizione.
Con questo scritto il Forum del Piemonte intende contribuire al dibattito sull'argomento “riconoscimento delle pari opportunità per le unioni civili” previsto presso la commisione regionale pari opportunità il prossimo 9 giugno 2010.
1. Il fatto che la commissione pari opportunità si occupi di unioni civili lascia interdetti: rispetto a chi e su cosa le unioni civili sono discriminate?
2. Se la discriminazione si intende nei confronti delle famiglia fondata sul matrimonio, siamo allora di fronte ad un drammatico equivoco! Gli sposi compiono un atto pubblico da cui scaturiscono compiti e responsabilità, non solo reciproci, ma anche nei confronti della società. Discriminare è trattare in modo diverso situazioni uguali, ma in questo caso non vi è nessuna discriminazione, perché i presupposti e le situazioni sono oggettivamente diverse!
3. Se per discriminazione, si intende che le persone omossessuali non possono accedere al matrimonio, giova ricordare che il matrimonio presuppone la diversità uomo-donna (Corte Costituzionale, sentenza 138/2010) e che l'individuazione di modalità per tutelare le unioni omosessuali è di competenza del Parlamento.
4. Ricordiamo inoltre alla commissione che la Costituzione assegna alla famiglia fondata sul matrimonio una particolare rilevanza, con riferimento alla potenzialità che essa offre nella costruzione sociale.
La Costituzione poi prevede specifici aiuti per la famiglia fondata sul matrimonio, aiuti che le famiglie stanno ancora aspettando: e qui non siamo nel campo delle pari opportunità, ma dell'ingiustizia.
5. Chiediamo poi aiuto per risolvere la discriminazione tra le coppie sposate e i "finti single" nella determinazione delle graduatorie di accesso agli asili nidi e alle scuole dell'infanzia; nella determinazione del reddito per l'accesso ai servizi di assistenza o per il calcolo delle rette scolastiche dovute.
Luigi Lombardi
Per il Forum Piemonte vedi: http://www.asnifampiemonte.org/DesktopDefault.aspx

5-TRA BISOGNI E RISORSE: LA FAMIGLIA PROTAGONISTA
Un convegno a fine maggio organizzato dalla Consulta Famiglia di Bra (CN)

di Luigina Bima*
Ci vuole coraggio a riunirsi in tanti per parlare di famiglia, coraggio perché la famiglia è sempre più aggredita da tutte le parti, a partire da chi più la osanna a parole.
Non è la sede per analizzare la situazione della famiglia oggi in Italia, tuttavia abbiamo in cuore le famiglie dove manca il lavoro o c'è un lavoro precario, dove anche con due stipendi non si riesce a tirare avanti, magari perché mezzi stipendi, dove non si mettono al mondo dei bambini, perché "come si fa dopo?", dove si ricorre ai nonni - chi è fortunato e li ha vicini e disponibili - non solo come baby sitter, ma come integratori dello stipendio che manca o che non basta…
Conosciamo anche delle famiglie che assistono per anni e anni un proprio congiunto disabile o anziano non autosufficiente, famiglie che non conoscono più i giorni della settimana, né i mesi dell'anno, storie di solitudini, di disperazione, ma anche di nascosti eroismi, di ordinaria generosità…. Sono alcune delle tante facce di questa grande medaglia, che è la famiglia, con tanti diritti e tanti rovesci…
Siamo qui perché abbiamo sentito l'esigenza di porci proprio alcune domande: perché interessarci di famiglia? Perché lavorare in una associazione che si occupa di famiglia? Perché a Bra c’è una consulta comunale delle famiglie? Quali effetti questo può avere prima di tutto per noi che vi dedichiamo tempo ed energie ma anche per la città, dove noi viviamo ma dove vivono anche le persone che ci stanno a cuore?
Proprio per questo abbiamo invitato i coniugi Danese: perché ci aiutino a riflettere su queste cose.
*presidente Consulta Famiglia di Bra
Per il convegno vedi: http://news.comune.bra.cn.it/modules/news/article.php?storyid=4251

6-LE RAGIONI DEL MATRIMONIO
Il “valore aggiunto” della famiglia

di Attilio Danese e Giulia Paola Di Nicola
La famiglia , nei sondaggi, è l'ideale "forte" dei giovani. C'è desiderio di sposarsi, si dice "se trovo la persona giusta", e l'istituzione della quale i giovani si fidano di più è proprio la famiglia.
Allora perché nascono le consulte per la famiglia? E perché la famiglia è in via di estinzione? E perché impegnarsi per la famiglia è una scelta intelligente?
I dati dei censimenti sono scoraggianti. Ci si sposa per avere sicurezza, per mettere al mondo figli, per convenienza, perché così, prima o poi, fanno tutti. L’amore non è di certo al primo posto: per volersi bene basta la convivenza.
Anche il senso che viene dato al matrimonio rivela una bassa stima verso questo istituto.
Per contro è statisticamente dimostrato che laddove non c'è famiglia, aumentano le malattie psichiche, la pedofilia, la prostituzione, le violenze perché la famiglia rappresenta l'orientamento umano della sessualità canalizzandola nella vita di coppia. Quindi è un beneficio per la coppia, attraverso il matrimonio, dare continuità all'amore e alla sessualità.
Ritrovare l'unitarietà e la continuità del legame di coppia, suggellata dal matrimonio, è un bene che poi si riversa su tutta la società.

Investire sul matrimonio
Cosa possono fare i Comuni per sostenere la preparazione al matrimonio? Pensare di fare un cammino di preparazione anche per i matrimoni civili sarebbe una buona cosa su cui investire risorse: potrebbe aiutare a prevenire disagi e fallimenti sotto l'aspetto relazionale. Infatti, il matrimonio è un evento troppo importante per essere lasciato al caso, all'improvvisazione.
In Inghilterra è stato calcolato che il costo annuale dei danni causati dalle famiglie che si sfasciano è di 46 miliardi di euro. Da ricerche effettuate non solo in Italia emerge che i problemi di salute sono maggiori nelle persone divorziate rispetto alle persone sposate.
È stato verificato che i benefici del matrimonio sulle persone sono molteplici: guarigioni più facili, incidenza inferiore di suicidi, possibilità maggiore di recupero in caso di tumore, riduzione del rischio di alzheimer...
Per i figli che crescono in una famiglia ci sono degli evidenti benefici sul piano dell'identità. Quindi tutto ciò che si fa per la prevenzione è un investimento.
Ma per parecchi l’investimento è un altro, intorno al divorzio si sta sviluppando una vera e propria industria come testimonia il primo salone del divorzio a Milano intitolato significativamente: “Ex. Punto e a capo”.

La famiglia per rifondare la società
Solidarietà e unità sono valori basilari della società. La famiglia costituisce un investimento di fiducia nella società: essa si forma non tanto perché le persone cercano il modo di difendersi dalla società, quanto piuttosto perché sentono il desiderio di amarsi.
Istituzione e amore sono così in contrasto tra di loro? Due che si sposano implicitamente aderiscono a patti istituzionali, formano una istituzione nuova, che è appunto la famiglia.
Le istituzioni sociali, in primo luogo il Comune, riconoscendo questo impegno dà un riconoscimento anche formale a questo nuovo soggetto.
Dunque lo Stato, anche attraverso i Comuni, dovrebbe rafforzare l'impegno e la tutela verso ogni nuova famiglia. La società tutta dovrebbe impegnarsi a riconoscere e a considerare la famiglia nella sua interezza e non solo considerarla come una somma di singoli individui.
La famiglia fa capitale sociale, è un propulsore economico, investe sul capitale umano che sono i figli. La famiglia individua dei criteri di equità nella gestione del denaro, fa filtro rispetto al consumismo e ai richiami pubblicitari: si discute, ci si confronta….
La famiglia è il laboratorio delle differenze, perché insegna a volersi bene anche se si è diversi. Lo stile famiglia fa tanto bene alla società, perché offre l'occasione di sperimentare continuamente la riconciliazione, il perdono: questi che sono tratti indispensabili per ogni società e sono speranza per il futuro, si imparano in famiglia.
È necessario allora diffondere a tutti i livelli, nella vita sociale, uno stile di famiglia, perché la mentalità corrente tende a favorire le divisioni. Sembra così semplice: hai litigato? Non c’è più il “calore” dei primi temi? Separati! Abbiamo visto che è questo è un ottimo affare (per gli altri) mentre per gli interessati questo è uno degli elementi che favorisce e predispone alla povertà, oltre a generare molte sofferenze.

La consulta famiglia
La consulta deve vivere la suo interno lo stile familiare, deve diventare un polmone che ascolta i bisogni e non un nuovo carrozzone.. La consulta deve formare gli operatori che stanno sul campo, sviluppare la creatività: banche del tempo, momenti ludici, zone di solidarietà orizzontale, aiuto per le nuove povertà che richiedono ascolto…
Per fare un esempio: come influire sui valori propagati dai mass media? Ci si mette insieme, più famiglie, si formano delle reti di famiglie… Il televisore, Internet e tutte le forme di collegamento con il mondo esterno di per sé sono cose positive, come gli altri elettrodomestici.
La discriminante è l'uso che se ne fa.
Più famiglie - insieme - possono farsi sentire e segnalare quando ci sono dei programmi che non rispettano gli accordi di Treviso, possono lettere aperte, fare raccolte firme, far pubblicare articoli sui giornali, ecc.
Ecco perché è così importante mettersi insieme! E se si appartiene già ad una associazione? Quale valore aggiunto porta la consulta?
Permette alle associazioni di andare oltre il loro “specifico”, per "lasciarsi fecondare” dalle altre associazioni.
Sintesi di Daniela Dogliani
Testo non rivisto dagli autori
L’argomento è approfondito nel libro degli autori: Le ragioni del matrimonio, Effatà Editrice, Cantalupa (TO) 2006.
Per la scheda del libro vedi. http://www.effata.it/Libri/Scienzedelmatrimonio/leragionidelmatriminio.html
Per ulteriori informazioni: Effatà Editrice, tel. 0121 353 452, info@effata.it, www.effata.it

7-BREVE STORIA DELLA CONSULTA FAMIGLIA DI BRA

A Bra, fin dal 2004, è sorta una prima Consulta per la famiglia, promossa e sostenuta dal Consorzio INTESA. Raggruppava soltanto associazioni familiari e gruppi informali. Molti di noi hanno partecipato a questa Consulta che ha fatto un suo percorso che ritengo sia significativo per la nostra comunità, e che forse ha costituito la base per la Consulta attuale.
Dopo le elezioni amministrative del giugno scorso, avendo deciso l'Amministrazione Comunale di Bra di istituire la CCF, è stato naturale che la precedente Consulta di fatto confluisse in quella comunale, tanto più che la maggior parte dei gruppi presenti operavano nel Comune di Bra.
È formata da rappresentanti delle istituzioni, tra cui ASL, Consorzio, scuole, consiglieri di maggioranza e di minoranza, e da rappresentanti del mondo dell'associazionismo, sia organizzazioni formali, sia gruppi informali. Cosa si è fatto finora?
Si sono tenuti quattro incontri: il primo per avviare la Consulta e gli altri due per dare spazio a tutti i servizi e i gruppi presenti nella CCF per presentarsi, anche attraverso una scheda.
Queste schede costituiscono la base di una banca dati relativa ai servizi per le famiglie, curata dal Comune di Bra.
Infine siamo arrivati all'incontro di oggi, di carattere formativo, aperto ai membri di tutte le associazioni del nostro territorio e alle Consulte della provincia di Cuneo e di Torino, almeno quelle che conosciamo e con cui vorremo confrontarci per accogliere le loro osservazioni e i loro consigli.
Luigina Bima
Per la Consulta Famiglie di Bra vedi: http://www.comune.bra.cn.it/amministrazione/consulta_famiglie.htm

8-L’avventura del Forum delle associazioni familiari di Cuneo
LE FAMIGLIE PROTAGONISTE

Di Paola e Francesco Loffredo*
Era l'estate di tre anni fa, luglio 2007, quando un gruppo di entusiasti e giovani rappresentanti di diverse realtà associative del territorio cuneese, insieme ai responsabili degli uffici famiglia delle ben cinque diocesi che si spartiscono la provincia di Cuneo, hanno ufficialmente costituito il "Comitato promotore per la nascita del Forum delle associazioni familiari della provincia di Cuneo".

In coppia e giovani
Da quel momento è iniziata l'avventura del Forum di Cuneo, con alcune caratteristiche ben determinate, tra cui spicca la possibilità prevista dallo Statuto, e subito attuata, di attribuire cariche direttive e la stessa presidenza non ad una singola persona, ma ad una coppia, segno evidente della priorità che si vuole dare alla famiglia e non ai suoi componenti.
Altri segnali positivi, che hanno inciso in questi anni sull'attività del Forum Cuneo, sono poi la giovane età, non solo associativa, ma anche anagrafica del consiglio direttivo e dell'assemblea tutta e la partecipazione vivace delle associazioni, anche di quelle più piccole, locali, con poca esperienza, ma con il desiderio di lavorare insieme per ciò che ci accomuna tutti: la famiglia.
Famiglie protagoniste
Inutile annoiare i lettori con l'elenco delle attività e delle iniziative portate avanti in questi anni, meglio tediarli con il chiodo fisso che abbiamo: aiutare le famiglie a sentirsi veri cittadini di questo paese e pungolare gli amministratori delle nostre città affinché di fronte a questo soggetto sociale decidano, una volta per tutte, di investire il loro operare.
Non si tratta principalmente di ottenere soldi dai Comuni e dalla Provincia (cosa tra l'altro estremamente difficile, faticosa e con pochi risultati, per di più a scadenze indefinite), ma soprattutto di imparare a sedersi intorno ad un tavolo e ragionare insieme per attuare politiche familiari concrete, a lungo termine, svincolate dal singolo mandato elettorale.

Le consulte famiglia
Tra gli obiettivi che ci siamo posti per questo primo mandato c'è quello di collaborare con le consulte della famiglia già presenti sul territorio e sostenere la nascita, dove è possibile, di nuove.
Vediamo ora che nei Comuni dove questo sta avvenendo è più immediato monitorare le reali esigenze delle famiglie del territorio, si cominciano a formare gli operatori sui vari aspetti delle politiche familiari, è più facile lavorare in rete e quindi intervenire in modo più incisivo rispetto a temi fondamentali quali la scuola, gli asili nido, la televisione, la disabilità, l'educazione, la relazione di coppia, e tutte le tematiche annesse e connesse alla vita familiare.

Evitare le disparità
Per quel che riguarda il nostro territorio, poi, è di fondamentale importanza cercare di coordinare l'operato delle diverse amministrazioni in modo che le famiglie di comuni confinanti non si trovino ad affrontare disparità di trattamento o privilegi assurdi.
Proprio per questo ci incontriamo regolarmente con l'assessore provinciale, che ha ad oggi la delega per le politiche familiari, ed entro l'autunno partirà un tavolo di lavoro promosso dalla Provincia e dal Forum con tutti i comuni che hanno dato la disponibilità.
Ci sembra che il lavoro di coinvolgimento degli amministratori locali sia determinante anche perché spesso c'è la sensibilità al tema famiglia, ma non si sa bene come concretizzarla ed il confronto costante con il Forum può essere un aiuto. Certo non bisogna scoraggiarsi se non si vedono risultati immediati, ma andare avanti, investire tempo ed energie, proprio come si fa in famiglia, quotidianamente, con tanta fiducia, alzandosi ogni giorno come se fosse il primo.

Coordinare le associazioni
Un ultimo aspetto che ci sta a cuore è infine la realtà associativa sulla quale è basato tutto l'operare del Forum e senza la quale neppure esiterebbe il Forum stesso.
Per chiunque abbia un po' di esperienza associativa è facile immaginare come sia difficile aiutare ogni singola associazione ad uscire dal proprio particolare per ragionare in termini di famiglia.
Incontrare le singole associazioni e vedere che le assemblee sono sempre più partecipate ci dà però speranza.
Già solo il confronto costante tra i membri del direttivo, che pur arrivano da esperienze associative molto differenti, ci permettere di constatare che lavorare insieme è possibile, doveroso nei confronti della famiglia ed anche, perché no, bello.

La festa della famiglia
Nell'ultima assemblea è nata l'idea di un progetto nuovo, prendendo spunto dalla "festa internazionale della famiglia" indetta per il 15 maggio di ogni anno dall'ONU, fin dal 1994.
Per lanciare un grande messaggio vorremmo organizzare in quella data un evento contemporaneo in più città, facendo coincidere le rispettive feste della famiglia organizzate dalle diocesi e gli altri appuntamenti locali delle associazioni che aderiscono al Forum.
Si raggiungerebbe così una più vasta partecipazione, dando la possibilità d'incontrarsi e riconoscersi in una proposta condivisa e, ovviamente, sarebbe l'occasione di mettere i nostri amministratori di fronte alla famiglia viva e reale.
Se tutti capissimo l'importanza della famiglia, investiremmo molto di più su di essa, non perché è bisognosa o problematica, ma perché nella famiglia c’è il futuro del nostro paese.
*Presidenti Forum associazioni familiari della provincia di Cuneo
Per le attività del Forum di Cuneo: http://www.forumfamiglie.org/eventi.php?tipo_evento=attivita_forum_regionali&evento=10822

9-REGIONALI: LE FAMIGLIE NON SONO STATE A GUARDARE
Il Forum delle associazioni familiari ha indicato ai candidati quattro priorità

di Francesco Belletti*
Le elezioni regionali 2010 non verranno certo ricordate per la qualità del dibattito, per la serietà dei temi discussi, per le differenze di programma e di impostazione che candidati e partiti politici hanno proposto agli elettori...
Eppure le famiglie non hanno voluto arrendersi, anche perché sentono il bisogno di una buona politica, capace di ascoltare, di dialogare, e soprattutto di generare azioni concrete.
Per queste ragioni il Forum delle associazioni familiari ha proposto anche quest'anno un Manifesto politico, che è stato sottoposto a tutti i candidati alle elezioni, chiedendo loro di sottoscrivere in anticipo l'impegno a perseguire, nel proprio mandato, una serie di obiettivi e valori. il Forum si è impegnato a verificare pubblicamente, tra un anno, quanti avranno mantenuto gli impegni assunti con questa firma.
Sostanzialmente sono state due le dimensioni su cui il Forum ha chiesto un impegno: da un lato la difesa di alcuni valori fondativi, antropologici e insieme sociali, dall'altro la concretezza di azioni che a livello regionale devono essere capaci di migliorare la condizione di vita delle famiglie italiane.
Si è chiesto quindi di difendere anche a livello regionale la famiglia fondata sul matrimonio (art. 29 della Costituzione!), ma anche di promuovere politiche non assistenziali, capaci cioè di riconoscere il protagonismo sociale delle famiglie, oppure di facilitare la conciliazione tra famiglia e lavoro, o per sostenere le famiglie con persone fragili e non autosufficienti al proprio interno.
In particolare quattro priorità sono state presentate in tutto il territorio nazionale:
1) Approvazione e - dove già esiste - adeguato finanziamento e piena applicazione della legge regionale sulla famiglia che, oltre a una cospicua dotazione finanziaria, preveda provvidenze per le singole famiglie, istituisca una consulta regionale delle associazioni familiari, realizzi un'effettiva sussidiarietà verso le famiglie e le associazioni familiari che si impegnano ad offrire servizi (albo delle associazioni familiari), e consideri un momento pubblico di verifica con cadenza annuale o biennale (conferenza regionale sulla famiglia).
2) Istituzione della V.I.F. (Valutazione di Impatto Familiare): ogni decisione che possa riguardare anche indirettamente la famiglia deve essere preceduta e corredata da una valutazione in grado - se negativa - di imporre la riprogrammazione del provvedimento ovvero la sua decadenza.
3) Valutazione del nuovo regime di federalismo fiscale e delle sue ricadute sulla famiglia, cogliendo l'opportunità per giungere a un fisco regionale a misura di famiglia ("Quoziente Parma").
4) Approvazione di specifici provvedimenti per sostenere la stabilità e arginare la crisi della famiglia tra cui percorsi di formazione per fidanzati e giovani coppie, corsi di supporto alla genitorialità, servizi di consulenza e conciliazione coniugale e mediazione familiare, sostegno all'adozione e all'affido.
Insomma, le famiglie hanno chiesto, anche alle Regioni, più fatti e meno parole, e la difesa della famiglia come valore per il benessere personale e sociale, perché "quello che fa bene alla famiglia, fa bene alla società!".
*presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari
Per il Forum Nazionale vedi: http://www.forumfamiglie.org/index.php

10-I GRUPPI DI ACQUISTO FAMILIARE

Non è facile trovare delle soluzioni per arrivare a fine mese.
I Gaf (Gruppi di acquisto familiare) sono nati nel 2008 un po' per caso, in un periodo in cui il prezzo del pane era salito alle stelle. Avevamo pensato di risparmiare comprando le macchine per fare il pane in casa, ma in Italia costavano tre volte più che in Germania.
Così, ci siamo organizzati spontaneamente per un acquisto collettivo.
L'esperimento è andato così bene che poi siamo passati all'asciugatrice e ora, due anni dopo, decine di famiglie fanno la spesa attraverso i gruppi di acquisto.
I Gaf stipulano convenzioni direttamente con il produttore e le famiglie associate possono acquistare di tutto: pasta, riso, arance, cancelleria, detersivi per la casa, miele, costruzioni per i bambini.
Associazione naz. famiglie numerose. Da: Famiglia Cristiana, 02/05/2010
Per il sito dell'associazione vedi: www.famiglienumerose.org

11-IL “QUOZIENTE PARMA”

Da quest'anno a Parma c'è il quoziente familiare. Per la prima volta in Italia, dopo anni di dibattiti e di promesse (incluse quelle di Berlusconi) le tariffe dei servizi comunali, dalla pattumiera all'asilo nido saranno calcolate su misura in base alla composizione del nucleo familiare.
La novità è stata voluta dal Comune di Parma ed elaborata dall'Agenzia per la Famiglia del Comune stesso in collaborazione con la consulta delle associazioni familiari, il Forum e l'apporto tecnico dell'Università. Da dicembre sono iniziate le revisioni dei regolamenti di accesso ai servizi per utilizzare come criterio un ISEE corretto dal nuovo quoziente. Il sindaco di Parma, Pietro Vignali, ha orgogliosamente parlato di "quoziente Parma": "una grande novità, non solo perché è il primo esempio in Italia ma anche perché riconosce alla famiglia il lavoro che quotidianamente svolge in campo educativo, di cura, di coesione sociale".
A risparmiare saranno, in modo proporzionale, tutte le famiglie: secondo le simulazioni del Comune, solo per l'asilo nido resteranno in tasca alle famiglie fino a 60 euro. L'impatto maggiore però sarà sulle famiglie numerose: se per l'ISEE infatti il primo figlio pesa 0,47 e ogni figlio in più vale sempre meno, nel "quoziente Parma" si parte da 0,60 per salire a 0,80. Peso diverso avrà anche un familiare invalido, specie se over 75. Già a luglio dello scorso anno l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose aveva eletto Parma "città amica della famiglia".
Sara De Carli
dal sito www.vita.it
Per saperne di più: http://www.comune.parma.it/portal/page?_pageid=205,387640&_dad=portal&_schema=PORTAL&C_ITEM=600208

12-LA FAMILY CARD: Un piccolo aiuto per le famiglie numerose

A inizio febbraio 2010 La family card (f.c.) di Bergamo ha compiuto quattro anni. Il Comune di Bergamo è stato l’apripista delle family card italiane, su cui chiedono informazioni anche dall'estero.
Nel corso degli anni l’iniziativa è stata ripresa ed ampliata, riuscendo a coprire così tutti i settori merceologici, con alcune nuove entrate importanti, come i macellai, i farmacisti, gli studi dentistici e addirittura i giostrai. In questo modo la municipalità ha inteso dare un segnale di collegamento con il territorio che é una delle belle conseguenze della f.c..
I numeri della card danno ragione al clima di soddisfazione generale: il progetto, avviato con 400 card (ai tempi in cui era destinata a famiglie con 4 o più figli), passata a 1200 nel 2007 (quando è stata estesa alle famiglie con tre figli), viene oggi distribuita a 1700 famiglie.
La municipalità si augura che questo sia il segno di un piccolo cambiamento demografico in atto nella città, minacciata da tempo dall’invecchiamento della popolazione e dallo spopolamento.
Ulteriore punto di forza della card é il fatto di non essere legata a nessun limite di reddito o tetto ISEE.
"IL messaggio che vogliamo dare" ha affermato a suo tempo il vicesindaco, signora Ravasio "È che le famiglie numerose sono una risposta importante per la città e come tale vanno supportate. Non si tratta di fare politica assistenziale quanto di dare un segno positivo alla popolazione".
Tratto dal sito: http://www.famiglienumerose.org/news.php?idnews=3283

13-LA BANCA DEL TEMPO

La banca del Tempo è un sistema in cui le persone scambiano attività, servizi e saperi. Chi partecipa alla Banca del Tempo lo fa per avere un miglior rapporto con un bene che tutti possediamo e che spesso gestiamo male: il tempo.
Chi aderisce specifica quali attività e/o servizi intende svolgere e accende un proprio conto corrente, come in una banca, dove però, al posto degli euro, si depositano ore.
Chi ha offerto un servizio acquisirà un credito di ore e sarà in grado di spenderle ricevendo altri servizi.
Nella Banca del Tempo però non è necessario restituire un servizio esattamente a colui che l´ha fornito: è un sistema aperto e non si contraggono debiti con qualcuno in particolare.
Nella Banca del Tempo un'ora vale sempre un'ora, a prescindere dal servizio scambiato, per imparare a dare e a ricevere tempo con fiducia. Nessuno quando scambia perde del tempo.
Tratto dal sito: http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/banchedeltempo/sezioni_laterali/Cosasono.htm

14-LE SETTIMANE FAMIGLIA ESTIVE
Formazione, liturgia e festa alla base di ogni campo

Di Valeria e Tony Piccin
Vogliamo qui tratteggiare in breve il panorama delle Settimane Famiglia, realtà che ha segnato praticamente l'inizio dell'attività dei Gruppi Famiglia e che, anno dopo anno, ha preso una forma ben sperimentata pur nella varietà degli stili di conduzione. La diversità di stile, infatti, è dovuta alle diverse sensibilità delle persone che organizzano le Settimane.
Ogni anno sono numerose le famiglie che vi partecipano, provenienti da diverse regioni e non sempre fanno parte dei Gruppi Famiglia.

La pluralità delle esperienze
L'esperienza di settimane estive o invernali non è nuova per molte regioni o diocesi. Tutti, chi in un modo o nell'altro, organizzano delle esperienze per famiglie. Ma una settimana estiva può essere orientata in diverso modo a seconda dell'obiettivo verso il quale si tende, oppure per il tipo di persone che vi partecipano.
Possiamo quindi avere:
•    settimane improntate di più verso il silenzio, la preghiera, la meditazione, il deserto…;
•    settimane che approfondiscono temi della cultura, sia laica che religiosa, come può essere una settimana biblica;
•    settimane dedicate ad aiutare le persone a ripensare a se stesse, per far emergere le cause che generano disagio e sofferenza;
•    settimane semituristiche o altre forme ancora.

Le nostre settimane estive
Le Settimane Estive Famiglia hanno la caratteristica di essere orientate all'esperienzialità.
La scelta di questa soluzione è stata fatta per diversi motivi:
•    le persone che normalmente vi partecipano sono in maggioranza di estrazione sociale semplice, di fede e pratica religiosa spontanea o addirittura tradizionale;
•    la vera fede nasce contemporaneamente dalla mente e dal cuore specie dentro una famiglia dove si vive in profondità l'affettività e spesso si nutre di affettività;
•    i messaggi passano con più facilità, sia nei bambini che negli adulti, quando si esperimenta un clima libero, sincero, sereno, fatto di realtà concrete;
•    siamo nell'epoca dell'immagine (le persone sviluppano la capacità visiva più che quella uditiva) e dei media digitali (la ricezione di conoscenze avviene attraverso il dialogo attivo e non più con il semplice ascolto la ed ancor meno viene coltivata la lettura), perciò viene proposta un'esperienza ricca di segni e di interattività.
Esperienziale dunque significa che si cerca di andare al di là dei soli messaggi culturali e spirituali letti o uditi, per quanto profondi siano. Esperienziale ancora significa luogo dove si privilegia un vissuto ricco di rapporti e di forme concrete per rapportarsi.
Quali sono le idee, i motivi portanti? Proviamo ad elencarli.

Come una famiglia allargata
In primo luogo si vuole riproporre, per una settimana, l'esperienza della famiglia allargata, non quella circoscritta al parentado come un tempo, ma quella aperta a famiglie di varia provenienza, sensibilità, costume, ...
È una proposta nuova di vita insieme privilegiando alcuni valori o virtù familiari che nei tempi passati erano presenti nel nostro tessuto di paese come : il servizio, la gratuità, la sobrietà e semplicità, la condivisione, l'accoglienza reciproca, la genitorialità aperta, il confronto con gli altri e le altre famiglie.
Questa ricchezza umana e cristiana fa sì che il tempo pur breve di una settimana diventi momento di ricarica, di entusiasmo, di apertura senza tante maschere di categoria, senza sensi di superiorità o inferiorità, senza pregiudizi.

I tre momenti cardine
Ogni giornata ruota intorno a tre momenti:
•    l'annuncio e il lavoro di riflessione (RdV - Lectio - lavoro di gruppo);
•    la liturgia (in particolare la S. Messa);
•    la serata - la festa.
L'annuncio e la riflessione hanno lo scopo di lanciare dei messaggi, di aprire mente e cuore sulle realtà profonde, di orientare scelte di vita ed in particolare di vita cristiana.
La S. Messa va vissuta come punto centrale della giornata a cui tutto si riconduce, le esperienze vissute e quelle da vivere. Questo momento dovrebbe collocarsi preferibilmente nel tardo pomeriggio.
Deve diventare il momento di scambio tra i vari gruppi (adulti, giovani, ragazzi) perché l'esperienza fatta da ciascuno diventi davvero familiare. Per questo, dopo l’omelia e come sua continuazione, un rappresentante a turno di ogni gruppo d'età spiega con semplicità, aiutandosi con disegni, cartelloni o altro, l'attività svolta nella giornata.
La festa. È il momento di gioco comune creativo - ricreativo. È la vera testimonianza della "festa" che la famiglia ha come compito, come suo specifico, da dare al mondo. La festa ricupera davvero tutti, anche chi si sente meno agile nella mente e meno abituato a preghiere e salmi. La serata in allegria rompe gli schemi legati al ruolo di genitore/figlio, superiore/inferiore.
Che cosa c'è di più bello per un bambino vedere un genitore giocare, recitare, improvvisarsi cabarettista? O anche per tutti vedere il sacerdote e il relatore mettersi in gioco per far divertire?

Il cammino parallelo
La suddivisione dei partecipanti per fasce d'età riguarda la parte formativa, mentre liturgia e festa vanno vissute insieme.
Sono stati sperimentati vari metodi per l'attività formativa dei piccolissimi, piccoli, adolescenti e giovani con un'interazione tra i quattro gruppi che non è affatto far passare il tempo, oppure babysitteraggio, e meno ancora gioco libero.
Nel corso degli anni sono nati, ad esempio, alcuni racconti ricchi di materiale interattivo per la riflessione e nello stesso tempo adatti alla creazione progressiva di materiale plastico (cartelloni, mimi, oggetti veri e propri, costruzioni...). Lo scopo di tutto ciò è quello di aiutare a fissare i concetti in modo giocoso e piacevole.

La progressività
Perché la settimana sia impostata con la giusta tonalità deve obbedire ad un continuo crescendo. L'ambiente iniziale deve essere accogliente ma piuttosto spoglio.
Le mani e l'iniziativa di tutti andranno via via arricchendolo di segni secondo la logica del tutto da fare e non del tutto fatto, logica usata anche dal Creatore riguardo a questo nostro mondo. Questa osservazione vale per tutti gli ambienti: la cappella, la sala delle riunioni, lo spazio per la festa e la sala da pranzo. Meglio se ci può disporre di ambienti distinti! Si dovrà in ogni caso ricavare un luogo, il deserto, dove chi desidera possa fermarsi da solo per pregare e riflettere.

I simboli
In ogni settimana vengono proposti una serie di segni simbolici:
•    il proprio nome esposto sul vestito segno di unicità, importanza, dignità dei partecipanti;
•    simboli che ricordano la tematica della settimana in chiesa, sui cartelloni od oggetti raccogli-messaggi;
•    segni e gesti liturgici che accompagnano le promesse familiari come imposizione delle mani, materiale e scritte per la giornata penitenziale o festa del perdono;
•    oggetti ricordo costruiti da piccoli e grandi partendo da materiale predisposto.
Oltre ai simboli è bene ricordare che il canto e la musica, sia quella liturgica che quella di svago, rappresentano una importante forma comunicativa. Stanno proliferando nei campi i "bans", una forma di musica e gestualità molto gradita ai giovani.

L'accoglienza
Tutti, ma in particolare le coppie responsabili del campo, sono chiamati a porsi nell'ottica di chi arriva per la prima volta e si trova a disagio perché non conosce persone, organizzazione, modi di vita di questa realtà. Occorre in questi casi tenere presente che agli occhi dei profani l'esperienza di campo è quanto meno strana…
Serve anche una buona organizzazione che non lasci troppi vuoti e che, nel contempo, faccia sentire le persone libere perché non tutti hanno le stesse capacità di resistenza.
La convivenza con parecchie altre persone che seguono uno stesso itinerario può talvolta creare delle difficoltà per qualcuno, e questo vale anche per la privacy della stanza da letto o altro, come l'adattabilità al menù della casa…
Per quanto è possibile serve mettere a proprio agio chi si trova spaesato. Tuttavia a volte si trovano persone che non sono in grado di rapportarsi in modo normale con gli altri o che vivono situazioni di tensione. La coppia responsabile della settimana assieme a chi collabora deve avere una grande capacità di mediare, talvolta per sdrammatizzare oppure (purtroppo) per saper con molta carità isolare il disturbo che rischia di compromettere la serenità ed il buon andamento dell'intera attività.

Per la coppia responsabile
Serve una buona capacità di ascolto delle aspettative. Servono modi e tempo per capire fino in fondo le motivazioni che hanno orientato la scelta di partecipare, e che magari non corrispondono a quanto nella settimana si può e si intende offrire. La chiarezza spesso tranquillizza ed apre ad un sincero rapporto confidenziale.
Ordine ed orario non guastano mai, anzi favoriscono l'armonia, eliminano attese inutili e permettono il riposo notturno, sono tutti segni di rispetto reciproco. La revisione della settimana va fatta con una certa logicità sugli obiettivi proposti all'inizio.

Per concludere
Una settimana così concepita non si improvvisa. Di solito è frutto di una seria e adeguata preparazione per organizzare l'attività degli adulti, quella dei ragazzi animatori dei bambini e, assieme a questi ragazzi, preparare tutto il cammino dei più piccoli. Anche questa diventa una grande opportunità per formarsi, crescere e creare.
segninuovi@interfree.it
Per approfondire il tema cliccare qui!

15-IMPARARE FACENDO

Caratteristica dei Gruppi Famiglia è sempre stato il “formarsi facendo”, quindi non si sono mai separati i momenti di formazione dall'attività normale dei gruppi.
Si può trasmettere una realtà a parole o testimoniandola con uno stile di vita; credo pero che ci sia anche un'altra forma: quella di farne esperienza assieme, di tenersi per mano per cercare dove abita il Signore. . In fondo è seguire l'indicazione del Vangelo(Gv 1,38): - "Maestro, dove abiti?". Gesù rispose: "Venite e vedrete"-. Più semplice di cosi! Come dire: guarda con i tuoi occhi e poi, se ti pare, scegli; ma prima cerchiamo e viviamo insieme.
Il Campo Famiglia ha proprio questo come obiettivo, quello di formare le famiglie alla gestione di gruppi, sperimentando nella pratica della vita del campo come si fa, con quale disposizione interiore si può affrontare questo compito, verso quali obbiettivi ci si può muovere.
Spesso le famiglie vengono per conoscere, per fare esperienza di ciò che sono i GF, per scegliere un cammino di avvicinamento al Signore.
Il Campo è annuncio, ossia sviluppo e approfondimento di un tema, momento di gioia e di festa, liturgia, ma è strutturato perché le persone e le famiglie facciano esperienza di un modo specifico di essere gruppo
Paolo Albert

16-Cosa fanno gli animatori al campo?

Due anni fa siamo state arruolate, con altre amiche, da Valeria e Tony per per animare i bambini e i ragazzi delle famiglie che partecipavano al campo estivo di Tramonti di Sopra (PN).
Inizialmente non eravamo molto entusiaste di questa avventura perché non sapevamo bene che cosa ci attendeva e temevamo di non reggere per tutta la settimana.
Invece, con nostra grande sorpresa, si è rivelata un'esperienza bellissima che ci ha davvero dato molto.
La nostra giornata era scandita da: preghiera, colazione, attività, ecc.
Nella preghiera del mattino si spiegava il tema e il simbolo della giornata, e poi via con le attività.
Si dividevano i ragazzi in tre gruppi: asilo, elementari e medie mentre gli adulti facevano il loro percorso formativo. Alle 12.30 tutti in tavola e poi tempo libero per tutti fino alle 16 tranne per gli animatori!
Anche noi ci trovavano per la formazione alle 15.
Seguivano i giochi, la messa animata da tutti e la cena. Tempo di lavare i piatti e la serata cominciava alla grande!
La serata era organizzata da noi animatori, ma ogni volta gli adulti si inserivano con scherzi e scenette originali che ci facevano "sganasciare" dalle risate. Alla fine, mentre tutti andavano a letto, gli animatori si fermavano ancora per preparare la giornata successiva.
In auto per ritornare a casa ci siamo rese conto di quanto questa esperienza ci avesse arricchito e, dunque, non tornavamo a mani vuote: abbiamo riscoperto la gioia di stare assieme come in una grande famiglia, il vivere per gli altri mettendo loro al primo posto, la consapevolezza di essere un modello per i più piccoli e infine l'amore di Dio che continua a volerci bene e ci sta vicino attraverso i nostri amici e le persone che abbiamo conosciuto.
Grazie a tutti per aver reso possibile questa settimana, anche a Matteo, unico animatore maschio, che ci ha sempre preparato il tè per i nostri spuntini notturni e anche a Gastone che ci ha fatto tornare a casa con una taglia in più di pantaloni.
Marghi e Pri

17-LA GIORNATA DEL PERDONO
Silenzio, riflessione, sacramento della Riconciliazione e, dopo cena, l’adorazione della Croce come a Taizé

di Maria Rosa e Franco Fauda
Leggendo l'articolo di Don Egidio Dal Magro sulla sua esperienza pluriennale ai campi estivi (GF68), ci siamo ritrovati come sposi e famiglia in ogni emozione e ricordo da Lui citati.
Ci sembra utile approfondire l'argomento dell'esperienza della giornata penitenziale, poiché abbiamo molte volte vissuto nei campi estivi questo giorno importante a livello personale e di famiglia, insieme a centinaia di persone incontrate negli ultimi 20 anni.
Come scrive Don Egidio: "la giornata dello Spirito, del Perdono è il pilastro di tutta la settimana.".
Quest'affermazione è importante per accogliere il cambiamento che il campo estivo provoca in ogni partecipante, non solo dal punto di vista emotivo ed amicale, ma soprattutto dal punto di vista spirituale: poiché ancora una volta è il Signore a chiamarci all'incontro più profondo con Lui, a guidare passo dopo passo la nostra vita sulla Sua strada, a convertire e ad accogliere ognuno di noi.
Al campo c'è questo momento privilegiato, che contagia anche i più scettici od apatici che si rendono conto che, tramite il sacerdote, Gesù stesso si manifesta con tutto il Suo amore misericordioso, per rifarci nuovi, per cancellare tutte le nostre mancanze, per amarci con tutta la Sua forza.
Rifatti a nuovo dentro, con una pace capace di sopportare anche il bambino insonne, o un mal di denti eccezionale, sappiamo affrontare un cammino che inizia con un piccolo grande gesto: il sorriso che aleggia dopo una confessione che ricuce i nostri strappi interiori, che ci fa vivere una giornata serena fino alla sera, quando spesso abbiamo celebrato il rito della Croce imparato a Taizé.
Circa 20 anni or sono ci recammo per la prima volta a Taizé, insieme ai Gruppi Famiglia: da allora quasi ogni anno ci siamo recati in questo luogo ecumenico per vivere alcuni giorni di ricarica spirituale: da soli come coppia o insieme ad altre famiglie, con amici sacerdoti o con ragazzi che sentivano il bisogno di confrontarsi con altre esperienze ed incontrare coetanei provenienti da tutto il mondo.
Taizé ci ha regalato questo rito della Croce che i nostri fratelli ortodossi celebrano il Venerdì Santo: in quel contesto multietnico e multiconfessionale ma unito dalla Fede in un unico Dio, abbiamo fatto nostro lo spirito che la ritualità richiede ed esalta per poterci finalmente liberare dei nostri fardelli, leggeri o pesanti che siano.
Per questo motivo quando partecipiamo ad un campo, non importa se come uditori o relatori, ci proponiamo per ricreare questo momento così toccante.
Innanzi tutto nella giornata del Perdono si privilegia l'introspezione, quindi alla sera non si fanno tanti giochi con i piccoli, perché dopo aver rigovernato e pulito piatti e cucina, o aver messo a nanna i più piccoli, preferiamo per una sera concentrarci sul cambiamento che l'incontro col Signore ci ha regalato.
Praticamente con poco materiale: dei rotoli di carta crespa, rigorosamente arancioni, con qualche lumino di cera ed una croce sufficientemente grande da poter essere messa in terra, ci prepariamo a ricreare il simbolismo di Tazè: le vele che partono dall'alto da un unico punto e si gonfiano dell'amore di Dio, la luce che circonda la Croce che Gesù ha portato per ognuno di noi, l'umiltà che ci viene richiesta nell'appoggiare il capo su quel legno, in ginocchio, mentre tutti gli altri e noi stessi continuiamo a cantare i vari canoni di Taizé oppure i ritornelli in italiano, tratti spesso dai libretti dei canti che troviamo in loco.
Emotivamente è un'esperienza che ci avvicina ancora di più alla confessione appena fatta nel pomeriggio: ci rende partecipi della Chiesa fatta da cristiani: con le nostre specifiche vocazioni, quella sponsale e quella sacerdotale, con i nostri poveri e miseri meriti e con le nostre piccole e grandi preoccupazioni, con i nostri peccati ormai cancellati dalla forza dello Spirito: è tutto lì su quella croce, noi appoggiamo il capo e consegniamo al Signore tutti noi stessi, le nostre vite, le nostre gioie e dolori e su quel legno ci impegniamo a sollevare un poco il fardello che Cristo ha portato per noi, per pochi minuti ,sentiamo di partecipare di una vera unità ecclesiale.
Non ci sono più dottori o contadini, suore o laici, sacerdoti o impiegati, bambini o genitori ma solo il Popolo di Dio: la Chiesa.
Per questo motivo ci piace pensare che questo modo di vivere i campi famiglia possa estendersi e coinvolgere molte persone: perché l'opportunità di arrivare alla sorgente pura dell'Amore del Signore è l'unica che ci fa vivi dentro: tanti auguri e buon campo a tutti!
francomaria.fauda@libero.it
Per la comunità di taizé vedi: http://www.taize.fr/it

18-UNA SETTIMANA AL CAMPO ESTIVO
L’esperienza di una coppia di relatori

di Luciana e Lino Golin*
Quando ricevemmo l'invito a partecipare come relatori ad un campo famiglia, la nostra perplessità è stata grande, perché non siamo né oratori né tanto meno in età giovanile.
Temevamo il gap generazionale tra noi, settantenni, e le coppie partecipanti, decisamente più giovani.
Una mattina, celebrando assieme la liturgia delle lodi, ci ha colpito un versetto del salmo 91: "Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi per annunciare quanto è retto il Signore…". Questa frase ha fatto sparire i nostri dubbi e abbiamo accettato.
L'accoglienza al campo è stata subito familiare. Ci siamo sentiti subito a nostro agio anche se non conoscevamo nessuno: genitori, bambini, animatori tutti intorno a salutarci
Sistemati i bagagli, tutti a cena in allegria e cordialità. Dopo la cena ci fu la presentazione dei partecipanti - alcuni si conoscevano, per altri era un'esperienza nuova come per noi - con la consegna di un medaglione con il nome. Non mancò la presentazione di un cartellone con i turni di servizio a cui tutti, noi compresi, eravamo invitati ad attivarci. Capimmo che ci consideravano una delle loro coppie ed era quello che volevamo: il ruolo di oratori non faceva per noi.
Ogni mattina tenevamo una relazione di 40' e poi proponevamo una traccia per il confronto personale, di coppia, di gruppo. Le coppie si dividevano in tre gruppi, sempre diversi, per l'approfondimento.
Il pomeriggio era dedicato alla risonanza della Parola curata da padre Pellizzer, che approfondiva e completava la tematica del mattino.
Seguiva la S. Messa in cui i vari gruppi presentavano il lavoro svolto nella giornata a partire dai bambini più piccoli, poi quelli delle elementari, medie seguiti dagli animatori dei ragazzi e dagli adulti.
Dopo cena un altro momento importante: la festa in cui tutti si cantava, ballava, giocava insieme, grandi e piccini. La serata terminava con una breve preghiera e con la benedizione.
Più volte ci è ritornato alla mente un suggerimento di un amico sacerdote: "Fate bene ad incontrarvi ma ricordatevi che è altrettanto importante fare festa, fare famiglia".
Eravamo una famiglia di settanta persone. È stato bello vivere la gioia di darci una mano l'un l'altro e scambiarci le nostre storie mentre facevamo le pulizie o lavavamo i piatti.
La settimana si è chiusa al sabato con la Messa prefestiva nella quale le coppie hanno rinnovato le promesse matrimoniali alla presenza dei figli.
Nella sala riunioni ogni famiglia aveva la sua cassetta della posta, per ricevere e inviare messaggi, che do-veva essere aperta durante il ritorno a casa. Noi abbiamo ricevuto 30 messaggi a partire dai più piccoli, dagli animatori dei ragazzi e dagli adulti.
Grazie a tutti!
*Campo di Tremonti di Sopra 2008
Per approfondire il tema cliccare qui!

19-CAMPI ESTIVI PER FAMIGLIE 2010
Il calendario definitivo

1-4 luglio Briatico (VV)
Tema: La sfida educativa oggi.
Rel.: mons. Vincenzo Filice, Elisa Veronesi (psicologa), coniugi Demarchi.
Org.: diocesi di Cosenza.
Info: Pina e Nano SERGIO, 340 074 1129, nandino.sergio@gmail.com

23 luglio - 1° agosto S. Giacomo di Entraque (CN)
Relatore: Angelo Fracchia, biblista.
Possibilità di partecipare al solo WE iniziale (23-25 luglio).
Org. diocesi di Cuneo.
Info: Angela e Tommy Reinero, 347 5319786, tommy.angela@libero.it

7-14 agosto Col Perer (BL)
Tema "Signore chi vuoi che io sia?".
Relatori: don Mariano Maggiotto, famiglia Bergamo e altri.
Sacerdote: don Alessandro Dussin
Org.: ass. Famiglie in cammino (TV)
Info: Laura e Valerio Agnolin, 0423 476184, vaagnolin@libero.it

8-15 agosto San Giovanni di Spello (PG)
Tema: Il perdono: riflesso della tenerezza di Dio.
Relatori vari di alcune comunità umbre.
Sacerdote: don Gianpaolo Lattuada.
Info: Ernesta e Gianprimo Brambilla, 039 6079037, ernesta.gianprimo@
virgilio.it

8-15 agosto Voltego Agordino (BL)
Tema: Felici in famiglia? La famiglia e il discorso della montagna.
Relatori: Marta e Valter Beraldo, Fernando Pizzolato.
Sacerdote: padre Francesco Pellizzer.
Info: Antonella e Renato Durante, 0423 670886, ren-anto@libero.it

15-21 agosto Casteltesino (TN)
Tema: ComunicAmando: La comunicazione all ’interno della coppia.
Relatore: Carolina Di Muzio.
Sacerdote: don Egidio Dal Magro.
Info: Cinzia e Paolo Brugnera, 0438 898032, brugnerapaolo@tele2.it

16-20 agosto Chiappera (CN)
Tema: Un "amore" di famiglia! Quando la Carità è di casa.
Relatori: Paola e Piero Pierattini.
Sacerdote: don Beppe Viglione.
Org.: diocesi di Mondovì.
Info: Isabella e Stefano Tomatis, 0174 329404, costacalda@libero.it

18-23 agosto Sauze di Cesana (TO)
Tema: La famiglia educante.
Rel.: Antonina Calligaris, psicologa.
Sac.: Don Orlando Aguilar Tobon.
Org.: diocesi di Pinerolo.
Info: Chiara e Elio Grosso, 0121 352265, eliogrosso@libero.it

Il calendario, aggiornato in tempo reale, è anche consultabile sul sito: www.gruppifamiglia.it/attività.htm selezionando a sx la voce: campi estivi.

20-Uomini e donne nella Bibbia
Il valore della preghiera come colloquio con Dio: PAOLO E ANANIA (At 9,1-18)

di Franco Rosada
I primi 18 versetti del capitolo nove di Atti descrivono la “conversione” di Paolo di Tarso. Si tratta di un episodio composto da due quadri: il primo, notissimo, narra l’incontro-scontro di Saulo con Gesù, il secondo la sua guarigione.

Il primo quadro
Saulo, “fremente minaccia e strage contro i discepoli” di Gesù, è prossimo a Damasco quando una luce lo avvolge, cade da cavallo e quando si rialza si scopre cieco.
È costretto a farsi accompagnare per mano fino in città, e cade in una profonda prostrazione. Lui, così forte e sicuro di sè, improvvisamente si trova impotente e disarmato.
Noi, così forti e sicuri, pensiamo di avere il “mondo” in mano e poi basta una diagnosi medica, un lutto improvviso, una manovra azzardata con l’automobile che tutte le nostre ambizioni svaniscono come neve al sole.
Tutto sembra perduto, quei tre giorni in cui Saulo resta cieco, senza prender né cibo né acqua, sembrano la fine, la morte. Tre giorni come quelli di Cristo nel sepolcro, tre giorni nell’oscurità, nel silenzio di Dio.
Saulo è un uomo religioso, combatte i cristiani ma è convinto di essere nel giusto, di fare cosa gradita al Dio di Israele. Ed ecco, di fronte a quella luce, a quella voce, Saulo non ha dubbi: è il Signore che parla (v. 5a).
Così passa i tre giorni successivi in preghiera (v. 11c), facendo penitenza e interrogandosi: “Signore, qual è la tua volontà?. E dopo tre giorni il Signore gli risponde.

Il secondo quadro
Luca ora introduce un nuovo personaggio: Anania. Egli è discepolo di Cristo e gli è giunta voce che Saulo è a Damasco, con l'autorizzazione del Sinedrio di arrestare tutti i cristiani.
Anche Anania è un uomo pio e, nella preghiera, ha confidenza con il Signore. Il Signore lo chiama per nome e lui risponde: “Eccomi”.
In questa risposta noi troviamo il modello della preghiera di Israele (cfr. 1Sam 3,4)
Il Signore vuole affidare ad Anania il compito di guarire Saulo dalla cecità ma il discepolo ha dei dubbi: perché aiutare una persona così ostile al messaggio cristiano? Anche Maria all’Annuciazione ha dei dubbi (Lc 1,34).
Sono dubbi che, nel caso di Anania come in quello di Maria, il Signore dissipa, rivelandogli il progetto che ha su quell’uomo.
Non deve essere stato facile comunque per il discepolo mettersi in cammino sulla strada Diritta per andare a guarire Saulo.
Anche a noi il Signore a volte sembra chiederci cose impossibili: accettare, perdonare, sopportare il male che abbiamo o pensiamo di aver ricevuto.
E poi, perché devo essere io a fare il primo passo?
Se non si è nel Signore, intimi a Lui, è difficile dare una risposta conforme al suo Amore!

La forza dell’amore
Anania, fidandosi del Signore, va da Saulo e lo trova in preghiera. Allora non ha più esitazioni: il nemico diventa fratello in Cristo ed è possibile la guarigione. Quella di Saulo non è solo una guarigione dalla cecità ma una trasformazione: lo Spirito Santo lo ricolma con la sua presenza.
I tre giorni di “morte” sono finiti, non c’è più l’uomo vecchio ma l’uomo nuovo (cfr. Col 3,9-10), rigenerato dal sacrificio di Cristo.
Diventare fratelli, superare le divisioni e le ostilità richiede un duplice movimento: l’andare incontro e l’accogliere. Ma per fare questo abbiamo bisogno di essere illuminati e guidati dallo Spirito del Signore.

L’iniziazione cristiana
In questi 18 versetti troviamo anche una sintesi dell’iniziazione cristiana: il battesimo, così ben raffigurato dai tre giorni di cecità e digiuno di Saulo, la confermazione, con l’invocazione da parte di Anania dello Spirito Santo, con l’eucaristia, cibo che dà forza.
Probabilmente quei tre giorni sono simbolici, rimandando alla morte di Cristo; Saulo impiegò più tempo a convertirsi e l’accettazione di questo cambiamento da parte della comunità cristiana non fu facile né scontato (cfr. Gal 1,17-19).
Quello che conta è che il suo cammino è segnato dalla preghiera, dalla costanza e da maestri come lo Spirito Santo e uomini santi come Anania.
formazionefamiglia@libero.it

Brani per la Lectio:
•    L’annunciazione (Lc 1,26-38)
•    La visita ad Elisabetta (Lc 1,39-45)

Domande per la R.d.V.:
•    Di fronte alle avversità siamo ancora capaci di pregare o ci sentiamo delusi e abbandonati?
•    La vita ci pone a volte di fronte a delle prove che ci sembrano “im-possibili”. Sappiamo fidarci ed affidarci a DIo?
•    Come aiutiamo i nostri figli o nipoti a ricevere i sacramenti dell’eucaristia e della cresima?

21-Vent’anni di collegamento tra Gruppi Famiglia
FACCIAMO FESTA INSIEME! A Martinengo (BG) il 19 settembre prossimo

di Nicoletta e Corrado Demarchi*
Durante il primo anno della nostra attività di responsabili, abbiamo concretamente sperimentato l'importanza del collegamento nazionale tra Grup-pi Famiglia.
Potremmo laicamente definirlo come: incontrarsi, condividere le esperienze, scambiarsi idee, aggiornarsi. Per noi cristiani tutto questo assume un significato maggiore e vogliamo, quindi, parlare di testimonianza, evangelizzazione e missionarietà.
Quest’anno è per tutti noi molto importante, in quanto ricorre il 20º anniversario del collegamento nazionale e del foglio di collegamento.
Senza la rivista trimestrale e senza il sito, poi, la realtà dei Gruppi Fa-miglia non sarebbe così cresciuta in questi decenni, non solo nel nord-Italia: Piemonte, Veneto, Lombardia, ma a macchia di leopardo in tutta la nostra penisola.
Con generosità e disponibilità le coppie responsabili e molte altre persone di buona volontà hanno seminato, a piene mani, in tante realtà locali, aiutando e sostenendo le famiglie a camminare nella fede con metodo e costanza. Queste persone hanno sperimentato come sia importante l'evangelizzazione dei laici nella Chiesa, testimoniando che il servizio per gli altri è una restituzione di quanto di buono e di bello abbiamo gratuitamente ricevuto ed altrettanto gratuitamente vogliamo ri-donare.
Attraverso la Lectio divina, la revisione di vita, i campi estivi, la scuola dei G.F., numerose famiglie sono cresciute nella consapevolezza della loro vocazione, a cui ognuno è chiamato a rispondere con il proprio sì e sono diventate, così, risorsa per le proprie comunità locali e sorgente di vita e di speranza, in ogni ambiente quotidiano.
In una società che, sfiduciata, parla solo della crisi e dei problemi familiari, è di fondamentale importanza ricordarci che molte famiglie, pur con le fatiche e le difficoltà di ogni giorno, senza fare notizia, sono, invece, testimoni dell'amore di Cristo.
Per questo vi invitiamo a partecipare alla giornata di festa per i 20 anni del collegamento dei G.F. , che si svolgerà domenica 19 settembre p.v. a Martinengo, in provincia di Bergamo.
Sarà l'occasione per guardare al passato ed alle motivazioni che hanno spinto alla nascita dei G.F con Anna e Guido Lazzarini, i fondatori, al presente con la testimonianza di una giovane coppia ed anche al futuro con le prospettive pastorali di S.E. Mons. Giuseppe Anfossi, Vescovo di Aosta e Presidente della Commis-sione Episcopale per la famiglia e la vita della CEI.
Faremo anche memoria e condivideremo le nostre esperienze attraverso filmati, fotografie e cartelloni.
Sarà un momento unico per salutare ed abbracciare vecchi amici, magari conosciuti ai campi estivi, o nuovi volti di persone con le quali sentirsi subito in sintonia, grazie al cammino analogo, percorso negli anni.
Sarà un incontro importante per trovarci e ritrovarci nella gioia e nella semplicità che da sempre contraddistinguono la nostra esperienza, con gli animatori che non mancheranno di stupire i nostri piccoli ma anche noi più grandi.
Nel riquadro a fianco, e poi in ultima pagina, troverete tutte le informazioni necessarie.
Siamo consapevoli dello sforzo richiestovi, del viaggio che per alcuni sarà un po' lungo e stancante, ma siamo certi che avremo l'occasione per ricaricarci di entusiasmo e di fiducia, da condividere poi con coloro i quali non potranno essere presenti.
*Responsabili naz. collegamento G.F

22-GRUPPI FAMIGLIA: IN COLLEGAMENTO DA 20 ANNI…
…per continuare a camminare insieme
MARTINENGO (BG) Domenica 19 settembre 2010

Programma:
Ore    9,45    Accoglienza
Ore    10,00    Preghiera
Ore    10,10    Saluti e presentazione della giornata (Nicoletta e Corrado Demarchi).
Ore    10,20    Perché il collegamento tra Gruppi Famiglia (Anna e Guido Lazzarini, Noris e Franco Rosada).
Ore    10,40    Testimonianza di una giovane coppia.
Ore    11,00    Gruppi Famiglia: risorsa per la Chiesa. Le attuali prospettive della pastorale familiare (S.E. Mons. Giuseppe                          Anfossi).
Ore    11,45    S. Messa.
Ore    13,00    Pranzo di condivisione (vanno precisate eventuali alternative).
Ore    15,00    Festa con giochi e album di famiglia.
Ore    16,30    Conclusioni e congedoNotizie dall’associazione F&F: 5x1000: una firma che vale molto!
Per ulteriori dettagli cliccate qui!

23-Notizie dall’associazione F&F: 5x1000: una firma che vale molto!
Novità: un libro in omaggio a chi ci sostiene

di Noris Bottin *
Sono mesi di manovra economica, e di tagli in molti settori.
Nel caso della stampa periodica già dal 30 marzo sono state tolte le agevolazioni postali di cui godeva e questo ha comportato un rincaro delle tariffe del 500%. Con una legge ad hoc gli aumenti sono stati ridimensionati ma non se ne conosce ancora l’ammontare.
Sono però anche mesi di denuncia dei redditi e ,anche quest’anno, c’è la possibiltà di devolvere il 5x1000 dell’imposta Irpef pagata alla nostra associazione.
La firma va posta nella prima casella il alto a sinistra dell’apposito modello (sostegno del volontariato...) riportando, subito sotto, il codice fiscale 97571710017.

Novità per chi ci sostiene
A tutti coloro che ci faranno avere il loro contributo entro il 30 ottobre invieremo gratuitamente, entro fine anno, un libro del professor Guido Lazzarini, docente pressso il Centro studi di sociologia e antropologia economica dell’Università di Torino.
Guido, con la moglie Anna, è stato il fondatore del Collegamento tra Gruppi Famiglia e questo omaggio vuole essere un modo per far conoscere la sua attività professionale come studioso e sociologo.
Anche nella professione Guido non si smentisce: il libro che riceverete si intitola “Universi solidali” e affronta il tema del “terzo settore”, cioè di tutte le attività svolte da associazioni ed enti senza fini di lucro.
È un testo specialistico ma che offre spunti per coloro che fanno attività di volontariato, che non mancano di certo fra il nostri lettori. Per esempio: qual è il senso della gratuità? Quanto conta l’attività di volontariato nella vita di una persona? Come migliorare l’efficacia dell’impegno gratuito?
Buon studio e buona lettura!
* presidente associazione Formazione e Famiglia ONLUS
Per una scheda del libro vedi: http://web.econ.unito.it/lazzarini/universi.html

24-Leggere la Bibbia: Un decalogo per la coppia (da 1Cor 13,4-8)

a cura di Pietro Boffi
1. L'amore è paziente: "Siate impegnati, non pigri: pazienti nelle tribolazioni, perseveranti nella preghiera" (Rm 12,11-12). "La chiave che apre ogni porta è la pazienza. Ottieni la gallina covando l'uovo, non rompendolo". (A. Glasow).
2. L'amore è benevolo: "Il vostro amore sia sincero. Fuggite il male, seguite fermamente il bene" (Rm 12,9): "Il Signore ci ha creati per fare cose piccole con grande amore. Questo amore deve co-minciare dalla nostra casa, dalla porta del vicino... Siate l'espressione vivente della gentilezza di Dio" (Madre Teresa).
3. L'amore non è invidioso: "Siate premurosi nello stimarvi gli uni gli altri" (Rm 12,10). "Tenetevi gli uni accanto agli altri, ma non troppo vicini, così come il cipresso e la quercia crescono l'una all'ombra dell'altra" (K. Gibran).
4. L'amore non si vanta, non si gonfia: "Andate d'accordo tra voi. Non inseguite desideri di grandezza, volgetevi piuttosto verso le cose umili" (Rom 12,1). "Matrimonio riuscito: la condizione di una piccola comunità costituita da un padrone, una padrona e due servi: in tutto, due persone" (Anonimo).
5. L'amore non manca di rispetto: "Ciascuno ami la propria moglie come se stesso e la donna sia rispettosa verso il marito (Ef 5,33). "Tratta tua moglie come se fosse un purosangue e non sarà mai una donna rozza" (Anonimo).
6. L'amore non cerca il suo interesse: "Dio vi ha scelti e vi ama. Perciò abbiate sentimenti nuovi: misericordia, bontà, umiltà, pazienza e dolcezza" (Col 3,12). "Se ciascun partner è disposto a dare il 75% di se stesso in un rapporto, si avrà il 50% in più di quello che serve per un'unione perfetta" (Leo Buscaglia).
7. L'amore non si adira: "Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che possono servire per la necessaria edificazione (Ef 4,29). "Certo, siete diversi: ma non è per questo che vi siete innamorati?" (Anonimo).
8. L'amore non tiene conto del male ricevuto: "Sopportatevi a vicenda: se avete motivo di lamentarvi gli uni degli altri, siate pronti a perdonare, come il Signore ha perdonato a voi" (Col 3,13). "Chiedere scusa è la super-colla della vita: può riparare quasi tutto" (Lynn Johnston).
9. L'amore non gode dell'ingiustizia: "vostra cintura sia la verità, vostra co-razza le opere giuste" (Ef 6,14). "Due novelli sposi chiesero al maestro "Cosa dobbiamo fare perchè il nostro amore duri?" Rispose il maestro: "Amate insieme altre cose" (A. De Mello).
10. L'amore si compiace della verità: "Bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo... Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito di sapienza" (Ef 4,25.15). "Il solo modo di dire la verità è parlare con amore" (D. Thoreau).
Sintesi da: Guglielmoni L.- Negri F., L'amore familiare secondo san Paolo, LDC, Leumann (TO) 2009.
Per la scheda del libro vedi: http://www.elledici.org/it/libreria/dettaglio.php/Amore-familiare-secondo-san-Paolo-L-/?AREA=libreria&CODICE=04212

25-Insieme, come coppia, al campo estivo
QUANDO IL MARITO È “TIEPIDO”

Con mio marito frequento un Gruppo Famiglia. Diverse coppie del gruppo hanno deciso di partecipare al campo estivo della diocesi. Mio marito non ha detto di no ma è parecchio tiepido sulle questioni di fede e non vorrei che si trovasse, e mi facesse trovare, a disagio. Che ne pensa?
Stefania

Risponde don Gianfranco Grandis, vicario episcopale per la cultura della diocesi di Verona

Sul rapporto tra coniugi si può fare innanzitutto un discorso teorico, ma di grande utilità pratica. Come valutare il possibile punto di rottura tra l'insistere e il recedere?
Si sa che il mestiere maggiormente necessario nella vita coniugale consiste nell'imparare l'arte della comunicazione che genera la comunione, vale a dire la convergenza degli intenti che permette ai due (io e tu) di agire come unico soggetto comunitario (noi). Si tratta qui di evitare due estremi: sia l'arroccamento egocentrico, che non concede all'altro i tempi per maturare la condivisione delle proprie decisioni, sia l'arrendevolezza servile, le mortifica la propria identità.
L'amore tra sposi teme sempre due derive: la fusione che porta ad annullarci e il conflitto che provoca la rottura. Nel primo caso annullo il mio io; nel secondo caso annullo il tu.
Queste due derive impediscono la generazione del "noi" coniugale che è la fondamentale fecondità della coppia. Senza questo impegno a generare il noi coniugale, la coppia diventa progressivamente sterile dal punto di vista relazionale fino ad affogare nel mare del malinteso e dell'incomunicabilità.
Allora il problema è: fino a che punto posso insistere perché mio marito venga, prevedendo magari che poi si troverà bene e mi ringrazierà di averlo spinto a fare questa esperienza?
O fino a che punto devo rinunciare io ad un'esperienza a cui tenevo molto, aspettando tempi più favorevoli, per non rischiare tensioni o rotture che possono compromettere pericolosamente la buona salute della vita coniugale che è il bene primario del matrimonio?
Nessun'altro meglio di chi si ama e si conosce da molto tempo può rispondere a queste domande.
gianfrancograndis

26-SI PUÒ CONVINCERE UN FIGLIO?
Quando un adolescente non vuole partecipare al campo

È tempo di pensare alle vacanze e vorremmo, come famiglia, partecipare ad un campo estivo.
I nostri due figli piccoli sono contentissimi, ma il maggiore, adolescente, non ne vuole sapere, vuole stare da solo in città. Come facciamo a convincerlo?
Gianni e Luisa

Il vostro problema è di tanti: risponderei con una domanda: conoscete vostro figlio più grande?
Proprio in questi giorni, come riferito dalla cronaca piemontese, un ragazzino di 15 anni, lasciato a casa dai genitori che trascorrevano il fine settimana al mare, ha trasformato la casa in discoteca per i minorenni… possibile che i genitori non riuscissero ad immaginarlo?
Evidentemente non lo conoscevano.
Credo che il rispetto delle scelte dei figli sia importante, ma non a occhi chiusi: fin che sono minorenni ne siamo totalmente responsabili, anche a livello legale.
Occorre valutare quali alternative ha programmato vostro figlio, chi se ne occuperà (come vice-genitore, come educatore e non per le cose di tutti i giorni perché dovrebbe essere in grado, alla sua età, di prepararsi il cibo da solo).
Non è questione di sfiducia, ma di senso di responsabilità.
Io sarei molto drastica: o ci sono alternative serie o viene con voi perchè si potrebbe anche pensare, con i responsabili del campo, ad un percorso per adolescenti che non sono disposti a momenti formativi e religiosi…
Ma se non ve la sentite, non riuscite ad imporvi, rinunciate tutti al campo: un figlio non si può e non si deve lasciare solo, mai.
Mi direte "E gli altri che vorrebbero andare al campo? Non hanno anche loro dei diritti?".
Questo è un argomento serio da affrontare col più grande. Per diventare adulto deve, anche lui, valutare le esigenze degli altri.
Gli adolescenti, facilmente, pensano solo a se stessi, questa può essere una formidabile occasione per un passo avanti verso la maturità.
Anna Lazzarini

27-Ci sono stati i Magnifici Sette...
MA ORA SONO ARRIVATI I MAGNIFICI TREDICI!
Un’avventura eccezionale di cui vi possiamo anticipare solo l’inizio

di Giulia Libralon
Erano tredici, radunati da ogni parte di quelle terre. Formavano un gruppo unito, nonostante fossero un'accozzaglia di idee, caratteri e valori diversi.
C'era una ragazza, sulla ventina, dotata di una determinazione tale da trasparire dai liquidi occhi azzurri. I suoi gesti erano pregni di un'energia a stento contenuta e la sua voce aveva il tono sicuro di chi è abituato ad essere ascoltato. Il suo nome era Valentina.
C'era un'altra fanciulla, sua coetanea, dai lunghi capelli scuri. Anche lei era circondata dall'aura di comando che contraddistingue chi ha esperienza ma i suoi modi erano più dolci, lievi; il suo tono di voce più sommesso, tranquillizzante.
Si chiamava Caterina.
L'unico maschio della compagnia aveva una ventina d'anni. Era un tipo esuberante, incline al riso e allo scherzo. Il suo nome era Matteo.
Spiccava tra le altre una ragazza rossa di capelli: un rosso un po' sbiadito che però le donava.
Era esuberante: al centro del gruppo, sempre sorridente, ma a chi sapeva guardare rivelava un timore di esprimere le le proprie convinzioni, che gli altri non avrebbero mai immaginato. Si chiamava Giulia.
Sonia. Persino il suo nome suggeriva qualcosa di lieve e dolce. Aveva lunghi capelli color delle nocciole, e luminosissimi occhi azzurri spesso velati da una cortina opaca di malinconia.
Valentina era una ragazza longilinea dai capelli scuri, simpatica, forse a volte poco profonda ma mai banale o grossolana.
Priscilla aveva un nome altisonante ed una risata sincera. Aveva sempre la capacità di sorprendere con gesti di inaspettata cortesia, con le parole giuste al momento giusto.
Quando Irene sorrideva le sue sopracciglia si inarcavano in due mezzelune castane che parlavano di come il mondo ci possa sorprendere ancora ed ancora....
La sua risata era contagiosa anche se dietro di essa si celavano pessimismo e dubbi.
Margherita aveva una voce stupenda e mentre cantava le brillavano gli occhi: due stelle incastonate in un viso pallido e proporzionato sormontato da una rossa chioma di fuoco. In qualunque momento si poteva sentire il sole covarle sotto la pelle, illuminandola di tutte le chiare sfumature della serenità.
Gloria a prima vista poteva sembrare superficiale. Ma, un momento dopo averlo pensato ci si ritrovava catturati dalla sua incondizionata bontà, da quella sua capacità di capire le persone soltanto guardandole, da quella sua travolgente simpatia. Aveva occhi chiarissimi, azzurri, con una piccola goccia marrone attorno alla pupilla, come un lontano ricordo di terraferma, di casa, nell'inquietudine di un mare in tempesta.
Rebecca amava sbandierare la sua diversità e la sua tristezza, c'era un persistente sottofondo amarognolo nei suoi discorsi, anche se a volte si tradiva con qualche enigmatico sorriso.
La prima cosa che colpiva di Giorgia era quella schiettezza così rara di questi tempi. Il suo guardare negli occhi l'interlocutore. La mancanza di fronzoli nei suoi discorsi.
Infine c'era una piccola ragazzetta la cui inesperienza era pari solo al suo senso di inadeguatezza.
Tutti loro , così diversi e così simili, avevano una grande passione: i bambini...
(continua)
Cari giovani: volete unirvi ai magnifici tredici? Telefonate a Renato (348 5558619) o a Gianprimo (340 5366428).
Cari ragazzi, volete vivere magnifiche avventure insieme ai magnifici tredici? Partecipate con i vostri genitori ad uno dei campi estivi!

28-COSA HAI FATTO IN VACANZA?
Tre piccoli amici si raccontano le loro vacanze

A fine estate, con la ripresa della scuola, Luigino si ritrovò con i suoi amici del cuore: Gianni e Lorenzo. C'erano i nuovi libri da sfogliare, una nuova maestra da conoscere ma tutti e tre avevano premura di raccontare agli altri due come avevano trascorso le vacanze.
Nell'intervallo, si ritirarono in un angolo e si scambiarono le confidenze.
Iniziò Gianni: "Pensate, amici, quest'anno sono andato con i miei in crociera. Una nave gigantesca: aveva cinque ponti, due cinema e tre piscine: una cosa stupefacente!". "Io, invece, sono andato sul Mar Rosso in un villaggio vacanze: che mare! C'era ogni sorta di pesci, di tutte e forme e i colori; ho imparato anche ad andare sott'acqua con la maschera!" lo incalzò Lorenzo.
Luigi era molto contento delle sue vacanze ma erano state diverse da quelle dei suoi amici. Decise comunque di dire la sua: "Io sono stato in un posto dove c'erano tanti bambini e bambine di tutte le età e abbiamo giocato moltissimo!".
"Avevate il minigolf?" chiese Gianni, e Lorenzo, di rimando: "E le montagne russe?". "Il golf l'avevamo addosso quasi tutto il giorno ed eravamo in mezzo alle montagne, che non erano russe ma trentine!".
Gianni riprese: "Al ristorante della nave c'era un cameriere per ogni tavolo". E Lorenzo: "Nel villaggio si mangiava a buffet: potevi mangiare quello che volevi fino a scoppiare!".
"Anche noi avevamo un cameriere per ogni tavolo, e cambiava ad ogni pranzo; quanto a mangiare che scorpacciate di pastasciutta , milanesi e patatine! E poi c'era sempre qualche vassoio da finire!".
"Ma vuoi mettere l'animazione?", fece Gianni, "Sulla nave c'era, per due ore al mattino e altrettante al pomeriggio, due animatori solo per noi ragazzi: scenette, karaoke, giochi di prestigio…". "Al villaggio c'erano corsi di nuoto, di tiro con l'arco, di equitazione: io mi sono iscritto a tutti!" gli fece eco Lorenzo. Ma Luigino ribattè: "Noi di animatori ne avevamo dieci, uno più bravo dell'altro, e stavano con noi tutto il giorno, fino all'ora di andare a dormire!".
Gianni e Lorenzo incominciavano a chiedersi dov'era andato Luigino ma fecero finta di niente.
Gianni riprese: "La nave si è fermata ad Atene e ho visitato l’Acropoli". "Io, invece sono andato nel deserto a dorso di cammello" aggiunse Lorenzo.
"E io sono andato in gita con tutti gli altri bambini, i genitori e gli animatori a vedere le cascate!" chiosò Luigino.
"Ma cosa c'è di speciale in una cascata?" dissero in coro i suoi due amici. E lui di rimando: "Nella cascata niente ma nella compagnia sì: quel giorno ci siamo divertiti tantissimo!".
"Dove sei stato in vacanza?" gli chiesero allora. "Ad un campo estivo per famiglie". Fu la risposta soddisfatta del nostro.

Cari ragazzi, quest'anno non rinunciate a fare, con i vostri genitori, l'esperienza di un campo estivo. Anche se non conoscete nessuno vi farete subito tanti amici. È una promessa. Parola di Luigino.
Franco Rosada

29-Il volantino della Festa del 19 settembre a Martinengo

GRUPPI FAMIGLIA: In collegamento da 20 anni...per continuare a camminare insieme
Martinengo, domenica 19 settembre 2010

Programma:
Ore    9,45     Accoglienza.
Ore    10,00   Preghiera.
Ore    10,10   Saluti e presentazione della giornata. Nicoletta e Corrado Demarchi, resp. del Collegamento tra G.F.
Ore    10,20   Perché il Collegamento tra Gruppi Famiglia. Anna e Guido Lazzarini, fondatori dei G.F.
                      Noris e Franco Rosada, responsabili del Foglio di Collegamento
Ore    10,40   Testimonianza di una giovane coppia.
Ore    11,00   Gruppi Famiglia: risorsa per la Chiesa. Le attuali prospettive della pastorale familiare.
                      S.E. Mons. Giuseppe Anfossi, Presidente della Comm. Episcopale per la Famiglia e la vita della CEI.
Ore    11,45   S. Messa.
Ore    13,00   Pranzo di condivisione.
Ore    15,00   Festa con giochi e album di famiglia.
Ore    16,30   Conclusioni e congedo.

Note tecniche
La giornata si terrà presso l’Istituto Sacra Famiglia di Martingengo (BG), Via Incoronata 1.
L’Istituto è facilmente raggiungibile:
- via auto: dall’autostrada A/4 Uscita Seriate direzione Ghisalba/Martinengo. Parcheggio interno.
- via aereo: aeroporto di Orio al Serio (BG) distante soli15 km.
Navetta auto su richiesta.
È previsto un servizio di animazione per bambini e ragazzi.
Per coloro che desiderano pernottare la sera prima è prevista, su prenotazione, ospitalità presso famiglie o presso l’Istituto stesso.

Informazioni e prenotazioni:
presso i responsabili dei gruppi, oppure:
Gianprimo e Ernesta Brambilla, Tel. 039 6079 037, Cell. 340 5366428 (Gianprimo), 347 8810722 (Ernesta)
Mail: ernesta.gianprimo@virgilio.it